Prime Esperienze
Sesso in Erasmus
di forrestsherman
30.11.2019 |
26.122 |
6
"I due erano immobili, e rossi in viso..."
Andrea, un amico, di 22 anni come me, si era trasferito provvisoriamente in Italia per il programma di studi europeo e mi aveva suggerito di fare uno scambio, andando nello stesso periodo a casa sua a Barcellona, dove io seguivo i corsi di psicologia per l'Erasmus. La sua casa era in un bel quartiere di Barcellona e ci viveva solo sua mamma, Lidia, che era una donna di quarantotto anni, portati così bene da apparire di dieci di meno, anche se un po’ grassottella, ma molto sexy. Lei insegnava Italiano in un liceo di Barcellona e dava anche lezioni private ai ragazzi spagnoli che volevano stranamente impararlo.
Era separata dal marito, seppi poi, anche per alcune libertà che si era presa da giovane, con il suo maestro di tennis.
Quando arrivai mi accolse benissimo, era vestita con leggins grigi che mostravano il suo “Camel Toe” e una camiciona bianca da cui si vedeva un reggiseno nero che conteneva un bellissimo seno prorompente… insomma una donna sexy, diversa dalle foto che Andrea aveva nella sua casa di Milano, che la ritraevano in abito da sera, elegante, somigliante un po’ a Rita Hayworth.
Lì, in abito da casa, sembrava giovanissima, una compagna di studi più che la mamma di un amico.
Mi senti subito preso da lei e dal suo profumo, quando mi fece accomodare in quella lasciata da Andrea con tutte le sue cose da bambino religiosamente conservate, le foto di topolino, gli aeroplani di plastica, il guantone e la mazza da baseball, la bandiera del barca Calcio, due calendari sexy e i fumetti di Tex.
Mi disse di fare come a casa mia, e appoggiai il pc sul tavolo, disse che il wiFi aveva la password FuckMe, mi parve strana ma rise e disse che si era incazzata spesso con la password dimenticata e voleva mettere FuckOff ma le parve più bello mettere quella, e aggiunse, poi…sai , io sono sola…ammicco con un occhio, col viso girato verso di me, e mi raccontò che si sentiva sola, il marito per 12 anni era molto impegnato nel business, poi si era scoperto che scopava la segretaria..” mi ha lasciato per lei, quella troia! che alla sera faceva marchette in un night …e poi me l’ha portato via..”
Io non pensavo a nulla , sentivo la sua voce che mi raccontava dei suoi figli, il mio amico ed il precedente, non lo sapevo…era morto in un incidente di moto … della sua solitudine, di suo figlio in particolare, le speranze che aveva per lui… e mi chiedeva ma a Milano, hai una ragazza e al mio dire si, in effetti, Elisabetta, una compagna di scuola, una bruna, con belle tette, “ma quando ti sei messo con lei? “vi siete baciati” e io cercavo di stare sulle generali, dicendo “si mi piace, la trovo bellissima”, non sapevo se sbilanciarmi, “ … in effetti era bello confidarsi con lei, era eccitante, morboso, la situazione, il sesso era una nuvola presente, disse che ero simpatico … mi sbilanciai un po’…e le raccontai..” la mia storia con Elisabetta ...in effetti prima dell’estate dopo un po’ di uscite, siamo stati in un bar davanti al castello sforzesco, ...ci eravamo un pò limonati, era sera, nessun cliente nel separè sopra, lei mi aveva aperto la camicia mi baciava sul petto, io le toccavo i seni poi ero arrivato a metterle una mano tra le gambe aveva gli hot jeans, un pò spessi, avevo dovuto sbottonarli, lei mi aveva infilato una mano nei pantaloni, mi aveva impugnato il cazzo e io accarezzandole la figa tutta bagnata e sentendo la sua mano che pulsava, e baciandola, alla fine ero venuto nei pantaloni, lei aveva riso, aveva ritratto la mano, l’aveva un pò leccata, poi si era abbassata i jeans e aveva guidato per farmi entrare le dita e io avevo continuato a masturbarla con la bocca vicina alla sua che sospirava sempre più affannosa finchè avevo sentito che chiudeva le gambe e si bagnava a fiotti poi mi mugolava in un orecchio..vengooo e poi io avevo ancora bagnato un pò i pantaloni, poi ci siamo limonati ancora, e poi usciti dal separè, io la tenevo davanti per non farmi vedere i pantaloni bagnati..poi, sa ora Eli è in Inghilterra a studiare e non ci vediamo da un mese, ma ora con skype …ci vediamo alla sera ..facciamo sesso virtuale…lei me la fa vedere…si tocca…io unguale…a volte poi veniamo insieme…”
La Signora seguiva questi racconti con gli occhi chiusi….vedevo che le piaceva …” Insomma si siamo stati un po’ insieme…ma perchè le racconto queste cose? Mi fa vergognare… “
Ma col racconto mi ero eccitato, e anche lei….la guardai, intravedevo la parte tra le gambe dei leggins grigi bianco che si faceva un po’ scura, come se fosse bagnata.
