tradimenti
Famiglia in vacanza nella villa in costa azzurra 2
di forrestsherman
13.05.2021 |
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"Tornò ad appoggiarsi al cruscotto, mani e anche, sinuosa..."
La mattina seguente Leon si alzò presto. Era sveglio già da qualche ora. Andò in bagno, si lavò e uscì in veranda mentre Michelle ancora dormiva. Si era messo dei calzoni corti rossi e una maglietta bianca.Attese che Aziza apparecchiasse per la colazione per tutti, poi sedette a bere il caffé e leggere distrattamente una rivista.
Suzette fu la prima a raggiungerlo, già in costume da bagno, con un pareho attorno ai fianchi. Leon la salutò e baciò, e lanciò un’occhiata ai seni grossi e cadenti sorretti dal reggiseno del costume marrone.
Subito dopo venne Michelle che indossava una lunga maglietta bianca, che faceva quasi da abito, e sotto aveva il costume. Anche lei lo salutò, allegramente, ma senza baciarlo. Sedette a mangiare.
Leon pensava solo a Elène . Era terrorizzato all’idea di rivederla. Ma al tempo stesso anelava a quel momento.
Che cosa avrebbe voluto fare? Essere da solo. Loro due soli. Sarebbe sceso sottocoperta, l’avrebbe raggiunta nella sua stanza e l’avrebbe chiavata. Di nuovo. L’avrebbe baciata, sulla bocca, sul ventre, sui seni... l’avrebbe baciata tutta. Continuava a tornargli in mente ciò che era stato la sera prima, ma più ancora ciò che non era accaduto: si rese conto che non le aveva toccato, anzi nemmeno visto il sedere.
Che non le aveva preso i seni in mano.
Che non le aveva stretto le braccia, baciato le spalle, succhiato la lingua. Sembrava che non le avesse fatto niente, eppure l’aveva penetrata. L’aveva penetrata ed era venuto subito, in pochi secondi.
Come un ragazzino. Quando ci pensava, si vergognava come un ladro. Lei lo avrebbe deriso? Questi pensieri continuavano a rivoltarsi nella sua testa, si alternavano, sparivano e si ripresentavano. E con essi si ripresentavano, ritmicamente, la paura e la voglia di vederla. Quel supplizio, che era iniziato già a letto la mattina presto, durò a lungo, perché Elène fu l’ultima a comparire in veranda . Avevano tutti già finito di fare colazione, e stavano chiacchierando, leggendo e programmando la giornata, quando la loro ospite fece finalmente la propria comparsa. Elène aveva l’aria assonnata, i capelli ancora un po’ arruffati. Però sorrideva, ironizzando sulla propria condizione. Si era già messa in bikini, e non indossava altro. Gli slip, valutò Leon , erano quelli blu della sera prima. Il reggiseno era invece diverso, più tradizionale, due fazzoletti triangolari dello stesso blu, legati dietro al collo e dietro alla schiena.
Lui le lanciò diverse occhiate. Le guardò la pancia, il ventre piatto e magro ed elastico. Le guardò le gambe sottili, le guardò il sedere. Tutto quello che poteva, discretamente, guardare. Per lui non c’era altri che lei in quel momento. Elène salutò tutti, genericamente. Non sembrava comportarsi diversamente dal solito. Quando per la prima volta si rivolse a lui direttamente lo fece con naturalezza, con quel po’ di rispettoso distacco che aveva sempre mantenuto, mitigato dalla sua solita, indecifrabile ironia. Come se niente fosse stato.
Programmarono la giornata. Decisero di comune accordo di spostarsi nel golfo vicino, magari cercare un’altra spiaggia .
Quella sera, come da programma, avrebbero cenato a casa, a meno che fosse giunto il famoso invito dei vicini Hispano.
Subito dopo colazione si misero in attività. Aziza sparecchiò, mentre Suzette andò ad incremarsi e prepararsi, Leon salì sulla Ford Galaxy e la preparò alla gita .
Elène , in realtà, era indietro di un turno: era ancora seduta a tavola e finì la colazione con tutta calma, mentre poi anche la bionda Blanche con un grembiulino corto come brava cameriera sparecchiava attorno a lei e le lanciava occhiate morbose.
Le due ragazze scambiarono qualche battuta. Elène , quando fu soddisfatta, contribuì portando lei stessa la propria tazzina del caffé fino al lavello, ed essendosi trovata vicino a Blanche le sussurrò “ tu hai scopato il padrone? “ Blance le sorrise, disse “ io no lo fa Aziza, io vorrei salvare Osar dalle seghe…” Poi uscì, notò che Leon aveva già messo in moto la Galaxy e la famiglia era già dentro, senza Oscar ovviamente . Lei si aggrappò alla maniglia e salì.
Leon era alla guida Elène gli salì accanto, - Salpiamo? - chiese dopo un attimo. - Sì - rispose semplicemente l’uomo. - Adesso si corre? - Non subito... prima dobbiamo superare la città . Elène si portò le mani dietro la schiena e in un attimo sciolse e si tolse il reggiseno del costume. Poi si portò le mani dietro la testa, alzando i gomiti in aria, distendendo il petto e i piccoli, puntuti seni nudi .
Leon la guardò. Dapprima non disse niente. Era combattuto, avrebbe voluto dirle di ricoprirsi, che non era il caso. “Ma perché?”, si chiese poi. - Le altre… sono…dietro… - Michelle sta leggendo. Suzette guarda fuori . Elène abbassò le braccia, appoggiò le mani sul cruscotto, all’altezza dei fianchi. Rimase a guardare la strada .
