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Lui & Lei

l'Aquarama


di forrestsherman
07.05.2021    |    773    |    0 9.2
"Lei spingeva il sedere sin contro il mio membro per sentirlo sulla pelle..."
Nel paese dove d'estate trascorrevo le vacanze al mare c'era e forse c'e' ancora una grande villa della famiglia Acquarone di Roma.
La leggenda vuole che un ricco patrizio romano si fosse innamorato di una bella ragazza locale che aveva incontrato li e per via di quell’amore avesse poi comprato un appezzamento di collina e vi avesse poi fatto costruire una grande villa a forma di prua di nave , tipo il vittoriale, per intenderci. I discendenti ed eredi di quel nobile a volte frequentavano la villa ed erano due o tre famiglie.
Una di questi gruppi famigliari era costituita da una donna sui 40/45 anni, una ragazza di 15 ed un ragazzino di 12. La signora si chiamava Antonella e il marito e i figli Marisa e Giorgio.
Si sapeva dalla vox populi che lei era divorziata da tre anni dal marito che era un diplomatico sempre via dall'Italia e grande “tombeur de femmes”.
Marisa e Mario e bazzicavano dandosi arie perché erano ricchi e romani e trattavano tutti con un certo sussiego il bar dei giovani, tra cui io mi annoveravo, e la terrazza dei bagni.
Marco era comunque accettato e giocava a con i suoi coetanei, venendo un pò preso in giro per la sua pronuncia smaccatamente romana che si sentiva strana tra la compagnia di ragazzini e ragazzine di Milano, Genova e Torino.
Marisa era molto carina di faccia con bei occhi azzurri e bei capelli castani e un po’ meno di fisico essendo alta solo 1,55 e un filo grassottella, come si addiceva ai giovani romani di allora adusi ad una cucina troppo abbondante.
Nella compagnia eravamo una ventina tra il 15 e 18 anni, e succedeva spesso che ci fossero piccoli o grandi amori, io per esempio, che avevo 17 anni, ero attratto da MariaCristina, una bella bruna con grandi tette si 16 anni, di cui avevo visto bene il grosso seno una volta che le onde del mare forte l’avevano fatta paiolare e le avevano fatto scendere il reggiseno del costume.
Non che fossi innamorato ma una volta durante una passeggiata ci siamo baciati e io le ho toccato un po’ il seno, e lei un po’ il pisello sopra i pantaloncini fino a farmi eiaculare, ma c’erano gli amici in giro e non abbiamo proseguito. Poi ero attratto da Benedetta e questo insieme ad un amico non molTo mio amico, Mario, con cui avevo una grande rivalità, e insieme facemmo quella bella scopata doppia in cabina dopo una gita notturna su una barca prelevata di nascosto.
In questa effervescenza di sentimenti e di sesso leggero, una sera in discoteca fui addirittura assalito da Marisa che era eccitata, si vede, da qualcosa e ballando con lei la sentii molto calda e svenevole . In quel momento, mi spiace dirlo, adesso che capisco meglio il mondo, lei non mi faceva molto sesso, pur apprezzandone gli occhi ed il piccolo seno, e mi disturbava il fatto che era grassottella ed il mio ideale di femmina era ingenuamente la donna magra con grosse tette. Comunque, siccome lei era aggressiva e quando ci sedemmo mi si appiccicò vicino, mi accarezzava il petto mettendo una mano nella camicia aperta, e giunse a baciarmi un capezzolo, e a 17 anni sono cose che ti eccitano, quindi di malavoglia ma allupato poi la limonai un po’, e uscendo dalla discoteca ci infrattammo nell’uliveto che stava vicino.
Lei aveva una minigonna beige di seta elastica e una maglietta leggera che stringeva un po’ il seno e la pancia, e di stendemmo nell’erba sotto un olivo, mi aprì subito i jeans e si impossessò del pisello che era grandicello, io invece dei seni che mi piacevano e penetrai con la mano nella maglietta,
Lei non aveva il reggiseno, e sentivo la grande morbidezza del piccolo seno.
Ci slinguammo a lungo e il pisello era fuori dai jeans bello duro, poi lei mi prese una mano e me la condusse sotto la gonna che teneva aperta con le cosce divaricate e la spinse contro la mutandina bagnata che io accarezzai in modo circolare .
Sentendo che ansimava già introdussi le dita oltre il bordo degli slip e trovai subito una via per farle piacere, accarezzando col pollice il clitoride e introducendo l‘indice nella vagina che sentivo molto pelosina, mentre lei andava avanti e indietro con la mano sul pisello fino a farlo scappellare, e , quando se ne accorse, alla luce fioca che veniva dalla discoteca vicina, si chinò e mi fece un pompino favoloso.
Io continuavo ad accarezzarla e quado venni aumenti la penetrazione con le dita fino a sentire una certa resistenza...supponevo fosse vergine, come molte ragazze di allora.
Lei ansimava e muoveva il bacino e prima che io eiaculassi lei ebbe degli scatti, chiuse le gambe, mi strinse forte il pisello, e gemette come una gatta in calore, poi mi spostò la mano ansimando e mi baciò sulla bocca, mentre con l’altra finiva di farmi uscire il seme per terra…restammo un po’ così, abbracciati a riprendere fiato, poi lei disse…andiamo…gli altri ci aspettano…si rimise a posto le mutandine tutte bagnate e la gonna, io riposi l’arnese, ci scuotemmo le foglie secche di ulivo e tornammo in discoteca.
Il giorno dopo lei tornò ad avvicinarsi molto a me, me guardava negli occhi, io ero un po’ imbarazzato, non dimentico del godimento della sera precedente, ma lei la ricordavo un po’ truccata, vestita, sexy, e mi faceva tirare, mentre di giorno con la cruda luce del sole in due pezzi, con un po’ di ciccia che debordava, le gambe un filo corte, il sederino un filo grosso, nonostante gli incantevoli occhi azzurri, lo so, ora che sono vecchio darei la vita per riaverla, ma a quel tempo e con la mia fissazione per Benedetta, la gelosia per Mario, insomma il mio cervello non ragionava…pensavo..se mi vedono che sto con Marzia, poi Mario ha il campo libero con Benedetta, poi c’è MariaCristna, che mi allupava di più….magari una di queste sere avrei potuto divertirmi con le grosse tette e arrivare alla sia misteriosa fighetta nera, nascosta da una fitta boscaglia, che avevo intravisto la volta del paiolo nell’onda..
Insomma non feci buon viso a cattivo gioco e trattai male Marzia.
Lei voleva fare come fidanzatini, stare mano nella mano, dare i bacetti, e poi fare sesso, ma io, pur piacendomi quello che avevo fatto con lei, avevo un non so che di frenata, non volevo fare “cicci biribicci”, e lei insisteva, mi chiedeva se mi piaceva, mi guardava con amore..i,o stavo sulle generali, si sei bella hai begli occhi…ma si capiva che non mi veniva bene,.
Lei fece musetto, poi cercava di abbracciarmi al bar dei bagni , io cercavo di scostare le mani, lei disse che hai’, non mii vuoi più, e ieri sera invece, vuoi solo toccarmi ?..e no carino, io sono una per bene, non sono mica una troia, io faccio pompini a chi amo, e tu tieni a posto le mani dal mio sedere..poi fui trascinato e dissi la frase tremenda di cui tutta la vita mi sono pentito, alla povera ragazza..dissi “tieniti il tuo sedere che tanto è basso, striscia per terra”…che maleducato, non so perché lo dissi, ma ero annoiato dalle sue moine, vedevo perdere la possibilità di farmi la ragazza che “amavo” o così credevo, Benedetta, o almeno quella che mi eccitava fisicamente Maria Cristina, mentre la pur affettuosa Marzia non mi piaceva di fatto.
Lo so, le feci male, se ne andò subito via, le avevo chiarito il mio disinteresse ma nel modo peggiore, con un insulto ..mi sento un verme, ma l’ho fatto..
Lei sparì un giorno dalla circolazione, qualcuno diceva che l’aveva vista piangere, altri che diceva che se ne sarebbe andata...altri che era già partita, ….io mi rincrebbi del mio assurdo comportamento…sentivo che dovevo fare qualcosa…decisi di andare alla Villa per scusarmi..
Arrivai verso le 3 del giorno dopo l’incidente .
Suonai, mi rispose una voce d’uomo, avrei saputo dopo che era Ramon, il cameriere tuttofare.
Io chiesi di Marzia, lui mi fece attendere, poi la sua voce disse “la signorina Marzia non c’è” ..io non sapevo cosa fare...Chiesi “ma non c’è nessuno in casa, è importante”, …lui disse “c’è la contessa”, io dissi “me la può chiamare per favore”...lui disse “vado aspettate”, poi mi rispose la voce della donna, io dissi “scusi, se la disturbo, avrei proprio bisogno di parlare con lei , forse mi può aiutare, è per Marzia”.
Lei disse: “ma tu sai cosa le è successo? Tu chi sei? Lei non sta bene”.
Io dissi chi ero e poi “ penso di saperlo, anzi penso di essere io la causa, per favore, mi faccia salire.”
Salii due rampe di scale che portavano dal cancello di ingresso al corpo della villa, passando per i giardino in cui lussureggiavano agavi ed i muri bianchi erano coperti di bouganvilles.
La contessa mi attendeva in un salotto stupendo, arredato tipo Titanic, che dava sul balcone da cui si dominava la baia.
Era vestita con un sari bianco corto alle anche, che faceva da prendisole sopra un due pezzi bianco non ridotto, con un pizzo intorno agli slip uguale a quello che ornava il reggiseno.
Era abbronzata e molto sexy, bellissima, con una folta chioma castana dorata , la pelle chiara abbronzata, un fisico dal mannequin. Era seduta su uno sgabello del bancone tipo bar che ornava il salotto.
Aveva in mano un bicchiere con un liquido scuro, dopo seppi che era bourbon.
Io guardavo anche il basso intravedendo una una linea scura che si faceva spazio nel biancore degli slip, sotto il pizzo.
Mi disse: “vuoi un sorso?”, io feci un cenno ebete, mi versò due dita dello stesso liquido.
Meccanicamente lo presi e lo portai alle labbra, mi diede un brivido..non lo conoscevo, ne bevetti un sorso, un calore imprevisto mi salì al volto arrossato. Lei sorrise.. sussurrò ..”eh..i giovani…sempre mischiano le limonate”