Lei era sul letto di Andrea, appoggiata sul gomito, mi sorrise.. sospirò..” che bei ricordi “ si aprì il camicione, in modo che il seno uscì un filo dal reggiseno, fece per trattenerlo, io guardavo, e avevo il cazzo duro, al ricordo di quelle cose, lei sorrideva e disse sibillina: “calma calma, abbiamo tempo…vedendo che guardavo il suo camel toe umido, mi confidò “sai, sono una donna, non sono una santa…Le sorrisi, un filo imbarazzato e lei mi guardò e disse, come se centrasse: “ah, il bagno è a destra, scusa il disordine, ma sai…ho sempre da fare, non ti formalizzare…” E chiuse la porta sorridendo.
Io mi organizzai e disfai le valige… mi buttai sul letto e dormii un paio d’ore.
Poi uscii dalla stanza, la casa era silente, la signora era via…Andai nel bagno a fare le mie cose e vidi che appesi alle grucce c’erano diversi indumenti intimi della signora. Ero eccitato dal trovarmi solo in quell’ambiente privato, e, morbosamente, esamina gli indumenti intimi che vedevo appesi, c’era una sottoveste di seta bianca a tubino che la signora Lidia forse riempiva benissimo con le sue belle forme, due reggiseni rinforzato dai ferretti, che profumava di rosa, il profumo che avevo sentito prima su di lei, e diverse mutandine di varie tinte, roba fine, di pizzo, tre paia di calze di nylon di diverse sfumature di grigio, due reggicalze a ghepierre e due body di seta e pizzo. Io ero tanto eccitato che non potei fare a meno di masturbarmi odorando quegli indumenti, fino a schizzare su un paio di mutandine nere, con fortissimi sensi di colpa per quegli atti che, secondo la morale che pur avevo, erano un filo audaci, daiii…odorare la biancheria della mamma di un amico, odorare il suo profumo, guardare la sua roba…
Un po’ sconvolto uscii e trovai subito la signora Lidia che mi disse che stava uscendo con degli amici e che sarebbe tornata a casa verso le due.
Io dissi “ok”, ma ero ancora eccitato, pensai chissà cosa va a fare…” buona serata!”
Mi ritirai in camera a parlare a mezzo skype con Eli, era tanto che non facevamo sesso virtuale. Le avevo detto che c’era in casa la mamma di Andrea e avrebbe sentito…era meglio rimandare ma quella sera ero solo...
La chiami, anvhe lei era sola nella sua stazerra alla pari in un sobborgo di Londra…ci salutammo e subito entrammo nel vivo e ci spogliammo.
La vista del suo corpo nudo continuava ad eccitarmi e non riuscivo a fare a meno di accarezzare lo schermo prima di fermare la mia attenzione sul suo sesso.
