tradimenti
Famiglia in vacanza nella villa in costa azzurra 1
di forrestsherman
13.05.2021 |
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"Nuotarono e giocarono per parecchi minuti..."
Suzette era sempre una bella donna, ed ora un filo in carne. Era golosa, e un po’ la ciccia ricopriva le sue fattezze che erano state molto belle, ma un po’ di sovrappeso non dispiaceva a Leon che ne apprezzava le doti di femmina vogliosa, un po’ civetta con gli uomini, rea di qualche scopata di sfroso quando si occupava di arte, con i malestri pittori, ma a lui era sempre piaciuta, e lo faceva impazzire a letto con urletti di orgasmo simili a versi di un porcellino preso per le gambe.Elène, l’amica inglese di Michelle, compagna di college, era l’unica ospite della famiglia: era una ragazza bellissima, molto magra e aveva un viso dai tratti un po’ orientalegguanti, per i cromosomi di una nonna cinese, fin troppo netti per una bellezza classica, ma che la facevano notare tra le ragazze delle spiagge della costa.
Aveva splendidi occhi azzurri, bei capelli neri, e un modo di fare misterioso, che faceva in genere molta presa su tutti gli uomini, ragazzi e adulti.
Quel pomeriggio, la osservava la padrona di casa Suzette, mentre si sistemava sul lettino delle piscina sul prendisole, in costume da bagno scuro…pensava “ da giovane, meditò, doveva essere stata una bella donna, alta e formosa. Forse non magra come Michelle, la sua compagna di stanza al college, che aveva avuto modo di tastare bene in qualche notte d’amore, nelle buie notti inglesi, ma del resto ogni tempo aveva i suoi canoni di bellezza, e alla sua epoca la magrezza non era certo considerata un pregio come oggi”.
Le forme della donna erano visibili anche oggi: il seno era prosperoso, nel costume. Ma non più sodo come un tempo.
Elène si trovava nella veranda, uno dei luoghi più utilizzati della villa: lì finora avevano fatto colazione, pranzato e si erano fermati la sera, sui divanetti attorno al tavolo, a giocare a carte, fumare e chiacchierare.
Anche Elène era in costume, un due pezzi blu scuro piuttosto carino, adatto ad essere indossato in villa durante il giorno.
Nel complesso, comunque, Michelle senz’altro più carina: di poco più alta, altrettanto magra, ma con curve più accentuate e meglio distribuite e con un viso simpatico e carino, dai tratti meridionali, i capelli castani scuri e gli occhi profondi.
Leon, il capofamiglia e padrone di casa, era a pochi metri da lei, e stava sistemando qualcosa della villa Elène non sapeva cosa. Aveva sempre parecchio da fare.
Stare dietro alla villa era il suo hobby. In quel momento indossava dei calzoncini di costume rossi, lunghi al ginocchio, ovviamente firmati, ed era a torso nudo.
Oscar, il secondo figlio di Suzette con Leon, era maniacodi fotografia e in particolare di quella un po’ erotica, aveva un collezione di migliaia di foro scaricate da facebook su cui aveva vari profili fake collegati al gran arte delle attrici , modelle, escore e pornostar presenti, e anche da Istagram, Pinterest, Tumblr e twitter.
Inoltre il suo dieltto estivo era passare sulle balconate delle spiagge con un potente teleobbiettivo e fotografare le donne stese a prendere il sole .
Nelle passeggiate lungomare faceva la caccia alle ragazze che passavano.
Era segretamente innamorato della cameriera marocchina Aziza, che sapeva che a volte veniva trombata da suo papà, e cercav di fotografarla nei momenti di intimità, o in piscina o nella su astessa camera, la cui porta lei lasciava aperta apposta.
Poi delle foto faceva uso personale, masturbandosi per intere serate, aiutandosi anche con qualche pezzo di biancheria intima, meglio se sporca, che riusciva a trafugare alle donne di casa, non facendo differenza ta mamma, sorellastra, cameriere o ospiti.
La nuova camerierina normanna appena assunta stava scalzando la sua passione per Aziza. Con quei suo peli pubici candidi tagliati fino all’attaccatura del solco, che aveva visto spiando nella sua doccia.
Leon era abbronzato. Anche lui era leggermente sovrappeso, ma non di molto: da giovane era stato un tipo sportivo, campione di Golf.
Michelle, la sua figliastra, indossava il reggipetto del costume, in questo caso un bikini marrone con coppe classiche, e degli shorts, in questo caso rossi.
Non era solita stare semplicemente in costume, in casa, Elène se ne era accorta, ma aveva deciso di mantenere le proprie abitudini e stare quasi sempre in bikini, anche perché aveva notato che sia Suzette che Leon passavano la giornata in costume senza problemi, e si presentavano spesso così anche a tavola.
- Eccomi! - disse Michelle allegramente. - Andiamo in spiaggia allora? - Yes. Nella borsa c’è già tutto? Verificarono di avere da leggere, e recuperarono borsa e ombrellone. Poi si spostarono a poppa, dove c’era la passerella e dove trafficava Leon
Michelle passò per prima, salutandolo. - Ciao Leon , noi andiamo in spiaggia! - Va bene, ciao cara. Elène si fermò un momento sulla soglia della zona piscina. - Cosa sta aggiustando? Leon alzò lo sguardo. Elène , in piedi un po’ più in alto di lui, era in bikini, con la sacca dell’ombrellone in spalla. Era magra, abbronzata, le gambe sottili, non lunghissime, lisce, il ventre piatto. Il costume era piccolo, sia nel taglio, che proprio nelle dimensioni delle coppe. Lo guardava da dietro i grandi occhiali da sole scuri, squadrati come andava di moda. L’uomo le sorrise. - Sto pulendo le guarnizioni del circuito dell’acqua della piscina. - Ah, allora è importante - commentò Elène , con tono affascinato. Leon non capì fino a che punto scherzava - non lo capiva quasi mai. - Beh… tutto è importante e costoso, in questa casa! - scherzò. Elène si limitò a sorridere, e proseguì, raggiungendo Michelle. C’erano diverse spiagge attorno al porto del paese e potevano essere raggiunte a piedi in pochi minuti di cammino.
Le due ragazze tornarono dalla spiaggia verso le sei di sera. Michelle fu la prima a farsi la doccia. Elène sedette in veranda, su un divanetto, con le gambe raccolte, ad aspettare. Indossava ancora gli occhiali da sole, e ogni tanto trafficava con il cellulare.
Suzette e Leon le avevano salutate al loro rientro. Suzette era ancora in piscina, a prendere l’ultimo sole, e fumava una sigaretta.
Leon indossava una polo: probabilmente era stato in paese a comprare qualcosa per la villa. Quando Elène sedette, l’uomo era alla piscina con la moglie. Pochi minuti dopo tornò indietro ed apparve in veranda. Mani sui fianchi, sorrise a Elène - Allora, era bello in spiaggia? - Sì - sorrise Elène . - Non c’è tanta gente. - No… il grosso arriverà settimana prossima. Adesso è ancora presto.
Elène scriveva al cellulare, e l’uomo le diede un’occhiata discreta. Il reggiseno del costume era carino, giovane e al tempo stesso elegante. E le coppe piuttosto piccole. Una seconda scarsa, giudicò Leon . Le osservò il decoltée magro, intravide la forma delle clavicole. Vide il leggero rigonfiamento morbido sul petto, che spariva nelle coppe del reggiseno, e notò una vena, appena percepibile in trasparenza, vagamente verdognola, che scendeva dal petto lungo l’attaccatura del seno destro. Anch’essa spariva dietro al costume.