La bellezza della donna, il suo sguardo, il bourbon, mi facevano girare la testa, non pensavo più a Marzia e al perché ero lì.
L’avevo vista di sfuggita in paese, con Marzia, ma quella donna profumatissima, in quell’ambiente da sogno mi stregò..
Lei mi guardò con interesse sgranando due occhi azzurri come fari

Molto seria mi chese ”cos’è questa storia?, raccontami tutto. Marzia è sconvolta, non vuole più mangiare..”

Io ero inebetito dal suo sguardo, dalle sue gambe perfette, dagli slip del costume che si intravedevano tra le cosce, il reggiseno che faceva capolino dalla camicetta..

Iniziai un racconto confuso “...ehm, con Marzia è successo...ecco...ci siamo baciati l’altro ieri...mi piace, ma ehm...ieri non so come, mi sono comportato ehm...male…ehm, l’ho trattata male... sono stato scortese...ehm ..cattivo…volevo chiedere scusa…ma.. sono imbarazzato…”

Lei mi squadrò severamente..” l’hai fatta piangere tanto…le hai fatto male...Marzia è delicata…sul tema fisico…sai, lo sai...è un po’ sovrappeso...è golosa, fin da piccola, poi sai…il suo papà ci ha lasciate...ne ha risentito..”
Io pensavo “ mi dice cose riservate, poverina, una donna ricca ma tanto sola, una bambina che ha sofferto..” e dissi “dicevo ..si sono stato egoista, un cretino, so che è una brava ragazza, non volevo...sa…sono un po’ cotto di un’altra…sono geloso di un altro...lei insisteva…le ho detto una cosa tremenda..”

