lesbo
Prova vestito all'atelier 2
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18.01.2025 |
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"Nessun uomo era stato mai capace di leccarmi come Monica, e sapevo che anche per lei la mia lingua era un’esperienza nuova e travolgente..."
La settimana dopo, al martedi, mi vestii e mi profumai questa volta senza body tanto sapevo che il vestito era fatto in modo da contenere bene la vita e i fianchi e allora optai per lelle semplici autoreggenti, un tanghino e un reggiseno nuovo, , infilai un vestito completo di maglina che conto luce risultava trasparente, quadrai allo specchi e fui contenta di vedere il segno delle gambe e i fare intravedere li pube coperto dal tantino rosa.Facendo una prova sul taxi e aprendo un po le cosce per entrarvi non mi persi l’occhiata fulminante del taxista, e questo mi eccitò molto, mi bagnai pensando a cosa avrebbe fatto se ….mi lasciai andare alla fantasia …
Gli do un indirizzo che ci porterà lungo un argine in una via poco frequentata; mentre viaggiamo lui ovviamente mi guarda nello specchietto perché mi ha vista salire ed è già interessato (se non è gay, cosa che una volta mi è capitata)
Mi agito un po’ sule sedile, apro le gambe faccio salire la mini che si veda la fine del finto collant, la mia pelle bianca, telefono, fingo una discussione con un immaginario fidanzato, gli metto giù con parole da incazzata, allora fai quello che vuoi, ti faccio vedere io, a sbatterti quella troia, poi fingo di piangere , quando arrivo in un posto riservato lungo l’argine, dico per favore si fermi un attimo, ho bisogno di aria, lui si ferma, si gira e mi guarda, io scendo e nel farlo gli mostro l’interno delle cosce, lui vede pelle bianca, rasata.. mi tolgo la giacca e la sbatto sule sedile, sto un po’ in piedi vicino alla macchina, fingo di piangere, lui di solito scende, sta un po’ in disparte, poi si avvicina e a volte dice si sente bene..io lo guardo con il mio sguardo da cucciolo Bamby..aspetto un po’, lui si imbarazza, al momento giusto lo guardo e gli dico “ sa, sono senza slip”
Il gioco è fatto, invariabilmente si accende una meccanismo che , nelle varie varianti a fare le seguenti cose, si avvicina e mi abbraccia, mi bacia sul collo, mi slingua si appiccica ame, mi mette una mano tra le cosce, gli si gonfia il pisello, io mi siedo di nuovo allargando le cosce, nel farlo per “caso” mi va già il top e esce un seno o tutti e due, lui impazzisce, e gli apro la patta, gli estraggo il coso dalle mutande mi sdraio sul sedile lui mi si butta sopra, io sono già bagnata o mi sono messa un lubrificante, glielo guido dentro, lui poma per 10, 12 minuti io mugolo e grido, lui mi tocca tette e clitoride io dico “sii, ancora, ancora, vieni porco sbattimi ! sono una troia! Godo, godo, e ancora tieniti aspetta, aspetta !” e gli stringo l’uccello, glielo caccio fuori o lo meno un po’ rudemente, e poi quando sento che sta per venire glielo re-infilo nella figa e dopo un 5 minuti di sfregamenti godiamo insieme.
Poi lui fa quella faccia da limone spremuto concentrato come fanno i maschi e tu ti senti intelligente!
Eccoci arrivati, dice l’uomo, incosciente, scendo facendogli rivedere la figa, lo pago e lui mi saluta con un’occhiata eloquente…penso che comunque una poteva sempre avere del piacere se voleva, ma no era il giorno, FFF mi aveva invitato la sera dopo alla scala insieme a quella che diceva essere una sua cugina venezuelane, mah, comunque non indagai più di tanto.
All’atelier non c’era Norma, e le altre tre commesse e sarte Samantha Lucia e Deborah, guardavano di sottecchi Tiziana che mi accolse calorosamente. Erano tutte tre bellissime , truccate vestite in modo sexy, forse Deborha aveva qualcosa di inquietante, mentre Samy e Lucia erano delle biondine femminili e desiderabili.
Capii da come mi guardavano che tutte sapevano, Tizi raccontava forse qualcosa, mi accompagnò nel solito spogliatoio, e disse a Deborah di portarmi il vestito
Mentre aspettavamo ci guardammo con dolcezza e abbracciandoci ci baciammo.
Io ero tutta eccitata e speravo di andare avanti ma Tizi mi fermò.
