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Lui & Lei

Il corso di cucina


di Eulalia
17.09.2024    |    7.230    |    15 9.8
"Dovrei essere imbarazzata, mi sta scopando sul bancone aiutato da un estraneo che continua a palparmi e a dirmi che bella che sono, e tutto questo sotto agli..."
Alle volte mio marito, Pino, ha proprio delle idee del cazzo.
Vero che non gliela do da parecchio tempo, ma siamo anche sposati da 25 anni, due figli superimpegnativi e il romanticismo è andato a farsi benedire. Lui oltretutto tromba a destra e manca, e io mi sono seduta sugli allori.
Non che mi interessi più di tanto essere cornuta, finché paga la donna delle pulizie, la palestra, mi porta in vacanza e a fare shopping va tutto bene.
Adesso non so cosa gli sia venuto in mente.
Ha deciso che dobbiamo fare cose assieme, prima il teatro, poi il corso di tango e adesso questa cretinata del corso di cucina “Cibo ed eros”. Come faccio a dirgli che non mi interessa, che va bene che scopi con l’universo intero, basta che mi lasci in pace?
Ho scopato abbastanza da giovane, prima dei figli, adesso non mi interessa più.
La cosa gravissima peró, è che ha avuto un impegno e siccome il corso lo ha già pagato, mi ha obbligato ad andarci con Aldo, un suo caro amico, sfigato di prima categoria: una serata buttata nel cesso che potevo passare a guardare la nuova serie.
A peggiorare le cose il corso prevede anche un dress code: tacchi e abito per le signore, camicia e pantaloni eleganti per gli uomini.
Quindi traballando sull’ultimo paio di tacco dodici che ho, mi avvio verso l’entrata. Aldo è già lì che mi aspetta, balbetta un mi spiace, stretto nella sua giacca con la cravatta che lo strozza.
In questa cucina ci sono cinque postazioni dove lavorare in coppia, più una rivolta verso di noi, dove staziona una bionda che non finisce più. Il grembiulino la strizza in vita e pare che le tette vogliano strabordare dalla pettorina: scontatissima. Si gira un momento e ammetto che nemmeno in palestra ho visto un culo così ben fasciato.
Aldo e io ci piazziamo ai nostri posti e indossiamo i grembiulini che ci aspettano.
La biondazza subito si rivolge ad Aldo, dicendogli di levarsi giacca e cravatta, che altrimenti non riesce a muoversi.
Aldo imbarazzatissimo esegue e mi guarda con i suoi occhi da cane bastonato. Mi sa che stasera anche la conversazione farà schifo. Pazienza, se serve per farmi fare il finesettimana ad Ischia, mi sacrifico.
“Buonasera, il mio nome è Nadia e sono felice di darvi il benvenuto a questa serata Eros e cibo!”
Blablabla… non la finisce più. Fammi fare la carbonara e me ne torno a casa che mi bruciano i piedi.
Gli altri partecipanti ridacchiano ai soliti luoghi comuni, tipo "l’amore passa per la gola" oppure peggio ancora "cucinare assieme è un vero preliminare". Semplicemente pietosa.
Sbircio in tralice Aldo che cerca di guardarla in viso ignorando le tette, ma fallisce miseramente. Arrossisce pure un po’ quando si rende conto che l’ho beccato.
“Per prima cosa i signori versino un po’ di vino rosso alle signore. Per cucinare bene è necessario essere rilassati.”
Aldo esegue, mi porge il bicchiere e facciamo il classico cincin. Ammetto di non aver notato i suoi occhi, un classico marrone, ma con alcune pagliuzze dorate.
“E ora al lavoro. I signori affettino il guanciale mentre le signore si godono il vino guardandoli.”
Questo vino color rubino scende che è un piacere, me ne verso subito un altro bicchiere, mentre Aldo manovra il coltello.
Come farà ad occupare tutta la serata con una carbonara?
Comunque, noto la presa sicura, l’impronta delle dita sul guanciale e il tactac del coltello sul tagliere in qualche modo risuona dentro di me: deve essere la fame.
Appoggiata al bancone alzo un piede giusto per farlo riposare un po’ e poi ripeto anche con l’altra gamba. Perdo per un momento l’equilibrio e mi sfugge una goccia di vino dall’angolo della bocca. Che figura di merda!
Non pensavo che Aldo avesse i riflessi così pronti, blocca la goccia con il dorso dell’indice e se lo porta alla bocca.
Riempie di nuovo il bicchiere e a occhi bassi aggiunge: “Franca, potresti stare ferma per favore che mi distrai e va a finire che ci rimetto un dito.”
Vorrei ribattere ma la nostra Nadia interviene “Signore, è ora di mettere su l’acqua. Prendete le pentole e andate a riempirle.”
C’è un unico rubinetto, quindi noi cinque donne siamo in fila ad aspettare. Mi sento guardata, forse perché sono l’ultima, sembra che le altre ancheggino un pochino di più al ritorno con le pentole piene. Non capisco bene cosa succeda, l’aria si addensa, me ne accorgo anche se sono del tutto concentrata a non versare una goccia. Passo a fianco a una postazione e il lui mi borbotta: „Fortunato il tuo compagno di cucina!”