La contessa allargò gli occhi…”cosa le hai detto ?”
“ Io ehm...ho accennato…al...insomma.…il suo ...didietro…so che è scortese...ho detto…”

Nooo le hai detto “culo basso?” “noo ! Certo, non potevi sapere ….non sapevi che è un suo complesso ?”

Con sguardo duro “Si sei stato un gran cafone… ma...non potevi sapere…ma tu a lei piaci?”

Io dissi...sempre come un fesso “ma...sa...ieri siamo stati un po’ insieme, sa, in discoteca, abbiamo bevuto coca libre...poi ..eravamo euforichi….ci siamo...ehm….dati qualche bacio...e…”

E lei? “Solo baci? Toccatine no?” con aria inquisitoria. Io strabuzzavo gli occhi...lei disse...”va bè va bè...robe vostre .lasciamo stare..”

“ Ma tu sei venuto a chiedere scusa, si capisce che sei un ingenuo e pure babbeo, ma non cattivo,

peccato, so che le piacevu....malei non ti piace, l’hai trattata male, peccato ti avrebbe reso felice, è calda e appassionata

hai perso tu , ti servirà di lezione nella vita...quanti anni hai ..17..ok, io 43…ho visto molte più cose…

comunque per Marzia non posso fare nulla, lei ora ti detesta, ha detto ..uno stronzo così....

ha ragione, troverà qualcun altro...è ricca, è orfana di padre...mio marito è morto in un incidente sul lavoro...

cerca un maschio che la ami ma è ingenua, cerca l’amore troppo voracemente...

quando trova un ragazzo poi lo rovina....vuole è troppo insistente, lo so, è infantile, appiccicosa, a volte inopportuna e fastidiosa… non demoralizzarti….bevi un goccio, mi sembri sconvolto...caro...siediti un po’, rilassati, magari facciamo un giro in barca...ti piace?”

“ Scrivile un biglietto, magari, dicendole quello che hai detto a me, che sei innamorato di un’altra, che l’hai presa in giro una sera, son cose che capitano, che la trovi bella, ma non puoi amarla, vezzeggela un po', presentale qualche amico ….. dille di fare una dieta – è solo un pò sovrappeso. hai parlato da arrabbiato…

non ti guarderà più ma almeno le resta un segnale che sei un maschio che si prende le sue responsabilità se sbaglia. Se ferisce..

il mio aspetto da ragazzone spaventato deve averla commossa e mi si avvicinò accarezzanomi, disse, “dai , son cose da ragazzi, magari i problemi fossero tutti così nella vita!”, le facevo tenerezza, voleva tirarmi su….

Mi resi conto di un certo trasporto fisico vero di me, la carezza sulle spalle era durata attimi più della semplice carezza di consolazione, poi arrivò una carezza sul petto, disse “uhm che muscoli..” in effetti a quel tempo avevo un petto e una pancia belli muscolosi.

Disse “….allora, Marzia comunque è andata da amici a Portofino, col treno stamattina, starà là una settimana, ci doveva andare dopo ma io l’ho mandata subito, così ti dimentica, tu e le tue villanate!”.
“Giorgio è in Spiaggia a giocare, FINO ALLE OTTO E MEZZA, pensiamo a noi!

Ho voglia di fare un bel giro sul mare, sono le 5 l’ora giusta, alle 6 il mare si calma, possiamo andare forte! Ti va? “
Io estrassi l’entusiasmo dallo schock che avevo e dissi “si adoro andare sul mare la sera!”

La contessa chiamò Ramon, quello che aveva risposto al citofono, il cameriere tuttofare, un bel mulatto muscoloso che arrivò subito, e gli disse “usciamo in barca col signore”.

Lui scomparve e dopo mezzora la contessa mi fece scendere da una scaletta nell’hangar sotto la casa dove, con uno scivolo, Ramon aveva varato, nella baietta antistante la villa, un motoscafo Riva Aquarama, non il piu grande, il Super, ma il piccolo da 185 cavalli, barca stupenda, con il posto guida con grande sofà di pelle bianca e dietro sopra il poderoso motore a benzina un prendisole sempre di pelle bianca impreziosito da asciugamani di pregio in morbida spugna.

Salimmo dal moletto cui era attraccato e ci sedemmo davanti
accanto a Ramon, che guidava in piedi, con una maglietta bianca bordata di azzurro, un cappello da comandante di nave e degli slip stretti che mettevano in evidenza la sua notevole dotazione.
Con un rombo il potente motore si accese e Ramon guidò con maestria il lucido scafo di mogano attraverso alcune barche e gozzi ancorati davanti alla spiaggetta, poi quando fu a distanza di sicurezza dalla costa diede gas e il mezzo accelerò fino a venti nodi, fendendo le deboli onde con la dolcezza tipica di quella barca, dotata di una carena a v stretto che la rendeva dolcissima sulle onde anche fitte.