Mi stupii e le dissi quanto la desiderassi e che morivo dalla voglia di fare l'amore. Iniziai a baciarla ed abbracciarla; lei sospiro, disse , no non devo , non posso..mi ha punita..guarda ! e mi mostrò dei segni rossi sui polsi e tra le cosce…
Piangeva…” mi ha legata e poi frustata…poi…mi ha violentata con un fallo di legno…prima di scoparmi col suo…” si toccava la vagina… iniziò a gemere, la strinsi a me , le aprii la camicetta, le slacciai il reggiseno ed inizia ad accarezzare e succhiare i capezzoli già eretti.
Come misi il pollice all'interno del'elastico delle mutandine per abbassarle, Tizi mi tolse la mano e facendosi seria mi disse che non avrebbe potuto..
Disse “ non sai come è gelosa Norma, mi ha tenuta in castigo” quando si innamora non vuole che nessuna di noi faccia l’amore con le clienti .
Per fortuna Deborah ha interceduto, ha detto che se lei che è l’amore di Norma non è gelosa che lei prenda qualche libertà con le clienti, lei deve lasciarci godere un po’ anche noi.
Ma oggi Norma è via e allora, aspetta che venga Debora col vestito, poi, le tolgo da me, tu inizia a toccarti.
Non so perchè ma, invece di arrabbiarmi, l'eccitazione andò a mille guardandola mentre se le sfilava, rimanendo nuda sotto la mini, accanto a me.
Entrò Deborah con ill vestito e un bel sorriso.
Lo appoggiò sul divanetto, lo accarezzo, e disse, è degno di te che sei così bella, e passandomi vicino mi accarezzo il seno.
Si soffermò un po e guardando Tiziana negli occhi le toccò sotto la gonna e le disse, sei già bagnata, troia, vabbè, non voglio frenare l’amore, poi faremo i conti, comunque io non faccio la spia, ma poi sai cosa mi devi. E uscì.
Ero sconvolta ma troppo eccitata dalla scena e dal profumo di Tiziana, non feci domande, e a mia volta mi tolsi gli slip e mi accarezzai la fica mentre lei iniziò con una mano a stringersi il seno e con l'altra a sfiorarsi il sesso.
Le chiesi se potevo toccarla dentro, almeno solo per sentire i suoi umori, ma lei disse di no, faccio da sola. Infilò due dita nella vagina e venne poi a bagnarmi le labbra.
Mentre ci toccavamo l'una accanto all'altra, la osservavo mentre, ad occhi chiusi, con la schiena leggermente rialzata e le gambe aperte, la gonna su, faceva sparire il suo dito medio tra le morbide labbra del suo sesso, circondate dalla curata peluria rossa.
Il suo sensuale odore di donna mi arrivava distinto alle narici ed il fatto di averla li accanto a me senza poterla toccare mi faceva impazzire ed eccitare nello stesso tempo.
Sentivo distintamente il lieve rumore del suo fiore bagnato che produceva al tocco della sua mano, quando chiesi a cosa pensasse in quei momenti.
“Mi eccitano più le movenze e l'abbigliamento provocante che non il vedere il corpo nudo” risponde Max
“Un paio di jeans attillati bassi in vita mi fanno cadere l'occhio proprio lì......” continua Francis.
“Avete ragione” ribadisce Tiziana con sottile malizia. “Il vedo - non vedo.... come i pantaloncini molto corti o la gonna che sale.
E se la gonna lascia intravvedere il triangolino degli slip in fondo alle gambe appena socchiuse? Io mi sciolgo sotto gli sguardi di un uomo, o anche di una donna.
Impazzisco di piacere sentirmi guardare”.
“La sessualità di noi uomini” dice sapientemente Francis “è più visiva, meccanica, mentre per voi donne occorre un coinvolgimento psicologico”.
“Certo” conferma Tiziana, “ a me fanno effetto le situazioni imprevedibili, la trasgressione. Questi discorsi mi fanno già venire gli sfregolii !”
A Norma rispose, sto pensando a Norma.
E' per questo motivo che non ti va di farlo con me? Chiesi. Non puoi farlo con lei/lui e non ti va neppure di farlo con me, è vero?
Forse è così, affermò con sincerità. Ma ho voglia di godere con te e ora possiamo farlo, solo ho promesso a Norma di non toccarti. Mi guardava senza parole.
Ora era veramente imbarazzata, forse pentita di avermi svelato un segreto .
Io le volevo bene, era la mia migliore sarta e mi dispiaceva vederla in quello stato.
Per questo le proposi:Ok, facciamo così. Facciamolo tutte e due, una accanto all’altra. Senza pudori e senza vergogne. Una bella scaricata ci farà bene!
Restammo un attimo in silenzio, io aspettando la sua decisione, lei valutando la mia proposta.
Alla fine Tizi prese la sua decisione. Valutò ancora per un attimo la situazione, poi si sfilò la leggera camicetta che indossava e la gonna restando nuda davanti a me.
