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Ilaria


di Eulalia
30.08.2024    |    11.958    |    19 9.8
"Ma ora è diverso, sento il bisogno di aderire completamente a lei, ma soprattutto voglio essere sola con lei, sentirmi libera..."
E così capita anche stasera. Pizzata in compagnia, qualche birretta di troppo, terrazza vista mare e si attacca a parlare di sesso fra grandi risate.
“Dai che siete tutte un po’ lesbiche!” esplode Marco con una risata
“Nella vostra fantasia, scemo, che poi non siete nemmeno in grado di riempire tutti i buchi quando ne avete davanti due!” controbatte Irma senza peli sulla lingua.
“E poi” butto lì io a gran voce “chi ha mai visto una donna in compagnia rimorchiarne un’altra.”
Giulia invece, sempre molto empatica considera il fatto che un sacco di uomini fanno passare la compagna per bisex pur di rimorchiare una terza per il loro letto.
La sommergiamo di “Che ne sai tu!” e “Raccontaci cosa ti è successo.”
Siamo davvero rumorosi, ma pare che gli altri tavoli si divertano con le nostre cazzate.
Il cameriere ci porta un altro giro di birre e shottini.
Non posso bere ancora se prima non vado a fare la pipì.
Appena seduta, sento qualcuno che entra e si lava le mani.
Vabbè, velocizzo, non mi piace far aspettare le persone fuori dalla porta.
“Prego” dico alla donna mora che aspetta fuori.
Inizio a lavarmi le mani e lei non si è mossa di un millimetro.
Faccio fatica a non guardarla, indossa proprio quel tipo di vestitino che adoro, corto, morbido e un po’ trasparente. Quasi, quasi le chiedo dove lo ha preso.
Rialzo gli occhi ed è alle mie spalle, è più alta di me e con una mano mi sistema la spallina dell’abito che mi era scivolata giù.
“Io sono una di quelle che rimorchia, e secondo me tu sei una di quelle che ci sta.”
Rimango a bocca aperta, nemmeno mai un uomo era stato così diretto.
Scappo via senza asciugarmi le mani e arrivata al tavolo mi pare di essere in salvo.
Non dico niente, perché non posso mica raccontare di essere stata molestata da una donna in bagno.
Poco dopo arriva lei e ignorandomi del tutto, si accomoda al tavolo di fianco al nostro con un’altra compagnia.
La vedo di schiena, una bellissima schiena.
I discorsi al mio tavolo non aiutano, si continua a disquisire di chi scopa con chi, qualcuno a mezza voce racconta le ultime avventure, e poi, anche se facciamo finta di niente, in questa compagnia praticamente tutti si sono fatti tutti.
SI avvicina Marco “Ti vedo particolarmente distratta. Stai ripensando alla nostra parentesi in spiaggia?” Ecco adesso siamo già al punto che bisogna accaparrarsi la femmina per smaltire la birra con un po’ di moto. “Hai già dato Marco, lascia perdere.” Non era proprio il mio tipo e quell’unica volta era stata molto deludente. Apparteneva alla categoria di uomini convinti che basta avere un cazzo per rendere felice una donna, e che pareva non si fossero mai chiesti cosa farsene di quel cazzo.
Dall’altra parte adesso mi affianca Giovanni con le stesse intenzioni “Dai Marco, ti do una mano con Ilaria che da solo non ce la fai.”
Che palle quando fanno così. Zero seduzione, zero erotismo, ma la cosa peggiore è che mi fanno pensare al sesso, comunque, e mi sale la voglia.
“Scusa, mi puoi dare una mano?” è la mora
“Ci pensiamo noi!” scattano i due cretini ai miei lati.
“Non credo siate esperti in tamponi e mestruazioni o sbaglio?”
Mi prende per mano e mi trascina via.
Dietro alla pizzeria c’è la pineta con qualche panchina. Ci fermiamo lì.
“Ti devo chiedere scusa. Non volevo metterti a disagio, ma sei talmente bella quando ridi con i tuoi amici, che mi è venuta una terribile voglia di te.” Lo dice a occhi bassi, disegnando arabeschi sulle mie ginocchia.
