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Lui & Lei

Viaggio di lavoro a Castiglione della Pescaia


di forrestsherman
13.05.2021    |    2.281    |    0 9.5
"Il suo collega, Marco, che formalmente era un suo superiore gerarchico..."
Un Reggiseno Troppo Largo


Una situazione eccitante, inconsueta in un giorno di lavoro, ma lei, Annabella, era imbarazzata, dietro il paravento, mezza nuda, si guardava allo specchio… era in slip e reggiseno, ma questo era tanto largo che le cadeva sulla pancia e i suoi bei seni a pera erano in bella mostra.
Pensava “ sono davvero indecente”. Però si sentiva eccitata. Non era il suo fidanzato Ivan, che la guardava, ma un collega, con cui stava nascendo un sottile filo , ma nascosto dalla formalità dei rapporti aziendali. Ma tant'era che si stava bagnano, e pensò che l’umido che si sentiva scendere dalla vagina avrebbe potuto sporcare gli slip del costume che stava provando, senza le mutandine che si era tolte. " Dovrò comprarlo per forza!", pensò, anche se il reggiseno non le andava bene.
Il suo collega, Marco, che formalmente era un suo superiore gerarchico. Ma in quella società tutto era sfumato, non c’erano rapporti diretti, ma loro erano in viaggio di lavoro,formalmente ..lui molto interessato, ma fingendo formale distacco, la guardava provare il costume.
Lei non se l’era portato e doveva comprarne uno, se volevano approfittare di quelle due ore di sole dopo il loro arrivo a Punta Ala , per fare un bagno dalla bella spiaggia della vicina Castiglione.
Certo, lei aveva un bel seno, ma in quella fine stagione nel negozio non avevano altro, un bikini che andava bene nella parte sotto, il suo bel sedere abbastanza importate, liscio sull’inguine prominente che disegnava un grazioso “Camel Toe”, e tra poco si sarebbe vista comparire una macchia di umido per l’eccitazione che provava nel provare il costume sotto gli occhi di quello semisconosciuto… ma il reggiseno era un po’ abbondante… non c’era altro.
Lui la guardava e provava un desiderio che doveva reprimere. Annabella era una sua dipendente e il viaggio era di lavoro..
Lei lo guardava, si sentiva imbarazzata mentre la commessa diceva, " sele vabene la mutandina, per il reggiseno le basta tirare un po’ le spalline, poi se mi ha detto che è solo per fare un bagno oggi..… poi se lo aggiusterà per la prossima estate ! "
Ma non era quello, il suo compagno era un dirigente, avevano lavorato in ufficio, sempre politically corretti, dandosi del lei, erano da poco passati al tu, anzi lui l’aveva fatta assumere dopo la presentazione di un collega con cui lei aveva fatto la sua tesi di laurea.
Annabella aveva 28 anni, bella, statuaria, belle labbra , mostrava un seno abbronzato, lucido, abbondante e sodo, Aveva un fidanzato romano che faceva l’artista, stavamo insieme da qualche anno, lei era una ragazza seria, non aveva fatto l’amore con altri uomini da quando stava con lui, e a volte lo faceva anche con tanta fantasia, da almeno 3 anni.
La loro società offriva servizi di progettazione di impianti industriali, e Annabella era inserita nell’ufficio controllo qualità, che controllava i progetti e provvedeva le procedure per la certificazione dei prodotti dell’azienda.
Era ottobre e Annabella era andata col treno da Roma a Torino per una riunione con l’ente certificatore, e lì c’era un dirigente cinquantenne, Marco, bell’uomo 50enne , ingegnere, sposato con due figli, era molto gentile, e quell'anno dirigeva un progetto per un capannone di un cantiere per produrre barche da diporto in toscana, Punta Ala.

LEI : “ Lo incontrai negli uffici di Torino dove ero andata per seguire un corso di aggiornamento, e lui era il docente. Dopo il corsi scambiammo un po’ di parole, sulle nostre città, banalità consuete, il traffico a Roma, il freddo a Torino. Quando seppe che sarei tornata in treno, gli venne l’idea di propormi di scendere in macchina con lui, fino a Punta Ala, dove avrei visto un caso pratico di certificazione di prodotto. Infatti lui doveva passare a sorvegliare l’avanzamento dei lavori relativi al suo progetto. Avrei potuto svolgere un audit sul progetto in corso e la cosa sarebbe servita per il processo di certificazione dell’anno successivo.
Avremmo soggiornato una o due notti a Castiglione della Pescaia, dove gli alberghi costano meno di Punta Ala.. Di lì poi avrei potuto proseguire in treno per casa. La osa , nella società era un po’ anomala, ma non c'era nulla di fuori norma, e la simpatia del collega e il diversivo che il viaggio avrebbe significato mi indusse ad accettare. Ci davamo del lei, ovviamente. Lui aveva una coupè non molto vistosa ma comodissima. Da Torino imboccammo la Piacenza, poi svoltammo sulla Voltri, e verso ora pranzo ci fermammo a Recco, dove mangiammo la famosa Focaccia al formaggio, squisitissima.
Io avevo un vestitino leggero, non faceva freddo, nell’intimo abitacolo vedevo che lui ogni tanto mi sbirciava le gambe, senza calze, ma era sempre correttissimo, non tentava mai una carezza, d’altronde io non gli davo pretesti ed essendo ambedue dipendenti della società una atto di harrassement avrebbe comportato il licenziamento per giusta causa. “

All'inizio parlavano prettamente di lavoro, ma a Marco, quando capitava di ritrovarsi affianco a lei, non riusciva a trattenersi dalla voglia di osservale quella sagomatura del seno, a cavallo tra la seconda e la terza.
Solo che nelle chiacchiere e nei racconti personali si era creata un atmosfera piacevole di complicità e un filo di sensualità dovuta ai nostri stessi odori che si mescolavano.