La guardavo, e vedevo il suo corpo perfetto ed abbronzato.
Era un corpo che conoscevo bene, avendola vista nuda molte volte. Eppure, non potei fare a meno di apprezzare ancora una volta le sue forme decisamente invidiabili.
La pancia morbida ma piatta, i seni naturali e giusti, i capezzoli all’insù…
Monica si sdraiò restando immobile, gli occhi al soffitto della cabina.
” Dai Monica ! Non eri così eccitata poco fa ? ” la spronai…
Monica sospirò lievemente e poi si portò una mano al seno.
Iniziò a carezzarsi lentamente, sfiorando con le dita il capezzolo che, avevo notato con una punta di interesse, si era già inturgidito.
Anche l’altra mano aveva iniziato a massaggiare il seno, ed in breve la mia amica era già partita verso la meta del suo piacere.
Ansimava piano, con gli occhi chiusi, godendosi il contatto delle sue mani.
Avevo sempre pensato che le mani di Monica fossero belle ed affascinanti: sia quando lavorava al computer, in ufficio, sia a mensa, quando erano impegnate con coltello e forchetta, avevo sempre notato l’estrema eleganza dei suoi gesti, dei suoi movimenti aggraziati.
Nelle nostre confidenze intime, Monica mi aveva raccontato più di una volta come provasse un intenso piacere nel toccare i suoi ragazzi, gli uomini con i quali aveva avuto una storia; e come il suo piacere fosse stato acuito dalle reazioni che le sue perfette mani avevano scatenato in loro, di come fossero letteralmente esplosi sotto le sue sapienti carezze.
Ora vedevo le sue mani, dalle dita lunghe ed affusolate, con le unghie perfettamente curate e smaltate di un vivido rosso, percorrere frenetiche il suo splendido corpo, teso e vibrante alla ricerca del piacere.
Scendevano impazienti dal seno alla pancia, e poi all’interno delle cosce, per quindi risalire lente e suadenti lungo il corpo, fino al collo e ai capelli; e ancora, si soffermavano sulle umide labbra dischiuse, per essere leccate dalla lingua con evoluzioni di straordinaria sensualità.
Mi offriva uno spettacolo di un erotismo così intenso e raffinato da togliermi il fiato.
Era giunto il momento anche per me di iniziare.
Non resistevo più: quel corpo così eccitante, quei movimenti così stimolanti mi avevano catturata.
Mi spogliai in un attimo e, sdraiata accanto a lei, mi presi le tette tra le mani.
La situazione mi aveva eccitato più di quanto avessi mai immaginato: sentivo i capezzoli fremere sotto le dita, e, dopo poco, la mia mano destra scendeva, accarezzando il ventre piatto.
Mi portai una mano alla bocca e iniziai a succhiarmi un dito; ad occhi chiusi, immaginai che nella mia bocca ci fosse un cazzo da leccare e da assaporare, ma subito quel pensiero fu sostituito dall’idea di succhiare un dito della mano di Monica, di leccarle la mano bagnata dei suoi umori…
Aprii gli occhi e mi voltai a guardarla.
Vidi che Monica era già più avanti: una mano sempre a tormentarsi il seno, l’altra che sfiorava la fica depilata, le gambe piegate ed aperte. Ora gemeva e si agitava preda di una eccitazione montante.
Adesso anche lei mi guardava; nel suo sguardo torbido mi sembrò di leggere un qualcosa che si stava affacciando anche nella mia mente.
Tutte e due avevamo le mani sulle nostre fiche bollenti.
Mi toccavo con dita esperte nel lago che mi si era formato tra le cosce, e sentivo l’onda del piacere salire dentro di me, piacere ingigantito dal vedere il corpo di Monica, splendido e nudo, adagiato accanto a me, accaldato ed erotico, fremente e desiderabile.
I nostri occhi si incontrarono, e quello sguardo valse più di mille parole.
Monica si girò verso di me e, in un attimo, le nostre labbra si cercarono, le bocche si unirono e le lingue si abbracciarono avide.
Fu un bacio pieno di passione e di desiderio, come una fiamma accostata alla miccia di una bomba pronta per esplodere.
Quando le nostre bocche si staccarono, le sue labbra scesero lungo il mio collo ed arrivarono al seno, iniziando a tormentarmi il capezzolo.
Seppi immediatamente che era quello che stavo aspettando da tempo.
Chiusi gli occhi e mi abbandonai alla sua calda lingua.
Le passai un braccio attorno alle spalle e iniziai a carezzarle la schiena dalla pelle liscia e perfetta.
Per un attimo pensai che Monica avesse studiato tutto: che lei volesse venire a letto con me e che, non sapendo come dirmelo, avesse inventato il suo desiderio di masturbarsi. E che io, inconsciamente, avessi fatto il suo gioco.