Ramon sapeva dove andare: puntò vero il largo, in mezzo all’orizzonte. In dieci minuti a quella velocità la terra sui fece lontana, incrociammo un paio di pescherecci ed due o tre yacht grossi che navigavano paralleli alla costa, di cui tagliammo la scia senza rallentare con spruzzi grandiosi e solo un leggero tonfo della carena.
Quando il mare fu deserto, nel dolce cullare di leggere onde lunghe, Ramon spense il motore e mise la barca alla cappa. Calò una ventina di metri di ancora che ovviamente non mordeva il fondo , penso per stabilizzare la barca rispetto al vento leggero, poi tirò fuori dal frigorifero una bottiglia di champagne Kristal, come Briatore, e ci porse due bicchieri di cristallo che riempì, io rimasi col mio stupore e la coppa in mano, la Contessa mi guardò con gli occhi azzurri sorridendo, mi fece fare “cin cin” e bevemmo insieme.
Intanto Ramon aveva issato un tendalino azzurro che copriva parzialmente il prendisole posteriore. Poi mente lei mi invitò a stendermi in quel mezzo sole, lui andò a prua e si sedette sulla punta, con le gambe verso il mare e girandoci la schiena.
La barca era lunga 8,05 metri e quindi nel prendisole si godeva di una deliziosa intimità, con il dolce sciabordio del mare sul lucido scafo.
Io ero in uno stato euforico, di ebbrezza, per l’avventura, il bourbon, lo champagne, il profumo della contessa che emergeva dal prendisole che faceva trasparire il costume di liscio nylon bianco coi suoi pizzi.
Non pensavo a nulla , sentivo la sua voce che mi raccontava dei suoi figli, della sua solitudine, di sua figlia in particolare, e mi chiedeva ma a Milano, hai una ragazza e al mio dire si, in effetti, Cristina, una compagna di scuola, una bruna, con belle tette, “ma quando ti sei messo con lei ? “ “vi siete baciati” e io cercavo di stare sulle generali, dicendo “si mi piace, la trovo bellissima”, non sapevo se sbilanciarmi, “ … in effera bello confidarsi con lei, era eccitante, morboso, la situazione, l’acqua, il sesso era una nuvola presente, raccontai..” che ridere..in effetti prima dell’estate dopo lungo corteggiamento, fin da Natale, quando era venuta per combinazione coi suoi in montagna il vda dove ero io…siamo stati in un bar davanti al castello sforzesco, ...ci eravamo un po limonati, era sera, nessun cliente nel separè sopra, lei mi aveva aperto la camicia mi baciava sul petto, io le toccavo i seni poi ero arrivato a metterle una mano tra le gambe aveva gli hot jeans, un pò spessi, avevo dovuto sbottonarli, lei mi aveva infilato una mano nei pantaloni, mi aveva impugnato il pisello e io accarezzandole la figa tutta bagnata e sentendo la sua mano che pulsava, e baciandola, alla fine ero venuto nei pantaloni, lei aveva riso, aveva ritratto la mano, l’aveva un pò leccata, poi si era abbassata i jeans e aveva guidato per farmi entrare le dita e io avevo continuato a masturbarla con la bocca vicina alla sua che sospirava sempre più affannosa finchè avevo sentito che chiudeva le gambe e si bagnava a fiotti poi mi mugolava in un orecchio..vengooo e poi io avevo ancora bagnato un pò i pantaloni, poi ci siamo limonati ancora, e poi usciti dal separè, io la tenevo davanti per non farmi vedere i pantaloni bagnati..”
La contessa seguiva questi racconti con gli occhi chiusi….vedevo che le piaceva ..proseguii raccontando..” poi, al cinema, le toccai il seno, lei sospirava, apriva le gambe, io la masturbai sotto la minigonna, lei mi fece una sega..Insomma si siamo stati un po’ insieme..ma perchè le racconto queste cose? Mi fa vergognare… “
Ma col racconto mi ero eccitato, e anche lei….la guardai, intravedevo la parte tra le gambe del bikini bianco che si faceva un po’ trasparente, come se fosse bagnata. Lei aveva un
un cappello largo con un cordino sotto il mento, era appoggiata sul gomito, mi sorrise.. sospirò..” che bei ricordi “ si ari il prendisole in modo che il seno uscì un filo dal reggiseno, fece per trattenerlo, io guardavo, e avevo il pisello duro, al ricordo di quelle cose, lei sorrideva e disse , “calma calma, abbiamo tempo…!”
Mi chiesi, ma speravo in quello che leggendo vi aspettate, “per cosa?” e mi accarezzava il pisello sul costume, poi si girò del tutto e mi baciò sulla bocca.
Il seno era tutti sul mio petto io risposi, toccandolo, abbassai il balconcino, lei ebbe un fremito di piacere, mi abbracciò anche con le gambe, i capezzoli erano rosei perché il seno non era abbronzato,……. ma quello era troppo, mi divincolai, stavo per sborrarmi addosso, non volevo, sennò mi debilitavo, con la sua mano sul mio pisello,,,,, dissi “scusi, scusi”, mi alzai e mi gettai in acqua, lei rideva , si sporse dal bordo..
Disse “cosa fai ?Hai caldo ? aspetta che vengo anch’io!”
E si tolse il reggiseno e il prendisole e disse “ RAMON metti la scaletta “ e si tuffò di testa, mi raggiunse in acqua, mi abbracciò e mi baciò avvinghiandomi col le gambe in modo da sentire con la sua pancia il mio pisello duro, che per fortuna non era venuto.
La zona bassa della la sua pancia, che si stringeva a me, col pizzo mi solleticava la pancia, mi leccò dentro l’orecchio e disse tra le onde,” aspetta che ti insegno io, trattieniti, ti voglio scopare, stai calmo, poi farai bella figura con Cristina, Benedetta o chi vuoi tu..”
Io ero instupidito, mi lasciò e facemmo qualche bracciata intorno allo scafo, la cosa mi permise di ristabilire uno stato mentale semi normale.
Pensavo, nella mia ingenuità “Oddio, la contessa è ninfomane, il marito è via, non può darsi al primo che trova, circuisce i ragazzi della figlia, che roba torbida…comunque io non sono mica di nessuno, un’avventura in più che cosa vuoi che sia? un tuffo dove l’acqua è più blu, niente di più…non sapevo che mi stavo infilando in una situazione moooolto difficile..”
Abbastanza normalizzato, ma col pisello duro, risalii dietro di lei sulla scaletta di poppa, comodissima, in legno con antiscivolo grigio, lei si stese al sole e si asciugava con i piccoli asciugamani, e mi fece stendere vicino, .Ramon era sempre a cavallo della prua , immobile, il viso rivolto al vento, al mare.
Lei mi si avvicinò…disse “ti tolgo il sale” iniziò ad asciugarmi il petto, ma nel contempo mi leccava i capezzoli, poi giù sulla pancia bagnata e più giù, scostando gli slip, iniziandi a succhiarmi.
Era esperta e usava quel tanto di violenza tale da non farlo perdere il controllo, il leggero dolore della compressione alla base del coso mi impediva di venire, ero giovane, sarei venuto subito, poi la cosa si complicò perché lei si mise a cavallo della mia faccia e mi soffocava strusciando la figa ricoperta da costume bagnato, pizzo e tutto sulla mia bocca, tanto che dovetti intervenire con le mani, scostando il nylon bagnato dal mare e da lei stessa e leccare la cosa che pulsava. Era una cosa che non mi era capitata di frequente, le ragazze di allora prima di farsela leccare dovevi conoscerle bene.
Le mutandine erano sottili e tenendole scostate feci tutto a dovere, ero impegnato a farla godere con la bocca, percorrendo in circolo tutto il perimetro delle grandi labbra e poi le piccole e poi cercando con la lingua di entrare il più possibile dentro avanti indietro, e alla fine la contessa stava per venire, in un lago di umori..
Lei mi stingeva e succhiava e ad un dato momento urlò “vengooo vengooo bravoo daii “e mi strattonò il pisello e io eiaculai godendo e infilandole la lingua a metà figa.
Restammo così per un po’…poi lei si girò e disse “ che bravo, che entusiasmo, eh , ci vogliono i giovani !”