Leon tenne il volante con una mano e allungò la sinistra ad afferrarle un seno. Prese il piccolo, delicato seno destro nel proprio palmo. Lo tastò delicatamente, sentendolo serico e morbido. - Ma… Leon … - fece Elène , sottovoce, con aria ironicamente scandalizzata. Le sue labbra e i suoi occhi sorridevano soddisfatti. - Ieri non te le avevo neanche toccate… - sussurrò lui, passando a palparle l’altro seno. Anche lui parlava sottovoce. Elène sollevò di nuovo le braccia, piegandole dietro alla testa. Spinse avanti il seno e si fece palpare ripetutamente entrambe le tette. Non smise di sorridere. Quando sentì di aver recuperato su quel fronte, Leon proseguì subito oltre. Abbassò la mano e le cercò la figa, insinuandosi sotto gli slip del costume. Elène si piegò e rise piano. - Ma!… - Dai… fatti toccare… - L’uomo aveva mollato i freni, non si tratteneva. Stentava lui stesso a riconoscersi, né gli importava provarci. - Ti ho pensato tutta la notte… Sei stupenda… Elène non disse nulla, sorrise e basta. Si calò gli slip ancheggiando leggermente, li fermò all’inizio delle cosce, quanto bastava per scoprirsi l’inguine. Tornò ad appoggiarsi al cruscotto, con una gamba leggermente piegata, consentendo all’autista di esplorarle con le dita l’intimità. Lui la trovò umida. - Amoree!… - li interruppe un richiamo, da dietro . Era Michelle - Cosa c’è - rispose ad alta voce l’uomo, irritato, ritirando subito la mano. Aveva di nuovo entrambe le mani sul timone, era rigido. - Aspetta… Sentirono Michelle che parlava ad alta voce dietro . Elène riprese gli slip e li risollevò, rimettendoli quasi al loro posto. In realtà li lasciò più bassi, soprattutto dietro: se davanti coprivano tutto a sufficienza, dietro un terzo dei glutei, in alto, rimanevano scoperti. Tornò ad appoggiarsi al cruscotto, mani e anche, sinuosa. Entrambi sentirono Michelle che diceva “ Suzette vuole andare su quelle spiaggetta dei nudisti, dove c’è poca gente… “ Elène intanto si voltò, con un leggero sorriso in volto.
A metà mattina raggiunsero una caletta riparata, con una bellissima spiaggia bianca. C’erano pochissime persone, benché il luogo fosse magnifico, era una spiaggia cha aveva una zona riservata ai nudisti.
Leon posteggiò e si sedettero in spiaggia a leggere e prendere il sole.
Elène per quasi tutto il tempo era in topless - Suzette si era stesa a sotto un ombrellone. Leon stette per un po’ con lei, poi fece una nuotata in mare . Pranzarono presto, con un pranzo leggero e fresco preparato al sacco dalle cameriere . Erano tutti in costume, compresa Elène , che per venire a mangiare si era naturalmente rimessa il reggipetto. Dopo pranzo, le ragazze si presentarono da Leon chiedendo e proponendogli di fare una capatina nella zona nudisti. Lui si disse disponibile ad accompagnarle, mentre Suzette declinò l’invito, dicendo no io sono troppo grassa per farmi vedere nuda!
Arrivarono alla staccionata che delimitava la zona nuduisti e si spogliarono dei costumi. C’era pochissima gente anche su quella parte di spiaggia e all’ingresso erano distanti varie decine di metri dalle persone più vicine. Le ragazze camminarono coi seni fuori quando l’acqua arrivava loro poco sotto l’ombelico
Leon camminava sul bordo con suo pisello in bella mostra .
Avevano portato l’attrezzatura minima necessaria per la spiaggia. Piantarono un piccolo ombrellone, stesero i teli spugna e vi si distesero sopra.
Leon si mise all’ombra, proprio sotto l’ombrellone. Di fronte a sé aveva il mare turchese e si vedeva da lontano la loro villa Michelle si mise alla sua sinistra, con la testa all’ombra ma il resto del corpo al sole. Elène scelse invece di stendersi alla destra dell’uomo, anche lei sul proprio telo spugna, in pieno sole. Leon si trovò così in mezzo a due giovani ragazze nude, una figlia e una amica che la sera prima aveva penetrato . Rifletté un attimo sulla situazione e gli venne da sorridere. Ma per poco: subito tornò a pensare all’oggetto che gli riempiva i pensieri in quelle ore: Elène . Il suo corpo. E anche sua figlia…Elène era stesa a pancia in su, e i piccoli seni nudi ergevano al sole e naturalmente alla vista di Leon , che li osservava il più possibile, al margine del proprio campo visivo.
L’ombra si spostava abbastanza rapidamente, e presto Michelle fu in ombra fino a metà del busto. Era troppo, così decise di spostare la propria salvietta e stendersi alla destra di Elène , in pieno sole anche lei. Il sole cominciava anche a lambire Leon , ma lui non pensò nemmeno di spostarsi da quella posizione favorevole. Adesso Michelle era lontana da lui, e poteva permettersi di lanciare occhiate al corpo di Elène tenendo contemporaneamente sott’occhio la figlia . Elène se ne accorse, e ci giocò. A un tratto si portò una mano sul seno sinistro, tolse dell’invisibile sabbia, poi prese a giochicchiare con le dita sul capezzolo. Se lo titillò e pizzicò lentamente. Leon osservò tutto. Poco dopo la stessa mano scivolò sul basso ventre, le dita si insinuarono tra le cosce, e aprirono e scoprirono in parte la vulva carnosa, inzigando anche quella.
Leon osservata in silenzio tutti quei movimenti, disteso e appoggiato sui gomiti. Faticava a contenere la propria erezione
D’un tratto Elène si alzò a sedere. Dicendo - Ho voglia di andare a esplorare un po’ tra le dune. Chi è che viene? - Ma dove? - chiese Michelle - Qui, dietro la spiaggia. Non vedi che sono tutte dune?