LEI “ Riprendemmo la strada verso Livorno e poi sulla Tirrenica fino a Punta Ala e quindi Castiglione, dove ci fermammo prendendo due camere all’Hotel Roma. Erano le 5 del pomeriggio e faceva ancora caldo, e Marco disse che avevamo l’opportunità di fare il bagno dalle belle spiagge che costeggiano la pare a nord del paese, verso il promontorio di punta Ala. Io dissi che non avevo il costume, non era previsto questo diversivo, e decidemmo di andare subito a comprare qualche costume d’occasione rimasto nei negozi dopo l’estate.
Andammo in un negozio vicino nella strada dello struscio di Castiglione, avevano poca roba, essendo da un mese finita la stagione estiva. Me ne diedero due modelli, uno aveva gli slip troppo stretti per me, e l’altro andava bene ma aveva il reggiseno troppo grosso.”
Ma la commessa disse che si poteva rimediare stringendo i lacci di dietro e disse “ signore, venga le faccio vedere, quando lo indossa lei la aiuti così, facendo un nodo alla spallina..così “
Lui sostituì le sue mani, e, nel farlo, le tirò su i seni con i lacci, le si avvicinò mentre lei era così seminuda, come in ufficio non l’aveva mai sognata..ebbe una erezione che dissimulò, mentre la commessa lo guardava ridendo. Disse la signora è proprio una bella donna, lei è fortunato!”

Annabella si girò e gli fece l’occhiolino, lui sorrise imbarazzato, non poteva essere.... certo,... se avesse provato...magari....ma non voleva,…ma non doveva, era una cosa di lavoro - si ripeteva razionalmente – mentre, emotivamente, si vedeva impegnato a leccarle la figa e succhiarle i capezzoli mentre lei si sgrillettava gemendo di piacere….
Comprato il costume, i due si diressero al litorale, parcheggiarono la Coupè ed entrarono in quel che restava della struttura di uno stabilimento balneare chiuso,col le cabine smontate e senza traccia degli ombrelloni colarti che ornavano d’estate le varie spiagge.
Si spogliarono velocemente e lei si girò scostandosi i capelli, per agevolarlo nel legare le spalline. “ Per favore, dammi una mano ! possibile che questo bikini per andarmi bene di slip debba avere due coppe così grandi ? e si che io ho la mia bella terza, ma una quinta! Legami le spalline sennò lo perdo e non vorrei che mi uscissero le tette….!” e si teneva le mani sui i seni per calzarli nell’abbondante reggiseno,
Lui si era già messo gli slip senza farsi vedere, dietro un pezzo di compensato delle cabine smontate e,mentre armeggiava con le spalline, cercando di legarle insieme a x sulla schiena morbida di lei, percepiva il suo profumo intenso di donna fertile, che l’aveva accompagnato all’interno della macchina per tutto il viaggio.
Cercava di legarle, sorridendo e lo fece, ma per lo sforzo, col costume aderì al sedere di lei per un interminabile attimo…
Annabella sentì il cazzo del collega durissimo contro le sue chiappe, chiuse gli occhi, le scappò un gemito, ma subito si riprese, pensò “ faccio finta di niente…sennò…!” poi ebbe un brivido e disse “ ho la pelle d’oca… andiamo in acqua sennò va via il sole..!” “ lui sentiva un formicolio, ma pensò che fosse giusto e disse “ certo ! facciamo presto ! è così bello ! “ . Così, affiancati, corsero vero il mare caldo, mentre il sole scendeva verso l’orizzonte azzurro.
Si tuffarono tra le onde basse nuotarono per una cinquantina di metri, provando un senso incredibile di felicità Si spruzzarono, giocarono come bambini, un momento di felicità e di spensieratezza . Non si toccarono in acqua, erano due conoscenti, rispettosi, formalmente corretti.
Uscirono con gli ultimi raggi del sole che scaldavano loro la schiena e un filo infreddoliti dal venticello della sera che, essendo ottobre, iniziava a rinfrescare .
Tornarono dove avevano lasciato i vestiti, sull’assito delle cabine smontate, si asciugavano con piccoli asciugamani che si erano portati, poi lei gli si fece vicino e girandosi gli chiese di sbrogliare le spalline annodate del reggiseno : “aiutami che il reggisneno bagnato mi fa venire un freddo! “
Si tirò i capelli parzialmente bagnati da dietro sulla fronte e gli porse le spalle per facilitargli l’operazione.
Lui lottò con gli stringhini annodati che, bagnati, erano impossibili da slegare. Nel tentativo, la tirava a se, e , inevitabilmente, di nuovo le sfiorava con il cazzo il sedere e i due circoli sanguigni che si stavano attirando erano separati da pochi millimetri di lycra, tra le loro pelli calde e salate.
Lui tirava le spalline e lei cedeva col busto fino ad appoggiarsi a lui , che la respingeva dicendo “ non riesco, sono bagnati..non li sciolgo..!”
Lei sentiva il reggiseno che le tirava e comprimeva il seno e la stoffa rinforzata bagnata le scorreva sui capezzoli facendole un massaggio stimolate, sentiva calore nella figa e tra le gambe il bagnato del mare si confondeva con il suo intimo succo colante .
Gemette flebilmente “ohh, mi fai il solletico…”, lui disse, “scusa, devo strapparle, scusa, ora tiro, le rompo, poi le ricucirai meglio,più strette “ e diede uno strappo.
Lei si sentì i seni compressi dai lacci tirati che glieli stringevano sotto e sopra, e i capezzoli le si indurirono come se le poppe fossero state munte, e le venne in mente una notte in cui, lei e il fidanzato un po’ ubriachi, avevano provato a fare un esperienza di bondage.
Quel ricordo le rese le gambe molli e il bagnato degli slip tra le cosce la riportò a quel momento di libidine assoluta, e fu questo che non le fece reagire agli atti del suo superiore che, quando le troppo grandi coppe del reggiseno di quel costume galeotto caddero, le prese con le mani a coppa i due seni freddi per l’umido che fino a poco prima la stoffa bagnata le trasmetteva .
Sentì il calore delle mani e la bocca di lui sul collo che la baciava e la succhiava, e poi una mano che dal seno le scendeva sul ventre infilandosi sotto lo slip bagnato e raggiungendole la figa che iniziò a colare fortissimamente .
Lui ebbe un attimo di lucidità, cercò di fermarsi, disse “viene freddo..scusa “ ma lei si girò lo abbracciò spingendogli il seno contro il petto,

