tradimenti
Avventure erotiche alle Terme 2
di forrestsherman
31.07.2016 |
19.030 |
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"Stava ferma, assorta, io la abbracciai e pensavo che il gesto romantico servisse a far capire ai ragazzi di lasciarci soli, invece i due sorrisero fra loro..."
Erika ed io uscimmo e io cercavo inutilmente di coprire il mio cazzo eccitato con il piccolo asciugamano mentre Erika colava di sudore dappertutto e di altri liquidi tra le cosce . La differenza di temperatura si faceva sentire ci dirigemmoverso la Jacuzzi, confidando che fosse libera. Ma così non era.Vi erano diverse persone appollaiate, tuttavia Erika si portò a bordo piscina, si liberò dell’asciugamano ed entrò nell’acqua effervescente.
La seguii non senza imbarazzo visto che la mia erezione era ancora semiviva, ma a nessuno sembrava importare.
Lo spazio era limitato, così ne approfittai per portarmi la ragazza a cavalcioni e fu li che mi accorsi: di fronte a noi vi erano due ragazzi, maschi, giovani, carini e molto interessati alla semi-nudità di Erika.
Che porca.. è entrata apposta per loro, per farli impazzire e ci sta riuscendo perfettamente, è suo l’unico corpo scoperto che ondeggia sulle bollicine della vasca.
Le toccai il sedere, ma lei non rispose, era troppo presa dalla situazione.
Le altre persone lentamente abbandonarono la vasca, attratte dal suono di campanellini che probabilmente stavano ad indicare l’inizio del servizio del ristorante.
Rimanemmo in 4, io, lei, e i 2 ragazzi.
Erika poteva ora tranquillamente scendere dalle mie ginocchia, invece mosse il ventre all’indietro, incrociando il mio membro, che più rigido non poteva essere, non ero adirato o dissuaso, ma molto, molto eccitato.
I due, presi alla sprovvista, almeno quanto me, dalla complicità di lei distorsero lo sguardo e iniziarono a chiacchierare tra loro, muovendosi di tanto in tanto lungo il bordo.
La spinsi verso il centro della vasca con la scusa di farla giungere al getto più forte, che dalla base saliva in alto facendo sobbalzare le bollicine, così potei abbracciarla e palparla al di fuori delle occhiate altrui, che tornarono ad essere insistenti.
Lei fu investita dal getto verticale proveniente dal basso , che le faceva vibrare le zone sensibili. Stava ferma, assorta, io la abbracciai e pensavo che il gesto romantico servisse a far capire ai ragazzi di lasciarci soli, invece i due sorrisero fra loro e si sedettero nuovamente, ma molto più rilassati.
“Sono eccitata, l’acqua mi fa godere, vuoi scoparmi?” disse tutta a un tratto Erika con un tono di voce che sentimmo tutti e tre.
Mi fissò negli occhi e mi abbracciò di nuovo sospirando: “se no mi scopano loro..”.
Il suo azzardo mi fece esplodere.
La strinsi per una natica e la portai su di me, mentre arretravo verso il bordo lei impugnò il mio membro e se lo inserì con forza, baciandomi carnalmente.
Seduta su di me iniziò ad ondeggiare vogliosamente, esibendo il suo corpo seminudo e posseduto ai due voyeur.
Mi guardai in giro, nessuno altro era in zona, le toccavo il seno e aumentai il ritmo, palpandola pubblicamente, mentre i due come risposta cominciarono a masturbarsi, ma a vicenda, i ragazzi erano “amici”.
Erika parve apprezzare la situazione e si lasciò sfuggire qualche gemito, poi volteggiò su di me dando le spalle ai ragazzi ma senza smettere di muoversi.
Si aggrappò alle mie spalle e con un filo di voce mi chiese “dimmi cosa fanno”.
“Ti guardano” risposi senza accontentarla.
“Parlami” insistette mentre la perforavo.
“Si toccano, godono, ti vogliono”. La feci impazzire, era al culmine del piacere, ma non era ancora il momento.
Mi guardai ancora in giro. Nessuno.
“Stanno venendo da noi” le dissi mentendo.
Erika si ritirò su di me, impaurita. Avevo toccato il limite.
La baciavo e le palpavo le chiappe e massaggiando la zona. Erika chiuse gli occhi.
“Sono dietro a te, ma non ti toccano se non vuoi” Le dissi con tono tranquillizzante.
“Oppure vuoi che ti scopino?, le confidai tutto a un tratto. Sentivo i suoi umori esplodere.
“Forse vuoi che ti lascio a loro?, vuoi che ti guardo mentre ti scopano?” azzardai nel pieno del godimento.
“Ahh”, una serie di gemiti ci sorprese nuovamente tutti, Erika venne fortemente di fronte a tutti, inclinando la schiena lasciò che l’orgasmo la penetrasse tutta come corrente elettrica e poi si accasciò abbracciandomi.
Pensavo, " mioddio che porca questa donna, si eccita ad essere scopata in pubblico…".
Mentre la coccolavo dolcemente, i due ragazzi uscirono dalla vasca.
Stremati da quella emozione, restammo a rilassarci nella vasca per una decina di minuti, e poi anche noi uscimmo e cercavamo Valentina e Marco.
Pensammo che fossero nella piscina termale o nella sala di odoroterapia, andammo prima lì, fino ad una porta turchese, e, varcata la soglia ci trovammo in un ambiente semibuio e con una atmosfera aromatica.
Intuii che doveva essere un sotterraneo molto esteso, infatti si udivano dei rimbombi in lontananza, ma nulla si scorgeva a parte alcune piccole rientranze che dovevano essere gabinetti di meditazione.
Entrai nel primo che capitò e vidi di fronte a me una cassetta con dentro una serie di boccettine, che ignorai.
Uscì dalla parte opposta, iniziavo ad essere preoccupato per Valentina, intuivo che tutto ciò la poteva agitare e così proseguì con passo spedito ma quasi a tentoni lungo un corridoio molto umido dove mi parve di distinguere dei localini con fessure da ui emanavano effluvi di essenza ricavati nella roccia, e finalmente raggiunsi una sala grande, in cui incrociai delle persone: queste, in costume da bagno, gironzolavano con i piedi nell’acqua lungo una specie di sentiero ruscello, con pavimento di pietre e sabbia compressa, respirando lautamente un’aria che profumava di erbe aromatiche, il che rendeva il clima molto disteso e naturale.
Lateralmente notai numerose porte a vetri, oscurate e offuscate, probabilmente erano i locali di cromoterapia, mentre in sottofondo si il sentiva l’acqua corrente.
Ignorato dagli altri ospiti mantenni l’asciugamano alla vita e cercai di seguire quel suono, e mi giunse una voce, “ciao! Sei qui?” dal sentiero d’acqua giunse Valentina, mi tese la mano per superare il bordo: “Dammi una mano a uscire” Mi disse con tono singolare, la issai sul bordo..
“Andiamo, ma dove eri?” La seguì lungo l’argine del sentiero terapeutico fino ad una porta a doppia anta, da cui uscimmo nell’esterno al sole e lei iniziò a raccontarmi..
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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