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Gay & Bisex

Boy Scout - 2


di Marcus95
15.11.2021    |    19.636    |    18 9.7
"Sì te ne farò ancora e tu le farai a me» disse disinvolto ma con un sorriso..."
Capitolo 2: Iniziazione & Chiacchiere


Guardai Tommaso, guardai Federico.

«Non siamo eccitati al 100%, quindi vi farò un’altra domanda. Avete il cazzo peloso?» chiese Tommaso e indicò Davide in segno di iniziare lui.

Aiuto, ora stava diventando veramente imbarazzante. Non eravamo mica ad un interrogatorio. Era il terzo grado della perversione. La semplicità più assoluta era immersa nella perversione.

«Sì non gli ho mai tagliati. Sembrano una foresta tutta attorno al cazzo. Poi li ho sulle palle, e mi stanno crescendo nel culo» disse Davide cercando il coraggio nel profondo del suo corpo. Forse gli piaceva la situazione.

«Anche io come Davide ma ne ho già molti nel culo» disse Federico. Lo guardai sbalordito. Questi dettagli li conoscevo già, ma sentirli dire così ad alta voce mi fece uno strano effetto.

Feci per parlare ma Tommaso mi interruppe. «Fammi pensare... Uguale a lui giusto?» disse indicando Federico.

«Esattamente» dissi io in risposta.

«Siete fidanzati?» chiese Lorenzo indicandoci. Aveva capito qualcosa? Non credo, ma lo tenni d’occhio.

«No» dicemmo insieme io e Federico.

«Scusate era per scherzo» disse Lorenzo.

«Ora voi dovete scegliere uno di noi per l’iniziazione a partire questa volta da Luca» disse Tommaso.

Cosa? Ero il primo a scegliere? Mi stava mettendo alla prova. La sfortuna era che non avrei potuto scegliere Federico. Non era giusto. A questo punto la scelta era semplice ma non volevo dargli la soddisfazione di avermi messo con le spalle al muro.

Li guardai tutti e tre e quando mi soffermai su Tommaso lui mi fece l’occhiolino.

«Tu» dissi indicandolo.

Federico credendo che ci avrebbero scopato scelse Simone che sembrava il meno dotato e Davide andò da Lorenzo.

«Bene, andate da chi avete scelto» disse Tommaso.

Senza farmelo ripetere due volte mi precipitai da Tommaso.

«Ciao dolcezza» disse appena fui davanti a lui. Mi sedetti e lui sorrise. Avevamo i volti a solo qualche centimetro di distanza.

«Contento di essere nel Reparto?» mi chiese.

«Sì» dissi timido cercando di guardarmi in giro. Mi ripetevo “niente soddisfazione per lui”.

«Non ti preoccupare, non vogliamo farvi del male.»

«Bene» dissi senza pensare e lui rise. Lo adoravo quando rideva. I suoi muscoli venivano evidenziati dallo spostamento della cassa toracica. Mi faceva impazzire.

«Ora scordati degli altri e guarda solo me.»

Feci un cenno del capo. Non sarebbe stato difficile. Volevo ammirare per ore il suo corpo, ma anche poter toccare qualche suo muscolo.

«Ora tu mi devi togliere le mutande» disse.

Mi mancò il fiato non potevo crederci. I miei sogni sessuali si avveravano. Il panico mi avvolse. Avrebbe capito tutto, mi avrebbe picchiato? Scopato a sangue? Dovevo fare il disinvolto, ma non era facile. Lui era troppo importante per me.

Misi le mani sull’elastico e tirai giù i boxer. Con una frustata il sul cazzo uscì dai boxer. Era lungo, largo il giusto e pieno di peli. La cappella risplendeva alla piccola luce della torcia che avevamo in tenda.

«L’Iniziazione prevede come prima cosa che quello nuovo faccia una sega a quello vecchio.»