Lei preferiva fermarmi prima di venire troppo presto, iniziava a masturbarsi, lentamente, con le mani, chiedendomi di offrire il mio sesso alla telecamera e a volte raggiungeva un primo orgasmo così. Io scivolavo sulla sedia del facevo vedere il cazzo dicendole di fingere di passarlo fra le sue gambe sfregandolo fra le sue labbra e sul clitoride, e spesso lei prendeva il vibratore e lo manovrava con il ritmo che preferiva per poter venire, quando si accorgeva del sopraggiungere del mio orgasmo mi diceva “ora…ora …mi chiedeva di fingere di penetrarla di colpo e muovermi velocemente mentre lei si masturbava col vibratore acceso. E in questo modo lei riusciva ad avere più di un orgasmo, sia vaginale che clitorideo contemporaneamente mentre io impugnavo il mio cazzo e lo pompavo davanti al video e quando lei mostrava la sua figa gonfia e arrossata e si sedeva sul vibratore dicendo che era il mio cazzo, infilandoselo fino in fondo, e cercava con movimenti rotatori altri orgasmi sentendolo sfregare all’interno ed in profondità, perdeva letteralmente le testa, singhiozzava venendo copiosamente e spesso riusciva a trattenere a stento un po’ di pipì che si mescolava ai suoi altri liquidi e scivolava per terra.
E questa particolarità stimolava la mia fantasia e una volta le chiesi se le sarebbe piaciuto non trattenersi e lasciarla scorrere liberamente venendo e la risposta dato che faceva uno sforzo a non farla. Alla fine con tutto ciò era piacevolmente sconvolgente per entrambi e non passava giorno senza sperimentare con successo nuovi giochi fra di noi, liberando la nostra fantasia verso la continua ricerca di piacere. Anche i racconti dei miei incontri particolari avuti prima di conoscerla la eccitavano molto, ascoltandoli mentre facevamo l’amore si accarezzava venendo continuamente.
Distesi sul letto, seminudi, lasciavamo che la nostra fantasia galoppasse libera verso prati sconosciuti e senza fine, immaginando di tutto, senza limiti. Almeno il pensiero non lo si può criminalizzare, con la mente Elisabetta avrebbe potuto fare sesso con chiunque e in qualunque modo, nessuno l’avrebbe scoperta o condannata e sarebbe rimasto un segreto tra me e la sua mente e il suo corpo. Le più strane fantasie che potessero passarci per la mente ora le commentavamo, con tutta la loro forza, sotto forma di tentazioni, di eccitazione violenta e incontrollabile e, ad ognuna di esse, faceva seguito una nuova pulsazione dei battiti dei nostri cuori e ripetuti orgasmi dei nostri sessi. A volte lei suggeriva di essere di fronte a delinquenti brutti che la stupravano a turno, di trovarsi completamente nuda davanti allo sguardo di diversi uomini anche di colore. Questi pensieri, se da un lato ci terrorizzavano, dall’altro ci eccitavano tantissimo. La nostra fantasia non conosceva limiti. Le suggerii di immaginare di essere legata ad un letto e di essere presa a frustare e poi insultata, umiliata e posseduta. Una fantasia che più che farle paura, la stimolava ancora. E lei aggiungeva di immaginare di essere sodomizzata, un pensiero che le aveva fatto sempre ribrezzo perché animalesco e contro natura ma che ora, pensava le sarebbe piaciuto provare con chiunque le capitasse a tiro.
Con questi stimoli e guardando il suo corpo godere venni tre o quattro volte, fino a che sentivo un dolore nel ventre, la prostata non aveva più liquido da fornire…
Ci salutammo, senza spegnere skype, e ci addormentammo.
Mi trovai sveglio, in casa della mamma del mio amico Andrea, era pomeriggio, arrivarono due allievi per la lezione di Italiano.
I ragazzi, Manuel e Ramon, al loro arrivo, quando vennero accolti da Lidia vestita in maniera un filo provocante e truccata, con un rossetto rosso fuoco, furono subito in soggezione, si guardavano e la osservarono con sguardi tra l’imbarazzo e l’eccitato.
Andarono in salotto e io mi misi a spiare dalla porta semichiusa.
Vidi che la signora Lidia si comportava nel modo più naturale possibile. Li invitò a sedere al tavolo ed iniziò la lezione.
