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Lui & Lei

Quando ci vuole ci vuole


di nonnasexy67
11.01.2024    |    10.187    |    13 9.8
"Sicuramente anche il tizio nel canneto intento a spiarci avrà sentito i miei rantoli affannati di piacere, ma proseguo a muovermi, ho bisogno di averne un..."
Ho avuto una discussione a lavoro con una collega più giovane, che oltre a voler apparire sempre come saccente, non ha mai avuto il minimo rispetto delle persone che come me hanno dimostrato sempre professionalità e preparazione, ero decisamente alterata che ho deciso di uscire con un permesso un’ora prima.
Salgo in auto che sono ancora tremante e decisamente incavolata, ma prima di mettere in moto e partire ho deciso di fare delle respirazioni profonde per trovare il modo di calmarmi e non guidare in quello stato agitato. Accendo la radio e comincio ad ascoltare qualche canzone, mentre proseguo ad occhi chiusi a fare dei profondi respiri.
Credo di essere rimasta dentro l’auto per una decina di minuti, riapro gli occhi e guardo il cellulare, un messaggio vocale di Andrea, mi chiede di vedermi, gli rispondo subito che sarò al solito posto tra quindici minuti.
Parto, rimuovo dalla testa la discussione e penso a vedere Andrea, quando arrivo lo vedo dentro la sua auto che mi sta aspettando, gli faccio cenno di salire nella mia e subito prendo la stradina bianca che costeggia un canneto.
Di solito mi piace che sia Andrea ad avvicinarsi e mi prende a palpeggiare mentre mi bacia, come invece spengo il motore prendo la leva del sedile e la sposto subito indietro, mi volto verso Andrea poggiando le mani sulla sua patta cerco di slacciare il bottone e la lampo per infilare la mano dentro lo slip.
Non è ancora duro, ma mi chino verso il suo ventre e lo prendo a sbaciucchiare e spennellare sulle labbra e sul viso, con delicatezza scappuccio quell’arnese mentre lo sento crescere tra la mano, mentre Andrea sta facendo scivolare lo schienale all’indietro stendendosi e mettendo in mostra il suo arnese ormai bello e impetuoso.
Apro la bocca per potermelo gustare, ho gli occhi chiusi e i peli del suo pube li sento solleticarmi le labbra, le chiudo intorno al suo arnese la sua punta mi sfiora l’ugola, succhiandolo avidamente, quasi soffoco ma proseguo con foga a succhiare e torcere la lingua intorno a quell’arnese, quasi torcendomi apro gli occhi e guardo Andrea che è steso e si gusta quello che gli sto procurando.
Comincio a sentire che il suo ventre e bacino si muovono, si sollevano e poi di colpo anche le gambe hanno dei tremolii, penso che forse è prossimo all’orgasmo ed è meglio che smetta, ma improvvisa sento la gola invasa che non mi fa respirare, troppo tardi, apro di colpo la bocca ma ho la gola invasa del suo seme che ormai ha raggiunto il punto di non ritorno.
Mimo per due o tre volte d’ingoiare e aprire la bocca ma il sapore acre e saliticcio mi conferma che Andrea ha appena goduto e anche il suo arnese ha delle parti lucide e viscose, prendo un fazzolettino e gli ripulisco per bene tutta l’asta, lui è rimasto soddisfatto del mio approccio, ma io gli dico subito che ho bisogno di godere anche io, la mano è stretta intorno al suo arnese e lo massaggio per non farlo ammorbidire.
Andrea mi fa i complimenti per come glielo ho succhiato, sono stata bravissima, mi fa piacere, mentre continuo a stringere in mano il suo arnese capisce il mio stato d’animo e mi chiede di condividere la cosa.
Dopo qualche chiacchiera mi piace stringere il suo arnese tra la mano che continuo a muovere mantenendo una certa consistenza, mentre sento un certo desiderio crescere nel ventre, ho tanta voglia di godere, velocemente mi slaccio lo scarponcino e poi il jeans, che faccio cadere sul tappetino.
