Gay & Bisex

PRIDE - 1


di Marcus95
15.06.2023    |    14.729    |    22 9.8
"Non so quanti fiotti di sborra ho prodotto ma mi sento molto più libero..."
Capitolo 1: Scuola

La sveglia suona come una matta in una mattina uggiosa nella grande metropoli. Apro gli occhi e vedo che fuori ci sono le nuvole, e forse anche della pioggia. Sarà un’altra giornata di merda da passare a scuola, in classe con i miei compagni. Che noia.

Con grande disinvoltura mi butto giù dal letto e mi dirigo verso il bagno. Ho la vescica che mi sta scoppiando. Penso a dove dovrei essere mentre mi tengo in mano il pisello davanti alla tazza. Forse una spiaggia dall’altra parte del mondo. Oppure un safari in africa. Oppure in Cina nelle grandi metropoli super tecnologiche. Altrimenti a New York a leggere un libro in Central Park.

Un tuono mi riporta alla realtà. Mi rimetto il pisello nei boxer e mi dirigo verso lo specchio. I miei capelli biondi sono tutti spettinati e la faccia pulita è assonnata. Con un po’ d’acqua cerco di rimettermi in sesto prima di fare colazione. In cucina ci sono già i miei genitori e mio fratello che mi stanno aspettando. Trovo già al mio posto il mio caffè e dei biscotti. Tutto quello che ci vuole per affrontare una giornata di merda a scuola.

Artur, mio fratello è molto più fortunato di me. Avendo 22 anni va già in università mentre io sono ancora bloccato all’ultimo anno delle scuole superiori. Mia madre mi accarezza la testa prima di andarsi a vestire in camera sua. Mio padre legge il giornale sul telefono.

Finito colazione mi preparo e vado a scuola. Come avevo previsto fuori piove e le materie di oggi fanno proprio cagare. Niente di interessante, niente che mi soddisfi. Tutto una gran noia. I miei compagni sono degli analfabeti e idioti. Stare qui non mi piace. Vorrei poter scegliere della mia vita, e se potessi farlo adesso, sceglierei di andare via. Spiccare il volo e andare in un posto molto lontano da questo carcere minorile. Non ho molti amici a scuola come si può intuire ma almeno uno abbastanza fidato lo ho.

Però c’è una cosa che amo del liceo, una sola. L’ora di ginnastica. Non l’ora in sé in quanto la odio ma poter rimanere in una stanza con i miei compagni tutti in mutande mi rende felice. I miei occhi volano da una parte all’altra cercando di scorgere qualcosa dai pacchi dei miei compagni. Sono una persona molto curiosa. Alcuni mettono gli slip e altri mettono i boxer, tutti di colori diversi e di diverse marche. In quei momenti non ci si può annoiare, anzi c’è solo da gustarsi il momento. L’unica parte da evitare sono i commenti che fanno. “Teo che fai mi guardi il pacco?”, “Teo ti piace stare qui con noi mezzi nudi?”, “Ma quando ce lo dici che sei frocio?”

…esatto, su una cosa hanno ragione, mi piacciono i ragazzi e non le ragazze. Ci ho provato ma non provo nessun coinvolgimento sessuale verso di loro, cosa che però provo verso i ragazzi e il fatto che io guardi i pacchi dei miei compagni ne è la prova. Tolto quei commenti, quei momenti mi piace molto…

Il resto del tempo che passo a scuola lo passo da solo, sono abbastanza solitario devo essere sincero. Penso di non essere capito, di non essere abbastanza per gli altri. A casa mi sento al sicuro anche se nessuno in famiglia sa del mio orientamento sessuale. L’unico che potrebbe aver intuito qualcosa è mio fratello avendo la camera in comune.

Non ho avuto storie vere quindi non si capisce se mi piacciono i ragazzi o le ragazze. Ho un solo amico gay, Michael. Abbiamo la stessa età ma sfortunatamente andiamo in due scuole diverse. A diciotto anni uno dovrebbe sentirsi libero di vivere la propria vita, invece io mi nascondo da tutti i giudici che potrebbero cadere su di me. Ho una piccola bandiera Rainbow che tengo nascosta in un quaderno nel mio armadio. Per il resto la mia vita è grigia.

Quella sera dopo cena stavo cazzeggiando sul telefono per vedere chi aveva postato cosa e mi sono ricordato di Thomas, il figo della mia classe. Il suo profilo Instagram è molto bello dato che pubblica un sacco di foto senza maglietta. Ovviamente non lo seguo ma avendo il profilo pubblico mi sono segnato il nickname. In realtà, ho segnato quello di tutti i miei compagni. Anche se li odio profondamente non posso non tenere conto che alcuni sono davvero belli.

Vado sul profilo di Thomas e vedo che ha pubblicato una nuova foto, e non una foto qualunque ma una foto in boxer. Gli stessi che indossava quella stessa mattina a scuola. Il pacco va verso il basso e finisce con la sagoma della sua cappella che sembra essere abbastanza grande. Anche a scuola lo mette verso il basso avevo notato. Sotto la foto c’è scritta una frase: “Chi vuole stare con me?”

