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Gay & Bisex

Tommaso, Luca & Nicola - 8


di Marcus95
24.03.2022    |    4.681    |    13 9.7
"Nicola mi aiuta ad alzarmi e mi prende per mano..."
Capitolo 8:Perversione



E con questo cosa vuole dire? Nella sua perversione? Rimaniamo sdraiati vicini nel suo letto. Le sue mani sono sul mio petto ma io non gli dico nulla. Mi piace sentire il suo calore sul petto. A giudicare dal respiro, credo proprio che lui si sia addormentato. Dovrei essere io ad addormentarmi. Sono io che sta avendo una settimana incredibile con alti e bassi. Mi volto e vedo il suo viso rilassato mentre dorme. È così bello. Gli passo una mano tra i capelli biondi e lisci. Mi eccita molto questo ragazzo.

Forse con Tommaso non è andata bene ma con lui forse sì. Devo ancora chiarire molte cose, specie le sue perversioni. Non so bene cosa voglia dire. Mi muovo nel letto e lui apre gli occhi.

«Scusa mi sono addormentato» dice sorridendo e stiracchiandosi.

Io lo guardo e sorrido. È bello quando sorride. «Non ti preoccupare. Ti ho guardato mentre dormivi» dico calmo passandogli una mano sulla guancia morbida.

Lui prende la mia mano e mi bacia l’indice. Lo succhia molto delicatamente. Io sospiro e lo guardo con occhi d’eccitazione. Ma che effetto mi sta facendo?

«Non ti eccitare» dice fermo e si alza lasciando il dito.

Si alza dal letto e va verso l’armadio a rimettere via le corde che aveva usato per legarmi al suo letto. Solo in quel momento vedo che sopra al letto c’è qualcosa che non quadra. C’è un quadrato tutto traforato. È una specie di opera d’arte ma non ne capisco il senso. Guardo Nicola che ritorna da me sorridendo e indico il soffitto. Lui alza lo sguardo e vede il quadrato. Sorride sonoramente e dice: «Quello lo scopriremo più avanti.»

Con lui si fa tutto un mistero, lui è un mistero. Questa cosa mi piace, o meglio ancora, mi eccita. Mi fa alzare e ci vestiamo. Usciamo dalla stanza, io con dei suoi abiti, e andiamo al piano inferiore. La sera è arrivata. Fuori dalle finestre è già buio. Non so l’orario ma ho un po’ di fame. I genitori sarebbero andati a teatro quindi ancora una volta avevamo tutta la casa per noi. Guardo Nicola mentre mi da la notizia e vedo che sorride beffardo. Sicuramente mi riporterà nella sua camera per scopare.

Dopo cena Nicola si ferma a parlare con l’autista così io vado in camera e guardo il telefono. Vedo che Federico mi ha bombardato di messaggi. Ha paura per la mia incolumità. “Dannazione Luca stai attento”, “Non fidarti troppo di lui”, “Porca troia rispondi! Dimmi che non hai fatto sesso con lui!”.

Questi messaggi inviati da Federico mi fanno perdere le staffe. Ma che cazzo vuole dalla mia vita? Nicola è una brava persona, lui non lo conosce bene. Va bene che è il mio migliore amico ma quando si impiccia così troppo mi manda in escandescenza. Decido di rispondere al messaggio, “Non ti ho risposto perché Nicola mi stava scopando”. Invio il messaggio e me ne pento amaramente. Dovevo tenere il segreto ancora per qualche giorno o settimana. Tutto sta accadendo così velocemente che non riesco a concentrarmi. Ho bisogno di tempo per prendere le giuste decisioni. Il telefono suona e guardo il messaggio da parte di Federico. “Mi deludi e anche tanto. Sei alla stessa altezza di Tommaso ora, contento?”.

Beh devo dire che è molto diretto. Spengo il telefono e faccio per uscire dalla camera quando qualcuno bussa e apre la porta. Nicola appare con dei jeans classici e una maglietta bianca. Si vedono i suoi pettorali. Lo guardo e godo alla visione di quel ragazzo. Lui rimane fermo a farsi guardare, poi mi squadra e fa cenno di sì con la testa. Più a sé stesso che a me.