Ma il pensiero volò via rapido come era arrivato, quello che stava avvenendo tra noi era un qualcosa di sublime, era la cosa più vicina all’estasi che avessi mai provato.
Ora la lingua di Monica scorreva sul mio ventre teso: la sua bocca, le sue calde labbra sembravano scivolare sulla mia pelle fremente.
Stavo impazzendo. Provavo sensazioni così forti da non capire più nulla; volevo sentire anche io la pelle di Monica sotto la mia lingua, volevo che lei vibrasse al contatto della mia bocca.
Lentamente mi spostai mettendomi in ginocchio sul letto: Monica si sdraiò e si aprì davanti a me.
Inchinandomi, presi a farle scivolare la lingua su una coscia, guardando desiderosa la sua fica bagnata ed invitante.
Mentre lei continuava ad accarezzarsi i seni, la mia lingua scese lungo la gamba, sul ginocchio, poi sul polpaccio, per arrivare alla fine al piede.
Se ripenso a quei momenti, ancora oggi sento che l’eccitazione mi sale prepotente e incontrollabile.
Le presi il piede con le mani, leccandolo dolcemente, fino a concentrare tutte le mie attenzioni sulle dita, sensuali e voluttuose con quelle meravigliose unghie laccate di rosso.
E nel momento in cui cominciai a succhiarle l’alluce, la sua mano scese sulla fica a darsi quel piacere così a lungo trattenuto.
Anche io mi feci scivolare una mano fra le gambe, le dita a massaggiare il clitoride indurito.
Ci toccavamo così, lei sdraiata ed io in ginocchio a leccarle il piede, fino a godere entrambe di un orgasmo dirompente ed eccelso.
Restammo un attimo a guardarci, ansimanti: il nostro desiderio non si era certo placato: volevamo darci molto di più.
Ora volevo leccarla, sentire sulle labbra il suo profumo, nella bocca la sua eccitazione.
Ma ancora una volta fu la mia amica ad anticiparmi.
Mi fece sdraiare e, dopo un rapido ma intenso bacio, scivolò sopra di me ed immerse la sua testa bionda fra le mie gambe, aprendole con le mani completamente.
La lingua guizzò infernale sulla mia fica, accarezzò le mie labbra per poi concentrarsi sul clitoride, con una capacità che solo una donna può avere.
Ora avevo, sopra di me, sopra il mio viso, la fica di Monica, aperta, spalancata, palpitante, indifesa e bagnata dei suoi umori dolci e profumati, invitante come acqua nel deserto.
Feci scattare la lingua, cominciando a leccarla in modo lento e continuo, imitando quello che lei stava facendo su di me, penetrandola con piccoli colpi della punta.
Nessun uomo era stato mai capace di leccarmi come Monica, e sapevo che anche per lei la mia lingua era un’esperienza nuova e travolgente.
Capivamo entrambe, dai gemiti e dai fremiti che scuotevano i nostri corpi, di vivere sensazioni totali e sconosciute.
Le carezzavo le natiche e con le dita le sfioravo in continuazione quel buchetto meraviglioso, stretto e cedevole, che aveva.
Con le mani bagnate delle sue secrezioni, le appoggiavo un dito all’ano, premendo delicatamente, facendolo affondare nelle sue morbide carni solo un pochino, per poi ritrarlo e ricominciare quel lento supplizio.
Dopo un tempo che mi parve interminabile e durante il quale le nostre bocche infaticabili si erano date il piacere, assaporando le nostre fiche profumate, Monica alzò la testa e, in un sussurro che era quasi un grido, disse: ” Vivi… sì… ti prego….. dai. Inculami… Non resisto… sì… amore….. toccami dietroi…. subito ! ”
Fui travolta da quelle parole e dalla sua voce impazzita.
Inumidii il mio indice nei suoi umori e lo appoggiai ala parte sensibile della mia amica, penetrandola piano piano con un gesto delicato ma deciso, avanti e indietro, avanti e indietro…
Monica aveva ripreso a leccarmi in maniera divina, gemendo sempre più forte.
Presa da una frenesia erotica mai nemmeno immaginata, le inserii anche il medio e Monica, che si sciolse in un orgasmo convulso, impetuoso e travolgente.
Smise di leccarmi solo per il tempo di mugolare nel godersi quell’orgasmo incredibile, per poi riprendere con estrema delicatezza.
Ora si concentrava tutta su di me, passando con la lingua dalla fica al culo, in un su e giù da favola.
E quando sentì, dalla mia voce strozzata, che il culmine era vicino, mi penetrò dolcemente anche lei, con le sue dita fatate.
Esplosi senza capire più nulla.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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