Mi sfilo il collant in una gamba e mi tolgo lo slip lasciandolo dentro la calza, ho troppa voglia e in attimo mi volto verso Andrea, facendo passare la gamba sinistra libera dalla calza sopra e mi vado ad accomodare su di lui, riprendo il suo arnese in mano e me lo indirizzo verso il mio ventre, con un colpo di bacino lo sento scivolarmi tutto dentro.
Poggio le mani sullo schienale del sedile dove è steso Andrea, comincio a roteare il bacino per sentire il suo arnese sfregare nelle pareti del mio utero, ho bisogno di scaricarmi, Andrea mi scopre i seni prendendo i capezzoli tra gli indici e pollici, me li strizza di continuo, sto per raggiungere l’orgasmo quando un rumore provenire dal canneto cattura il mio sguardo, c’è qualcuno che sta spiando.
Avverto Andrea, ma non ho voglia di fermarmi, proseguo sto arrivando alla soglia del piacere e non ci rinuncio, anche se continuo a voltarmi verso il canneto, non mi trattengo ed esplodo in un liberatorio orgasmo che mi fa uscire dalla bocca delle parole altrettanto liberatorie.
Sicuramente anche il tizio nel canneto intento a spiarci avrà sentito i miei rantoli affannati di piacere, ma proseguo a muovermi, ho bisogno di averne un altro, i vetri si stanno appannando e sinceramente mi importa poco della presenza del guardone, incito Andrea a proseguire a palparmi i seni mentre proseguo senza sosta a muovermi su di lui.
Ogni tanto sento il rumore fuori dall’auto e mi volto ma sono ancora presa dall’arnese che mi sto gustando, Andrea mi afferra prima i fianchi e poi le sue mani vanno a poggiarsi sulle mie natiche cercando di afferrarle per darmi lui il ritmo, i proseguo a cavalcarlo.
Sono nuovamente vicina alla soglia di del culmine del piacere quando sento Andrea che esplode e mi inonda l’utero, provocandomi delle contrazioni che aumentano la mia eccitazione, ho le unghie delle mani di Andrea piantate nelle morbide chiappe ed eccomi anche io gli pianto le mie mani sulle clavicole quasi a volerle stringere ed ecco il liberatorio orgasmo scorrermi dal ventre ai seni e su tutta la schiena.
Nuovamente ho dei rantoli di piacere che accompagnano il culmine dell’orgasmo, quando tutto il piacere mi ha attraversata il corpo mi sento liberata anche della discussione che avevo avuta.
Rimango ferma su Andrea che con fare soddisfatto mette le mani dietro la testa e mi guarda, poi mi sussurra di aver scorto un’ombra visto che i vetri sono appannati ma crede che quel guardone si era spostato dal canneto e si era posizionato vicino il parafango destro della mia auto, mi volto e vedo anche io l’ombra.
Giro la chiave e accendo subito la ventola per spannare il vetro senza però scendere da sopra ad Andrea, che invece sollevando la schiena viene verso di me e spinge il pulsante per abbassare il finestrino, eccolo che cerca di allontanarsi velocemente di sfuggita e di spalle si allontana il guardone.
Quasi era più intimorito Andrea che io del guardone, io avevo bisogno di sfogarmi e non mi ero creata nessun imbarazzo, quando mi scostai nuovamente per sedermi sul mio sedile mi sento come pollicino prendo il fazzolettino per ripulirmi di quei liquidi vischiosi che fuoriuscivano dal mio ventre.
Non avevamo usato il profilattico ma era tutto così improvvisato e l’alternativa era semplicemente non vedersi, ma neppure se fossi andata a casa avrei avuto modo di sfogare quelle voglie dato che mio marito era andato con un amico a prendere un’auto a Verona e sarebbe tornato a sera tardi.
Ci rivestimmo e riaccompagnai Andrea a riprendere la sua auto per scappare a riprendere a lavorare, mentre io in direzione di casa, mentre ripensavo al guardone chiedendomi chi potesse essere, e se si fosse masturbato e se ci conosceva, non lo so, ma non me la sentivo di smettere e di godermi ugualmente quei piaceri che avevo avuto.
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