Era intenzionata a giocare come il gatto col topo e preparare le due prede per giocarsi me. Infatti di lì a poco l’atmosfera si surriscaldò quando lei, alzatasi dal tavolo, Lidia si incammino verso la libreria accanto, e con la scusa di prendere il dizionario di Italiano dallo scaffale ultimo in basso della libreria, si chinò dando le spalle ai due ragazzi e tirando leggermente su la gonna, quel tanto che bastava per lasciare vedere che non indossava slip e la guepierre che io avevo visto la sera precedente in bagno lasciava in parte scoperte le natiche tra lei e le calze tenute su dalla guepierre stessa.
A bella posta, rimase in quella posa per diversi secondi, prima di rialzarsi e ricomporsi. I due studenti erano in estasi e a tutto pensavano meno che alle traduzioni spagnolo-italiano che avevano davanti sul tavolo.
Intanto lei uscì dalla stanza, per prendere da bere in cucina, mentre i due si scambiavano sottovoce commenti piccanti sulle curve della Prof. e si interrogavano su cosa davvero volesse da loro.
Lei tornò con dei bicchieri e una bottiglia d’acqua per sè e per i ragazzi, verso a tutti da bere, e quando stava per sorseggiare dal suo bicchiere, si rovesciò intenzionalmente tutta l’acqua addosso sul suo décolleté…la camicia già trasparente, non lasciava più spazio alla immaginazione, le sue tette e i capezzoli erano lì in bella mostra sotto gli occhi dei ragazzi che li fissavano increduli ed eccitatissimi. “Che distratta che sono. Perdonatemi!
Sono completamente bagnata…” e così dicendo iniziò bottone per bottone ad aprirsi la camicetta davanti ai due studenti restando a seno nudo al loro cospetto. “Non vi dispiace se proseguiamo la lezione così, vero ?”. I due erano immobili, e rossi in viso.
Io, per meglio origliare, mi avvicinai alla porta del salotto accostata, e ebbi la sensazione di sentire gemiti di piacere e lentamente aprii la porta quanto bastasse per poter sbirciare all’interno della stanza.
Sembrava tutto normale, il divano al suo posto, la scrivania, la televisione, quindi il tavolo ma la sedia, ancora scansata dove prima sedeva Lidia era vuota. Spinsi ancora un po’ la porta per sbirciare meglio e lo spettacolo che mi si rivelò era da lasciar a bocca aperta: Lidia china sotto il tavolo intenta succhiare il cazzo di uno degli studenti che godeva ad occhi chiusi e nuca abbandonata sullo schienale della sedia, mentre con una mano segava il cazzo dell’altro ragazzo. Io ero sconvolto, mai e poi mai avrei immaginato che la mamma di Andrea potesse spingersi a tanto,
Mi stavo eccitando non poco, e il mio pene stava prendendo consistenza, avevo curiosità di vedere fin dove la signora Lidia fosse capace di spingersi e quindi restai fermo sull’uscio della porta ad origliare e spiare i tre intenti a godere.
“ah si, non resisto, vengoo” sussurrò in spagnolo Ramon, che scaricò un fiotto sul seno di Lidia contorcendosi dal piacere sulla sedia, e restando lì seduto sopraffatto dal piacere.
Quanto a Lidia non aveva alcuna intenzione di fermarsi proprio ora, e tornata in piedi prese Manuel per la felpa, lo fece alzare dalla sedia con le brache ancora calate e lo portò sul divano, lo fece sedere, mentre lei si chino nuovamente tra le sue gambe e prese a spompinare anche lui. Io da dietro la porta potevo ammirare il culo della signora Lidia e la sua fessura bagnatissima e non riuscii a trattenermi oltre alla vista di tanto ben di Dio e liberato il cazzo presi a masturbarmi e, pensando ai suoi indumenti ed al suo profumo, e a quello che sapeva fare, non avevo desiderato tanto una donna anziana e mai nemmeno una giovane.