Rimasi immobile senza respirare. Ah bene, solo questo? Bazzecole! Vidi che le mie mani tremavano così le misi dietro alla schiena cercando di nasconderle senza farmi vedere. Non potevo fare una sega alla persona che sognavo. Quello non era piacere, ma un tortura. Una tortura sessuale.

«Lo so che all’inizio fa paura. Non ti preoccupare, poi ti divertirai. Con calma metti la tua mano sul mio cazzo e fai come se fosse il tuo.»

Io mi calmai. La cosa mi piaceva anche troppo. Misi una mano sul suo membro caldo. Tremavo. Iniziai a muovere la mano avanti e indietro. Sentivo che si contorceva sotto la mia mano, sotto il “massaggio” che gli stavo facendo al membro. Non ci credevo. Una mia fantasia sessuale era realtà. Vi trovavo del piacere in tutto quello. Se anche Federico e Davide stavano facendo la stessa cosa non dovevo sentirmi in imbarazzo. Non avrebbe mai scoperto il mio orientamento sessuale.

Quando ci presi gusto mi muovevo più velocemente e lo sentivo gemere. Anche gli altri due gemevano sotto le mani attive di Davide e Federico.

Tommaso faceva dei grugniti e dei respiri profondi cercando di durare il più a lungo possibile. Dopo 10 minuti di sega venne con 5 getti potenti di sborra sul suo sacco a pelo.

«Mi dispiace, lo hai macchiato tutto» dissi dispiaciuto veramente. Ma dentro di me ero tra le stelle. Io, con la mia mano, avevo fatto venire la persona che volevo nella mia vita. Le fantasie erano finite, ora toccava alla realtà. Lui godeva dei miei servigi, letteralmente.

«Non importa, tanto ne ha viste tante» disse ridendo come se non fosse successo nulla.

Ora però cosa sarebbe successo?

«Ora tocca a me farti una sega, ma tu dovrai venire sulla parete della tenda dietro di me. Così, dato che mi hai scelto, diventerò il tuo “guardiano” e sarai membro ufficiale della Pattuglia e sotto la mia ‘protezione’» disse Tommaso serio.

Ora quindi sarebbe toccato a lui denudarmi e farmi una bella sega. Ecco cosa intendeva con “ti divertirai”. Dovevo concentrarmi. Dovevo durare il più a lungo possibile. Dovevo farlo per la mia reputazione. Dovevo farlo per Tommaso.

Si avvicinò a me e mi abbassò i boxer. Il mio cazzo svettò verso l’alto con grande forza. Lui lo guardò. Lui era più dotato di me, comprensibile dato che aveva 2 anni più di me. Non ci potevamo di certo lamentare delle misure. Dopo averlo analizzato per bene lo prese in mano e io non resistetti più. Inclinai la testa all’indietro e gemetti.

Lui mi guardò stupito, ma non potevo farci nulla, il mio sogno sessuale non solo si stava avverando, era anche meglio di come lo avevo immaginato. Lui continuò facendomi eccitare fino al massimo. Mi ero promesso di durare tanto quanto lui ma solo dopo 4 minuti stavo per venire.

«Tommaso sto per venire!» dissi con il fiato corto.

«Okay» disse e si spostò di fianco a me.

Dopo solo 3 colpi venni sulla tenda dove mi aveva indicato Tommaso. Uno schizzo poi due, tre e quattro.

Quando finii mi accasciai su di lui.

«Dovevi svuotarti amico» disse posandomi una mano sulla schiena nuda.

Peccato che questa volta aveva omesso “bellezza” ma me ne feci una ragione. Eravamo nel suo mondo della perversione, non nel mio.

«Rimettiti in ginocchio» disse e io mi rialzai.

«Credevo fosse finito» riprendendo fiato.

«No» disse riprendendomi il cazzo in mano. «Per voi che siete nuovi la punizione è quella di non poter riprendere fiato» disse e mi masturbò ancora.

Mi voltai a guardare gli altri. Federico era già venuto mentre Davide non ancora. Davide si vedeva che se le faceva regolarmente, altrimenti come avrebbe potuto durare così a lungo?