Elène posò infine il cellulare e si alzò in piedi, stirandosi e sbadigliando. Si accostò a Leon , anche lei mani sui fianchi.
Michelle nel frattempo aveva finito. Si affacciò per dire a Elène che la doccia era libera ma che l’acqua ristagnava nello scarico e poi si infilò nella loro stanza. - Allora come faccio? … - scherzò la ragazza, muovendosi verso l’interno. Leon disse, aspetta che vengo a vdere se posso sturare lo scarico .
Entrarono entrambi, prima Elène poi Leon , e si diressero al bagno. Elène aprì la porta. Dentro tutto era bagnato per la doccia appena fatta da Michelle e il costume da bagno della ragazza era nel lavandino.- Guarda… entra pure - le disse Leon . Elène entrò, e restò in piedi nel bagnetto, grande all’incirca come due cabine da doccia normali. Elène si piegò in avanti col busto, mantenendo le gambe dritte, per guardare più da vicino il buco dello scarico otturato. - Ma quindi l’acqua non va giù…dobbiamo svuotarla?
A Leon scivolò un momento lo sguardo sulla schiena e poi sui glutei della ragazza, piccoli, magri e sodi, coperti solo in parte dal costumino sgambato. - Sì, l’ho già svuotata io ieri sera con il sifone. - Ah… ecco che cos’era quel rumore… che ho chiesto a Michelle se c’era un animale in casa.. Di nuovo Leon rise.
Elène era di nuovo dritta, girata ora verso di lui. Leon notò che aveva una mano appoggiata al lavandino, mentre con l’altra si sfiorava il ventre piatto e dritto. Per un istante restarono in silenzio, immobili. Elène aveva uno sguardo diretto, con quegli occhi chiari e luminosi, e Leon , come spesso capitava, dopo poco scostava lo sguardo. Questa volta gli cadde di nuovo sulla sottile vena che le si vedeva in trasparenza sul petto, a destra.
Poi, più in basso, sulla mano di lei, che era scivolata sul basso ventre, ed il cui pollice toccava il bordino elastico degli slip.
Percependo che la situazione stava diventando vagamente imbarazzante, Leon sorrise ancora e si mosse. - Bene - disse, un po’ scende, - se hai bisogno chiamami. O chiama Michelle - aggiunse subito, correggendosi. - Ok - disse Elène , con un sorriso, e lo guardò allontanarsi. Prima di fare la doccia Elène andò in camera, dove la sua compagna si stava cambiando, le diede un bacio sulla bocca, le disse “ grazie di avermi invitato qui, è tutto così bello…poi ..il tuo patrigno..papà..è così gentile, affascinante…sai, nel bagnetto con lui mi sono bagnata sotto…”
Michelle disse “ dai..lascialo stare brutta troia…non complichiamoci la vita qui…già abbiamo tutti i cazzi che vogliamo in college…sei qui per fare vacanza…!”
Leon , che si era fermato in veranda, senza nulla in particolare da fare, la sentì poi tornare verso il bagno, e gettò un occhio all’interno vedendola passare: di spalle, aveva le braccia conserte dalle quali pendeva un asciugamano. Indossava ancora gli slip del costume, ma non più il reggiseno: la lunga schiena era nuda, magra ma piena, dritta, delicata, un formicolio gli trapassò la prostata.
Quella sera cenarono in paese. Dopo cena, in veranda, bevendo del liquore e giocando a carte.
La mattina seguente Suzette e le due ragazze si recarono in paese a fare spesa. Pranzarono tutti quanti in casa, e subito dopo pranzo Leon andò in paese da solo, per prendere alcuni attrezzi che gli mancavano.
Faceva caldo, e il porto era tranquillo. Suzette si era stesa a prua. Dopo una mezz’ora, tornò in piscina per parlare alle ragazze, che non sentiva da un po’ di tempo. - Ragazze - chiamò piano, dalla veranda. – Michelle, Elène? - Sì - risposero entrambe, in coro. Poi Michelle aggiunse: - siamo in camera, mammai.
Suzette entrò e scese i pochi gradini che portavano alle stanza da letto, quindi svoltò a sinistra. La porta della loro camera era aperta, Michelle e Elène erano stese sul letto a riposare, si sentiva un odore intenso che lei riconobbe come di sessi femminili eccitati.
Suzette si fermò sulla soglia e le due ragazze girarono la testa all’indietro e le sorrisero. Michelle era stesa a sinistra. In bikini, aveva in mano un giornale di gossip. Elène , alla sua destra, aveva una giornale di cruciverbi e una biro. Elène aveva il bikini del giorno prima, ma soltanto gli slip: era senza reggiseno.
Sul momento, Suzette rimase un po’ sorpresa. Poi subito pensò che in casa c’erano solo loro, tutte donne. E sapeva che le ragazze erano amiche intime.
In ogni caso non poté trattenersi dall’osservare brevemente il petto di Elène : il piccolo seno, di forma appuntita, piramidale, sodo ma appena accennato, era appena più chiaro del resto del busto magro, ed era sormontato da piccoli capezzoli scuri, circolari che in quel momento stillavano una goccia di liquido. - Stavate riposando? - chiese la donna dopo un attimo, un po’ ingenuamente, con un sorriso. - Sì - confermò Michelle ..mamma, sai dopo l’orgasmo…e le indicò un vibratore viola a due punte che giaceva sul comodino, ancora imperlato di umori vaginali. - Cioè, io sto facendo un cruciverba difficilissimo… - scherzò Elène- mi fa eccitare tutta! Sono sudata! Perdo sudore perfino dai capezzoli! - Fa caldo - aggiunse Michelle - Sì, oggi non c’è aria… Volevo chiedervi se volevate un caffè - propose. Le ragazze rifiutarono, ma Michelle chiese invece da bere. Suzette andò allora, con disponibilità materna, a riempire loro due bicchieri di succo fresco. Tornò in camera e questa volta entrò. Si sporse su di loro e depositò un bicchiere in mano a ciascuna. Le sembrò un po’ strano porgerlo a Elène , che teneva le mani proprio sopra il piccolo, giovane seno nudo. Ma subito Suzette si diede mentalmente della vecchia ammuffita. Per tanti anni lei stessa aveva fatto regolarmente topless in spiaggia. E aveva un seno ben più… importante di quello di Elène e la masturbazione tra donne l’aveva praticata anche lei in college.
- Stavo pensando di andare ancora in paese per il pesce… così non devo tornare stasera - disse, mentre le ragazze, sollevatesi a sedere, bevevano. - Andiamo anche noi? - chiese Michelle a Elène - o io ho caldo - rispose secca Elène . - Dai io vado… tu aspetti qui?
- Ok. Decisero le ragazze, Suzette non seppe cosa aggiungere. Poco dopo, Michelle e sua mamma si incamminarono verso il paese.
Rimasta sola in casa, Elène si alzò. Così com’era, in slip e a seno nudo, camminò nella veranda e si affacciò a guardare la zona piscina. Si girò, e camminò ancora nella tavernetta deserta. Alzò le braccia in aria, stirandosi, e mormorò: - Aaah… finalmente. Tutta mia… - Si fermò, sorrise: - La mia villa- aggiunse, per scherzare.
Tornò in camera a prendere il giornale di cruciverba , e con essa si stese su un divano in piscina . Vestita dei soli slip. Da sola.
