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Lui & Lei

La ceretta


di Eulalia
29.08.2024    |    8.832    |    21 9.7
"” E già sono a novanta gradi, punta alla fica, scivola sull’olio e mi apre il culo..."
Ecco, la mia estetista non ha tempo.
Sono pelosa come un grizzly e mi tocca trovare una soluzione.
Per fortuna c’è questo nuovo centro estetico che millanta depilazioni brasiliane perfette e indolori.

Al bancone vengo accolta da una ragazza molto gentile che mi accompagna in una cabina.
“Signora, si metta comoda, Alex arriva subito.”
Mi guardo attorno: è pulito, il lettino ha il solito rotolo di carta, mutandine da depilazione a disposizione.
Mi spoglio completamente, indosso le mutandine usa e getta e mi pregusto già il dopo, quando il mio corpo sarà glabro e cosparso di oli profumati.
Chiudo gli occhi e mi rilasso in attesa dell’operatrice.
Sento la porta e una voce profonda, troppo profonda mi dice: “Buongiorno, sono Alex, il suo estetista!”
Cazzo, è un uomo!
Un marcantonio a torso nudo che se non fosse che sono qui per un motivo preciso, me lo scoperei subito.
Mi copro il seno “Mi scusi non ho capito.” Balbetto imbarazzatissima.
“Sono il suo estetista” mi risponde serio “Ha un problema perché sono maschio? Sono molto esperto.”
Porca paletta, adesso mi salta fuori la questione di genere, siccome sei maschio non mi fido e suppongo l’incapacità alla depilazione. Va a finire che faccio la figura da nazifemminista da sbarco.
Rimango a bocca aperta.
“Senta” riprende lui sempre molto professionale “partiamo dalle ascelle, se non le piace come lavoro chiamo una mia collega che fra un quarto d’ora dovrebbe essere libera.”
Ho la salivazione azzerata e quindi annuisco e basta.
Mette musica da meditazione, abbassa le luci e mi chiede di alzare le braccia.
Eseguo mentre lui punta una lampada solo sulla mia ascella sinistra.
Va di ceretta calda al punto giusto, picchietta leggermente, tende la pelle appoggiando una mano al seno e strappa.
Non so se mi ha distratto la palpata alla tetta oppure se è un mago dello strappo, ma non ho sentito niente.
Si avvicina pinzette alla mano e pazientemente elimina quei bastardi che non hanno preso il treno della ceretta.
Terminato questo, una goccia di olio spalmata a mano piatta.
Senza fare commenti passa all’ascella destra. Stessa procedura.
È inevitabile, mi rilasso, perché è bravissimo.
“Posso passare alle gambe?”
“Certo” rispondo e spero che per quando passerà a depilarmi la fica questa si sarà asciugata, perché lo devo ammettere che oltre al tocco perfetto e al fisico scultoreo, ha degli occhi magnifici verde bosco e una voce che fa vibrare la mia fessura come un diapason.
Con le gambe se la cava alla svelta. Solo che mentre mi spalma l’olio su polpacci e cosce, lo fa con entrambe le mani, lui è davvero molto professionale, ma per me è eroticissimo il suo modo concentrato e preciso di agire.
“Signora, l’inguine come lo vuole depilato?”
“Ecco, completamente fronte e retro, solo una piccola moschina sopra al clitoride.”
“Forse è meglio se si leva le mutandine, così posso operare meglio e più velocemente. Divarichi le gambe per cortesia.”
Interno coscia destro e sinistro, cera calda, strappo, dolore, mano piatta sopra a calmare.
E invece non calma: eccita! Che disastro!
Sposta le grandi labbra per ricoprire di cera anche quei peli disgraziati che crescono all’interno. Non può non vedere che sono fradicia, forse non se ne è accorto perché prima ci ha messo il talco. Speriamo.
Questi due strappi sono al limite della decenza, dolore e piacere misti.
“Signora per cortesia si giri.”
Ecco tocca al culo.
“Mi può tenere divaricate le natiche per cortesia”