Io divenni ancora duro e per curiosità guardai tra le gambe di Tommaso. Anche lui lo era. Sorrisi scoprendo ciò.

«Non meravigliarti» disse Tommaso che mi aveva scoperto e capito i miei pensieri. Sorrise. «La cosa eccita anche noi “vecchi” non solo voi “nuovi”.»

Anche Davide venne e Lorenzo gli fece una sega senza neanche farlo respirare. Per fortuna che Tommaso mi aveva permesso di accasciarmi su di lui per 2 secondi.

«Bene la prova è conclusa» disse Tommaso. Ci mettemmo tutti in cerchio, i “nuovi” dovevano stare vicino al loro “guardiano”. Ci stringemmo e i nostri cazzi si toccarono l’un l’altro. Le cappelle rosee svettavano in alto e tutti ci guardammo completamente nudi ed eccitati.

«Il nostro motto» disse Lorenzo «è: tutti uniti tra fratelli e seghe.»

Io scoppiai a ridere involontariamente. Tutti mi guardarono male.

«Scusate scusate» dissi in fretta.

«Non azzardatevi a toccare il mio cucciolo» disse Tommaso. Il suo “cucciolo” mi aveva chiamato. Questa cosa mi stava piacendo un sacco. Davvero c’era gente che credeva nelle iniziazioni?

«Perché hai riso?» mi chiese calmo Tommaso.

«Perché non fa rima» dissi a bassa voce.

«Non abbiamo mai trovato una rima adatta» disse Lorenzo.

Feci per parlare ancora ma mi bloccai. Tommaso si accorse di ciò e disse «Se ne hai uno dillo.»

«Okay, è imbarazzante da dire, ma...» dissi ma Lorenzo mi interruppe.

«Niente imbarazzo tra di noi, per nessuna cosa» disse serio, anche troppo.


«Scusa.»

Tommaso mi strinse un braccio attorno alla spalla «Non ti preoccupare, ti insegnerò io.»

«Il motto era: tutti uniti tra stronzate e sborrate» dissi di botto.

Tutti mi guardarono male quando finii. Sicuramente avrebbero frainteso la parola “stronzate”.

«Non “stronzate” in quel senso, ma per indicare giochi, divertimento e …»

«Luca è geniale» disse Lorenzo. Gli altri fecero un cenno col capo per indicare che erano d’accordo.

«Okay da ora in avanti adotteremo quello» disse Tommaso. «Ora diciamolo tutti insieme.»

Tutti ripetemmo il motto che avevo creato in mezzo secondo. «Tutti uniti tra stronzate e sborrate!»

Ridemmo e ci abbracciammo ancora tutti nudi. L’imbarazzo era finito, sapevo che lì mi sarei sentito benissimo e che le esperienze sessuali con i compagni di Pattuglia erano appena iniziate. Mi aspettava una settimana indimenticabile e come “guardiano” avevo la persona per cui avevo stravisto per mesi: Tommaso.

«Ora a nanna cucciolotti» disse Simone che per tutta la serata aveva parlato pochissimo.

«Ah potete segarvi, ma se lo fate, fate in modo di farci sentire, ci piace sapere quando uno di noi se ne spara una» disse Tommaso. Era proprio perverso ma mi piaceva questo alto grado di perversione.

Ci rinfilammo tutti le mutande e ci mettemmo nei propri sacchi a pelo.

«Per questa notte rimaniamo sistemati così, ma da domani i “nuovi” dovranno dormire vicino ai propri guardiani» disse Lorenzo.

Spegnemmo la luce fioca della torcia e ci mettemmo comodi. Sapevo che tutti ce ne saremmo fatta una seconda perché eravamo in erezione tutti quanti.

«Possiamo farcene una vero?» chiesi a Federico senza farmi sentire da nessun altro.

Lui mi sorrise e disse: «Facciamogli vedere che i “nuovi” sono in gamba.»