Vorrei tanto rispondere candidandomi ma non è una cosa opportuna. Però la mia mano lascia il telefono e pian piano raggiunge la mia vita, alza l’elastico delle mutande ed entra passando i peli pubici fino al pisello che per la foto si è fatto barzotto. Lo prendo in mano mentre guardo quella immagine e lo stringo forte. Il mio cazzo di tutta risposta pulsa e si fa ancora più duro. Vuole tanto essere segato. Sono in camera da solo perché mio fratello è uscito con la ragazza. Con la mano mi afferro bene il cazzo e lo muovo su e giù. Penso a Thomas in spogliatoio a scuola. Penso alle sue mutande che sorreggono ogni giorno il suo cazzone. Penso alla forma della sua cappella dentro a quelle mutande e alle palle che sono subito sotto ma che dai lati si vedono. Mi immagino poterlo vedere nudo, vedere quanti peli ha sul pube. La cosa più bella sarebbe poter toccare quel cazzone e vederlo crescere nella mia mano. Secondo me Thomas ha un bel cazzone e delle palle super pelose penzolanti.
La mia sega si fa sempre più concitata. Stringo forte il cazzo e la mano va più veloce su e giù. Mi immagino la scena e godo come un maialino. Voglio vedere Thomas nudo e stare nudo anche io. Voglio riuscire a vedere di più di lui e gli altri miei compagni. Riguardo la foto sul mio cellulare e vedo quel sorriso sul suo volto mentre mostra il pacco a tutti i suoi followers. La mano accelera e sento che sto per venire. Dovrei prendere un fazzoletto ma me ne frego, sono troppo eccitato. Vengo nei boxer ansimando forte. Non so quanti fiotti di sborra ho prodotto ma mi sento molto più libero.

Mi tolgo i boxer e guardo dentro tutto lo sperma ancora liquido che ricopre gran parte della mutande. Sorrido e le butto ai piedi del letto e mi copro con le lenzuola. In quell’istante la porta si apre ed entra mio fratello.

«Sei ancora alzato» dice piano.

«Sì, stavo per andare a dormire. Domani c’è scuola» rispondo.

«Bravo» dice prima di fermarsi mentre sta chiudendo la porta e annusando l’aria. Fa una mossa strana con la bocca e chiude la porta. Si avvicina al letto e si spoglia rimanendo con dei boxer grigi. Anche mio fratello ha un bel pacco. Lui lo porta verso sinistra come me però. Anzi, è stato lui a insegnarmi a metterlo a sinistra. “Chi lo ha grosso lo porta a sinistra” aveva detto un giorno.

Si mette nel letto e gioca col telefonino per un po’ prima di mettersi a dormire anche lui. Io mi metto comodo e dormo.


La mattina seguente mi sveglio e vedo che mio fratello non c’è già più. Sarà a fare colazione. La porta si apre ed entra mio fratello con un sorriso smagliate.

«Buongiorno dormiglione» dice piano.

«Ciao» dico ancora assonnato.

Lui sorride e vedo che prende una cosa vicino al mio letto. Si rialza e vedo che in mano ha le mie mutande.

«Queste le mettiamo da lavare prima che le scopra la mamma» dice con un piccolo ghigno.

Quel ghigno di uno che ci è già passato. In passato avrà anche lui fatto le stesse cose, ne sono sicuro. Ha riconosciuto l’odore dello sperma dentro alle mutande. Ho mille domande in mente ma l’unica cosa che riesco a fare è sorridere imbarazzato.

Quel giorno a scuola non c’è palestra ma il giorno successivo sì per mia fortuna. Stare in quello spogliatoio è una cosa fantastica. Tutti quei ragazzi giovani con i pacchi in sviluppo. Mi ignorano tutto il tempo, il che è una cosa inaspettata per una giornata così.

«Thomas con la tipa come va?» Chiede un mio compagno di classe.

«Le piace saltare sulla mia mazza» dice strizzandosi il pacco.

Thomas è in mutande. Delle mutande bianche di Armani con un bellissimo bozzo sul davanti. Voglio tanto toccarlo. Mentre se lo strizzava lo guardavo attentamente e si vedeva la forma della cappella e i due grossi coglioni sotto.

«Non vale, tu hai la mazza grossa» dice il compagno di classe curioso.

«Smettila, lo sai quando si rizza quanto è grosso».

«Sì, me lo avrai detto oramai mille volte».

«E non dimenticare le foto delle erezioni mattutine quando si rizza e mi si scappella» aggiunge Thomas.

La mia mente è in un altro pianeta. Thomas ha mandato delle foto del suo pisello al suo amico di scuola. In più ha anche dichiarato i suoi centimetri a questo compagno. Vorrei tanto poter aver accesso al suo telefono per poter vedere quella mazza. Mi aggrapperei al suo pisello per segarlo e fargli anche una pompa. Tutto è così perfetto.

«Ma sai Thomas a me non importa dei tuoi 19 centimetri. Ma forse a qualcuno qui dentro sì. Vero Teo?» Dice il compagno di classe. «Curioso di vedere il cazzone di Thomas?»

Tutto è così perfetto… ora non più.
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