LUI “ appena fummo a contatto pelle a pelle, ci abbracciammo, ci baciammo, per almeno 5 minuti, il mio cazzo pulsava, le mie mani iniziarono a scrutare il suo corpo, i seni e poi giù fino al calore della sua fica che già di suo era bagnata. Non appena posai le mie dita su quella fessura già tutta bagnata, lei posò la sua mano sulla mia e cominciò a spingerla dentro. Ansimava, si contorceva, strofinando i suoi seni sul mio petto, quei mugolii di piacere poi, uno spettacolo alla quale non riuscì a resistere! Mi portai un amano al naso, fui sopraffatto dal vero odore di Annabella in calore, della sua vagina... più leccavo e giocavo con il suo clitoride e più lei si contorceva, era un fiume in piena, era un continuo colare di umori”

Lei si inginocchiò sul legno , gli baciò il cazzo sopra il costume, lo mordicchiò, poi lo estrasse e lo prese in bocca , mentre con una mano si masturbava sotto gli slip del costume, lo guardò negli occhi, dicendo, “ hai voglia, dai spruzzami, mi piace, vengo con te….” E lo pompò stringendogli le palle, finchè lui venne, eiaculò copiosamente e lei sentì la sborra in bocca e continuò a succhiare deglutendo, mentre si era messa tre dita dentro che le procurarono un forte orgasmo che la fece godere, e venne, pisciando sull’assito di legno, sentendo il flusso caldo sulla mano. Rimasero lì un po’ lei con le gambe larghe e il costume che colava , reclinata con i capelli davanti alla faccia , leccandosi la sborra dalla labbra, e lui appoggiato con le mani alle sue spalle, col cazzo sgocciolante sulla testa di lei, senza fiato, poi rabbrividirono tutti e due, e dopo qualche minuto lei disse “ che umido, fa freddo, dobbiamo andare …abbiamo bisogno di un hotel per darci una rinfrescata!”

Si separarono, ognuno si rivestì alla meglio, non guardandosi, un filo imbarazzati, mentre il sole era sceso oltre l’orizzonte e lanciava raggi da oltre il mare che rendevano rosa una striscia di nuvole lontane.

Senza dire una parola risalirono in macchina, con i piedi sporchi di sabbia. All’albergo Roma di Castiglione, dove avevano prenotato due doppie a uso singolo, diedero i documenti e si separarono, dicendo che si sarebbero trovati giù per le 8 per andare a cena, senza alcun sorriso né cenno d’intesa.
Uscirono per una cena di pesce squisito e fecero un giretto al castello, non parlarono mai, non fecero alcun accenno a quanto era accaduto loro sulla spiaggia. Parlarono di lavoro che li aspettava l’indomani, di cose di casa, di famiglia, la mamma di lei fa la panettiera, la moglie di lui ama i gatti , i figli sono laureati in biologia e architettura, eccetera.