Poi chiamò Ramon, che era stato sempre ad osservare impassibile la linea dell’orizzonte, e dopo essersi avvolta in un morbido asciugamano e gli chiese di versarci ancora una coppa di champagne, cosa che lui fece.
Ne bevemmo un po’, il sole era ancora caldo, erano forse le sei, il mare immobile, una leggera brezza.
Lei prese il suo bicchiere, me lo mise tra le gambe, mentre ero seduto, estrasse il pisello di fianco al costume e me lo immerse nella coppa, poi dopo il lavacro, bevette il Kristal dalla coppa, e iniziò a succhirmelo fino a farlo diventare di nuovo duro.
Non ci volle molto
Non mi lasciò molto tempo per pensare, rapidamente si voltò e si mise a cavallo delle mie gambe, avvicinò il volto al mio e chiuse gli occhi. Ci baciammo mentre le mani iniziavano ad esplorare il suo corpo ancora sconosciuto. La sentivo piacevolmente ispirata, baciava con passione mentre strofinava il pube contro il mio sesso eccitato sia dalla situazione sia da lei… .
Disse “Facciamolo ora “ io le dissi “lei è più perversa di me!” E lei “Sono una donna! E’ tanto che aspetto un giovane come te!”
Pensavo d’essermi eccitato con la visione della Contessa ma lei era più eccitata di me, si sollevò e si spostò e io ebbi la visione degli slip che scendevano lungo le sue belle gambe.
La guardavo sfilarsi gli slip, colpito dal pube parzialmente depilato che forma una canyon boscoso solo al centro.
La contessa, una volta nuda s’inginocchiò dinanzi a me e mi sfilò il costume. Lei fissava il mio membro, sorrise e poi scese a bocca aperta per prenderlo. Io ero troppo eccitato, gustavo questa sensazione, e la lasciai fare……ma non mi aspettavo di sentirla chiamare “ Ramon! ahora!”
Lo sentii venire alle mie spalle camminare sul materassino bianco, vidi che si toglieva il costume, estraendo un coso veramente doppio del mio!
Ramon si chinò su di lei sempre carponi, tenendosi il membro con una mano e poi non lo vidi più, vidi che spingeva lentamente. Non dovevo sforzarmi per immaginare dove lo stesse puntando.
Volevo stimolarla di più ma non riuscivo a raggiungere il suo pube con la mano, perché lei era premuta contro di me, allora le stringevo i glutei.
Sentivo premere il seno e fare rotazione con forza sul mio petto, le nostre pelli s’incollavano, non riuscivamo a separarci. Lei ancheggiava con movimenti sempre più ampi, la sentivo chiudersi ritmicamente contro il mio membro mentre ogni suo muscolo si tendeva.
Improvvisamente la sua lingua si fermò, rimase immobile mentre respirava il mio fiato e fremeva. Percepii delle regolari e ritmiche contrazioni nel suo ventre: stava godendo di nuovo.
Mi afferrò il capo e lo trattenne per spingere con forza le sue labbra contro le mie, come se non volesse urlare e tentasse di spegnere dentro di me i gemiti che non riusciva a trattenere e questa tensione la aiutava a godere dentro.
Sussurrò “ Scusa… scusa… non c’è l’ho fatta!” – “Scusa perché ? “ domandai “Non ti ho aspettato!”….”aspetta”
La tenevo stretta contro di me mentre le baciavo le labbra dolcemente. La sentivo aprirsi lentamente mano a mano che si rilassava. “Solo un minuto e sono nuovamente pronta” mentre si alzava per farmi uscire. Disse “Ramon sei pronto?” non sentii la risposta
Lei si girò e venne a sedersi sulle mie ginocchia e questa volta il nostro contatto, era ancora più intimo. Lei spingeva il sedere sin contro il mio membro per sentirlo sulla pelle. Si apriva dolcemente e sussurrò “Ramon, ahora” e poi rivolta a me “ adesso si continua…e viene il bello… o non c’è la fai più?”
Scostando la testa e i suoi meravigiosi capelli, vidi Ramon che
puntava nuovamente il suo membro e spingeva, e con quella spinta il corpo di lei veniva schiacciato contro di me e così il mio pistolino duro penetrò nell’ano della Contessa, lubrificato da quanto prima era venuto fuori dalla vagina.
Guardavo di fianco il volto stravolto di lei che dissimulava il piacere assumendo uno sguardo perso nell’orizzonte, a poco a poco si mise ad ansimare non poteva più trattenersi e neppure io, era tutta aperta, si muoveva al ritmo dei colpi di Ramon mentre io cercavo di accontentarla, ma ero imbarazzato, sentivo dento il coso dell’altro che andava e veniva, ero tutto sudato..che situazione ! In che situazione mi ero cacciato !
Mi stupivo che anche Ramon non fosse in qualche modo imbarazzato, ma, in una famiglia di attori, fare la parte di una banderilla insieme ad altre doveva essere una cosa abbastanza normale….lei l’aveva scelto e ora l’aveva abituato e lo voleva così e mentre lui le violava la sua natura fino al collo dell’utero, la vidi godere in modo diverso da prima. Lui spingeva con forza e lei urlava ormai come una ossessa, se uno avesse sentito poteva apparire uno sfogo di dolore ma il viso diceva altro, la vidi chiudere gli occhi e concentrarsi: dalla schiena, appoggiano l’orecchio, sentivo il cuore ad un ritmo pazzesco, pensai che stesse per svenire.
Rivoltò gli occhi aperti, le pupille rivoltate, vedevo occhi solo bianchi, era in preda all’orgasmo. Ramon si muoveva incurante, io ero è dietro di lei e non mi poteva vedere.
Dopo l’urlo sul mare, la Contessa non gemeva, non diceva nulla, godeva ed era bellissima. Capivo che cercava comunque l’orgasmo totale, le stinsi il seno e eiaculai anch’io come un vulcano, e lei ebbe un nuovo orgasmo e poi sentii le pulsazioni di Ramon e poi le sue, aveva cercato di concedere a Ramon la soddisfazione di vederla godere. Solo per lui. Capii.. era Ramon che amava..