«Andiamo» dice fermo e aspetta la mai reazione.

Io mi muovo svelto ed esco dalla camera. Andiamo al piano inferiore e Nicola mi indirizza verso la macchina. Saliamo e la macchina parte a tua velocità. Il suo autista dovrebbe sapere che noi abbiamo appena finito di cenare e che dovrebbe fare le curve con più delicatezza. Dopo venti minuti di auto e di conati da parte mia, la macchina si ferma vicino a un ponte e io apro la porta e scendo gattonando. Ho proprio bisogno di aria. Nicola si fa vicino e ride.

«Devi sopportare la macchina» dice ridendo.

«Io la sopporto se non viene guidata in modo sportivo» dico riprendendo aria.

Nicola mi aiuta ad alzarmi e mi prende per mano. Vedo che l’autista ha scaricato una borsa nera e una lampada. Si dirige verso il ponte molto velocemente e noi lo seguiamo più lentamente. Arrivati al ponte passiamo sotto e vediamo che l’autista ha posizionato il faro della luce contro la parete. Mi fermo e guardo la parete oggetto di tanta luce. È un gran bel capolavoro. Qualcuno con le bombolette spray ha disegnato un’ambientazione sulla parete del ponte. Rimango fermo ad ammirare tutte le figure e alla fine scorgo tutto. È un campo da basket con dei giocatori intenti a passarsi la palla. Trovo questo disegno molto bello.

«Ti piace?» Chiede Nicola.

«Sì non è male. Ha avuto una buona idea. Chi l’ha fatto?» Chiedo curioso.

Vedo che l’autista apre il borsone nero ed escono delle bombolette spray. Alzo gli occhi verso Nicola e lui mi guarda tranquillo.

«Bravissimo!» dico pieno di gioia. Il muro lo pittura il ragazzo sexy. Sa anche disegnare.

«Sì qualche sera vengo qui e creo la mia opera» dice calmo ammirando quello che ha prodotto.

Io ammiro lui che guarda molto intensamente la sua opera. Ho scoperto un’altra cosa su questo ragazzo. L’autista mi passa vicino e passa una bomboletta a Nicola che la prende e inizia a colorare le parti mancanti. Io mi siedo per terra e lo guardo mentre colora. È bello guardarlo anche se colorare i muri non è molto eccitante.

Nicola continua a fare le rifiniture dei personaggi. Io mi sto leggermente annoiando. Adoro il dipinto ma mi sento un terzo incomodo in questo momento. Decido di giocare con lui.

«Gli artisti seri e sexy colorano senza maglietta» dico mentre lui sta colorando una maglietta di un giocatore.

«Mi passi il giallo Luca?» Chiede ignorando la mia affermazione.

Mi alzo e vado verso la borsa dei colori. Cerco tra tutte le bombolette e trovo quella gialla. Mi rivolto verso Nicola ed è di spalle come prima ma non ha più la maglietta. Sorrido e vado vicino a lui. Allunga la mano e io gli passo la bomboletta. Inizia a colorare i pantaloncini di un giocatore e io perdo di vista il dipinto. I miei occhi sono inchiodati sulla sua schiena. Sexy, possente, eccitante. Vedo i muscoli che si tirano mentre alza il braccio per colorare. Mi sdraio per terra e resto a fissarlo. Ora non mi annoio più, non potrei mai.

Si volta e mi vede sdraiato. Sogghigna e si aspetta un mio commento. Io tolgo gli occhi da lui e guardo il dipinto. Ha colorato un sacco di cose e io non me ne sono reso conto.

«Ma chi colora non dovrebbe sporcarsi?» Chiedo avendo visto delle foto su internet di gente imbrattata di colore.

«Quelli bravi non si sporcano» dice e viene verso di me.

Si inginocchia e mi bacia. La sua lingua esplora la mia bocca vogliosa di lui. Gode al bacio e non mi accorgo dell’autista. Mi stacco e vedo che lui è lì che guarda la scena. Nicola guarda l’oggetto delle mie preoccupazioni e mi rassicura. «Antonio sa tutto di me.»