Alcuni minuti più tardi, Elène era ancora sola quando sentì parlare e un rumore di auto n avvicinamento. Si alzò, incuriosita, e guardò fuori dalla finestra : vide una Jaguar XK in avvicinamento, e sapeva che chi era in una villa doveva occuparsi di chi veniva, anche per prudenza.. Elène uscì allora in veranda, per cominciare, ad osservare. Vedendo l’auto di lusso puntare dritta verso il loro cancello, Elène andò e si sporse a guardare dalla porticina attigua.
L’uomo, alla guida le fece un cenno e un sorriso, e disse “grazie”. Lei rispose salutando. Intanto contrasse nuovamente i muscoli del corpo magro e seminudo, per spingere il cancello in modo che non sbattesse. Nell’auto c’era una bella donna, che non faceva alcunchè. Elène ebbe l’impressione che la stesse fissando. Sorrise e la salutò, ma quella non rispose. L’auto si fermò nel piazzale ed Elène si raddrizzò e rimase a guardare, mani sui fianchi, senza più nascondere, ormai, il petto nudo.
In quel mentre sentì dei passi dietro di lei . Si girò, e vide Leon , che tornava con un sacchetto di plastica in mano.
L’uomo osservò i nuovi arrivati, giudicò che fossero gente che andava nella villa vicina e non da loro, e aveva naturalmente già visto Elène da lontano, e non poteva non essersi accorto del fatto che indossava soltanto gli slip del costume.
Elène si voltò e scese in veranda, andandogli incontro. Mantenne una mano su un fianco, mentre l’altra se l’appese ad una spalla, coprendosi così parzialmente, con vago pudore, almeno un seno.
Fissò in ogni caso Leon con sguardo diretto e con un sorriso che mostrava sicurezza.
- E’ arrivata la macchina all’improvviso. Ero in camera a dormire, sono uscita di corsa, non conosco i vostri amici, o avevo paura che fossero ladri…
Parlò piano, e anche Leon le rispose a voce bassa, guardando la Jaguar appena parcheggiata .
- E’ sempre così… vengono qui, si posteggiano, poi , magari trovi le sorprese… vetri rotti, o peggio.
- Ma quei due mi sembrano gente per bene, la donna se ne stava seduta… io ero appesa al portino a guardare che erano e lei stava lì seduta tranquilla, a guardare. Almeno l’uomo mi ha fatto un cenno di saluto! - Tsk! Tipico… la dama di bordo…
Elène si voltò, e tornò verso la villa, dando le spalle a Leon che si rese conto in quel momento, osservandola da dietro, che le stava vedendo il corpo interamente nudo, eccezion fatta per i sottili slip. Per il resto, la stava guardando nuda.
Erano uno accanto all’altra, in piedi. Appena si raddrizzarono, il proprietario della Jaguar venne verso il cancello di fronte a loro.
- Buongiorno! - disse l’uomo, un po’ sovrappeso.
Leon e Elène salutarono entrambi.
- Questa è la villa Giunchiglia? - chiese quello.
- Sì, siamo noi - lo rassicurò Leon .
- Bene. - Poi, rivolgendosi direttamente a Elène , l’uomo disse: - Grazie per l’aiuto all’ingresso. Scusi se l’abbiamo spaventata! po’…
- Eh, insomma… E’ che ero sola e mi sentivo “ una guardiana” …
Mentre parlava, entrambi gli uomini la guardavano, sorridendo.
- Eh lo so, queste ville queste sono solitarie - ammise l’uomo. - Voi siete in vacanza o vivete qui?
- No, viviamo qui - rispose Leon .
- Eh, sembra un bel posto. Vi trovate bene? - chiese ancora, questa volta rivolgendosi a Elène .
La ragazza sorrise e rispose come se fosse lei la proprietaria della villa
- Sì… c’è anche il paese a dieci minuti a piedi, con negozi di tutti i tipi… e poi ci sono varie spiagge sempre che si raggiungono a piedi…
L’uomo ascoltò con interesse la descrizione, infine, prima di congedarsi, porse la mano e si presentò …, sono Jorge Himenez, amico dei vostri vicini della villa Brughiera, gli Hispano e quella che era con me è la mia compagna Giuliette, una cantante… Sia Leon che Elène la strinsero, presentandosi a loro volta soltanto per nome. Lui disse, se possiamo avervi ospiti dai nostri amici una di queste sere, ne saremo felici. Loro dissero, grazie, gradiamo di sicuro e ci sentiamo senz’altro, poi Leon si scostò, e fece cenno a Elène di passare, sfiorandole una spalla nuda. La ragazza salì alla in veranda, e si girò di nuovo a fronteggiarlo, sistemandosi con le mani gli slip sul sedere.
- Suzette e Michelle sono andate a prendere il pesce in paese…
- Sì, le ho incrociate… Io sono tornato per sistemare gli attrezzi…
- Li ha trovati?
Sì… sì.
Elène esitò ancora qualche istante, guardandosi intorno, mani sui fianchi. Leon , per l’ennesima volta in quei minuti, lanciò qualche occhiata al suo busto nudo, al petto magro, al seno: nudo, piccolo, piramidale, sodo, liscio, leggermente chiaro, sormontato da piccoli capezzoli violacei e rotondi, carnosi come bottoni.
- Stavi dormendo? - ruppe il silenzio l’uomo, con una domanda che sperava suonasse innocua.
- Sì… ero a letto … poi ho sentito il rumore della Jaguar, le voci di loro che parlavano… ho visto da dentro che forse erano diretti qui e allora sono corsa fuori subito a dire che i padroni non c’erano, non potevo sapere che erano gente per bene.
- Hai fatto bene… mi spiace per il disturbo…
- Eh vabbè. Per curare la villa… - sorrise, fissando Leon negli occhi e inducendolo a sorridere a sua volta. - Va beh io vado a cambiarmi - aggiunse infine Elène .
- Certo, va bene…
La ragazza rientrò in casa.
Leon , rimasto solo, si dedicò ad estrarre i nuovi attrezzi. E a confrontare mentalmente la visione di Elène nuda con quella che si era immaginato.
Per calmare i bollori andò alla piscina e fece un bel tuffo .
Elène uscì dalla casa dicendo “ ho sentito splash…bella idea, dopo tutte quelle chiacchiere al sole e si tuffò anche lei, lui notò aveva messo il reggiseno.. nuotarono un po’ nella grande piscina sotto la villa e casa, quando stavano per uscire lui si trovò sott'acqua il sedere di Elène davanti a lui, e non resistette ad allungare una mano e tirarla verso di lui, e così facendo risalì dall'acqua appoggiandosi con la testa al bordo della piscina, rimanendo fino al torso in acqua, e tirò lei insieme a sè, in modo che lei si ritrovasse girata verso di lui, con le mani appoggiate al suo petto. Lei stemperò l’imbarazzo con un sorriso "Oh mio salvatore, mi hai salvato dall'annegamento!" gli disse con finta aria di principessa in pericolo, facendo gli occhi dolci e subito mise le sue braccia attorno al suo collo e appoggiò le sue labbra sulle sue dandogli un lungo bacio, schiudendo subito la sua bocca e facendo entrare la sua lingua nella sua, al che lui risposi subito stringendola a se per i suoi magri fianchi e iniziando ad accarezzare la sua lingua.
Di risposta, oltre ad aumentare l'intensità del bacio, sentì la sua manina scendere a cingergli il membro già in semi erezione, iniziando un lento movimento di sega a metà filo d'acqua, dicendo "Hei cosa abbiamo qua!" disse Elène "Mmmh questa scenetta mi fa venire una certa voglia..."aggiunse …ma usciti dall'acqua, lei scappò via lasciandolo in tensione e insoddisfatto..