La spiaggia era in effetti delimitata verso l’entroterra da una serie di basse dune sabbiose, punteggiate da vegetazione cespugliosa e secca. - No grazie - rispose la ragazza, - fa troppo caldo. Piuttosto un bagno. - Dopo il bagno. Prima un po’ di esplorazione. Leon ? - chiese, mentre già si stava alzando in piedi. La ragazzina rimase in piedi nuda, mani sui fianchi, a guardare Leon aspettando la sua risposta. L’uomo esitò un attimo, chiedendosi se non sarebbe stato troppo esplicito. - Ma... sì... magari... due passi ho voglia di farli... - Dai, andiamo - gli fece cenno la ragazza - poi facciamo il bagno. Michelle non parve far caso al fatto che il suo uomo si alzava e seguiva l’amica verso le dune sabbiose. Continuò a prendere il sole, stesa a occhi chiusi, rilassata. Elène condusse la marcia, camminando svelta sulla sabbia calda. Leon la seguiva a un paio di metri. Quando raggiunsero la cima della prima duna, però, la distanza si accorciò. Elène si fermò a scrutare l’orizzonte. Leon la affiancò, ma subito le appoggiò la mano su un braccio, indicandole di proseguire. - Vieni, scendiamo qui... - mormorò. - Si vede bene la villa da qui - osservò Elène , senza muoversi. - Vieni, da più avanti non si vede... La ragazza si lasciò convincere, seguì l’uomo che la guidò oltre l’avvallamento e oltre la duna successiva. Qui girò dietro ad un grande cespuglio verde scuro, coriaceo. Elène lo seguì, lui si fermò, si voltò verso di lei e si protese per cercare di baciarla. La ragazza evitò il bacio, girandosi di spalle. Leon non desistette e le baciò con trasporto il collo, la spalla. Alzò le mani a cercarle e palparle il seno, da dietro, sotto il costume. Dopo un attimo le prese in mano la vulva nuda. L’uomo era rapito dai sensi, aveva il fiato già corto. Elène sorrideva leggermente, lasciandolo fare. Fu lei stessa ad assecondarlo quando cercò di inserirle le dita nella vagina le guidò e si chinò in avanti, divaricando le gambe lunghe e sottili e slanciate. Porse il sedere a Leon , spinse indietro il bacino, e lui ci mise un attimo a penetrarla e col membro già rigidissimo, glielo ficcò dentro da dietro, e Elène sentì quella verga dura farsi largo improvvisamente in lei e godette. Fece dei gemiti, e si aggrappò con le mani agli arbusti che li nascondevano. - Se arriva Michelle ci vedrà - mormorò, fra i gemiti, per mettere in allarme il suo stallone. - No... no... perché deve arrivare?... non preoccuparti... L’uomo ansimava, aggrappato con le mani ai suoi fianchi stretti ma morbidi, con gli addominali contratti mentre pompava il pene dentro di lei. - E se passa qualcuno?... - incalzò la ragazza. - No... non... chissenefrega...sono nudisti… non mi importa... La pompava con durezza, e Elène sentiva tutto, e godeva di ogni centimetro di cazzo. Le sue piccole tette sbattevano, nude, - Papà!... - venne all’improvviso il richiamo. Leon si bloccò. - E’ Michelle - commentò Elène , come a dimostrare quanto aveva predetto. - E’ ancora lontana - ragionò a voce alta Leon . L’uomo si sfilò prontamente da dentro a Elène . E si dovette impegnare, con due mani, per ricoprirsi il pene rigidissimo, cercando di celare l’erezione. Elène intanto si era raddrizzata con tutta calma. Il cespuglio era più alto di lei. Restò in piedi a guardare Leon , con una mano su un fianco, in attesa. Aspetta, disse “ Papà !” - risuonò ancora il richiamo di Michelle ora più vicino. L’uomo fece rapidamente il giro del cespuglio ed emerse a destra. Fece qualche passo prima di voltarsi e vedere Michelle che li aveva ormai quasi raggiunti. - Michelle... eccoti. Sentivo che mi chiamavi.. ma... - Ciao. Ha chiamato la mamma. - Ah, sì... cosa dice? - Dice se torniamo a dov’ è lei a prendere la merenda, che ce l’ha preparata. Ma ha detto subito perché se no si riscalda. - Ah... certo... ho capito... - Elène dov’è? - Non lo so, era qui in giro...
Elène non si fece attendere. Spuntò da dietro il cespuglio, fermandosi però dove le fronde le arrivavano allo stomaco. - Ciao - disse a Michelle sorridendo languidamente. L’amica la guardò un po’ sorpresa. Alla fine sorrise a sua volta. - Vieni a fare merenda? Si , ma prima facciamo un gioco?- Che gioco? - chiese Michelle - “a prendersi disse Elène , come se fosse ovvio. - Cioè? - chiese Michelle già ridendo. Elène scattò in avanti. La ragazza mora corse verso Michelle che tentò di proteggersi con un gridolino, girandosi. L’amica la toccò e disse “ ora ce l’hai tu, prendimi !” allontanandosi subito dopo.
Michelle partì al contrattacco. Si mise ad inseguire Elène , che la schivò senza troppo impegno, cosicché dopo poco l’amica la raggiunse e la toccò sulla spalla mentre stava cadendo sulla sabbia in ginocchio. Elène rise e si fermò, non potendo più correre. Leon , che era rimasto fermo dov’era, vide la giovane mora da tergo, ferma con il sedere nudo. Sua figlia invece rideva, allontanandosi con piccoli passi di corsa. Elène si risollevò da terra e fece una smorfia all’amica che disse : - Ma non hai preso leon - la provocò. Quindi Elène scattò a correre, ma mentre all’inizio sembrava puntare su Michelle cambiò obiettivo in corsa e si diresse verso Leon . L’uomo capì soltanto all’ultimo di essere stato coinvolto nel gioco. Prima che riuscisse a muoversi, Elène gli si chinò alle spalle, gli prese da dietro il membro a due mani e con un movimento deciso glielo strinse con forza , lui cadde sulle ginocchia. Il pacco dell’uomo emerse nudo, così il suo sedere bianchiccio, così il suo pene rigido. Non era forse in piena erezione, ma era comunque ancora eretto: lungo, orizzontale, chiaramente piegato all’insù. Si girò e il pene oscillò in aria, nudo. Elène attese un attimo, e appena l’uomo fece per chinarsi, gli abbracciò le gambe, e gli spinse il sedere con una spallata, facendolo cadere in avanti. Leon cadde semidisteso sulla sabbia. Michelle a pochi passi di distanza, aveva assistito stupita a tutta la scena. Non poté non ridere, sorpresa da quella situazione così inattesa. - Papà !... - gli disse, con tono di scherzoso rimprovero per la sua goffaggine. Leon si voltò su un fianco. Guardò Michelle e rise, disorientato. Tentò di mproteggersi i genitali, ma Elène , disse - Dai..papà..con quel coso…. – e Leon ridendo un po’ forzatamente, imbarazzato, e allungando una mano, - mi sono divertito..ora..ora..- Vieni Elène - chiamò Michelle correndo, e l’amica stette al gioco, avvicinandosi all’uomo steso sul fianco. Leon si alzò in ginocchio, coprendosi in qualche modo con una mano le pudenda. Allungò la mano libera tentando in qualche modo di bloccare Elène , che gli corse accanto ma che subito fece per afferrarlo . Leon si rialzò in piedi, sempre tenendosi una mano sull’inguine. Teneva il pene sollevato, coprendolo con mano e braccio. Era meglio di niente. Appena Michelle vide che era in piedi si immobilizò, e la mora, sorridente, si girò di spalle, sempre tenendo d’occhio Leon , e ansimava ferma davanti a loro che per qualche istante le videro il bel sedere nudo, magro e liscio.