Si, certo, esattamente come quando rantolo un “inculami per favore”.
La cera calda quasi mi sorprende, tanto mi aspettavo un cazzo che mi scopasse: sono messa malissimo.
Strappo, quasi indolore.
Mi sento come quei maschi arrapati che non riescono a capire che ci sono donne che lavorano e se ne fregano delle loro voglie.
Così è questo Alex, professionalissimo al punto da non recepire o forse solo ignorare, l’effetto devastante che ha su di me.
Spalma l’olio sull’ano e io penso ad una scivolosa sodomizzazione.
“Prego si giri.”
E spalma l’olio sull’inguine tutto passando un dito fra le grandi labbra, in fondo ha strappato anche lì.
Tengo gli occhi chiusi e mi concentro sul fatto che uscita da lì scrivo subito a Mario per inaugurare la fica glabra. Lo implorerò di dedicarmi una sveltina istantanea, cattiva e veloce, altrimenti non arrivo a sera.
Ho la fica in fiamme fra ceretta e voglia, una specie di prurito atavico a cui solo una dosa di cazzo ben data può dare sollievo.
Sento dell’altro olio che cola proprio sul mio clitoride per scivolare fra le grandi labbra.
Apro gli occhi.
Alex mi sta fissando con la boccetta inclinata.
“Scusi, me ne è scappato un po’ troppo. Ci penso subito.”
Lo distribuisce a mano piatta, due dita scattano in su e si infilano dritte nella mia fica, accompagnate da un’alzata di sopracciglia interrogativa.
Fingo indifferenza, come se fosse tutto normale.
“Apra bene.”
Adesso un dito finisce in culo, dentro, fuori, dio come scivola bene.
Mi scappa un gemito quando il pollice si dedica al clitoride.
Questo stronzo fa ancora finta di essere professionale, quando in realtà vedo il suo cazzo duro che preme contro i pantaloni della tuta. Sembra un teatro tenda con quel palo in mezzo, palo che vorrei mi piantasse da qualche parte.
Da fuori una la segretaria:” Alex hai finito? Fra un quarto d’ora hai un’altra cliente.”
“Quasi, arrivo subito!”
“Alex, mi spiace non hai finito.” Mi metto seduta sul lettino gambe a penzoloni, lo aggancio per i pantaloni, lo tiro in mezzo alle mie gambe e gli tiro fuori il cazzo.
Che spettacolo! Grosso, dritto, duro, con una grande cappella umida quasi mi strizzasse l’occhietto.
E solo 15 minuti a disposizione.
Scivolo in avanti a gambe spalancate, la mia fessura bacia il suo uccello. Lo spingo giù e le mie grandi labbra lo accolgono come una fragola matura.
Si lascia fare tutto ed io lo lascio lì sulla soglia, a metà.
“Ti do un indizio: mi piace essere sbattuta.”
Mi entra come un treno in corsa, mani sul culo che mi sollevano, mi scopa come se fossi una bambolina: dentro e fuori.
“Va bene, così, signora?”
Gli soffio un sì.
“Alex, hai finito? Posso entrare?”
“No, la signora non si è ancora rivestita.”
Godo come una fontana.
È lui, è l’olio, è lo stress da segretaria rompicoglioni? Non lo so, ma non riesco a smettere di venire.
Bisbiglia un “Girati.” E già sono a novanta gradi, punta alla fica, scivola sull’olio e mi apre il culo.
Che indicibile piacere questa mazza che mi apre senza incertezze.
Un ultimo affondo, un sospiro che parte dall’anima e lo sento come mi riempie di sborra, quasi si scuote per darmela tutta fino all’ultima goccia.
Non fa in tempo quasi a rimetterlo nei pantaloni, che mi sono già infilata il vestitino.
“Tutto a posto, signora?” Mi chiede la segretaria del cazzo aprendo la porta.
Agguanto di nascosto le mutandine e le infilo nella borsetta.
“Si, grazie”
Mi avvio alla cassa, pago e saluto tutti.
In strada guardo l’ora e chiamo il Mario
“Ciao sono appena uscita dall’estetista.”
“Hai la voce da sesso. Scopato?”
“Si”
“Vieni qui subito, che ti do il resto.”
Ecco questi sono i veri amici di cui ha bisogno una donna.
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