Verso le sei, tornarono a casa tutti, le due cameriere Aziza, la cameriera marocchina e Blanche, la bionda normanna e andarono a cambiarsi e poi Michelle e Suzette, tutte rosse per il sole.. .
Mancava solo Oscar che era in giro in motorino.
Dopo le docce si preparava la cena, le cameriere erano impegnate in cucina e chiacchieravano dei fatti loro, Blanche raccontava ad Aziza che nelle ore di libertà dalle tre del pomeriggio era uscita dal servizio e si era fatta dare un passaggio dal Piscinero Reneè con la sua peugeot 306 vecchia .ù
Lui aveva voluto fermarsi in un boschetto le aveva messo le mani tra le gambe baciandola e poi l’aveva scopata sul cofano della macchina. Sorridendo lei disse sai ha un membre pas mal, mi ha fatto jour beaucopup..guarda, e dalla tasca del grembiule estrasse i suoi slip di seta e glieli fece vedere guarda come li ha impiastricciati, e Aziza li toccò soppesandoli e disse hmmm.
Tu sai que meme la jardinier… George, quando sono andati via tutti mi ha portato nel casotto degli attrezzi e mi ha fatto appoggiare le mani sul trattorino tagliaerba, poi mi ha leccato tutta in ginocchio sotto di me e poi me lo ha messo dentro, col preservativo, per almeno un quarto d’ora! Sono venuta tre volte, mi faceva male la pancia, poi mi ha costretto a bere quello che aveva fatto nel preservativo, sai come sono certi, mi è venuto un pò di vomito ma poi ha voluto che gli facessi un pompino e non ci crederai che dopo 10 minuti mi è venuto di nuovo in bocca…e rideva..devi provarlo!
Intanto era entrata la signora Suzette dicendo con voce imperiosa” allora è quasi pronto il potage? E le veau con le pureè? , e tu Aziza lava bene le verdure, andiamo a tavola fra 15 minuti! Non fateci aspettare!
Aziza, appena uscita la signora disse “stupida troia, la odio, se non fosse per il marito me ne sarei già andata…ma ui quando mi scopa mi da cento euro e a volte mi fa anche venire, tu non te lo sei mai fatto?
Blanche era al servizio da poco più di un mese, come aiuto estivo, disse, so che mi guarda e mi spia a volte in camera, ma non mi ha mai voluto avvicinare..proverò…ma sai che il mio obiettivo è oscar ! ha 18 anni e pensa com’è duro…con lui non voglio essere pagata…
E Aziza disse, ma,sai quello lì è strano, lui si eccita con le foto, spesso lo vedo che fa foto mentre mi lavo, poi mi ruba la biancheria, a volte ho trovato le mie mutandine o un mio reggiseno facendo il suo letto, tutti sporchi di liquido suo, sono sicuro l’’ho odorato..e una volta gli ho fatto un pompino e l’odore era quello, ma lui ha paura delle donne..sai, con quella sorella…e Blanche disse “perché Michelle cosa fa? “ ma lei riuscì solo a dire è ninfomane…poi arrivò la signora battendo le mani su su portate a tavola!
Aziza disse fra i denti subito madame…poi aggiunse rivolta a Blanche grida come quando si fa chiavare dal massaggiatore, come una maialina.
Portarono tutto in tavola e la famiglia si riunì, anche Oscar appena arrivato con il motorino e l’inseparabile macchina fotografica che aveva immortalato qualche decina di Bikini Bridge sulle spiagge quel pomeriggio.
In sala da pranzo gli altri stavano radunandosi in attesa di prendere l’aperitivo e mentre Leon e la padrona di casa eravamo intenti a assegnare i posti a tavola e sua moglie era in sala con gli altri quando Elène passò' davanti a lui e si fermò', gli era di schiena, si trovava fra lui ed il tavolo, gli afferrò le mano e se le mise sui fianchi e gli sussurrò : “stringimi e baciami sul collo ti prego!” e poi si allontanò.
Era fremente, per tutta la cena, e quando lei disse “oh...mi è caduto un orecchino e si infilò sotto il tavolo facendo finta di cercarlo e gli tastò il cavallo dei pantaloni, lui per farla finire si inginocchiò anche lui dicendo te “lo prendo io” , ma le loro bocche si congiunsero con una slinguatina mentre sopra tutti chiacchieravano… poi mentre se lo rimetteva lei lo guardava e si leccava le labbra, roba da non credere.., lui persi la ragione, ci proponemmo per cucinare come dolce la banana flambeè, Suzette lo guardò stupita…non lo faceva mai a casa, ma siccome stava parlando con la figlia ed il figlio non ci badò e lo lasciò fare.
Elenè andò in camera e uscì con dei blu jeans diversi, si mise un grembiulino e iniziò a preparare zucchero e banane.
Mentre le cameriere andavano e venivano con i piatti sporchi ed erano tutte e due nella zona lavatoio, loro vicino ai fornelli ogni pezzo di banana tagliata che lui le passava Elène gli faceva segno con la lingua.
Lui era incantato poi non resistette più, verificò che gli altri stessero chiacchierando, la girò verso di sè e iniziò a baciarla sulle labbra mettendo le mano fra i capelli, lei appoggiava il seno al suo braccio…si strusciava, il seno duro da giovane, lo faceva impazzire di desiderio…Osarono, mentre la cucina era vuota e le banane sfigolavano, e si sentiva la gente di là che chiacchierava e potevamo pensare di avere qualche istante di intimità…lui la portò addosso al tavolo, stringendola leggermente e lei a quel punto gli mise le sue mano sulla schiena, lui ebbe la sensazione bellissima trovarmi tra le sue braccia, la baciò ripetutamente sulla labbra, le mordicchiò poi scesi sul collo e lei tirò la testa indietro, e lei ricambiò, prese a baciarlo sul collo, e con le labbra addosso si fermò e all'orecchio gli disse tocca qui, dirigendo la mano al cavallo dei jeans.
Mentre le banane bruciacchiavano la mano di Leon entrò nel corpo umido di Elène, la svergognata aveva tagliato i jeans sotto la cucitura della zip e in corrispondenza della fica, che si poteva raggiungere senza toglierseli. Gli sussurrò “ fammi godere, ho voglia” e lui si abbassò a leccarle la patatina, dentro la stoffa dura dei jeans e lei da subito iniziò a tremare, le massaggiava il clitoride e le allargavo dolcemente le labbra baciandola lentamente al suo interno, lei mise un piccolo gemito e inaspettatamente venne ma invece di stringere le gambe, riuscì' a tenerle divaricate tanto che lui proseguì a masturbarla…ma subito lei gridò “ le banane !!!! “ e corse a toglierle da fuoco salvando il piatto ormai tutto caramellato, ma era ancora mangiabile…le cameriere accorsero al grido e si accorsero che tar i due c’era qualcosa, ma non fecero commenti e portarono i dolci a tavola, cobe furono accolti con un applauso e anche la cara amica Elène e il padrone di casa, un filo frastornato.
La notte mia moglie lo toccò un pò ma lui era svuotato, e svogliato…le dissi ”eh l’aria di mare, facciamo domani!”, lei disse “strano...di solito ti fa l’effetto opposto…”
Il giorno dopo l’inferno continuava…i loro sguardi si cercavano sempre, ogni piccola scusa era buona per stare vicino ed accarezzarsi. Alla mattina a colazione il padrone della villa passò dietro la schiena nuda di Elène , e si fermò al tavolo imbandito dalle cameriere.