Leon decise improvvisamente di reagire. Scattò in avanti verso Elène . Per farlo mosse entrambe le braccia, e Michelle notò, per la prima volta davvero chiaramente, il pene lungo e nudo che ballonzolava, eretto, davanti all’inguine. La mora provò a scappare, ma fu troppo lenta: in pochi passi l’uomo la raggiunse, l’afferrò per i fianchi e caddero sulla sabbia, lei davanti e lui aggrappato dietro. - Aaah no! Leon!! – si lamentò Elène che provò a divincolarsi, ma Leon la prese con decisione i magri fianchi, ma lei a quel punto cercò di scivolare via. Così facendo scivolò cadde, il sedere in aria, e subito voltarsi supina, scalciando con le gambe per liberarsi, la fichetta al vento. - Michelle!! - chiamò ancora Elène , ma Michelle pur avvicinandosi ancora, non sapeva decidersi ad intervenire. La scena era divertente ma disorientante. Elène puntò le gambe, tentò di tirare, Leon la trattenne con la forza delle braccia più muscolose. Nella lotta, l’uomo si era voltato supino, e ora tutte potevano vedere molto chiaramente, in mezzo alle sue cosce, i suoi organi con il lui che si ergeva, rigido, svettando e oscillava vistosamente nei movimenti convulsi di quella lotta. Elène glielo prese con una sola mano, e posò l’altra sul petto dell’uomo, proprio sopra il capezzolo. Puntellandosi, sollevò una gamba e spinse il ginocchio di traverso sul suo bacino: con la gamba gli piegò e gli schiacciò di lato il pene rigido. Questa mossa, Michelle non capì quanto volontaria, fece allentare la presa a Leon , che urlò - No! – e afferrò Elène per le spalle e la ribaltò indietro, stendendola a terra supina. Nel farlo ruotò insieme a lei, finendo praticamente disteso sopra di lei. I loro corpi nudi erano a contatto. Leon si sollevò sulle braccia. Alzò il capo a guardare Michelle. La figlia distolse e non incrociò il suo sguardo, perché i suoi occhi si erano soffermati sul pene sempre eretto del papà, premuto contro il corpo nudo di Elène, che tentò di divincolarsi, ma era fermata dal peso del corpo nudo di Leon .
Lei disse “aiutami Michelle, mi schiaccia !” e lei si avvicinò per aiutarla teoricamente e inserì la mano tra la ragazza mora e si abbassò a cercare fra i loro corpi schiacciati, fra le gambe dell’uomo. Trovò e gli afferrò il pene nudo di suo papà.
Leon piegò le braccia, tornando a premere il corpo contro quello della ragazzina, e in questo modo nascondendo meglio ciò che stava accadendo. Elène gli aveva impugnato il pene, insieme a Michelle e aveva iniziato a vare avanti indietro ripetutamente. Leon piegò una gamba, mosse il bacino. Tentò di sottrarsi a quella stimolazione, ma era in un vicolo cieco: se si spostava, Michelle avrebbe vinto, se restava dov’era, doveva subire quella masturbazione doppia - Pa’... - disse Michelle, che non stava più sorridendo, ma sembrava piuttosto confusa. Leon si rese conto che non poteva rimanere in quella situazione. L’uomo ruotò su un fianco, allontanando il corpo da quello di Elène . Per un attimo Elène rimase con il suo pene in mano, alla luce del sole, ma lo lasciò prontamente. Leon ruotò sulla schiena, quindi si alzò velocemente in piedi. e quando tornò a girarsi verso Michelle non fece sforzi inutili per coprirsi. Il suo pene era visibilmente eretto, sollevato come se fosse stato sorretto da fili invisibili, piegato all’insù come una banana. Sotto di esso dondolavano languidamente i testicoli, coperte da una peluria sostanziosa.