Non me l’aspettavo, tanto che quasi perdo l’equilibrio, non fosse che Aldo interviene al volo.
Mani sui miei fianchi mi accompagna alla nostra postazione: „Ma l’hai sentito quello? Ma cosa voleva dire?”
“Che hai l’aria di essere una ottima cuoca. Bevi ancora un sorso di questo vino per riprenderti.”
Aldo non sembra più tanto sfigato con gli avambracci nudi, e anche il modo di parlare è cambiato, come se sapesse qualcosa che io non ho capito.
“Benissimo, mentre le signore separano i tuorli e iniziano a sbatterli, i signori, per cortesia, dopo aver salato l’acqua e aver acceso il fuoco, si prestino a grattugiare il pecorino in abbondanza. E non dimenticate che i bicchieri devono essere sempre pieni.”
La stronza gira per le postazioni a controllare, arriva da noi e beve un sorso dal bicchiere di Aldo.
Mi da fastidio perché ero tutta presa da questo movimento su e giù della mano di Aldo e lei in qualche modo interferisce calamitando la mia di attenzione. Sento un po’ il vino. Rubo una scaglia di pecorino, forse aiuta.
“Ah, Franca, birichina! Già rubi qualcosina, si vede che hai iniziativa, ma a sbattere le uova sei scarsa. Ci vuole un lavoro di polso.”
Nadia mi abbraccia da dietro, mano sinistra sulla ciotola e mano destra sul mio polso. Aderisce come un francobollo e mi parlotta sul collo, mentre guida la mia mano.
“Vedi, Franca, devi fare così: decisa ma non troppo. L’uovo deve sentire la tua fermezza. Non lo devi montare, tu vuoi la crema. Una cosa da colare sugli spaghetti, che si distribuisca bene, che faccia venire voglia di mangiarne ancora e ancora. Brava continua così.” mi da un bacetto sul collo e si beve un sorso dal mio bicchiere.
“Siete una coppia molto interessante voi due.” dice prima di allontanarsi.
Sarà mica che sono diventata lesbica? Ho i capezzoli che mi fanno male dalla tensione, e mi scoccia ammetterlo ho le farfalle nello stomaco e la fica… insomma, la fica umida. Bagnata proprio, a dire il vero.
“Tutto bene?” chiede Aldo
“Ovvio” gli rispondo secca come una foglia d’autunno.
“Scusa se te lo chiedo, ma sei un po’ arrossita e non mi sembri proprio stabile.”
Ma si facesse gli affari suoi invece di guardarmi così. Mentre soffrigge il guanciale, bevo un altro sorso per darmi un tono, forse un sorso di troppo, perché sembra che Nadia, secondo me un po’ troia, alle altre dia più confidenza che a me. Ridacchiano le altre coppie, si stoccacciano, mentre Aldo taciturnissimo continua a cucinare.
Lo guardo di profilo, ha proprio un bel culo e senza pensarci glielo palpo.
“Scusa, scusa, scusa” balbetto, che cazzo mi è venuto in mente! “Scusa, deve essere colpa del vino, e poi adesso fa anche caldo con tutti questi fornelli che vanno…”
“E anche Nadia, mi sa che ti ha scaldato” lo dice fissandomi. Spegne il fuoco, mi imprigiona contro la postazione, beve un sorso di vino e me lo passa bocca a bocca.
“Scusa, non sono bravo con i bicchieri.” E mi bacia.
Non so cosa mi stia succedendo, ma all’improvviso ho voglia di cazzo, tanto cazzo, ma anche di Nadia.
Dall’angolo della bocca scivola verso il collo. “Credo che qualcun altro sia anche interessato a te.”
Mi trovo di fianco il tizio della postazione che incolla le sue labbra alle mie.
Aldo continua a parlare: „Forse pensi che non faccia per te, ma lasciati andare, quello che succede qui, rimane qui.”
L’altro è molto più deciso, mi ha infilato una mano sotto la gonna e borbotta solo un “fradicia”.
Non ho mai avuto due uomini assieme, non ho mai preso in considerazione di scopare Aldo e non ho mai nemmeno pensato che una donna fosse eccitante.
Mi sento smarrita con la fica in fiamme.
I due borbottano e di colpo sono girata con la pancia verso il bancone, l’altro mi alza la gonna e scosta le mutandine e Aldo infila il suo cazzo molto lentamente.
“Va meglio ora?” mi chiede.
Appena inizia a muoversi mi scappa un sì.
Dovrei essere imbarazzata, mi sta scopando sul bancone aiutato da un estraneo che continua a palparmi e a dirmi che bella che sono, e tutto questo sotto agli occhi di tutti.
Si avvicina Nadia, e piegata sulla postazione mi bacia.
“Mi piacciono le principianti disinvolte.”