La signora Lidia era ormai un fuoco e voleva essere chiavata, e così si alzo da terra e si impalò sul cazzo di Manuel e cominciò a cavalcarlo a ritmo crescente e nel farlo divaricò leggermente le gambe, chiuse gli occhi e diventò preda del piacere più intenso, e sembrava, ad un certo punto, di non reggere, di non farcela più, di venir meno.
Era eccitatissima e I suoi sospiri si facevano sempre più intensi fino a diventare dei gridolini di piacere ad ogni colpo assestatole da Manuel che si era intanto aggrappato alle sue grosse mammelle che pendevano sul volto dello studente. “Dimmi, che desideravi da tempo poter mettere il tuo viso tra le mie tette, dimmelo” disse Lidia a Manuel. “Si Prof., sei una vacca, e io non desideravo altro che affogare la mia faccia tra le tue tette e leccarle tutte”. A queste parole Lidia intensifico ancor di più il ritmo della sua cavalcata ed era prossima a godere.
Ramon, in piedi davanti a loro, aveva ripreso a masturbarsi si avvicinò ai tre sul divano, e propose alla signora Lidia di prenderglielo nuovamente in bocca per scaricare la sua seconda razione di sborra.
La gonna della signora era sollevata fino al reggicalze e la camicetta sbottonata mostrava il suo seno sodo fuori dalle coppe del reggiseno, mentre masturbava con una mano l’uccello che aveva nella pancia e l’altro lo succhiava con avidità.
Poi, mentre lei succhiava il cazzo al ragazzo, l’altro la fece alzare dal suo coso, facendole fare uno strillo strozzato di disappunto, dato che in bocca aveva l’altro cazzo.
Lei allora si inginocchiò sul divano e mostrò da dietro il sua natura semidepilata e lui glielo appoggiò e la scopava da dietro tenendola per i fianchi, e lei gemeva mentre l’altro la teneva per i capelli infilandole il palo fino in gola, e quando il ragazzo che la stava scopando arrivò fino in fondo, la signora Lidia mentre gemeva lo in spagnolo con frasi oscene “sfondami, sfondami la fica, fammelo sentire, sfondamela…si, si, dammelo” parole miste a gemiti, e nel casino anche Ramon glielo tolse dalla bocca, scivolò dallo schienale del divano, sotto di lei che allargò le gambe di più, e lui con la mano gli avvicinò il suo cazzo, da davanti e cominciò a penetrarla anche lui nella fica, mentre Lidia sussurrava in spagnolo “oddio, oddio, mi state spaccando la fica, siii”.
Io raggiunsi l’orgasmo nel vedere quella penetrazione lacerante, ero allibito, non avevo mai visto entrare due cazzi in una fica, e mentre la stavano scopare in due, i gemiti della mamma di Andrea divennero sfrenati, lasciandosi andare sempre di più a frasi volgari “spaccatemi la fica, spaccatemela, lo voglio anche nel culo, sfondatemi tutta” e Manuel lo estrasse tutto lubrificato e glielo infilò poco più sopra e cominciò a penetrarla dietro, e lei ebbe uno scatto in avanti, come se avvertisse un dolore e poi si protese all’indietro per sentirlo meglio e incominciò nuovamente a mugolare “vengo, vengo, sento la fica in fiamme” e loro continuavano a scoparla, mentre lei gemeva e rivolta a Ramon, che la possedeva dietro “spingimelo tutto nel culo, fammelo arrivare in gola, sfondamelo, sfondami il culo” e poi, rivolta al ragazzo che ha di fronte “dammi tutto il tuo cazzo, spingilo fino in fondo, scopami bene la fica” e poco dopo nuovamente “oddio vengo, vengo di nuovo”, a questo punto non resistetti e venni…
Il dolore al ventre mi svegliò…la prostata troppo stimolata…ero venuto nel sonno di nuovo dopo il massacro con Eli…era stato un sogno…per riavermi feci una doccia e guardai l’ora…erano le 11 di mattina…Mi rimisi a letto in mutande e torso nudo, quando sentii bussare alla porta.