Elène si girò verso di lui, e si appoggiò di petto allo stipite. Leon si dedicava alle tazzine, allora fu Elène a parlare: - sai che il mio costume è sparito? Leon alzò gli occhi, e guardò la ragazza: metà del suo corpo era nascosto dalla porta L’altra metà era visibile, e vestito solo degli slip blu. Il braccio destro era basso, la mano afferrata allo stipite all’altezza del ventre. Il seno destro, nudo, era scoperto e visibile. Piccolo, puntuto, chiaro, con il capezzolo scuro e piccolo. - Sparito? - chiese, sorpreso.
Elène sorrise, soddisfatta della sorpresa ottenuta con le sue parole.
- Sì. Non si trova più. Michelle lo sta cercando.
- Ma l’hai lasciato in piscina ? - chiese Leon - Eh non credo. L’avrei visto. - Vuoi che provi a cercarlo da qualche parte? - No è inutile...disse tra se e se ma in modo che Elène sentisse: “ sai..a volte Oscar…come me ..è un po’ feticista..colleziona ehm…oggetti .. posso chiederti un favore? - Certo...- non dirlo in giro, poi te le compro un altro…non riseco a curare questa sua cosa, , e ha 18 anni compiuti…-
“Tranquillo. disse Elène- capsico, ho avuto diversi ragazzi che mi rubavano le mutandine e poi le usavano per eiacularci dentro , lo trovavo un modo per dimostrare apprezzamento…ma per favore, me ne prendi un altro in camera? Perché Suzette si arrabbia se vado in giro così…”
- Ah sì... certo... - Leon si mosse verso la stanza delle ragazze - Dove te lo prendo?... - Sopra l’armadio, a sinistra. Subito sopra nell’armadio. Ce n’è uno bianco e rosso... - Ok. Leon tornò indietro pochi secondi dopo. Aveva in mano un bikini bianco a pois rossi, slip e reggiseno. Lo porse a Elène , che lasciò la porta e gli si parò di fronte, senza più coprirsi i seni nudi. - Oh grazie... - sorrise.- E’ questo?... - Sì perfetto. - Ho preso tutto... - Eh sì, se no sta male metà e metà - sorrise Elène , e Leon non capì se era uno scherzo o no, ma per precauzione sorrise. Elène intanto si girò, considerando evidentemente finito lo scambio. Era nella zona piscina e tanto bastava a farle considerare legittimo il fatto di appoggiare il nuovo costume di fronte a sé e senza esitazione chinarsi, appoggiata al lavello, calandosi gli slip e sfilandoli poi dai piedi. Leon vide la schiena nuda e magra flettersi, e vide emergere il sedere, già abbastanza nudo fin da prima, ma ora completamente scoperto, magro e sodo, piccolo. Elène si raddrizzò, e lui la vide interamente nuda, da dietro. Rimase a fissarla, sorpreso e quasi inebetito.
Magra, slanciata, abbronzata così diversa da sua moglie…
Intanto, nel giro forse di due o tre secondi, Elène tornò a chinarsi, questa volta per infilarsi gli slip del nuovo costume. Sollevò un piede e poi l’altro, mentre l’uomo le guardava le gambe sottili e nervose, e poi fece scivolare in su gli slip, con due mani, mentre lo sguardo dell’uomo si soffermava sul culo nudo, che poi venne ricoperto dal tessuto leggero e striminzito.
Buona parte dei glutei rimasero scoperti, abbronzati e lisci, sotto gli occhi rapiti dell’uomo.Con il reggipetto in mano Elène si voltò, ruotando su sé stessa, e si bloccò a fissare Leon . Sul volto le si disegnò un sorriso sorpreso, negli occhi un punto di domanda, poiché trovava l’uomo ancora lì e mostrava di aspettarsi diversamente. Leon aprì bocca, ma non seppe cosa dire. Elène non insistette oltre nel far notare la situazione, e si portò piuttosto il costume in posizione sul petto, coprendosi il seno e poi infilando le spalline.Si girò di nuovo di spalle dicendo: - Me lo allacci?... - Sì...Elène attese, mentre l’uomo allungava le mani sulla sua schiena magra e liscia. Lui prese i cordini e li unì, delicatamente, facendo un nodo con due belle galle. Si rese conto, mentre lo faceva, che gli era già capitato di immaginare l’operazione opposta: slacciarglielo.
Fino a circa metà mattina rimasero in piscina a oziare. Le ragazze erano intente a leggere riviste, quando Leon si fermò davanti a loro. - Ragazze, cosa volete fare questa sera? Possiamo stare qui la notte, oppure possiamo muoverci e raggiungere un ristorante figo. - Bello - sorrise Elène . Leon chiese se anche a Michelle il programma andava bene, e la ragazza non ebbe niente da obiettare. - Dai, allora facciamo così. Allora potete continuare a stare qui tranquille... Più tardi se volete potete anche fare un bagno... - Sì, io lo farei un bagno - intervenne Michelle - Elène tu lo fai? - Mmm... - a Elène l’idea sembrava annoiare. - Poi mi bagno il costume... - Eh beh te lo cambi! Dai, pigra... - Va bene, va bene...
Nuotarono e giocarono per parecchi minuti. Suzette le aveva raggiunte, restando però sul bordo, e scattò loro alcune foto. Porse loro anche gli asciugamani quando uscirono dall’acqua.
Elène si avvolse l’asciugamano attorno al corpo, sotto le braccia, come un lungo vestito, e da sotto si sfilò il reggiseno del costume.
Lo strizzò e lo stese. Poco dopo fece lo stesso con gli slip, mentre Michelle la imitò solo per quel che riguardava il reggiseno.
- Vado sotto a cambiarmi - disse Michelle dopo qualche minuto che erano uscite. Elène subito le chiese di portarle anche il proprio costume asciutto, spiegandole quale prendere, poi rimase sul divanetto raccogliendo le gambe. Giochicchiò col cellulare e parlò un po’ con Suzette Leon faceva avanti e indietro, sistemando qualcosa. Quando Michelle tornò indossava un reggipetto di costume bianco e dei calzoncini corti rossi. Porse a Elène il suo costume e sedette con loro. Elène ringraziò, e prontamente si infilò gli slip sotto l’asciugamano. Poi, in un momento in cui Leon era appena passato ed era entrato in casa , si sciolse l’asciugamano e si mise il reggiseno, in pochi secondi. Era un bikini blu, slip sgambati e sottili di un blu uniforme, reggiseno a fascia a righe orizzontali bianche e blu, unite da un finto nodo davanti allo sterno.
Era molto carino e giovane, e risaltava il suo fisico magro e sottile, sodo e tonico…“Giovane”, pensò semplicemente Suzette provando per l’ennesima volta una punta d’invidia. Quando Elène si era messa il costume, lei le aveva rapidamente osservato il seno, piccolo ma così sodo e giovane. La stupiva notare quanto fosse sollevato e compatto, quanto la pelle di Elène fosse elastica e liscia.
Davvero era stata così anche lei?
Più tardi quella sera, prima di andare al ristorante, Suzette era a in camera con Leon, e gli confidò quei pensieri. - ...Quando guardo Elène , in costume - gli disse, - rimango impressionata... ha un corpo così asciutto, la pelle così giovane... ma anch’io ero così, ?