Nel tramonto , sul mare calmo e deserto, noi tre ci disconnettemmo lentamente esausti, tutti i sessi erano molto grondanti di silicone e altri umori , colavano sul materassino di pelle bianca dell’Aquarama. Ecco a cosa servivano i morbidi asciugamani.
Ramon pulì se stesso e delicatamente la zona inguinale della Contessa..
Mi porse un towel, ed io feci lo stesso, poi lui andò a prua a rivedere l’orizzonte.
Lei si era ricomposta, mi sorrise e disse: “ è stata la tua punizione, vedi, stai con una che ti usa, non ti ama, sei uno strumento, un dildo in carne e ossa, capisci cosa intendo ? “
“Comunque hai goduto, sei arrivato ai vertici del piacere, questo è il tuo impegno, con le donne, almeno una raggiunge il cielo, poi, fa niente se l’uomo è uno stronzo, ti offende….questo l’ho detto a Marzia, ma lei mi ha detto che l’hai fatta godere, almeno una volta…almeno questo l’hai fatto di buono..poi aiutala a mettersi con qualche amico che l’apprezzi, che la faccia godere, non c’è altro al mondo..”
“Ramon, vedi, lui mi ama, ma non possiamo stare insieme ufficialmente, sai..la famiglia..mio marito non vuole il divorzio, per motivi sociali..ma lui è un pervertito..non riese a fare l’amore se non con due o tre donne..ha corrotto anche me, anch’io ho bisogno di due o più amanti insieme, da quella volta coi attori..!”
“ti ho punito, ma adesso sei un attore , mi hai infilzato, ti voglio bene..dai..facciamo un tuffo !
Scavalcammo il bordo dell’Aquarama e ci tuffammo nel mare tiepido col sole delle 8 d’agosto che stava per tuffarsi in mare.
L’Aquarama galleggiava quasi immobile alla cappa, con Ramon, l’infelice per amore Ramon, seduto a cavallo della prua che scrutava l’orizzonte e il legno lucido che rifletteva il sole rosso con le sue s