Lui “facemmo insieme una passeggiata durante la quale mi rese, con mia meraviglia, partecipe delle sue cose più intime, tra cui anche le sue prime avventure appena arrivò per la prima volta a Perugia come studentessa universitaria.” Accennò a qualche episodio piccante, di quando, da ragazzina, per arrotondare la magra paghetta che le dava la mamma, separata, esercente di una piccola panetteria, una volta che in una discoteca fece un pompino a due ragazzi contemporaneamente, e poi si esibì in pubblico come cubista che doveva fare un pompino ad un nero…Solo un accenno da parte di lei al suo fidanzato, Ivan, che fa il restauratore d’arte, ed ha molte occasioni femminili, ma le è fedele. "

Lui pensò “ certo una così bella e che succhia i cazzi così non la trova facilmente!”.

Continuavano ad ignorare il problema della reciproca attrazione, l’antipasto sulla spiaggia era stato ricco, ma lei sentiva un formicolio tra le cosce e lui il suo cazzo agitarsi nei pantaloni
Cercando di contenersi, a malincuore, si salutarono con un bacio sulla guancia, diretti alle rispettive camere uso singolo. “ Ciao ..a dormire, domani ci aspetta un lavoro difficile !”

Il giorno dopo si trovarono nella hall dell’albergo, come se nulla fosse stato e andarono al cantiere a fare il lavoro per cui erano andati in quel posto indimenticabile , e senza mai accennare a quello che avevano fatto in spiaggia, ma il fuoco ardeva, e poi, alla sera...

Lei entra nella camera , si toglie il tailleur grigio, la camicetta, si sdraia con reggiseno, mutandine e calze autoreggenti sul letto, insoddisfatta. Allarga le gambe, pensando quello che aveva fatto in spiaggia, alla sensazione del cazzo di lui così gonfio, ai suoi spruzzi, al sapore della sua sborra, alla collosità da deglutire, alla figa che le si liquefaceva sotto le dita, alla pisciata che le era scappata dentro il costume, all’orgasmo provato, e ora al senso di vuoto che sentiva nella pancia. Ripensò a quella volta del bondage, si rivide stravolta dagli orgasmi, pensava “..sono un filo perversa…ebbene non ci posso fare niente... è così..”

Il suo fidanzato artista, un pomeriggio, l’aveva legata stretta con una corda attorno ai seni, che poi si incrociava dietro la schiena, scendeva tra i glutei e risaliva dividendosi sulla figa, in modo che il clitoride restava schiacciato e prominente, indifeso. E le grandi labbra aperte fino a lasciare nude le piccole. A lei piaceva tantissimo, poi lui compì l’opera legandole le mani in alto ad un tubo del riscaldamento e lei così appesa fu poi oggetto di attenzioni particolare da parte di lui che iniziò a leccarle i punti più delicati , i capezzoli, sporgenti dalle corde e il clitoride, e infilava dita nelle piccole labbra indifese, e lei ebbe una dei più forti orgasmi che le fosse capitato fino ad allora tanto che non si tratteneva e pisciava per terra. Poi la cosa andò tanto avanti che ebbe altri cinque orgasmi squartando e gridando, mentre lui la penetrava col cazzo tra le corde dal davanti e dal dietro e lungo le gambe le colavano umori e la sborra di lui che le era venuto dentro due o tre volte Poi lui le passò un coltello sulla pancia punzecchiandola e di piatto sui capezzoli roventi, lei urlò e lui tagliò la corda che la che la teneva in piedi e le sue gambe erano molli e cadde per terra con le gambe larghe e la corda che le strizzava seni e figa, e lui in quella posizione le mise il cazzo in bocca e lei glielo succhiò finchè lo prosciugo dell’ultima goccia di liquido seminale che lui potè emettere.

LEI “ ma ora questo dirigente e amico posso farmelo, è un bell’uomo, ha un bel cazzo, se dura un po’ mi tocca l’utero, il punto g, mi fa godere, poi è una distrazione, anche Ivan, il mio fidanzato, mi scopa bene, è morboso, ma farmi questo collega mi farebbe piacere…ma come faccio ? lui ha sborrato per il pompino ma non si muove, non fa niente, ha paura dei fare passi, di parlarne, ha paura della moglie, dei colleghi, di non so cosa, è un uomo di mezza età, un po’ inibito….”

Intanto le sue mani congiunte erano arrivate agli slip rosa, una li scostò e l’altra entrò nella figa umida come se si fosse versata una cucchiaiata di olio dentro… due dita erano entrate e la mano pilota era tornata al seno e aveva estratto una poppa dal reggiseno e le pizzicava il capezzolo.
Pensava al cazzo di Marco, che avava appena spremuto, al cazzo di Ivan, li vedeva tutti e due, li avrebbe voluti dentro davanti e dietro, la mano si spostò, un dito raggiunse lo sfintere anale, entrò e con le sorella massaggiarono il sottile setto di carne tra figa e culo, sempre più velocemente, e lei pizzicava il capezzolo …la mente pensava a due cazzi che avrebbe voluto dentro e agli uomini a loro attaccati, le parole che avrebbero detto “ zoccola, troia, godi, ti spacco il culo, la tua figa cola , godi porca, sei una ninfomane, ti sborro nel culo, ti vengo dentro, porca..porca… Vengo vengo !”
Si immaginò due schizzi caldi contemporanei nel culo e nella figa e gemendo venne presa dall’orgasmo..il ventre vibrava ebbe degli scatti…le uscì un getto di urina, le capitava sempre quando godeva….strano, non a tutte capita, sarà perché lei provava orgasmi intensi…
Ritornata la calma ed il respiro normale, pensò “ il tempo fugge, non devo perdere l’occasione , devo trovare un pretesto per farmelo , è un serio, non gli basta un pompino…un pigro…”
Un'idea le balenò “ Lo shampoo! Gli chiedo di prestami lo shampoo che ho dimenticato !
Si alzò, si tolse gli slip bagnati e indossò una vestaglietta corta.
Uscì e bussò alla sua camera.