Leon mosse due passi verso la figlia, e tese una mano, senza dire niente. Elène si era alzata a sedere. Michelle stava per dargli un mano la alzò la mano per porgergliela. - No! - intervenne Elène seccamente. La sua voce aveva il tono del comando. Michelle si bloccò. Anche Leon si voltò, guardando Elène , sorpreso. La ragazza mora si mosse, si alzò sulle ginocchia e camminò su di esse, goffamente, avvicinandosi a Leon . Si fermò di fronte a lui, appoggiando il sedere nudo sui talloni. Sporse avanti le spalle, alzò una mano a prendergli delicatamente il corpo del pene, sporse il volto e se lo prese in bocca. Di fronte a una Michelle stupita, e mentre Leon era a sua volta a bocca aperta, Elène iniziò a fargli un profondo bocchino. La ragazzina prese il pene in bocca a fondo, e lo succhiò intensamente. Dopo sole tre o quattro succhiate, Leon era piegato in avanti e iniziava a gemere e ansimare. Prese la testa di Elène con una mano, infilandole le dita fra i capelli corvini, delicatamente, soltanto per accompagnare quel gesto. Assecondò il movimento della testa di Elène mentre lei gli succhiava lentamente il membro rigidissimo, succhiandolo fino in cima e poi riprendendolo in bocca fino quasi alla base. Elène aveva gli occhi chiusi, i tratti del volto distesi. Sembrava rilassata e impegnata. Michelle non smise di fissarla, a bocca aperta, senza credere ai propri occhi. Dopo un poco vide l’amica lasciare dalla propria bocca il pene del suo papò lucido di saliva con un filo di saliva congiungeva le labbra della sua amica al pene del papà e poi abbassare il capo, piegarlo e mettersi a succhiare la base del pene e i testicoli. Con la mano sinistra gli afferrò con cura il pene e si mise a masturbarglielo lentamente.Michelle si fermò a fissare il glande fradicio e rosso e gonfio, che si scopriva e si ricopriva, si scopriva e si ricopriva sotto i suoi occhi. Leon si era appoggiato con le mani in cima alle cosce, il busto piegato in avanti, e ansimava e mugolava di piacere. Era paonazzo, e non sembrava in grado di trattenersi: era quasi in trance. A un tratto l’uomo si raddrizzò, e girò il capo fino a incrociare lo sguardo di Michelle Lui e la figlia si fissarono per alcuni secondi, lui sconvolto, lei basita. Elène aveva accelerato il ritmo della masturbazione, portò una mano a palpargli le palle e tornò a prendere in bocca il pene, senza smettere di frizionarlo sempre più rapidamente con la mano. Leon mugolò, un lungo mugolìo ininterrotto, tremando a scatti con tutto il corpo. Michelle guardò alternativamente Elène , impegnata a succhiare, e il volto del padre, sconvolto dal piacere, finché il ritmo divenne frenetico e lui, con un lungo lamento, tremò e venne. Elène rimase appesa al pene con fermezza, tenendoselo in bocca. Strizzò gli occhi mentre fiotti di sperma, intuì Michelle le esplodevano in bocca e in gola. Il papà di Michelle sussultò diverse volte, violentemente, a denti stretti, mentre l’orgasmo si svolgeva e si esauriva lentamente. Elène bevve tutto, sotto gli occhi di Michellee quando ebbe finito, la ragazzina mora si sfilò il pene di bocca, succhiandolo fino alla fine per ripulirlo. Lo tenne ancora stretto con la mano, alzò lo sguardo a guardare il volto sconvolto dell’uomo, e infine lo lasciò. Michelle osservò il pene arrossato e che andava gonfiandosi. Lo vide ciondolare sopra ai testicoli, attrezzo ormai inutile, svuotato. Leon ansimava. Fece un passo rigido all’indietro, sembrava quasi sul punto di cadere. Allungò una mano e attese: Michelle gli porse lentamente la mano e lo fece alzare, e con un senso di verogna si voltò e le ragazze gli osservarono il culo nudo e pallido, mentre si allontanava camminando rigido verso il cespuglio più vicino. Elène , rimasta in ginocchio nella sabbia, si passò il dorso della mano sulle labbra, ripulendosele. Poi alzò il volto e guardò Michelle Le due ragazze si fissarono, occhi negli occhi, per alcuni lunghi secondi. - ...Che cosa gli hai fatto? - chiese alla fine Michelle Non c’era rabbia nella sua voce, ma solo stupore. - Quello che voleva - rispose Elène , scrollando le spalle. - Ti dà fastidio? - I... io... Elène si rialzò in piedi appoggiandosi ad un ginocchio. - Ti sei offesa? - C’era una vaga nota ironica nel suo tono. Quasi di presa in giro. - N-no... - Tieni - le disse, e così dicendo la prese per le braccia, si sporse verso di lei e la baciò sulle labbra. Elène infilò la propria lingua nella bocca semiaperta di Michelle e la limonò, trasferendo così parte dello sperma del padre che ancora aveva nella bocca dell’amica .Michelle rispose inizialmente al bacio, quasi d’istinto, o semplicemente lasciò che l’amica usasse la sua bocca, e le toccò la lingua con la lingua. Appena si rese conto della sostanza che aveva in bocca si ritrasse di scatto e sputò per terra.- No... - disse, ma la voce era impastata perché la sua bocca era già in parte occupata dallo sperma. Elène rimase a guardarla con un sorriso che poteva essere di scherno o di complicità. Michelle chiuse la bocca e la riaprì, mosse la lingua, sentì quel liquido denso e acido in bocca. - Mandalo giù - le suggerì l’amica. Michelle esitò un attimo, poi deglutì. Una volta non bastò, e dovette deglutire di nuovo. Elène si sporse e la baciò brevemente sulle labbra. - Brava - le disse. Poi si voltò e andarono al limite della spiaggia nudisti a recuperare i propri slip per rivestirsi. Quel pomeriggio si attardarono nella spiaggia più del previsto e alla fine tornarono da Suzette che li aspettava con i panini per la merenda. Tutto era durato meno di mezzora. Leon arrivò e Suzette gli disse “ sei andato in giro vedere fighe nude eh ? non cambi mai! Le ragazze risero…lui disse trasecolato..eh..fighe nude..si molte ..molte..
Tornati alla villa, Michelle era diventata più silenziosa. Quello era stato il cambiamento piu significativo. Suzette non aveva ancora detto nulla in proposito, ma presto se ne sarebbe accorta. Leon era preoccupato soprattutto da quello, che la cosa potesse sfuggirgli di mano. Per ora la riteneva ancora confinata, anche se certo, non era stato lui a scegliere di mettere in atto quello spettacolo... Avrebbe dovuto provare vergogna, se ne rendeva conto. Eppure, ogni volta che ci ripensava, ripensava soprattutto a Elène , in ginocchio. Alla sua bocca stretta attorno al proprio cazzo durissimo. Al modo in cui aveva inghiottito e bevuto tutto il suo sperma. L'occasione si ripresentò dopo cena, tardi, sul modello della sera precedente. Suzette era già a letto, le ragazze, anche.