Detto questo io e Federico ci togliemmo le mutande ed iniziammo a farci una sega strofinando la mano sul tessuto del sacco a pelo.

Ero tranquillo nel mio sacco a pelo fino a quando capii che avevo una presenza sopra di me. Mi spaventai ma non urlai. Trattenni il respiro. Poi una voce bassa e sensuale si impossessò del mio cervello «Lo so che te ne stai facendo una. Sono contento che tu abbia scelto me» disse Tommaso. «Mostra a tutti, anzi, fai sentire a tutti che cosa sei in grado di fare.» Si abbassò e mi baciò sulla guancia. Non potevo più parlare. Tirai fuori la mano dal sacco a pelo per toccarlo ma lui non c’era più. Era sparito nel nulla, ma era stato reale.

«Hai già smesso?» disse Federico dandomi uno strattone.

«No no scusa» e detto ciò ripresi la mia sega. Tutti se ne stavano facendo una. Si sentivano tanti rumori sui sacchi a pelo. Io mi trovavo in paradiso, ma sulla terra, in una tenda piena di gente che mi avrebbe cambiato la vita. Quella non era solo amicizia, era fratellanza.

Federico vicino a me si stava masturbando. Non lo avevo mai visto prima. Mi eccitava da morire. Ancora una volta ripensai a una semplice domanda: Tommaso o Federico.

Avevo scelto Tommaso come guardiano solo perché Federico non era papabile. Dovevo trovare una risposta a quella domanda.

Ripensai a quando Tommaso mi aveva fatto la prima sega. Il mio corpo che fremeva sotto le sue spinte sul mio membro. Gemendo rumorosamente venni nel sacco a pelo riempiendomi il ventre di sperma.

«Complimenti» disse Federico al mio orecchio.

«Ora tocca a te» gli dissi di rimando.

Lo sentii che aumentava il ritmo e dopo pochi secondi anche lui venne con un gemito. Non potevo crederci. Il mio migliore amico era venuto a 15 centimetri di distanza da me. Un paradiso migliore non lo trovavo. Dovevo ancora connettere tutto quanto. Era reale.

Pian piano vennero tutti e quando calò il silenzio nella tenda mi girai su un fianco e ripensando a Tommaso che mi faceva una sega mi addormentai con il cazzo duro.


***LUNEDÌ***


Una mano calda mi riportò alla realtà.

«Bel verso ieri sera» disse Tommaso.

Aprii gli occhi e lo avevo sopra di me. Sorrideva contento.

«Mi hai riconosciuto?» chiesi assonnato.

«Ovvio, sono il tuo guardiano» disse lui sorridente. «Sarai un allievo interessante» Già solo per il fatto che mi aveva riconosciuto mentre venivo era una soddisfazione.

«Allievo? Non mi piace quella parola» dissi.

«Quale preferisci?» chiese incuriosito.

«Cucciolo» dissi senza pensare. In fondo, ma davvero in fondo ero una persona tenera. Lui mi ispirava tenerezza. Lui poteva essere il nero e io il bianco.

«Crescerai ‘cucciolo’» disse di rimando Tommaso baciandomi sulla guancia. Io lo guardavo, lo consideravo già il mio uomo. Il bacio sulla guancia stava diventando una routine che non avrei mai abbandonato, anzi ne avrei approfondito. Una piccola tenerezza nel bosco della perversione, nell’oscurità del sesso, nelle tenebre di una fratellanza appena iniziata.

«Cosa ci fai già sveglio?» chiesi.

«Tra 5 minuti suona la sveglia e io mi sveglio sempre 10 minuti prima» disse guardando gli altri dormire.

Tommaso si sfregò sul mio corpo e solo allora mi accorsi di avere l’alza bandiera. Lui se ne accorse subito. Sorrise guardandomi negli occhi.

«Già in tiro noto» disse sorridendo.

«Succede a tutti. Tu non ti sei svegliato così 5 minuti fa?» chiesi cercando in qualche modo di giustificarmi.