Tu mi ricordi ancora quando eravamo ragazzi? - Certo che ti ricordo - le sorrise il marito, - e tu sei splendida anche adesso. Leon sapeva essere carino in famiglia e le sue gentilezze, per quanto prevedibili, non suonavano mai finte.- Sì, ma di una bellezza diversa - replicò la donna guardando il tramonto lontano. - Non avrò mai più un fisico giovane come il suo. - Ti riferisci a Elène ? - chiese Leon dopo un attimo. - Sì. Suzette continuava a guardare lontano, l’orizzonte. - Beh lei... ha un terzo dei tuoi anni... è normale che abbia anche un fisico... diverso. - A te lei piace? - chiese Suzette
Guardava sempre l’orizzonte, e Leon non fu certo se si trattava di una domanda o di un’affermazione. - A me? - chiese. - Sì. - Cosa vuol dire se mi piace? - Fisicamente, ti piace? La donna sembrava chiederlo quasi con indifferenza. Non lo incalzò, attese semplicemente che lui rispondesse alla domanda. - Ma dai..... è una ragazzina, ha l’età di Michelle … - Non ti ho chiesto se la scoperesti - replicò Suzette questa volta girandosi a guardarlo con aria di rimprovero. - Ti ho chiesto - ribadì - se ti piace fisicamente quella ragazza così giovane. - Beh... è un po’... magra, per i miei gusti. - Lo so.
Ha il seno piccolo, e quasi non ha culo. A te è sempre piaciuto il culo delle mie amiche - disse la donna con un sorriso complice. Leon sorrise a sua volta, ma dentro di sé si era immaginato la scena... aveva immaginato di tenere Elène su di sé, afferrandola per i glutei. L’idea lo aveva eccitato più del previsto.
Suzette allungò una mano in mezzo alle sue gambe, sopra ai calzoncini, e gli tastò il membro, trovandolo indurito. - Mmm... - sorrise - ti ho fatto pensare a quando scopiamo..? - Scopare te è nei miei pensieri da quando ho 15 anni ! sei sempre nei miei pensieri - le sussurrò lui ad un orecchio. - Questa notte mi dai il tuo prode cavaliere come da ragazzi? - chiese lei. - Molto volentieri...
Lo fecero. Quando era ormai quasi mezzanotte, e si erano da più di mezz’ora ritirati tutti nelle proprie camere, Leon e Suzette che si erano già spogliati per la notte, si scambiarono uno sguardo d’intesa e iniziarono ad accarezzarsi e baciarsi. Suzette si stese sul letto di prua supina, in sottoveste bianca molto trasparente. Se la sollevò, e sotto non indossava altro, e attese che Leon si stendesse sopra di lei, a torso nudo, i calzoni del pigiama calati sulle cosce. Il suo membro duro si fece rapidamente largo fra l’umido delle grandi labbra di lei, ed iniziò a penetrarla. Suzette gemette debolmente, mentre il fruscìo dei vestiti e delle lenzuola e qualche cigolìo accompagnavano il loro ritmico amplesso. Non era eccezionalmente passionale, ma era comunque molto piacevole. Proprio in quel mentre sentirono rumori nel bagno attiguo alla loro stanza . Suzette fermò Leon con una mano. Rimasero immobili.
Era stato il rumore della porta che si chiudeva, seguito da altri rumori provenienti da dentro il bagno. L’ultimo fu inequivocabile: il discreto sibilo dell’urina nella tazza. - Ma nel nostro bagno? - chiese Suzette - Sarà Michelle .. - ipotizzò l’uomo. Suzette lo spinse a indietreggiare e sfilarsi, quindi si alzò a sedere. – Michelle ? - chiamò dopo un attimo. Da dentro il bagno, dopo qualche secondo, rispose una voce attutita: - Sono Elène .
Nessuno dei due disse nulla, per la sorpresa. Fu la stessa Elène , qualche secondo dopo, a rompere nuovamente il silenzio. - Il nostro bagno non funziona di nuovo..non scarica. Michelle mi ha detto di venire in questo, perché ha detto che forse l’altro è chiuso. Cioè i tubi... non so. I due coniugi si guardarono. - Ah... ha... ha ragione - rispose infine Leon . - L’altro bagno ha gli scarichi chiusi. Ma come mai il vostro non funziona? Elène tirò l’acqua del water, e loro la sentirono scorrere.- Non lo so - rispose la ragazza. - Non si accende neppure la luce.- Ah... strano... La porta del bagno si riaprì, e la voce di Elène li raggiunse ora dal corridoio antistante la camera, meno attutita di prima. - Scusate - disse, - non volevo disturbarvi.
Suzette che prima si era chiesta se la ragazza avesse sentito qualcosa, ora ne ebbe la drastica conferma. - Ma figurati - rispose prontamente Leon , - hai fatto bene. Aspetta che vengo a controllare la luce... Così dicendo si alzò dal materasso, risollevò i calzoni del pigiama e se li riportò in vita, coprendo il membro ancora oblungo e leggermente umido. Anche Suzette si ricompose, per quando potesse fare con indosso quella sottoveste. Leon andò alla porta, si voltò e sorrise ad Suzette - Torno subito - le sussurrò.
La donna annuì. Aprì la porta e uscì nel corridoio, richiudendosela subito alle spalle. Elène era là in piedi, in cima al corridoietto. In bikini. - Sei ancora in costume? - le chiese Leon , perché fu la prima cosa che notò. - Me lo sono messa per venire in bagno - rispose lei enigmatica. - Dò... un’occhiata alla luce in bagno... Elène si voltò e gli fece strada. - Oppure potresti aprire l’altro bagno, così uso quello - gli propose intanto lei. - Sì, anche... L’uomo si soffermò un attimo al quadro elettrico, solo per constatare che gli interruttori erano sul verde. - Dovrebbe accendersi... sarà bruciata la lampadina allora. –
Apriamo l’altro? Elène attendeva vicino a lui, a braccia conserte. Non era particolarmente sorridente, notò l’uomo. - Sì - concordò, - poi domani la controllo. Elène si diresse per prima verso l’altro bagno, e l’uomo la seguì. Lo sguardo gli cadde un paio di volte sul suo sederino sodo, coperto solo dagli slip striminziti. In mutande, rifletté, sarebbe stata più coperta. Giunsero al bagno, vicino alla cabina non utilizzata e quindi lontano da entrambe le altre. Elène stette in piedi accanto alla porta, mentre Leon si chinò a terra per raggiungere i rubinetti. - Usi i calzoni del pigiama lunghi? - osservò la ragazzina. Leon si sorprese a riflettere sulla propria mise. In effetti, in condizioni normali, non si sarebbe mai presentato così di fronte a lei. - Sì - confermò lavorando - io uso sempre i calzoni lunghi... mi dà fastidio dormire con quelli corti. - Non hai caldo? - No, in genere no... - Ma sotto hai le mutande? - chiese la ragazza.
Leon si fermò un attimo. Finì di aprire i rubinetti, poi richiuse l’antina e la guardò brevemente. - ...E’ importante? - chiese, in imbarazzo. - No, ero curiosa - sorrise per la prima volta Elène , con la sua solita, spiazzante ironia. - A me anche quelle danno fastidio - ammise poi la ragazza scrollando le spalle. Leon si rialzò, e si pulì le mani con uno straccio. - Quindi dormi senza? - chiese, sorridendo a sua volta. Nella poca luce forse non si notava, ma era arrossito.- Sì, io dormo nuda - spiegò Elène con tono quasi annoiato. - I vestiti mi danno fastidio, a letto. - Capisco... - Leon si sentì in dovere di interrompere quel dialogo, prima che sfuggisse al suo controllo. Forse gli era già sfuggito. - Bene, qui adesso funziona... Se ti serve ancora puoi venire qui. - Grazie. Elène gli sfilò accanto ed entrò nel bagno. Sempre a braccia conserte, si fermò a guardare l’uomo. - ...lo usi subito? - chiese lui, sorpreso. La ragazzina annuì. - Ma... - Noi donne abbiamo sempre bisogno del bagno - disse la ragazza, sorridendo alle proprie parole. Ancora una volta Leon non capì quanto scherzava e quanto era seria. - Ok, allora... - fece per congedarsi, ma Elène lo interruppe ancora una volta rapidamente: - Io però te l’ho detto. - ...Che cosa? - Come dormo.