contemporaneamente

Lui entra nella sua camera, si siede sul letto vestito, pensa “ ma che cazzo faccio? Sono qui con una figa pazzesca super erotica e vado a dormire da solo,? “ “ sono stupido, ma le paure, i freni inibitori, il perbenismo, la differenza di età … cosa diranno i colleghi, e poi se mi innamoro? e non si fa con persone dell’azienda.. tutte cazzate, !” si prende il cazzo in mano, penda a quando, poche ore prima era nelle labbra voluttuosi di lei, che gemeva e si masturbava mente risucchiava la su anima, si mena il cazzo, sta per sborrare al ricordo dell’atto della spiaggia… sente bussare ….apre…

" lei sorride guarda dentro, dice " Scusa, posso? Dormi già?" Lui " No no, stavo ..ehm..preparando l’ispezione di domani…" " ah …sei ancora vestito ! meglio, scusa, ho visto che non ho portato lo shampoo, magari tu ne hai uno, sarà da maschio, ma meglio che niente, con tutti i capelli incrostati di sale e sabbia…”

Lui era senza parole vedendola entrare in accappatoio e lingerie, come si vedeva dalla scolatura che mostrava il reggiseno rosa e le calze nere, non poteva sapere che non portava gli slip e che aveva un ruscello che le scendeva tra le cosce. Lui va nel bagno prende lo shampoo, ma, mentre me glielo da, lo fa cadere.
Lei si china e lui anche , si sfiorano, restano un attimo in quella posizione chinata, i suoi seni escono dall’accappatoio, lui allunga la mano, le prende un seno che in spiaggia aveva già accarezzato.
Lui dice assurdamente “ Non dobbiamo,...ma, sei troppo bella…” a lei si apre l’accappatoio, cade la cintura, lo sguardo di lui cade sul pube nudo , vede che è senza slip, vede una peluria, dice “ ohh, ma non sei depilata ! “ scherzano..” oggi le ragazze, tutte lisce come bambine!...ma tu…no, una donna…”
Le bocche si cercano e si uniscono e le lingue iniziano a giocare.

LUI “ Fu un bacio molto focoso, la mia lingua incrociava la sua, sfiorare, massaggiare quelle labbra morbide con le mie, provocò una forte erezione che questa volta non riuscì a nascondere e sinceramente non mi preoccupava il fatto che se ne accorgesse , anzi lo speravo!
Sentii la sua mano poggiarsi e massaggiare la mia gamba, era un tocco leggero e delicato ma sufficiente a provocare in me la cosiddetta “pelle d’oca”! Il mio cazzo era talmente in tiro nei pantaloni da far male, più le massaggiava e più lui pulsava fino a che, chiedendole scusa, mi alzai ed andai in bagno a sganciarli per qualche secondo e sistemarmi. Quando andai a riaprire la porta per riuscire ci trovai lei dietro, che con fare deciso, mi spinse con forza nuovamente dentro… disse “mi ero accorta del tuo cazzo in tiro e tu credevi di venir qui per farlo calmare un po'? Ora ci penso io” disse! Chinandosi mi sbottonò nuovamente i pantaloni, lo tirò fuori e guardandomi negli occhi si mise a sorridere… iniziò a segarlo prima lentamente, poi aumentando velocemente! Ad un tratto, continuando a guardarmi negli occhi, aprì la bocca e lo iniziò a succhiare… io godevo… osservare una donna. pressoché sconosciuta, in ginocchio davanti a me intenta a succhiarmi il cazzo riportò i miei pensieri ai magnifici viaggi d’istruzione delle scuole, quando con le compagne già nei pullman o negli autogrill si faceva di tutto. “

Lei pensò, "è meglio che mi scarichi, non vorrei poi…se mi scappasse, bagnare tutto il letto !" e disse “uso un attimo la toilette” … “ok” rispose lui, pensando allo squirt a cui aveva assistito in spiaggia.
Entrando lei lasciò la porta aperta in modo che potesse vederla mentre, seduta sul water, si liberava dei liquidi in eccesso. Marco la osservava dallo specchio e lei, sicura che lo stesse facendo, osservava lui , dietro la porta con il cazzo in mano, quando gli disse “entra pure”... ,lui si avvicinò …e avvennero atti inconfessabili che solo loro due possono sapere....