Era la signora Lidia che avevo sognato sconvolta e gemente, con un caffè caldo e una tortilla dolce, quelle spagnole…tutta composta, con una minigonna azzurra, una camicetta bianca, ancora truccata e profumata.
Mi si avvicinò con gli occhi sorridenti, dicendo.. sai …ieri notte sono tornata tardi, …forse hai sentito un po’ di rumore…sai…ho invitato due amici…e io pensai..” ma allora era vero ? sai ti ho detto che sono una donna, non una santa…e scusa, sai, ma pensavo di invitare anche te a “bere qualcosa”, ma tio ho visto impegnato al pc..scusa…ma … ti ho sentito, dietro la porta… segaiolo, e lo so cosa fai ogni sera con lo schermo, è ora che ti insegni qualcosa …e senza lasciarmi il tempo di rispondere, rapidamente li tolse le coperte, io rimasi con le mie mutande un po’ umide e lei voltò e si mise a cavallo delle mie gambe, se vuoi ti faccio vedere…avvicinando il volto al mio e chiuse gli occhi.
Ci baciammo mentre le mie mani iniziavano ad esplorare un corpo ancora sconosciuto ma tanto desiderato.
La sentivo piacevolmente ispirata, baciava con passione mentre strofinava il pube molto bagnato dei suoi umori e ..dei residui dei suoi allievi, contro il mio sesso eccitato dalla situazione e più da lei… sussurrà con voce roca e sexy:” Dammelo ti prego, quei due amici di stanotte mi hanno eccitato, ma non soddisfatta…” io pensai ma..questa è una ninfomane, mi sembrava che fosse venuta dieci volte”…ma non dissi niente… e lei continuò. “e tu se continui con le seghe con skype poi non sei più capace di scopare un donna…”
Io cercai di dire “ Ma Signora…” ma lei mi interruppe “Sono una donna! “ quando mi accendo poi faccio fatica a spegnermi, e poi vedendo questo ben di dio..” e mi estrasse il cazzo dalle mutandine, e poi si spostò per slacciarsi la gonna.
Ho ancora oggi da la visione della mini che scende lungo le belle gambe della signora e poi lei mentre si sta sfilando gli slip.
Rimasi colpito dal pube semidepilato come quello di Elisabetta e mentre si sfilava anche il reggiseno nero, che avevo annusato nel bagno, notai che il suo corpo non aveva nulla da invidiare quello di una donna più giovane, e quando, completamente nuda s’inginocchiò di fianco al letto e mi denudò il petto il mio coso era un paracarro. Lei fissò il mio membro, sorrise poi scese a bocca aperta per prenderlo. La signora Lidia stava per farmi perdere la ragione tanto era abile. “ Si fermi signora ! – la pregai…sennò mi fai venire subito…” Lei allontanò il viso dal mio sesso con un sorriso malizioso, si alzò in piedi e si pose dinanzi a me a gambe aperte. La fissai mentre prendevo in mano il cazzo troppo sollecitato e lo trattenni verticale. “ Venga sopra, signora ! “ la invitai indicando con lo sguardo il pene. Lei mi venne sopra, divaricò le gambe e si infilò il mio membro, si appoggiò alle mie spalle e scese, io ero dentro di lei, eccitatissima, aperta e capiente. Non emetteva un gemito, forse per non farsi sentire dai vicini nell’altra stanza da letto attigua.
Ma scese sino in fondo per poi cercare ancora i miei baci. Con le labbra unite e le lingue che si contendono lo spazio ognuna nella bocca dell’altra iniziammo a muoverci. Tramite il bacio ci scambiavamo parte del piacere che reciprocamente ci davamo con mie spinte e suoi ancheggiamenti. Volevo stimolarla di più ma non riuscivo a raggiungere il pube con la mano, perché era troppo premuta contro di me, allora le strinsi con forza i glutei.
Lei gonfiò il petto e notai il suo seno magnifico, lo sento premere con forza sul mio petto, le nostre pelli s’incollavano tra loro, non riuscivamo a separarci.