«Certo» disse. «Ma mi sono già fatto una sega per rimediare» spiegò senza problemi.

«Ah bene» dissi guardando altrove. Volevo essere io a fargli una sega. Perché ha optato per la solitudine?

«Beh ora tocca a te.»

«Cosa!» dissi io svegliandomi in un baleno.

«Hai capito benissimo. Presto apri il sacco a pelo.»

Dato che non mi mossi lo aprì lui e infilò la mano dentro sul mio pacco duro. Sorrise e mise la mano dentro alle mutande iniziando a masturbarmi. Andava veloce perché voleva che venissi prima che gli altri si svegliassero.

«Vai piano» dissi.

«No cucciolo» disse Tommaso e andò ancora più velocemente. Dopo 4 minuti non resistetti e buttando la testa indietro venni nella sua mano.

«Molto bene» disse appena smisi di schizzare. «Ma la prossima volta voglio anche il verso d’eccitazione.» Si alzò ed andò nel suo sacco a pelo e improvvisamente una sveglia suonò. Gli altri si svegliarono pian piano.

«Buongiorno ragazzi!» disse Lorenzo assonnato ma cercando in tutti i modi di nasconderlo.

Tutti rispondemmo in coro «Buongiorno.»

«Chi ha bisogno di svuotarsi può farlo adesso, gli altri possono uscire e sistemarsi» disse Lorenzo convinto che tutti avessero l’alza bandiera. Nessuno si alzò poi Tommaso mi guardò e sorrise. Io gli sorrisi e mi alzai seguito a ruota da lui e uscimmo dalla tenda con tutti gli sguardi degli altri. Ci addentrammo dietro una pianta al limitare del parco dove stavamo e una volta abbassate le mutande urinammo uno vicino all’altro.

«Piaciuto ieri sera?» chiese Tommaso.

«Oh molto. Questo vuol dire che mi farai ancora le seghe?» chiesi un po’ imbarazzato. La sincerità sembrava l’unica via possibile. Non ci dovevano essere imbarazzi tra di noi giusto?

«Beh stamattina ne hai già avuto una prova. Sì te ne farò ancora e tu le farai a me» disse disinvolto ma con un sorriso.

«Ah capisco» dissi. Dentro di me urlavo per l’emozione. Avrei nuovamente giocato con il suo arnese. Lo avrei fatto godere. Solo con le mie abilità.

Finimmo e tornammo in tenda. Tutti avevano il fiato corto e aleggiava un odore di sperma per tutta la tenda. Io e Tommaso aprimmo le uscite in modo da far entrare l’aria fresca del mattino. Ci mettemmo la divisa ed uscimmo pronti per quello che ci attendeva.

***

Il bus partì verso le 9:00 e alle 12:30 eravamo già arrivati.

Durante il tragitto mi sedetti vicino a Federico e avevo la netta sensazione che Tommaso mi stesse guardando. Ma non uno sguardo dolce, uno sguardo crudele. Però non era rivolto a me, più che altro era rivolto a Federico che mi stava accanto. Io e Federico parlammo molto del più e del meno, senza entrare nei dettagli di ciò che era accaduto la sera precedente. Non volevamo rivelare simili dettagli in pubblico, sarebbe stato da stupidi. Il panorama cambiava, le cime delle montagne divennero più vicine. Gli alberi erano folti e facevano da muro alla foresta. Tutto sembrava così magnifico.

La natura a volte sembra dar il meglio di sé nella semplicità. Ma la semplicità è perversione. Quindi tutto ciò doveva essere di buono auspicio per la mia decisione. Federico o Tommaso?

Quella domanda mi tartassava. Non volevo fare la puttana di turno, ma neanche abbandonare uno dei due. Con uno ci sarei rimasto amico mentre l’altro sarebbe diventato il mio fidanzato. Mi accorsi di correre troppo in fretta. Se erano etero nessuno dei due sarebbe diventato il mio compagno. Non ci sarebbe mai stata una storia d’amore, ma solo dei giochi erotici nel cuore della notte in una tenda piena di ragazzi nella loro pubertà.