....alla fine lei disse..” scusa, lasciami , finisco , mi rinfresco e mi cambio, aspettami di là. Lui col cazzo di marmo andò in camera, impaziente ma attese e dopo un quarto d’ora lei lo raggiunse con addosso un reggiseno bianco ed un perizoma di pizzo, si sedette sul letto di spalle a lui che subito l’abbracciò e prese nuovamente a baciarla sul collo, mentre lei cercava il suo cazzo nei pantaloni aperti.

LUI “ lei estrasse il cazzo con una mano, iniziò a farmi una sega sempre più forte, quel movimento le faceva vibrare il seno in modo unico… non ci vidi più, la spinsi sul letto e le strappai il perizoma, la figa adesso era completamente depilata! , l’aveva rasata poco prima e profumata di buono…impazzii, le baciai prima l’interno coscia, piccoli baci con leggeri sfiati da farle venire ancor più la pelle d’oca, pian piano mi avvicinavo sempre di più alle sue grandi labbra, che ormai grondavano di umori, le baciavo, insalivavo con una leggera leccata… che sapore… le sue mani frugavano tra i miei capelli impazzite mentre io giocavo con la sua fica… avvicinando la mia mano poi, iniziai a giocarci aprendola lentamente, osservando la sua carnagione chiara misto al rosa . Lei ansimava, su muoveva, io la penetravo con un dito mentre giocavo di lingua, poi due dita, poi tre… ci son volute 4 dita prima che mi fermasse, dicendomi..” no no ti prego…mi fai venire..aspetta..” !
Lasciai quella bella passera, e bacio dopo bacio, salì sempre più su, prima l’ombelico, poi il seno,poi i capezzoli che già erano pronti per esser leccati, ci giocai per pochi secondi se non fosse che lei allungò le mani, lo prese e se lo mise dentro! Era in calore, lo voleva dentro… non le diedi modo di difendersi che con un colpo secco la impalai… si abbracciò di colpo a me urlando “ sii sii chiavami chiavami…”
si stringeva a me mentre io la impalavo velocemente e con una certa arroganza, le piaceva, si vedeva che godeva squirtando. Poi, tra una posizione e l’altra, lo poggiai sullo sfintere che era vergine, mi disse poi, ed iniziai a spingere… lei urlò " nooo no liii…mi fa male…scusa…non l’ho mai preso li..no no ti prego ti prego nooo…" ma io la tranquillizzai, bagnai la mia cappella ed il suo buco con la saliva … piano piano riusci ad entrare tutto! A quel punto lei si voltò e guardandomi lacrimante quasi per dire “fai piano per favore”, lei si contorceva per il dolore, sempre con delicatezza cercavo di calmarla, pian piano l’accarezzai e delicatamente iniziai a scoparla, masturbandole la figa che grondava liquidi, e lei a poco a poco iniziò a gemere " si..si...bello..lo sento dentro e anche nella figa mi scoppia..lo sento nella pancia..oddioo. vengo..vengoooo..pisciooo..vengooo” e sentii con la mano un fiotto di urina mentre si muoveva a scatti per prenderlo sempre più dentro…, Io era tamente eccitato per quella sverginazione del suo culetto talmente stretto che gridai anch’io vengo..troiaaa..mi fai sborrare tutto…vengo, prendi, ti riempio la panciaa! “ e venni riempiendola tutta della mia sborra! E andavo ancora avanti e indietro, era un piacere starle dentro dietro, sentire quel calore tra le gambe, il mio cazzo imbevuto di sborra colante da suo buco del culo e lei che mi guardava con quello sguardo da porca, la mia mano tutta bagnata di lei.Gliela porsi da leccare e poi mi spremetti il cazzo e le porsi l’altra mano bianca di sborra e lei leccò e venne di nuovo.Dopo lei si alzò cercando di tenersi tutto quello che le colava tra le cosce corse in bagno a pulirsi”.


Marco tornò in camera sua senza dire nulla e andò a letto soddisfatto e vuoto.

LUI "...Durante il tragitto in macchina non potei non guardare quelle gambe accavallarsi di continuo, prima sul lato destro, poi sul sinistro e così via, indossava una gonna nera stretta e calze nere, una magliettina da mezza stagione nera e delle scarpe a tacco molto particolari...
Arrivati scesi dall'auto e velocemente girai ad aprirle lo sportello, e con morboso interesse notai il gioco di gambe che aprivano la stretta gonna blu,professionale, un vedo non vedo, ma io avevo visto.

Entrati in albergo, accompagnati da un sorrisino della padrona, andammo veloci nella sua camera e lei entrò, inizialmente con fare professionale ma appena la porta si chiuse dietro di noi, e fummo finalmente soli, di scatto si lanciò verso di me!

Ci abbracciammo, ci baciammo. Continuammo a restare così per almeno 5 minuti, il mio cazzo pulsava e credo che anche la sua fica fosse un bel pò bagnata, disse, "vado a fare una doccia... vieni con me?" con quel suo sorriso malizioso. Sapevo già dove volesse arrivare e di certo era quello che, ormai da troppo tempo, desideravo anch'io, "ok..." risposi io, e con lei li davanti a me ad osservarmi iniziai a spogliarmi.
"Non togliere i boxer" mi suggerì, "voglio sfilarli io quando sarà il momento", da lì ebbi la conferma di quanto la troia voleva che gli sbattessi in faccia il mio cazzo!