“Ma così? Di punto in bianco?”
Il sì lo dice fissandomi negli occhi. “Sai, io non sono mica lesbica, ma alle volte trovo delle donne che mi fanno impazzire e allora ci provo. Scusa.”
Parla a voce bassa mentre gli arabeschi sono già a metà coscia e io mi chiedo seriamente cosa sto facendo.
Fino a un minuto fa un’altra donna era il contorno per una scopata a tre e adesso i miei capezzoli mi dicono un’altra cosa.
“Ok, non ti preoccupare.” Rispondo molto più presa a capire cosa stia succedendo a me.
“Dai, facciamo pace allora.” E spalanca le braccia.
L’abbraccio a mia volta e sussurro un “pace”.
Si sta bene abbracciate, mi piace il suo respiro sulla spalla, il suo profumo è squisito, dolce e agrumato, sa di estate.
Allentiamo un po’ la presa, si ferma a due millimetri dal mio viso, dice “Scusa”
E mi bacia come mai nessuno aveva fatto nella mia vita.
Le sue labbra morbide e cedevoli sulle mie, una leggera succhiatina al mio labbro inferiore prima che la sua lingua si faccia strada. Ci teniamo per le mani lasciandole sulle ginocchia fra di noi. CI dimentichiamo di tutto il nostro corpo, esistiamo solo sulle punte delle lingue che si incontrano. Sapore di birra, di vacanza, una nota di menta che vado a ricercare affondando di più la mia lingua nella sua bocca.
Spero che sappia respirare col naso, non voglio che questo bacio finisca mai e se dovesse finire ne voglio altri mille così.
Appena stacca le sue labbra dalle mie il tempo riprende a correre all’impazzata, come se questa notte dovesse finire da un momento all’altro. Sono io che la cerco, che passo la mia lingua sul suo labbro superiore, che picchietto su quello inferiore nella speranza mi accolga ancora. Scivolo dentro la minima fessura che mi ha concesso e mi sembra di essere dentro con tutta me stessa.
Ma ora è diverso, sento il bisogno di aderire completamente a lei, ma soprattutto voglio essere sola con lei, sentirmi libera.
E questa volta sono io che la trascino in spiaggia per mano.
“Facciamo un bagno nude.”
Nel buio buttiamo via i nostri abiti e nude corriamo fra le onde fresche.
L’acqua nemmeno ci arriva al seno che limoniamo come due invasate.
In piedi, appiccicate.
Seguo la curva dei suoi fianchi e riunisco le mani sul suo culo che pare disegnato da dio in persona. Ha quella curvatura perfetta per le mie mani, lo accarezzo ma allo stesso tempo ho davvero voglia di strizzare quella carne come per possederla. In questo momento capisco gli uomini dell’universo intero.
“Girati” mi dice. “Voglio farti godere.”
Abbracciata da dietro, mi mordicchia il collo, le spalle. Le mani calano sui miei seni, giù lungo il ventre, deviano a loro volta sui miei fianchi.
“Apri bene le gambe, tesoro”
Sento le sue dita farsi strada dentro di me, galleggio infilzata su quelle due cose che si muovono, e lei mi trattiene con una mano sul pube.
Menzogna! Una mano sul clitoride che mi accarezza e strofina, mentre le altre stantuffano.
“Godi, mia dolce troia.”
Il mio orgasmo si mischia alle onde, ma lei si stacca da me, troppo presto.
Voglio ricambiare, sentire il suo sapore.
“Attenta, ti stanno cercando.” È un sussurro mentre si allontana.
Un istante dopo gli amici entrano in acqua come un branco di cinghiali.
Marco convinto di essere particolarmente spiritoso “Scommettiamo che Ilaria è giá bagnata!”
Grasse risate, che cretini che sono!
Lei è già sparita e nemmeno so il nome.

A fine bagno trovo un bigliettino nei miei vestiti.
“Sei bella anche quando scopi con gli uomini. Chiara.” E subito sotto il suo numero di telefono.
Sono felice, lei è rimasta a guardarmi e domani so cosa faró.


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