Aldo si sfila, lasciando la mia fica orfana, ma non ho il coraggio di lamentarmi. Leva il suo grembiule e anche il mio, mi prende per mano e mi porta in un’altra stanza con le luci soffuse.
Sento solo la voce di Nadia:” Ecco i primi che rompono il ghiaccio!”
Divani e divanetti, cuscini e materassi: mi fa accomodare.
Ho le gambe spalancate, le sue dita che fanno un dentro e fuori frenetico e un pubblico che mi guarda. Godo come non mai.
“Tuo marito è un coglione.” Lo dice prima che una donna inizi a spogliarmi baciando tutto il mio corpo.
“È la tua prima volta?” mi chiede questa lei.
Annuisco. “La renderemo memorabile.” Risponde prima di incollarsi al mio clitoride.
Non credo ai miei occhi. Sono talmente concentrata che quasi non mi accorgo delle molteplici mani che percorrono il resto del mio corpo, dei cazzi che si strofinano sul seno e sul collo, degli altri che si baciano e leccano e scopano.
È una delicatissima orgia, la mia prima orgia, così imprevista e per questo ancora più eccitante.
Vedo Nadia poco più in là, e decido di iniziare da lì. A carponi sopra di lei assaggio ogni parte del suo corpo, e mi piace; mi piace riempirmi le mani con il suo seno e portarmi i capezzoli alla bocca, un po’ di lingua, un po’ di denti e quanto mi piace scendere con la lingua dall’ombelico verso il suo pube. Apre le sue grandi labbra “Assaggia.”
Titubante passo la lingua sulle grandi labbra. Mi aspettavo sapore di ostrica e invece è dolce salata come un frutto esotico che non è ancora mai esistito. Si inserisce una cappella fra la mia bocca e il suo clitoride.
“Prendi l’iniziativa è scopati chi ti piace. Io adesso ho bisogno di cazzo” Mi dice lei sfilandosi dolcemente.
Attorno a me è un groviglio di corpi. Aldo è supino, una donna a cavalcioni del suo viso, il cazzo solitario che svetta invitante. Me lo prendo, ci scivolo sopra fino a sentire i suoi fianchi sulle mie cosce. Mi muovo avanti e indietro e questo calibro che mi sbatte come voglio io. Accarezzo la donna da dietro. La mia mano trova una fica come la mia. Le mie dita giocano con la lingua di Aldo sul clitoride di lei, ma quando la sento contorcersi contro di me mi scappa un “Godi troia” mentre accelero su quella nerchia che mi sta facendo impazzire.
“Ci diamo alle parolacce!” dice qualcuno che mi infila un cazzo in bocca.
Un dito, forse due, si fa strada nel mio culo e scopro di volere un cazzo che me lo sfondi.
Aldo da sotto mi blocca con presa sicura tenendomi ben infilzata. Due mani mi allargano le chiappe “Adesso ti apro.” Gorgoglio un sì con questo uccello che arriva alle tonsille.
Mi immagino questi due pali duri ed esigenti separati solo dalla parete della mia carne e li sento come si muovono, mi dilatano, riempiono e scopano.
Guardo le pupille di Aldo dilatate dall’eccitazione e finalmente mi si spegne il cervello, mi dissolvo nel contatto, il mio corpo è solo pelle, carne e saliva, mi dimentico di chi sono, quello che conta è sentire il piacere che attraversa questo gruppo, baciare tutti e nessuno, e godere come non facevo da anni.
Ritorno in me con una lingua che mi sta leccando la sborra dal ventre. Siamo rimaste solo noi donne.
Poco dopo arrivano “i signori” muniti di vassoi con la nostra carbonara, vino e acqua. Mangiamo nudi, uno addosso all’altro, schizzandoci di sugo e guanciale e leccandoci via tutto.
Aldo mi propone una doccia prima di riportarmi a casa.
Cazzo, è vero, devo tornare a casa e mi viene un dubbio: non è che mio marito aveva calcolato tutto?
Non che mi dispiaccia, ma un po’ di fastidio mi dà.
Decido di tornare odorosa di sesso e appiccicosa.
Aldo mi lascia sotto casa con un bacio salivoso pieno di promesse, l’ho davvero sottovalutato.
Salgo, l’appartamento è buio e silenzioso.
Pino dorme accartocciato nella sua metà di letto.
Meglio dirle subito certe cose, in fondo mi ci ha mandato lui al corso di cucina.
Gli appoggio la fica indolenzita sul naso. Si sveglia di soprassalto per non soffocare.
“Franca?”
“Domani sera viene a cena Aldo, così ti facciamo vedere cosa abbiamo imparato.”
Le da un bacino “Allora riposati, cara, che altrimenti domani non ce la fai.”
Mi sembra di sentire un sorriso nella sua voce e prima di addormentarmi mi chiedo se quella zoccola della sua segretaria una leccatina me la darebbe.
Infondo me lo deve, si scopa regolarmente mio marito.
Domani la chiamo e soddisfatta chiudo gli occhi.
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