Dopo avermi fermato iniziò spogliarsi lei, ancheggiando, con fare tremendamente sexy... slacciò prima la gonna pian piano di lato (mise subito in risalto quel perizoma nero su quella carnagione bianca e le due autoreggenti nere che coprivano quelle gambe stupende), poi fu la volta della maglietta, e poi la volta della biancheria.... le mie mani iniziarono di nuovo a percorrere il suo corpo, fino al calore della sua fica bagnata, lei, come aveva fatto in spiaggia, posò la sua mano sulla mia e cominciò a spingerla dentro.

Di nuovo ansimava, si contorceva, strofinando i suoi seni sul mio petto, quei mugoli di piacere poi, uno spettacolo alla quale non riuscì a resistere! Mi dovetti fermare, per accompagnarla sul letto, falla stendere, aprirle le gambe e con un gioco di baci e sfiati cosciali, iniziare a giocare con la lingua.

Da li a poco fui di nuovo sopraffatto dal suo odore della donna, della sua vagina... più leccavo e giocavo con il suo clitoride e più lei si contorceva, era un fiume in piena, era un continuo colare di umori, tanto che mi dovetti staccare tre volte per asciugarmi il mento .bDopo una decina di minuti circa mi spinse indietro, quasi a staccarmi e spingendomi in su dal mento mi fece mettere in piedi davanti a lei.

Con quelle sue meravigliose unghie laccate di diamantini iniziò un grattino eccitante sul mio petto, mentre mordeva il mio cazzo ancora avvolto nei boxer ma turgido e pronto ad uscire. Finalmente le sue mani arrivarono dove dovevano, abbassarono i boxer e il mio cazzo, teso come una molla, venne fuori retto dinanzi a quella bocca che da li a breve lo avrebbe lavorato per bene. Iniziò a succhiarlo, a giocarci di lingua, a baciarlo, a sputarci su… succhiava come un'ingorda, lo prendeva tutto fino in gola, io godevo e molto pure, sentivo il piacere partire da fin giù le palle! All'improvviso si fermò e si alzò!

Convinto che dovessi scoparla per bene sul letto mi stavo preparando per accontentarla, ma lei mi prese per il cazzo e mi accompagnò in bagno. Arrivati vicino la doccia fu lei ad aprire le vetrate, chinarsi leggermente avanti per gestire le manopole dell'acqua calda/fredda quando, un getto d’acqua freddo la fece tirare in dietro su di me urtando sul mio cazzo! Abbracciatala da dietro, e con il mio cazzo tra le cosce, iniziò un gioco di strofinio, di movimenti sinuosi, fino a che la voglia di essere trafitta non l'ha fatta chinare in avanti facendomi entrare in quella figa che avevo sognato ed ora penetravo come una mia proprietà!

Lei, contro la doccia e a gambe aperte, riceveva nel suo corpo i miei colpi di cazzo prima lenti e poi sempre piu' forti, ansimava, godeva, soprattutto quando la mia mano scivolo' risalendo la sua schiena verso i capelli.

Li tirai leggermente lei ebbe un sussulto di dolore misto a piacere, quel piacere dell'essere posseduta, dell'essere dominata, come femmina, del sentirsi Troia! Mi guardava e ci fissammo per un po' con uno sguardo che era un racconto silenzioso di noi! Di colpo poso' la sua mano sul mio fianco e fece resistenza, quasi per fermarmi... cosi' fu, ma non appena fermo si sfilo' dal mio cazzo, si volto' e abbracciandomi ci scambiammo un bacio focoso.

Ma il suo intento non era solo quello, ma di portarmi nella doccia, la stessa doccia che gia' da un po' gettava acqua calda e vaporosa e mi ritrovai la sua spalla contro il mio petto, le sue mani sotto le mie a ridosso dei miscelatori, ed il suo lembo d'orecchio in prossimita' della mia bocca. D'istinto iniziai a baciare quel piccolo lembo, ad inumidirlo, a sfiatarci sopra, sentendo sempre quella pelle, che fino a quel momento era stata liscia e candida, diventare la classica pelle d'oca per il piacere e, per il piacere, la sua testa venne indietro su di me e da li continuai a baciarla. Le mie mani salirono andando sui suoi seni con i capezzoli lunghi e duri, e li cercai, leccandoli e succhiandoli.

La sua mano intanto non resto' inattiva, gia' aveva afferrato il mio cazzo massaggiandolo e segandolo per bene, era ben esperta nell'arte, spero per il suo Ivan di essere l'unico ad aver usufruito di quel servizio, comunque facendo scivolare anche l'altra mano sul mio petto, affondando le unghie, si abbasso', e poi inizio un lavoro di bocca che mi mando' completamente in estasi!