La ragazza lo fissava con un sorriso enigmatico. Leon tacque alcuni secondi. - Tu non me lo dici? - lo incalzò lei. - ...Di solito non le metto - cedette infine l’uomo, con un sorriso. - Mh. Immaginavo. Per qualche istante si fissarono negli occhi, e quelli di Elène brillavano e sorridevano, e Leon vi si perse. Poi lei accostò la porticina e lo ringraziò di nuovo, augurandogli buonanotte. Lui mormorò qualcosa in risposta, e si trovò davanti alla porta del bagno chiusa . Lentamente, si girò e si allontanò. Gli passarono mille possibilità d’azione per la testa. Ne scelse una. Tornò di fronte alla porta e bussò piano. - Elène ... Sentì del movimento, poi la porta si aprì. Non del tutto, solo quel tanto che bastava ad inquadrare lei, in piedi oltre la soglia. Si era tolta il reggiseno, indossava soltanto gli slip. Leon guardò brevemente i piccoli seni nudi.
Suzette aveva ragione, aveva il seno piccolo, ma la pelle estremamente giovane e distesa, elastica. - Se ti servono degli asciugamani... cioè li avrai nell’altro bagno... sono nel mobiletto, sotto il lavello... prendili pure. Elène attese in silenzio mentre lui spiegava. Aveva quel vago sorriso disegnato sulle labbra sottili ma carnose. - Anche per il bidè? - gli chiese. - Sì... dovrebbero esserci tutti. - Ok. Elène guardò il mobiletto, poi tornò a guardare lui: - Mi aspetti che finisco? Ho quasi finito. - ...Va bene... Lei richiuse la porta, e lui si chiese perché mai dovesse aspettarla. Eppure attese.
Non ci volle molto. Pochi secondi dopo la ragazzina riaprì la porta, e spense quasi subito la luce. Pochi attimi che bastarono a lui per notare che era senza più gli slip, teneva il costume in mano ed era interamente nuda. - Accompagnami alla mia camera, che è buio.
Lei gli prese un braccio e lo invitò a guidarla. Lui la precedette, facendole strada nella semioscurità della villa Le lanciò alcune occhiate, e intravide qualcosa del suo corpo nudo, sottile e liscio. Quando si fermarono erano davanti alla porta della camera delle ragazze, che era chiusa. Elène gli sorrise: - Grazie. Si teneva una mano, quella con in mano il costume, proprio davanti all’inguine.
L’altro braccio era disteso lungo il fianco, e per il resto era nuda. - Di niente - sorrise lui. Le guardò ancora fugacemente il seno nudo. - Allora buonanotte. - Buonanotte... Elène si voltò, e questa volta lui poté vederle il sedere interamente nudo, con il segno più chiaro del costume, le natiche sode e muscolose, lisce. Era un sedere piccolo, ma di forma bellissima. Lo guardò finché lei, senza più voltarsi, richiuse la porta alle proprie spalle. Elène raggiunse il suo letto e si infilò sotto il lenzuolo alla destra di Michelle … - Tutto bene? - le chiese lei con voce assonnata. - Sei stata via un’ora... - Mi ha accompagnata Leon . - Ah.. ok... Poco dopo Michelle dormiva di nuovo.
Leon entrò nella camera matrimoniale, ancora illuminata, e si richiuse la porta alle spalle. Suzette si era infilata per metà sotto il lenzuolo, dal proprio lato, e lo attendeva. - Ci hai messo una vita - gli disse subito, mentre lui saliva sul letto accanto a lei. - La luce non andava... non so perché... le ho aperto l’altro bagno . La donna annuì, guardandolo. Mentre lui si stendeva al suo fianco, allungò una mano sul suo pacco. Trovò il pene allungato e glielo strinse leggermente. - Sei già duro ? - osservò. Leon sorrise. Era anche un po’ rosso in volto. - Non mi sono dimenticato di quello che stavamo facendo...- No, certo - disse la donna. Dopo un attimo chiese: - Elène era in pigiama? - N... no, perchè? La donna si sorprese. - Come no? E com’era vestita? - Era ancora in costume... - L’uomo sorrise: - ha detto che non usa il pigiama... fa troppo caldo. - Dorme nuda? - chiese. - O forse in costume... non so...La donna parve riflettere su quell’informazione. - Vuoi che riprendiamo... - azzardò lui dopo qualche secondo, anche perchè l’indurimento non smetteva, e lui decise di focalizzare quella tensione con un amplesso con la sua donna, si avvicinò, la baciò sul collo, ma - No - lo interruppe subito lei. – non ora…dovevi venire prima… Ora sono stanca. Leon non sapeva se essere contento o scontento… pensando a Elène …per cui tutti i suoi testosteroni bollivano ancora bruciandogli il basso ventre…e annuì.
Dopo poco Suzette scivolò sotto il lenzuolo, sistemandosi distesa nel letto e si addormentò . A lei che non sentiva , comunque disse - Magari esco a controllare le luci dei bagni …e a fumarmi una sigaretta... - Va bene – boffonchiò nel sonno la compagna . - Scusa, ma sono veramente stanca. - Lo so. - L’uomo si sporse, le sorrise e le diede un bacio in fronte, delicatamente. Poi si alzò e uscì, mentre lei spegneva la luce. Leon ripercorse il corridoio di poco prima, salì le scale, attraversò la veranda e uscì in giardino. Si fermò a osservare la serata silenziosa illuminata dalla luna. Le sue sigarette erano accanto all’ingresso: le prese, e se ne accese una. Fumò rivolto verso il mare, di spalle alla veranda.
Quando Elène gli parlò era appena dietro di lui, e lui non si sorprese. - Non hai sonno? - gli chiese. Un attimo dopo si fermava accanto a lui, le braccia conserte. Leon la guardò brevemente. Aveva di nuovo indosso il bikini. - Sigaretta serale... - Buona idea - annuì Elène . - Vuoi? - lui le porse il pacchetto. - Dividiamo - disse lei, alzando la mano verso la sigaretta già accesa. Lui gliela passò e lei fece due tiri, poi gliela restituì. - Che silenzio - commentò la ragazza. - E che bel fresco. Leon annuì. Un attimo dopo, Elène si slacciò facilmente il reggiseno, e lo posò su un divanetto davanti a loro. Gli chiese di nuovo la sigaretta e fumò a braccia conserte.- Si sta benissimo. - Già - concordò Leon . - Ti dà fastidio anche il costume, alla sera? - osò poi chiederle, con una vena di ironia. –
Tutto. Sto bene senza niente. - Fai pure - la invitò l’uomo, con un accenno di ironica cavalleria. Elène gli restituì la sigaretta, poi si prese gli slip e li calò, sfilandoli dai piedi. Li lasciò sopra al reggiseno. Leon guardò l’orizzonte, e la sagoma di Elène accanto a lui, sempre presente a margine del suo campo visivo. “ Stasera Michelle non te l’ha data.. “- disse Elène dopo un po’.. non era una domanda, ma un affermazione…Leon sorrise sorpreso. - Ma... senti proprio tutto?... - Non è che sento. Mi accorgo - sorrise Elène . - Ok... Non importa comunque... - Insomma. Leon la guardò, lei aveva quell’enigmatico sorriso sulle labbra. Guardò di nuovo il mare lontano. - E’ normale quando si sta insieme da un po’ di anni - disse infine, con tono un po’ troppo da maestro. - Grazie Leon per la spiegazione... - lo prese in giro subito Elène . Leon rise....scusa. - Io sono giovane. Non posso capire. - No?... - No. Io quando ho voglia, scopo.- Ah... capisco... - l’uomo sorrise, assecondando il gioco. Ma Elène cambiò registro. Avanzò di due passi, si girò e sedette sul divanetto di fronte. Era voltata verso di lui, adesso, e poteva vederla nuda. Completamente, nuda. Elène allargò le braccia, stendendole sullo schienale. Poi allargò anche la gamba destra, la sollevò, piegò il ginocchio e appoggiò il piede sul cuscino. In questo modo spalancò di fatto le cosce. Rimase a guardarlo.