Io ero in uno stato euforico, di ebbrezza, per l’avventura, il bourbon, lo champagne, il profumo della contessa che emergeva dal prendisole che faceva trasparire il costume di liscio nylon bianco coi suoi pizzi.
Non pensavo a nulla , sentivo la sua voce che mi raccontava dei suoi figli, della sua solitudine, di sua figlia in particolare, e mi chiedeva ma a Milano, hai una ragazza e al mio dire si, in effetti, Cristina, una compagna di scuola, una bruna, con belle tette, “ma quando ti sei messo con lei ? “ “vi siete baciati” e io cercavo di stare sulle generali, dicendo “si mi piace, la trovo bellissima”, non sapevo se sbilanciarmi, “ … in effera bello confidarsi con lei, era eccitante, morboso, la situazione, l’acqua, il sesso era una nuvola presente, raccontai..” che ridere..in effetti prima dell’estate dopo lungo corteggiamento, fin da Natale, quando era venuta per combinazione coi suoi in montagna il vda dove ero io…siamo stati in un bar davanti al castello sforzesco, ...ci eravamo un po limonati, era sera, nessun cliente nel separè sopra, lei mi aveva aperto la camicia mi baciava sul petto, io le toccavo i seni poi ero arrivato a metterle una mano tra le gambe aveva gli hot jeans, un pò spessi, avevo dovuto sbottonarli, lei mi aveva infilato una mano nei pantaloni, mi aveva impugnato il pisello e io accarezzandole la figa tutta bagnata e sentendo la sua mano che pulsava, e baciandola, alla fine ero venuto nei pantaloni, lei aveva riso, aveva ritratto la mano, l’aveva un pò leccata, poi si era abbassata i jeans e aveva guidato per farmi entrare le dita e io avevo continuato a masturbarla con la bocca vicina alla sua che sospirava sempre più affannosa finchè avevo sentito che chiudeva le gambe e si bagnava a fiotti poi mi mugolava in un orecchio..vengooo e poi io avevo ancora bagnato un pò i pantaloni, poi ci siamo limonati ancora, e poi usciti dal separè, io la tenevo davanti per non farmi vedere i pantaloni bagnati..”
La contessa seguiva questi racconti con gli occhi chiusi….vedevo che le piaceva ..proseguii raccontando..” poi, al cinema, le toccai il seno, lei sospirava, apriva le gambe, io la masturbai sotto la minigonna, lei mi fece una sega..Insomma si siamo stati un po’ insieme..ma perchè le racconto queste cose? Mi fa vergognare… “
Ma col racconto mi ero eccitato, e anche lei….la guardai, intravedevo la parte tra le gambe del bikini bianco che si faceva un po’ trasparente, come se fosse bagnata. Lei aveva un
un cappello largo con un cordino sotto il mento, era appoggiata sul gomito, mi sorrise.. sospirò..” che bei ricordi “ si ari il prendisole in modo che il seno uscì un filo dal reggiseno, fece per trattenerlo, io guardavo, e avevo il pisello duro, al ricordo di quelle cose, lei sorrideva e disse , “calma calma, abbiamo tempo…!”
Mi chiesi, ma speravo in quello che leggendo vi aspettate, “per cosa?” e mi accarezzava il pisello sul costume, poi si girò del tutto e mi baciò sulla bocca.
Il seno era tutti sul mio petto io risposi, toccandolo, abbassai il balconcino, lei ebbe un fremito di piacere, mi abbracciò anche con le gambe, i capezzoli erano rosei perché il seno non era abbronzato,……. ma quello era troppo, mi divincolai, stavo per sborrarmi addosso, non volevo, sennò mi debilitavo, con la sua mano sul mio pisello,,,,, dissi “scusi, scusi”, mi alzai e mi gettai in acqua, lei rideva , si sporse dal bordo..
Disse “cosa fai ?Hai caldo ? aspetta che vengo anch’io!”
E si tolse il reggiseno e il prendisole e disse “ RAMON metti la scaletta “ e si tuffò di testa, mi raggiunse in acqua, mi abbracciò e mi baciò avvinghiandomi col le gambe in modo da sentire con la sua pancia il mio pisello duro, che per fortuna non era venuto.
La zona bassa della la sua pancia, che si stringeva a me, col pizzo mi solleticava la pancia, mi leccò dentro l’orecchio e disse tra le onde,” aspetta che ti insegno io, trattieniti, ti voglio scopare, stai calmo, poi farai bella figura con Cristina, Benedetta o chi vuoi tu..”
Io ero instupidito, mi lasciò e facemmo qualche bracciata intorno allo scafo, la cosa mi permise di ristabilire uno stato mentale semi normale.
Pensavo, nella mia ingenuità “Oddio, la contessa è ninfomane, il marito è via, non può darsi al primo che trova, circuisce i ragazzi della figlia, che roba torbida…comunque io non sono mica di nessuno, un’avventura in più che cosa vuoi che sia? un tuffo dove l’acqua è più blu, niente di più…non sapevo che mi stavo infilando in una situazione moooolto difficile..”
Abbastanza normalizzato, ma col pisello duro, risalii dietro di lei sulla scaletta di poppa, comodissima, in legno con antiscivolo grigio, lei si stese al sole e si asciugava con i piccoli asciugamani, e mi fece stendere vicino, .Ramon era sempre a cavallo della prua , immobile, il viso rivolto al vento, al mare.
Lei mi si avvicinò…disse “ti tolgo il sale” iniziò ad asciugarmi il petto, ma nel contempo mi leccava i capezzoli, poi giù sulla pancia bagnata e più giù, scostando gli slip, iniziandi a succhiarmi.
Era esperta e usava quel tanto di violenza tale da non farlo perdere il controllo, il leggero dolore della compressione alla base del coso mi impediva di venire, ero giovane, sarei venuto subito, poi la cosa si complicò perché lei si mise a cavallo della mia faccia e mi soffocava strusciando la figa ricoperta da costume bagnato, pizzo e tutto sulla mia bocca, tanto che dovetti intervenire con le mani, scostando il nylon bagnato dal mare e da lei stessa e leccare la cosa che pulsava. Era una cosa che non mi era capitata di frequente, le ragazze di allora prima di farsela leccare dovevi conoscerle bene.
Le mutandine erano sottili e tenendole scostate feci tutto a dovere, ero impegnato a farla godere con la bocca, percorrendo in circolo tutto il perimetro delle grandi labbra e poi le piccole e poi cercando con la lingua di entrare il più possibile dentro avanti indietro, e alla fine la contessa stava per venire, in un lago di umori..
Lei mi stingeva e succhiava e ad un dato momento urlò “vengooo vengooo bravoo daii “e mi strattonò il pisello e io eiaculai godendo e infilandole la lingua a metà figa.
Restammo così per un po’…poi lei si girò e disse “ che bravo, che entusiasmo, eh , ci vogliono i giovani !”