Ora l’autista ha anche un nome, molto meglio. Faceva strano chiamarlo solo in quel modo. Non gli rendeva giustizia. Mi rivolto verso Nicola e lo bacio prendendogli il volto tra le mani. Nonostante sia gennaio e io stia morendo di freddo, lui al contrario, sta senza maglietta sotto un ponte di sera. È super sexy, il suo sguardo rivolto verso il mio, i suoi occhi azzurri, i suoi capelli biondo rame. Nicola mi sconvolge ogni secondo di più. Provo qualcosa per lui. Mi sento a mio agio, mi rende una persona felice. Prima di lui solo Tommaso poteva farmi sentire in quel modo, ma nessuno batte Tommaso. Lui è troppo importante per me anche se appartiene al passato.

Nicola mi sta ancora guardando mentre io girovago tra i miei pensieri.

«Tu pensi troppo» dice Nicola calmo.

Ha assolutamente ragione. Con un braccio mi prende il mento e lo alza leggermente. Le sue labbra incontrano le mie per un secondo e poi continua a lavorare al suo dipinto. Io lo osservo eccitato dalla mia postazione. Quel suo tocco, quella sua mano, il suo petto. Mi volto e vedo Antonio che mi guarda. Io sorrido e continuo a guardare Nicola. Mi mette un po’ di soggezione il suo autista. Non mi importa, io voglio stare con Nicola e questo è ciò che conta. Come amico/amante, ma mai come fidanzato ufficiale. Non per il momento. Provo qualcosa ma devo ancora bene chiarire che cosa.

Dopo una mezz’ora Nicola si volta e prende la maglietta indossandola. Mi prende la mano e mi alza da terra.

«Ora d’andare» dice baciandomi sulla guancia.

Mi viene in mente Tommaso. Quando ero nella tenda la prima notte e lui mi baciò sulla guancia. La stessa sensazione. Come è possibile tutto questo?

Mette via le bombolette non accorgendosi della mia perplessità e torniamo in macchina. Il viaggio di ritorno è tranquillo e arriviamo alla villa verso le 11. Io sono abbastanza stanco e anche Nicola vedo. Entriamo in casa e andiamo al piano superiore. Lui mi guarda quando apro la porta della mia camera.

«Grazie per oggi» dico sorridendo. «Il tuo dipinto sul muro mi piace molto» e gli do un bacio sulla bocca.

«Dormi con me stanotte?» Chiede prendendomi alla sprovvista.

La mia mente esplode in mille pensieri. Io vorrei tanto dormire con lui ma è troppo importante, è qualcosa di molto romantico e io non posso ancora esserlo. Fare sesso nel suo letto è diverso che dormirci abbracciato al suo corpo. Lo guardo mentre lui spera in un sì, ma io non posso ancora darglielo. Non per cattiveria, ma Tommaso mi manca ancora molto e non vorrei affrettare le cose.

«Nicola, mi dispiace ma fa ancora male per ora» dico riferendomi al mio ex.

Lui comprende perfettamente e vedo nei suoi occhi un fulmine di odio, ma non verso di me. Sicuramente verso Tommaso. Sta diventando il ragazzo più odiato della città. Si avvicina e mi bacia. Un bacio profondo e rassicurante. La sua lingua tocca la mia senza correre. Si stacca e mi guarda.

«Riuscirai a dimenticarlo» dice e se ne va lasciandomi sulla porta. Entro nella stanza e mi chiudo dentro.

Anche lui vuole che distrugga l’immagine di Tommaso. Devo ammettere che lui e Federico hanno molte cose in comune. Lo stesso odio per Tommaso, gli stessi capelli. Da un lato adoro questo lato simile, ma dall’altro no. Sono troppo severi con il mio ex. Ha fatto delle cazzate ma non si merita tanto odio.

***

Sabato mattina è arrivato. Mi sveglio da solo e mi sento benissimo. Sarà una giornata fantastica, ne sono sicuro, non dovrò temere nulla oggi. Mi vesto e scendo per la colazione. Vedo i genitori di Nicola e li saluto cordialmente. Loro mi abbracciano e mi chiedono come sto. Nicola ha raccontato loro la mia storia.