Leon diede ancora un tiro alla sigaretta, stupendosi del proprio sangue freddo, poi la spense nel posacenere che aveva con sé. Appoggiò tutto il pacchetto sul divano a sinistra, quindi si chinò e si sedette accanto a Elène , accanto al suo ginocchio sollevato.
L’uomo si chinò in avanti, abbassò il viso fra le cosce della ragazza e le baciò il sesso esposto, inziando subito a leccarlo. Elène piegò il capo indietro, socchiuse le labbra, chiuse gli occhi, e ricevette quel meraviglioso servizio. Per diversi minuti l’uomo andò avanti a leccarle la passera, poi si interruppe, salì con la testa e si soffermò a leccarle e prenderle fra le labbra i capezzoli e i seni. A Elène piacque anche quello, e lo dimostrò muovendosi sotto di lui e sospirando piano.
Di nuovo Leon si interruppe, e questa volta guardò verso la veranda. Tutto era in silenzio, e fermo e buio, ma lui era in apprensione. - Chiudi la porta scorrevole - gli sussurrò lei, con senso pratico tutto femminile. Leon seguì il suo consiglio e andò a chiudere in silenzio. Tornò da lei, di fronte a lei, e prima che si sedesse lei si raddrizzò, lo prese per il bordo dei calzoni del pigiama, glieli allargò e li calò. Li lasciò scivolare a terra, scoprendogli pacco e gambe. Il pene che dondolò davanti al viso della ragazza, sovrastando i testicoli grossi e villosi, era irrigidito e lungo, sensibilmente piegato all’insù, con la cappella già parzialmente scoperta.
Elène glielo prese in bocca e lo succhiò delicatamente, ripetendo il gesto tre o quattro volte. Intanto guardava alternativamente lui, rosso in volto e con la bocca socchiusa, e il pene di fronte al proprio viso. Quando fu certa che il cazzo fosse ben rigido, lo prese per i fianchi e lo invitò a scendere su di lei. Aveva voglia di prenderlo in figa, e glielo mostrò chiaramente, spalancando le ginocchia e trascinandolo a sé.
Leon fu dentro di lei in un attimo. Lei era bagnata fradicia. L’uomo non trattenne dei singulti, dei brevi mugolii soffocati. Anche Elène gemette, pianissimo, più piano che poteva. Il membro durissimo si fece largo in lei e si mise prontamente a pompare.
Leon non ricordava la sensazione di una figa così stretta e giovane, e fece il paragone con la mollezza e larghezza di quella di sua moglie, e si ricordò com’era trent’anni di scopate prima…la cosa lo fece ingrossare ancora di più..sentiva il cazzo completamente avvolto, gli sembrava di sentire ogni millimetro di parete del suo utero. Si sentì i lombi bollenti, le palle che si contraevano. Anche Elène godette di quel cazzo enorme, chiedendosi se era più grosso di quelli dei ragazzi, giovani, con cui era stata. A vederlo non le era parso, ma adesso che lo sentiva dentro si sentiva invadere. Forse era il peso di quel corpo, da uomo maturo, che contribuiva a quell’impressione.
Si prese da sola i capezzoli fra le dita, se li torse e gemette piano. Dopo poche pompate, Leon , paonazzo e sbuffando, la fissò in volto. Senza riuscire a fermarsi, cercò però di parlarle: - Hai... prendi... prendi la... pillola?... o altro?... Elène lo guardò, chiuse gli occhi godendo di piacere, lo guardò di nuovo. Non gli rispose subito. - Sì - disse infine - prendo la pillola... Vai...L’uomo riprese a pompare più forte, aumentò il ritmo. Lei si torse di nuovo i capezzoli. Bastarono pochi altri secondi, e lo sentì irrigidirsi e sbuffare. Il cazzo le sussultò nella figa, e sentì il primo getto di liquido caldo, subito seguito da altri due e poi da altri ancora. Anche lei venne. Quando gemette, trattenendosi, le uscì quasi un miagolio. Si contrasse su sé stessa, premendo la testa contro il collo di lui, e sussultò insieme a lui, ricevendo lo sperma e godendo a sua volta. Quando finirono, lui si lasciò andare sopra di lei, corpo nudo contro corpo nudo, e lei ne sentì tutto il peso. Sentì i peli ruvidi sul petto dell’uomo appoggiati contro la propria pelle, sui propri seni. Leon si rialzò circa un minuto dopo. Elène cominciava a temere che si stesse addormentando. L’uomo era invece ben sveglio.
Si sfilò con cautela da lei, e il suo membro nudo, semirigido, apparve coperto di sperma e umori. Un filo di sperma li unì finché lui non si fu messo in ginocchio. Lei richiuse le cosce e lo guardò da sopra i seni nudi, stesa di fronte a lui. L’uomo fece un paio di respiri profondi, badando a che non fossero rumorosi. - E’ meglio che... - iniziò a dire, cercando le parole. Elène annuì. - Vai - gli sussurrò. –
Io rientro dopo. Leon annuì, riflettendo su quella strategia. Sì, aveva ragione, pensò. La guardò ancora una volta. Allungò una mano e gliela mise su una coscia nuda, liscia, magra. La accarezzò un po’ goffamente. - Vai - gli disse ancora lei. - Sì. L’uomo si alzò e recuperò i calzoni del pigiama da terra. Se li mise, coprendosi il pene umido e ancora un po’ allungato.
A quel punto esitò di nuovo, guardandola. Accennò a chinarsi, forse per baciarla. - Vai - lo interruppe lei, facendo contemporaneamente un cenno con il capo. Leon annuì e le augurò la buonanotte, in un sussurro. Quindi si girò e rientrò in villa Mentre attraversava la veranda , pensò che non l’aveva nemmeno baciata. Si rese conto che ne avrebbe avuto voglia, ma non osò fermarsi. Poco dopo era interamente concentrato a rientrare in camera e poi nel letto, facendo silenzio, come se nulla fosse.
Nel silenzio della notte altre persone erano sveglie, Oscar si stava masturbando dopo aver indossato il bikini di Elène sui seni e nelle mutande e si menava il cazzo discosto dallo slippino trappato nelle cuciture perchè era molto piò grasso di Elène
Le due cameriere dormivano dopo essersi masturbate a vicenda con un vibratore rosa, Michelle aveva avuto il uso orgasmo serale con suo fallo nero di silicone sognano avventure cui non era capace di partecipare.
Una altra persona era sveglia , Suzette, che aveva sentito il marito uscire e sapeva cosa era andato a fare.
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