Succhiava, affondava, leccava, dalla cappella fino a tutto il cazzo, mi piaceva tanto e lei lo capiva dallo sguardo, dalle mie gesta, fino a che non senti' il primo colpo di sborra salire su e finirle sugli occhi, poi il secondo sulle labbra, e poi il terzo sul seno e poi si rialzò. Continuammo a giocherellare nella doccia, eroticamente parlando, e tra un giochetto e l'altro, mi venne in mente la stupida idea di chiederle se l'avrebbe detto, quello che avevamo fatto, ad Ivan, Annabella si incupì, divenne seria, e molto toccata mi disse "sai, abbiamo un bel rapporto, ma se non gli racconto qualcosa che faccio con altri, a poco a poco l’attrazione si spegne, e i nostri rapporti si fanno noiosi, invece, se io poi gli racconto qualcosa….lui impazzisce di gelosia, ma anche di libidine..., mi da dei ceffoni, mi lega, mi sculaccia, a volte mi frusta dopo avermi legato le gambe aperte al letto, poi mi scopa con violenza urlandomi tutti gli insulti che trova… e poi facciamo l’amore benissimo…è per quello che io..non sono una troia…ma…quando mi capita…mi piace…e poi penso a quando..con lui…ma è difficile…se illudo qualche coetaneo poi mi trovo legata…per quello che tu…tu ..pensavo che fosse una occasione ideale…scusa…capisco, mi sono servita di te…ma spero che ti piaccia…”
Rimasi un po' stranito anch'io da come ne parlava, si vedeva che comunque aveva sofferto nella sua storia comunque importante e vedendola cosi' turbata, decisi di cambiare discorso... non era quello il momento, quello era il nostro momento. Così decisi di asciugarmi ed uscire dalla doccia, lei mi segui'.

Ci asciugammo e andai alla ricerca dei miei boxer. Mi fece cercare per circa 5 minuti quando poi esordi' dicendo "cercavi questi?" Li aveva presi lei... "dove credi di andare adesso...?" mi disse subito dopo... "da nessuna parte " sorridendo risposi io... si avvicino' a me ancheggiando e imitando una vera puttana, mostrandosi in tutta la sua bellezza, mi abbraccio' e baciò, potevo ancora sentire sul suo volto l'odore dei miei umori nonostante si fosse pulita e a sentire mi eccitai ancor di piu'.

Mi guido' fino al letto, si sedette, poi ando' in dietro aprendomi le gambe, voleva che leccassi la sua figa, cosi' la raggiunsi e guardandola negli occhi iniziai a baciarla da prima sulle labbra, poi man mano iniziai ad andar giu' sui seni con un gioco di lingua, baci, saliva e sfiati... continuai a scendere fino a che, ad altezza dell'inguine,poi andai nell' interno e nuovamente si presento' la stessa pelle d'oca di prima, le stava piacendo e cosi', tra un movimento e l'altro, mi indirizzai verso le grandi labbra dove tutto si componeva in gocce che scendevano . Rimasi alcuni secondi ad osservarle la figa che reclamava attenzioni e cosi' iniziai a gustarla, prima leccando in modo particolare quelle grandi labbra, allargandole leggermente, assaporandole, facendo entrar sempre piu' in modo deciso la mia lingua e poi le mie dita. Stavo lavorando sul punto G che tra un moto circolatorio alternato a colpettini di dita, la fece impazzire mentre con la lingua poi, risalendo quelle grandi labbra, mi portai su verso il clitoride, che, stuzzicato bene, tra colpetti di lingua, leggeri morsi, e succhiatine varie, feci impazzire tutte le sue terminazioni nervose e questo gioco la porto' ben presto a du un orgasmo intensissimo che la costrinse a squirtarmi in faccia un getto potente mentre urlava “ ohhhh non la tengoo…non resisto…godooooo..siiiiiiii bravoo..siiiiii ! ti piscio in faccia..” . Passato quel momento ci venne da ridere, ridemmo, quanto ridemmo... mi asciugai...

Quella sera all'Hotel Roma demmo sfogo a tutte le nostre voglie, alle nostre emozioni. Dopo pochi minuti tornai a scoparla e dopo averle sborrato nuovamente nella pancia, rimanemmo abbracciati per un po', ponendoci una tra le piu' importanti domande, ovvero " ci saremmo piu rivisti? "... non lo sapevo, non potevo saperlo... il nostro lavoro era ed è tutt'ora imprevedibile e fu con questo amaro in bocca, che rivestendoci, andammo a cenare. Il giorno dopo ripartimmo, lei in treno per Roma ed il suo fortunato fidanzato, e io con la Coupè per Torino e la mia famiglia.

Ad oggi ancora non ci siamo rincontrati ma son sicuro che prima o poi ricapitera'. Ma mii rimane comunque un gran ricordo di Annabella e delle emozioni provate insieme ... .e quando volevo eccitarmi pensavo alla scena che sarà capitata quando il suo fidanzato le avrà chiesto “ com’è andato il tuo viaggio ?”
In quel periodo ci sentimmo solo per telefono parlando di cose di lavoro, Non facemmo mai cenno alla nostra avventura. Dopo due mesi ricevetti la sua partecipazione di nozze...
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