Quel pensiero mi rattristò ma il panorama riuscì a farmi ritrovare il sorriso e la voglia di andare avanti. Volevo stare in quel posto, con quelle persone. Qualsiasi cosa fosse successa l’avrei affronta, sperando di avere il minor numero si effetti collaterali.

Arrivammo in una piazzola dove si vedeva una stradina non asfaltata che portava nel fitto della finestra. Scendemmo e prendemmo gli zaini e la tenda. Andammo lungo un passaggio tra i boschi fino ad arrivare ad una piccola piazzola all’interno del bosco con vicino un fiumiciattolo. Ogni Pattuglia si sistemò alle estremità della radura in modo da avere più privacy possibile e dato quello che avevamo fatto noi, ne dovevamo avere molta. Noi scegliemmo il posto vicino al fiumiciattolo. Il piccolo ruscello faceva un rumore gradevole che rilassava i nervi. Arrivati decidemmo di aspettare a mangiare e di preparare la tenda. Dopo aver messo in piedi la nostra tenda vi mettemmo gli zaini dentro. Dato che i “nuovi” dovevano stare vicini ai propri “guardiani” la cosa diventava anche complessa.

Alla fine optammo per 4 da un alto e 2 dall’altro. A molti sembrava una pazzia però decidemmo che ci saremmo anche scambiati.

Tommaso, io, Federico e Simone da un lato e Lorenzo con Davide dall’altro.

Era ora di preparare il pranzo così io e Federico ci incaricammo di prendere la legna per il fuoco, mentre Lorenzo e Tommaso sarebbero andati a prendere il cibo dai capi dall’altra parte del bosco dove accampavano. Davide e Simone avrebbero preparato l’angolo cucina.

Quando io e Federico ci trovammo da soli iniziammo a parlare dell’iniziazione.

«Come è andata con Simone?» chiesi io sperando di ottenere qualche dettaglio su di lui. Di Simone non mi interessava ma di Federico sì.

«Abbastanza bene. Ha una mano potente. Te con Tommaso? Non ti mette paura lui?»

«Paura? Assolutamente no. È stato bellissimo, mi sono divertito» dissi sorridendo.

«Stai attento perché si vede che ti piace» disse serio Federico.

«Si nota tanto?» chiesi.

«No, tanto no. Però presta attenzione.»

«Lo farò. Ha una mano fantastica» dissi ricordando le seghe che mi aveva fatto.

«Perché te e Tommaso ve ne siete andati stamattina? Ci avete lasciato da soli» chiese triste.

«Perché lui si è svegliato per primo e se n’è fatta una, poi è venuto da me e me l’ha fatta al posto mio» spiegai.

«Figo! Anche io voglio svegliarmi con uno che mi faccia la sega mattutina» disse immaginandosi la scena. Quella persona avrei tanto voluto essere io, ma Tommaso non me lo avrebbe mai permesso. Dovevo farlo quando non avevo il mio “guardiano” in mezzo.

«Pensa che ieri sera mi ha anche dato il bacio della buona notte.»

«Sicuramente vuole qualcosa in cambio» disse Federico pensando.

«Forse, ma non subito» conclusi io. Sapevo che Tommaso stava nascondendo qualcosa ma non era ancora il momento giusto per rivelarlo. Potevo solo farmi delle ipotesi, ma nessuna mi intrigava abbastanza da essere presa seriamente in considerazione.

Prendemmo della legna secca e la portammo vicino alla tenda. Facemmo 5 viaggi e preparammo la legna anche per la sera. Aiutammo Davide e Simone a finire i dettagli dell’angolo cucina e arrivarono Tommaso e Lorenzo. Ci mettemmo a preparare il pranzo e 45 minuti dopo stavamo mangiando la pasta con il sugo che avevo fatto con Tommaso sempre alle mie spalle che mi osservava.
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