Lei ancheggiava con movimenti sempre più ampi, la sento chiudersi ritmicamente contro il mio cazzo mentre ogni suo muscolo si tendeva. Improvvisamente la sua lingua si fermò, rimase immobile mentre respirava il mio fiato e fremeva.
Mi afferrò il capo e lo trattenne per spingere con forza le sue labbra contro le mie, non vuole urlare e tenta di spegnere dentro di me i gemiti che non riusciva più a trattenere e io percepii le ritmiche contrazioni nel suo ventre: stava godendo come una cagna.
Pensavo d’essermi eccitato con la visione di Elisabetta che aveva l’orgasmo con vibratore, ma questa è un’altra cosa …
- Scusa… scusa…Luca, non c’è l’ho fatta! - Scusa perché – le domando - Non ti ho aspettato! - Rilassati! La tengo stretta contro di me mentre le bacio le labbra dolcemente. La sento aprirsi lentamente mano a mano che si rilassa.
- Solo un minuto e sono nuovamente pronta. – promise mentre si alzava per farmi uscire. Poi si mise in ginocchio e mi disse “ mettimelo dentro o non c’è la fai più?” E io non ero ancora venuto , le saltai addosso, rendendola alla pecorina, mentre le tenevo le tette con le mani, le davo colpi profondi e violenti. Poi, gridando il suo orgasmo, mentre la signora spingeva indietro il suo bel culo come le avevo visto fare nel pomeriggio, per ricevere più in fondo il mio cazzo, ebbi un'eiaculazione violenta e abbondante nel suo ventre, tanto da rimanere su di lei ansimando per diversi minuti, spompato.
E non fu la sola volta, continuammo a scopare per tutto il mese e mezzo del corso dell’università…persi tre chili di peso…non finiva mai di acere iniziative per il mio cazzo.
Per esempio, una sera mi invitò al suo circolo di tennis, dove giocammo una partita, e alla fine, nel pallone, tutti sudati, smettemmo un quarto d’ora prima della fine dell’ora, eravamo soli, non doveva entrare nessuno almeno fino allo scadere della nostra ora prenotata.
La lasciai avvicinare. Lei mi posò le mani sul petto, poi mi scostò la maglietta carezzandomi il petto e, senza aver bisogno di abbassarsi molto, prese un mio capezzolo tra i denti e lo stuzzicò con la lingua.
Io la afferrai per la nuca e la obbligai a ad alzare lo sguardo. Lei mi guardò divertita e soddisfatta.
Poiché non feci nulla per contrastarla, le sue mani mi slacciarono i pantaloncini, che caddero a terra.
Si inginocchiò davanti a me e, sempre fissandomi negli occhi, attenta a che la guardassi, mi fece scendere i boxer lungo le cosce e fino ai piedi carezzandomi con delicatezza.
Aprì le labbra carnose e quel rossetto rosso acceso per infilarci la mia cappella, che poi ritirò fuori brillante di saliva per farvi scorrere la lingua da sotto in su.
Poi riprese il cazzo in bocca e stavolta lo ingoiò del tutto, per poi ripetere un paio di volte l’operazione.
Io guardavo il mio cazzo sparire tra le sue labbra, riempirle la bocca, guardavo il suo viso assorto nel darmi piacere.
Così obbligato e passivo iniziai a sentire che stavo per scoppiare.
Sentii una prima stilettata lancinante, come l’acqua di un bacino che passa per la prima crepa della sua diga. La sentii ingoiare con un gemito soffocato, quindi iniziai a venire di brutto, ad ondate che parevano non finire.
Quando ebbi finito lei si rizzò sulle ginocchia, mi guardò negli occhi per godersi la mia espressione… ammetto, la signora Lidia era brava! La ricorderò per tutta la vita, non dissi mai nulla ad Andrea…
Alla fine quando me ne andai lei fu molto dispiaciuta, ma io ero diventato un superamatore…e quando mi ritrovai a Londra con Elisabetta, lei, che pure è una perversa, fu molto colpita.
Mi chiese “ ma in Spagna avevi qualche ragazza?” e io potei dire la verità dicendo “ ragazza? ti giuro di no !
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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