«Oggi molto meglio, devo solo farmi passare un po’ la fissa» dico sorridendo. Prendo i cereali come al solito e mi siedo su uno sgabello.

Loro mi guardano e poi ritornano a parlare dello spettacolo che hanno visto. “Madama Butterfly”. Beh uno spettacolo fantastico se visto al Teatro alla Scala di Milano. Io mi domando dove sia Nicola, di solito non dorme fino a tardi e io non mi sveglio così presto. Forse è già andato in palestra. Sento dei passi sulle scale e appare Nicola.

«Ben svegliato! Oggi sei mattiniero» dice sorridendo.

«Oggi mi sento benissimo» dico sorridendo.

«Molto bene. Oggi è weekend e ho in serbo qualcosa di speciale per te» dice senza farsi sentire troppo dai genitori.

Io non posso fare altro che sorridere per l’imbarazzo. Non può dire certe cose in pubblico dato che so che si sta riferendo al sesso. Vuole farlo anche oggi? Ma questo ragazzo è incontentabile. Beh dai anche a me piace fare sesso e non posso di certo biasimarlo. Sono contento di aver trovato uno come lui. Facciamo colazione insieme e poi andiamo in palestra per il nostro allenamento. Comincio a pensare che l’allenamento in palestra sia solo una preparazione per l’allenamento che faremo nel letto. Tutto torna.

Vuole farmi diventare grosso solo per reggere tutte le sue perversioni. Tommaso si è addolcito una volta iniziata la relazione, ma Nicola non mi sembra il tipo. Devo solo capire fin dove arrivano le sue perversioni.

In palestra l’allenamento è tosto anche se è sabato. Io mi lamento ma lui dice di stare zitto e continuare gli esercizi. È un po’ dispotico devo ammetterlo. Ma mi piace così. Dopo l’allenamento andiamo verso i bagni e facciamo la doccia separatamente. Sinceramente mi aspettavo una sega o un pompino, ma nulla. Nicola è imprevedibile e questa è la cosa che mi spaventa di più. Mangiamo e giochiamo alla Xbox. Nulla di preoccupante. La giornata passa veloce. Devo uscire con Federico, dare a mia madre delle direttive, ma nulla mi prende in questo momento. Tutto quello che voglio è passare il maggior tempo possibile con Nicola. Lo voglio, lo desidero.

***

Verso sera mi dice di preparami che dobbiamo andare in un locale. Io vado nella mia stanza e prendo un completo elegante. Mi vesto completamente di nero. Non è molto festoso ma a me piace questo vestito. Piaceva moltissimo anche a Tommaso, tanto che un giorno se l’era messo lui al mio posto. Mi guardo allo specchio e mi fermo a pensare.

Mi vedo bello all’interno dello specchio, ma solo perché non è in grado di mostrare cosa c’è dentro. Io mi sono lasciato da poco con il mio ragazzo e già vado dietro ad un altro, ho fatto anche sesso con questo e ora lo corteggio con il vestito che adorava Tommaso. Non sono una bella persona.

Tutti lanciano accuse contro Tommaso ma alla fine il vero diavolo sono io. Mi guardo tutto elegante e bramoso di sesso. Scaccio quei pensieri ed esco dalla camera. Mi arriva un messaggio di Federico e lo leggo. “Bisogno di parlare”. Non rispondo e scendo le scale. Nicola non è ancora arrivato. Mi guardo attorno mentre lo aspetto. Fa strano aspettarlo, di solito è lui che aspetta me.

Sua madre Carla passa vicino a me e saluta con la mano. Io la saluto di rimando.

«Sono contenta che abbia un amico come te» dice calma e sorridente.

«Anche io sono contento di aver trovato uno come lui» dico contento.

Lei mi guarda con i suoi occhi profondi e noto qualcosa di strano dentro. Non so bene cosa sia ma c’è qualcosa di strano. Mi mette una mano sulla testa e sale le scale. Nicola appare in cima alle scale. Scende contento e mi abbraccia.