Leon diede la buonanotte alla moglie e le comunicò che usciva a fumare. lei bofonchiò qualcosa a proposito della salute, ma sembrava interessata solo a dormire. In veranda non c'era nessuno. Leon esitò un po' lì, finché un rumore debole, ai suoi piedi, lo fece voltare: il reggiseno di un costume blu era appena caduto per terra. Sollevò lo sguardo vide Elène affacciata al balcone sopra la veranda , che lo fissava. Leon salì, e la trovò già stesa su un prendisole, appoggiata ai gomiti. che prendeva la luce lunare. Indossava solo gli slip del costume. Non furono un problema, quando lui la fece girare e glieli abbassò, prendendola da dietro. Le fu subito dentro. Era durissimo e lei era pronta come sempre. Per alcuni minuti la montò come una pecora. lei incassò, soffocando ansiti di piacere. A un tratto, la giovane puledrina si era allungata a prendere qualcosa, e si sfilò da lui. L’uomo rimase con il cazzo dondolante, estremamente rigido, quasi ridicolo. Umido. Lei si girò e gli presentò ciò che aveva in mano, con un sorriso silenzioso: erano due mollette, che si era evidentemente preparata in precedenza. L'uomo le prese e ci pensò un attimo. Ovviamente aveva due possibilità, e stava a lui scegliere. Rifletté anche un istante sulla preparazione, e perversione, di quella giovane ragazza. Fino a che punto arrivava? Prese la decisione. Si sporse avanti e pinzò una molletta su ciascun capezzolo carnoso di Elène . Lei accettò di buon grado, senza commenti, facendo una smorfia di soddisfazione ad ogni pinzata e mordendosi le labbra. Poco dopo riprese a chiavarsela, questa volta tenendosela in braccio. Lei, leggera, si lasciava usare come una bambola, e intanto si portava sistematicamente una mano al seno, a piegare e toccare delicatamente le mollette, torcendosi i capezzoli. Pur nell'oblio dei sensi, Leon si rese conto che era un gesto volontario, anche se non ne capiva fino in fondo il perché. Lo scoprì poco dopo. Elène fremette più del solito, e subito con una mano si tolse una molletta dal seno. - Guarda... - gli mormorò. Era la prima parola che diceva. Leon guardò, e vide un rivolo di latte sgorgare dal capezzolo tormentato di Elène . Non gli era mai capitato, e la guardò sorpreso. - Sono fertile - disse lei, continuando a muoversi. - Mi hai messa in calore... Leon sentì un calore animale salirgli dai lombi, n'eccitazione animalesca. Riprese a chiavarla. Elène volle girarsi, riceverlo di nuovo da dietro, a pecorina, questa volta con le cosce larghe e le gambe semidistese. Lui la reggeva per la pancia e la pompava, potente, ritmico, come una macchina. Lei si teneva su un braccio mentre con l'altra mano si palpava i seni, piccoli ma gonfi e turgidi: lasciò cadere anche l'altra molletta, e Leon vide il latte che continuava a sgorgare, da entrambi i capezzoli. Col procedere della penetrazione, piccoli fiotti schizzarono dalle mammelline, accompagnati dai gemiti di Elène : la ragazza era in estasi e voleva che Leon vedesse il latte che riusciva a spruzzare, perché si teneva i seni e si contorceva per mostrargli il capezzolo quando il latte schizzava. L'eccitazione di Leon era oltre ogni limite. Si rendeva conto che probabilmente stava lamentandosi troppo forte, ma non aveva modo di trattenersi. Venne una prima volta, ma l'inerzia di desiderio era troppo forte. Proseguì, e poco più tardi venne una seconda volta. Questa volta si esaurì, si svuotò, riversando ogni residua goccia del proprio seme dentro a quel corpo magro e fremente, che si contorceva e contraeva raggiungendo l'orgasmo insieme a lui.
Quando Leon scese in veranda, si trovò davanti Michelle, sua figlia in pigiama. Lui si era rivestito, era in calzoncini corti e a torso nudo. Credeva di essere presentabile, ma nonostante questo si immobilizzò, colto alla sprovvista. - Elène è di sopra? - Fu lei a rompere il silenzio. Non sembrava serena, ma nemmeno alterata. Era stranamente apatica. - C... credo di sì - rispose, stupidamente, lui. La ragazza lo aggirò, dirigendosi alla scaletta. Lui, spaventato, la seguì. Quando l'uomo emerse di sopra, si fermò un passo dietro alla sua donna, entrambi immobili a fissare quella scena. Elène era riversa sul prendisole, supina, le braccia larghe e le gambe piegate. Li guardava con un sorriso malizioso. Era nuda, interamente: i resti del suo costume erano sparsi attorno, gli slip ancora impigliati a una caviglia. E soprattutto, ciò che balzava più agli occhi, il suo petto era completamente sporco di latte, che le arrivava anche sulle spalle e sul ventre, e si concentrava soprattutto sulle mammelle nude. Michelle la fissò a lungo in silenzio. Leon non poteva vedere la sua faccia stupita, ma lesse lo stupore nella sua voce dopo alcuni secondi. - È... cos'è?... - chiese la ragazza, senza capire. Elène si passò un dito sul petto, nel liquido biancastro. - Il mio latte - disse sorridendo soddisfatta, quasi orgogliosa. – il tuo padre me l'ha fatto schizzare fuori tutto. A Leon girò la testa. La figlia si voltò verso di lui, e gli tremarono le gambe. La domanda che gli fece a quel punto era quella che una figlia poteva fare al proprio padre. - ...Anche a me può succedere? - gli chiese. Per un istante l'uomo annaspò a bocca aperta. Poi deglutì. - Se... se ti ecciti molto... moltissimo - spiegò infine. Michelle guardò ancora Elène , languida, poi di nuovo lui. - Non mi è mai successo - rifletté. Leon scese istintivamente con lo sguardo sul seno della figlia. Vide che era chiaramente senza reggiseno sotto la canottierina del pigiama. Prima non se n'era accorto. - Te lo posso... fare io... se vuoi. Non seppe mai come gli erano uscite quelle parole. Michelle lo fissò per alcuni istanti in completo silenzio. La sua espressione s'irrigidì. Alla fine con entrambe le mani si prese le spalline della canotta, e le calò con violenza. Si era denudata improvvisamente entrambi i seni, lì, di fronte a loro. Leon li guardò e pensò che erano belli, grandi, pieni, giovani e floridi. Più belli di quelli di Elène , anche se forse, nonostante tutto, meno sexy. - Sì, succhiarmi le tette ? - gli urlò la ragazza, ad alta voce, rabbiosamente. - Ti piacerebbe, eh!? Lui si rese conto che piangeva, e che era sconvolta, di rabbia e di chissà che altro. Non seppe cosa dirle. Rimase immobile, mentre sua figlia gli girava intorno, imboccava la scaletta e se ne andava, sparendo in casa . Leon si riscosse dopo un attimo, si voltò e la inseguì. Fu rapidissimo e riuscì a fermarla in veranda, prima che rientrasse in camera sua , l’abbracciò da tergo, cingendole la vita con un braccio. Michelle piangeva e tentò di divincolarsi, ma lui la trattenne. La ragazza si fermò allora appoggiandosi al parapetto, singhiozzando, e si aggrappò al braccio del padre. - Michelle... piccola... - mormorò lui, accarezzandole la testa, cercando di calmarla. Lei continuò a piangere, più piano, e rimase aggrappata al suo braccio forte. Aveva la canottiera ancora abbassata, quindi era a torso nudo: l’uomo sentiva il contatto della sua pelle liscia. Michelle piegò il capo di lato, e appoggiò la guancia contro la spalla di lui. Docilmente. Leon allora la cinse anche con l’altro braccio, stringendola a sé, il proprio petto nudo contro la schiena liscia della ragazza. Dopo un attimo portò una mano ad accarezzarle dolcemente il collo, e il petto. Dopo un altro attimo, la mano scese sui seni nudi e iniziò a palparglieli. Apertamente, sempre più desideroso. Li scoprì, li esplorò, ne conobbe a fondo forma e consistenza. Erano pieni e sodi, gonfi, giovani. Tutt’altra cosa rispetto a quelli di Elène : questi gli riempivano la mano, e sembravano disegnati nel marmo.Sentì i capezzoli, e li saggiò con le dita, stuzzicandoli. Li sentì rigidi, ruvidi, e percepì i tremiti nel corpo della fidanzata ogni volta che li toccava. Il busto di Michelle era più lungo di quello di Elène . La vita era sottile, il ventre liscio e muscoloso. Leon lo accarezzò, lo esplorò con le mani, dolcemente, languidamente. Si chiese dove si era formata tutti quei muscoli piccoli ma sodi.Michelle non diceva nulla. Rimaneva con la guancia appoggiata a lui. Di tanto in tanto tirava su col naso, ma non piangeva più. Si lasciava toccare. Dopo che l’ebbe toccata a lungo, la ragazza gli chiese: - Vuoi scopare anche me? Più che un’offerta sembrava una domanda, una richiesta d’informazioni. Leon ci pensò su per un po’. - Tu vuoi? - le chiese infine. Michelle rispose quasi subito. - Sì…infine…papà….siiii…e scoppiò a piangere…
1. QUADRO
Villa in costa azzurra
Leon il secondo marito di Suzette, padre di Oscar
Suzette la moglie ancora bella di Leon, madre di Oscar e Michelle
Mario il massaggiatore romeno
Reneè l’uomo della piscina, nero della Guadalupa
George il giardiniere, turco
Oscar il figlio 18 enne di Leon e Suzette
Michelle la figlia 23 enne di Suzette con il primo marito John
Aziza la cameriera marocchina
Blanche la cameriera normanna
Brigitte un’amica di Leon, ora compagna di John
Elène amica e Michelle
Georghe ospite greco dei vicini Hispano
Giuliette bella croata, compagna di Georghe
Marc e July Hispano, vicini di villa.
A poco a poco Michelle, piangendo, che aveva sempre voluto questo e quell’ansia e quella paura partiva da un episodio …di dieci anni prima…
Gli raccontò che proprio una delle prime notti che Leon e Suzette si erano messi insieme, nella loro casa, lei aveva sentito la porta di sua mamma aprirsi e si era messa a spiare, e aveva visto me che uscivo ed entravo nell’altra camera. Aveva teso l'orecchio e sentito dei rumorini strani e dei cigolii ritmici accompagnati da leggeri mugolii. Incuriosita si era messa ad ascoltare.
“ sai, sentivo le vostre voci, risatine soffocate e di nuovo sospiri. Mi avvicinai alla porta e occhieggiai attraverso la fessura. Nella stanza c'era un leggero chiarore dovuto ad una luce esterna che filtrava attraverso la finestra. Tu e mamma eravate sul letto, nudi, e tu stavi penetrando la donna che gemeva sotto di te…“ Mia mamma come sempre, era eccitatissima e I suoi sospiri si facevano sempre più intensi fino a diventare dei gridolini di piacere ad ogni colpo… Leon la guardava imbarazzato di questa storia…disse “ perchè me la racconti ora?”
Lei continuò…”ero rimasta a osservare, completamente presa dallo spettacolo : prima pensai che le facessi male, ma poi capii che riusciva a godere così, con un uomo sopra, con le gambe larghe, per me era una rivelazione a quell’età….Non sapevo bene come si faceva, avevo solo letto libretti che parlavano d’amore, di baci e mettevano i puntini al momento dell’amplesso…mentre la vista dei vostri due corpi accaldati e frementi mi eccitò come non mi era mai capitato, sentii il bisogno di sfogarmi, per la prima volta sentivo aprirsi sotto di me la mia natura.