Poi chiamò Ramon, che era stato sempre ad osservare impassibile la linea dell’orizzonte, e dopo essersi avvolta in un morbido asciugamano e gli chiese di versarci ancora una coppa di champagne, cosa che lui fece.
Ne bevemmo un po’, il sole era ancora caldo, erano forse le sei, il mare immobile, una leggera brezza.
Lei prese il suo bicchiere, me lo mise tra le gambe, mentre ero seduto, estrasse il pisello di fianco al costume e me lo immerse nella coppa, poi dopo il lavacro, bevette il Kristal dalla coppa, e iniziò a succhirmelo fino a farlo diventare di nuovo duro.
Non ci volle molto
Non mi lasciò molto tempo per pensare, rapidamente si voltò e si mise a cavallo delle mie gambe, avvicinò il volto al mio e chiuse gli occhi. Ci baciammo mentre le mani iniziavano ad esplorare il suo corpo ancora sconosciuto. La sentivo piacevolmente ispirata, baciava con passione mentre strofinava il pube contro il mio sesso eccitato sia dalla situazione sia da lei… .
Disse “Facciamolo ora “ io le dissi “lei è più perversa di me!” E lei “Sono una donna! E’ tanto che aspetto un giovane come te!”
Pensavo d’essermi eccitato con la visione della Contessa ma lei era più eccitata di me, si sollevò e si spostò e io ebbi la visione degli slip che scendevano lungo le sue belle gambe.
La guardavo sfilarsi gli slip, colpito dal pube parzialmente depilato che forma una canyon boscoso solo al centro.
La contessa, una volta nuda s’inginocchiò dinanzi a me e mi sfilò il costume. Lei fissava il mio membro, sorrise e poi scese a bocca aperta per prenderlo. Io ero troppo eccitato, gustavo questa sensazione, e la lasciai fare……ma non mi aspettavo di sentirla chiamare “ Ramon! ahora!”
Lo sentii venire alle mie spalle camminare sul materassino bianco, vidi che si toglieva il costume, estraendo un coso veramente doppio del mio!
Ramon si chinò su di lei sempre carponi, tenendosi il membro con una mano e poi non lo vidi più, vidi che spingeva lentamente. Non dovevo sforzarmi per immaginare dove lo stesse puntando.
Vidi che diceva qualcosa nell’orecchio della Contessa, che strinse i denti e serrò gli occhi. Improvvisamente vidi Ramon dare un colpo di reni e capii che era entrato in lei.
La Contessa si lasciò sfuggire un gemito di dolore ma subito notai il suo viso distendersi e modificare l’espressione in una di piacere e diceva “ ohh siii, cosiiiì..ohh che bello..mi riempi tutta..oleèè olleèè..arribaaaa.arriba..” pensavo che lo spagnolo la eccitasse..mi avrebbe raccontato in seguito la sua prima esperienza a 27 anni, con tre uomini, di cui uno un attore il fratello di Ramon, che si chiamava Estebàn, nella sala dei ricevimenti del consolato italiano di Madrid, mentre suo marito scopava due ragazze andaluse vestite in modo tradizionale coi pizzi..e lei era stata merce di scambio perché suo marito potesse averle..”
Chiuse gli occhi e si mosse a scatti, inarcando la schena e sollevando la testa al cielo e quindi sollevando la bocca dal mio pisello, ma sempre tenendolo in mano..capii che aveva avuto un orgasmo. Sentivo che Ramon ancora spingeva ritmicamente…La contessa poi disse “Ramon Fermati! Vieni qua!” e mi guardò con un sorriso malizioso, si alzò in piedi e si pose dinanzi a me a gambe aperte. La fissavo mentre prendevo in mano il mio membro già troppo sollecitato e lo trattenevo verticale. La baciai nel canyon boscoso…colava di liquido suo e pensai di Ramon…ero sconvolto, le dissi “ Venga!” la invitavo indicando con lo sguardo il pene e lei
appoggiandosi alle mie spalle scese, io le fui immediatamente dentro: era eccitatissima, aperta e capiente. Non emetteva un gemito, scendeva sino in fondo e continuava con la bocca a cercare ancora i miei baci.
Con le labbra unite e le lingue che si contendono lo spazio ognuna nella bocca dell’altra iniziammo a muoverci. Tramite le lingue ci scambiavamo parte del piacere che reciprocamente ci davamo con mie spinte e suoi ancheggiamenti.
Volevo stimolarla di più ma non riuscivo a raggiungere il suo pube con la mano, perché lei era premuta contro di me, allora le stringevo i glutei.
Sentivo premere il seno e fare rotazione con forza sul mio petto, le nostre pelli s’incollavano, non riuscivamo a separarci. Lei ancheggiava con movimenti sempre più ampi, la sentivo chiudersi ritmicamente contro il mio membro mentre ogni suo muscolo si tendeva.
Improvvisamente la sua lingua si fermò, rimase immobile mentre respirava il mio fiato e fremeva. Percepii delle regolari e ritmiche contrazioni nel suo ventre: stava godendo di nuovo.
Mi afferrò il capo e lo trattenne per spingere con forza le sue labbra contro le mie, come se non volesse urlare e tentasse di spegnere dentro di me i gemiti che non riusciva a trattenere e questa tensione la aiutava a godere dentro.
Sussurrò “ Scusa… scusa… non c’è l’ho fatta!” – “Scusa perché ? “ domandai “Non ti ho aspettato!”….”aspetta”
La tenevo stretta contro di me mentre le baciavo le labbra dolcemente. La sentivo aprirsi lentamente mano a mano che si rilassava. “Solo un minuto e sono nuovamente pronta” mentre si alzava per farmi uscire. Disse “Ramon sei pronto?” non sentii la risposta
Lei si girò e venne a sedersi sulle mie ginocchia e questa volta il nostro contatto, era ancora più intimo. Lei spingeva il sedere sin contro il mio membro per sentirlo sulla pelle. Si apriva dolcemente e sussurrò “Ramon, ahora” e poi rivolta a me “ adesso si continua…e viene il bello… o non c’è la fai più?”
Scostando la testa e i suoi meravigiosi capelli, vidi Ramon che
puntava nuovamente il suo membro e spingeva, e con quella spinta il corpo di lei veniva schiacciato contro di me e così il mio pistolino duro penetrò nell’ano della Contessa, lubrificato da quanto prima era venuto fuori dalla vagina.
Guardavo di fianco il volto stravolto di lei che dissimulava il piacere assumendo uno sguardo perso nell’orizzonte, a poco a poco si mise ad ansimare non poteva più trattenersi e neppure io, era tutta aperta, si muoveva al ritmo dei colpi di Ramon mentre io cercavo di accontentarla, ma ero imbarazzato, sentivo dento il coso dell’altro che andava e veniva, ero tutto sudato..che situazione ! In che situazione mi ero cacciato !
Mi stupivo che anche Ramon non fosse in qualche modo imbarazzato, ma, in una famiglia di attori, fare la parte di una banderilla insieme ad altre doveva essere una cosa abbastanza normale….lei l’aveva scelto e ora l’aveva abituato e lo voleva così e mentre lui le violava la sua natura fino al collo dell’utero, la vidi godere in modo diverso da prima. Lui spingeva con forza e lei urlava ormai come una ossessa, se uno avesse sentito poteva apparire uno sfogo di dolore ma il viso diceva altro, la vidi chiudere gli occhi e concentrarsi: dalla schiena, appoggiano l’orecchio, sentivo il cuore ad un ritmo pazzesco, pensai che stesse per svenire.
Rivoltò gli occhi aperti, le pupille rivoltate, vedevo occhi solo bianchi, era in preda all’orgasmo. Ramon si muoveva incurante, io ero è dietro di lei e non mi poteva vedere.
Dopo l’urlo sul mare, la Contessa non gemeva, non diceva nulla, godeva ed era bellissima. Capivo che cercava comunque l’orgasmo totale, le stinsi il seno e eiaculai anch’io come un vulcano, e lei ebbe un nuovo orgasmo e poi sentii le pulsazioni di Ramon e poi le sue, aveva cercato di concedere a Ramon la soddisfazione di vederla godere. Solo per lui. Capii..
era Ramon che lei amava

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