«Cosa ti ha detto mia madre?» Chiede mentre usciamo dalla casa.

«Nulla, solo che è contenta sul fatto di essere amici» dico e aggiungo ridendo «anche se non è la parola adatta. Io userei amanti.»

Lui ride sonoramente. Ha un look impressionante. Pantaloni e giacca neri come me e camicia bianca con cravatta. Io sotto ho messo una camicia ma niente cravatta. Lui mi guarda e non dice nulla sul look. Non so minimamente dove mi voglia portare. La macchina ci aspetta. Saliamo e saluto Antonio. Lui mi saluta e parte a gran velocità. Mi è molto simpatico, anche se non abbiamo avuto modo di parlare molto.

Dopo venti minuti di guida spericolata arriviamo davanti ad un locale, un palazzo a dire la verità. Scendiamo ed entriamo nel palazzo che in realtà è un hotel a cinque stelle. Andiamo verso un ascensore ed entriamo. Nicola schiaccia il tasto dell’ultimo piano e l’ascensore si muove. Io mi guardo attorno e lui con fermezza mi prede e mi volta, mi fa chinare e io mi aggrappo alla sbarra. Con velocità mi tira cinque schiaffi sul culo e io urlo quando la sua mano potente prende il mio gluteo. L’ascensore si sta fermando e lui mi fa alzare velocemente come niente. Le porte si aprono e usciamo.

Io sono scandalizzato. Questo mi mena in ascensore? Ma è pazzo? Poteva baciarmi semplicemente senza ricorrere al dolore. Seguo Nicola tra i tavoli e lo vedo che parla con un cameriere. Prendiamo posto ad un tavolo vicino ai finestroni. Vedo tutta la città da lì. Ordiniamo i cocktail e parte il primo giro.

«Stasera niente sbronzate» dice calmo ma severo.

Io accenno con la testa e lui ride. Mi piace poter assaggiare la vita di Nicola, vedere cosa fa, vedere il vero lui. Voglio arrivare a scoprire tutte le sue sfumature. Voglio essere suo. I nostri drink arrivano e facciamo suonare i bicchieri prima di bere il primo sorso.

«Chi sa di te?» Chiedo senza prestare troppa attenzione.

«Antonio e credo che mia madre sospetti qualcosa ma non siamo mai arrivati ad un confronto» dice seriamente. Da quando mi racconta tutta la verità così semplicemente?

Lo trovo strano ma non ci faccio troppo caso. Non voglio soffermarmi su questo. Lui è qui con me.

«Che cosa vuoi davvero da me?» Chiedo curioso di scoprire la risposta.

«Difficile da dire» dice lui.

Era troppo bello avere tutta la verità quando mi faceva più comodo. Ora è tornato il Nicola misterioso che non rivela nulla della sua vita.

«Voglio molte cose da te, Luca» aggiunge bevendo ancora il suo drink.

Sorseggio il mio drink e faccio per parlare ma lui mi blocca. «Sai non è così semplice parlarne direttamente con te.»

Non capisco, sono turbato. Perché? Può parlare di tutto quello che vuole con me, io sono suo amico, unico amico. Ci rimango male e sorseggio ancora il drink e ne ordino un altro.

«Non alzare troppo il gomito» dice lui fermo.

«Allora parla, altrimenti bevo quanto mi pare» dico prendendolo in contro piede.

«Non osare Luca» dice duro. Ora mi fa paura.

Lui mi nasconde qualcosa ma non so che cosa. Voglio scoprire il suo mistero. Ho lottato duramente per Tommaso e farò tutto ciò che posso per farmi dire la verità da Nicola.

Il mio drink arriva e bevo un sorso. Nicola mi guarda male ma non vuole parlare. Bevo ancora ma lui sta ancora in silenzio. Butto tutto giù d’un fiato il drink e lo guardo beffardo. Ha la faccia corrucciata. Sicuramente è molto incazzato con me. Ma non mi interessa. Io voglio scoprire il suo segreto. Ancora nessuna risposta da parte sua.

Mi alzo e prendo la giacca dallo schienale della sedia. Faccio per andarmene ma lui dice «io ti conosco da mesi!»
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