Sentii nascere un senso profondo di gelosia e di invidia per la mamma, io che pensavo che sarei diventata più bella, più magra, più sexy, di far felice meglio un uomo…
In quel momento culminò eccitazione, desiderio, la voglia di essere amata, mi lasciai cadere le mutandine e con le mie mani mi accarezzavo e sentivo crescere sensazioni sia dal seno che dalle labbra…E tu impersonavi il principe azzurro che risveglia Biancaneve e quello che trova la scarpetta...e che poi Cenerentola si scopa.. …ahahah” rideva e piangeva insieme!
” io non mi ero mai toccata da sola, ma, in quel momento, continuando a guardarvi, iniziai ad accarezzarmi stando in piedi ….Il piacere lentamente mi invase rendendomi sempre più eccitata e continuai a toccarmi con crescente tensione man mano sentivo un tremore interno …..e poi l'orgasmo crescere.
E nella mia mente tu hai iniziato a rappresentare l’uomo perfetto, che salva, ama e soddisfa la donna!
Ero arrivata ad un tale punto di agitazione che ebbi così il mio primo orgasmo ! Fu un piacere fortissimo che ad un certo punto, sentii di non reggere, di non farcela più, di venir meno, mi sfuggì un leggero grido di godimento”…
“Scusa se ti lo confesso, ma giurai che dovevo averti per me…quando sarei diventata grande, tu dovevi avermi per primo! Per quello preferisco sempre godere con le femmine, e la mia Elène me ne da tanto di piacere… ma quando sto con te capisco che sei un uomo, vero, e mi piaci, spesso mi tocco pensandoti, a volte origlio quando tu e mamma scopate, e anche quando scopi Aziza!... e mi sditalino fino a venire insieme a voi…e ora..a vederti far godere Elène ..non resisto…so che sei mio patrigno…l’uomo di mia mamma, ma ora..ora..voglio che mi prendi…scopami ti supplico…e calò i calzoncini con semplicità, e subito dopo gli slip. si sedette sul tavolino della colazione aprendo le gambe e lui, non li guardò quasi, anche se una parte di lui notò e registrò che erano belli, di pizzo e quando vide nella penombra la vagina della sua figliastra, che aveva tanto desiderato da anni, e pensando alla quale si era tanto masturbato, la osservò a lungo, mentre la faceva stendere sula tavolo . Leon era fuori di se.,.già colava qualche goccia di seme tanto era eccitato.. si estrasse il pene, e lo puntò contro la vulva della figliastra, dimentico di tutto, di sua moglie..di Elène che guardava…. Vide aprirsi la vulva carnosa , bagnata e rosea, e vi penetrò facilmente.
Mentre la pompava tornò a chinarsi su di lei e ad aggrapparsi ai seni gonfi e turgidi, che lo eccitavano particolarmente.
La sentì mugolare e uggiolare, mentre il ritmo si faceva più veloce e le pompate più forti. La sentì irrigidirsi sotto i colpi della verga, e la sentì godere.
Seguendo l’intuizione, le afferrò i capelli e li tirò leggermente, tenendoli tesi, tenendole la testa sollevata indietro, contribuendo al suo piacere. La stava cavalcando secondo i migliori dettami, come una sua troia, come Aziza, ma era la figlia di sua moglie…e vide che Elène le accarezzava la fronte e la baciava con la lingua, poi inserì la sua mano magra alla base del suo pene che stava martellando Michelle e con pollice le solleticò il clitoride… Michelle urlò un attimo prima che lui godesse, con la mano di Eleè che aiutava pompando le sue contrazioni. E anche lei raggiunse l’orgasmo, stimolata dal gonfiore del cazzo e dai suoi sussulti e dall’altra mano che era dentro la sua figa colante.
Leon non riversò in Michelle molto sperma, gliene era rimasto poco, ma fu sufficiente perché lei sentisse il seme caldo del suo patrigno invaderle il ventre.
Leon rimase sconvolto dal modo in cui la figliastra uggiolava quando raggiunse l’orgasmo. Gli sembravano i versi di un cagnolino. Ui ui ui uiiii, Elène le mise una mano sulla bocca...temeva che Suzette sentisse… ma anche lei sospirava forte
Dopo l’orgasmo, l’ennesimo per lui, Leon si appoggiò a un divanetto. Non aveva neanche la forza di rivestirsi, non subito.
Michelle di fronte a lui, sul tavolo, girandosi di fronte e accovacciandosi a terra. Si guardò il seno nudo, e poi guardò lui, e Elène che guardavano i due piccoli rivoli di sudore e latte che le erano colati da ciascun capezzolo. - Mi è uscito il latte... - commentò lei, sorpresa. Leon annuì. - Non mi era mai...Lasciò la frase a metà, visibilmente stupita. Lui la guardò. - L’hai già fatto... molte volte? - Solo con due ragazzi maschi - rispose lei, dopo averci pensato un momento- ma non mi è piaciuto, non sono neanche sono venuta…loro erano rozzi…piselli piccoli, loro subito venuti…solo con le donne mi è capitato un orgasmo simile erano Elène e Chantal, le mie compagne di college..Il patrigno annuì. - Ti è piaciuto? - chiese poi, riferendosi chiaramente a quanto avevano appena fatto. - Sì - mormorò lei. Fu la prima a rialzarsi e rivestirsi, lentamente. Prima di andarsene esitò un attimo, cercando le parole. - Buonanotte - disse infine, semplicemente. - Buonanotte. Dissero leon e Elène. Le ragazze lo lasciarono in veranda nudo, che ancora si riprendeva.
Dopo un quarto d’ora Elène tornò, si fermò un momento accanto a lui .Si era rimessa gli slip, ma era ancora con i piccoli seni nudi.
- Bello spettacolino - commentò, sorridendo come solo lei sapeva fare . Lui non disse niente. - Peccato che non resisti di più. Io ancora voglia. - Fece una pausa, poi: - Andrò a farmi la mia amica …mi piace da morire, la normanna!
Lui la seguì con lo sguardo mentre spariva dentro la casa. L’uomo chinò il capo. Rimase a lungo fermo lì, raccogliendo le forze necessarie ad alzarsi, rivestirsi, tornare nella propria camera con la moglie.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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