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Gay & Bisex

Boy Scout - 17


di Marcus95
27.12.2021    |    7.519    |    15 9.5
"Io avevo la testa all’indietro e sentivo l’acqua che mi coccolava..."
Capitolo 17: Il Laghetto & La Prima Volta



Non riuscivo più a camminare. Le gambe mi facevano male. I piedi mi dolevano. Volevo solo sdraiarmi. Non sapevo come sarebbe stata la seconda tappa ma me la immaginavo come la prima. Una grande distesa dove correre e stendersi in piena tranquillità.

«Tommaso ti prego, dimmi che manca poco» dissi implorando. Non riuscivo più a fare dei passi.

«Dai cucciolo vieni. Manca poco. Guarda là dove filtra il sole. Lì dovrebbe esserci la seconda tappa» disse l’amor mio guardandomi.

Si fermò e mi aiutò a percorrere quegli ultimi passi. Dovevo arrivare in cima a quella scalata. Dovevo farcela. Non potevo mica fare brutta figura.

Tommaso mi prese sotto braccio e mi aiutò. Mi tirava letteralmente su per la montagna. Poi vedendo che avevo ancora delle forze nascoste andò avanti in modo tale che lo potessi seguire. Lui raggiunse il sole, mentre io rimanevo ancora nell’ombra delle piante.

Scavalcai un masso e caddi. Mi sbucciai leggermente un ginocchio ma mi rialzai prima che Tommaso se ne accorgesse. Mi faceva male ma non ci badai. Ero un dottore dopotutto. Scavalcai un altro masso. Un altro ancora. Poi trovai il passo sbarrato da una radice di un albero. Un’altra radice e poi altri sassi.

Il sole si avvicinava. Lo sguardo di Tommaso mi scannerizzava e si accorse del taglio alla gamba.

«Cucciolo tutto bene?» chiese allarmato.

«Nulla di grave. Una roccia voleva fare a botte per conquistarti. Ho vinto io» dissi ironizzando. Alla fine il dolore era sopportabile.

«Hai fatto bene perché io voglio te» disse ridendo. Amavo il suo lato tenero, mi dava sicurezza.

Il sole mi baciò il viso e arrivai vicino al mio ragazzo. Ci guardammo attorno e c’era un piccolo spazio pieno di erba incolta. Speravo che non fosse quello la seconda tappa.

«Vieni con me» disse sussurrando.

Gli andai vicino e precorremmo duecento metri. Svoltammo a sinistra e sulla nostra destra c’era la seconda tappa. Era magnifica. Corsi verso l’acqua e mi buttai per terra a pochi metri dal piccolo laghetto. Era magnifico. Fresco. Vicino al laghetto c’era una piccola distesa di terra per prendere il sole. L’erba mi solleticava le gambe stanchissime.

Tommaso mi raggiunse e fece cadere il suo zaino vicino alla mia testa. Io ero impassibile. Avevo gli occhi chiusi. Cercavo di prendere un poco di sole. Ma sopratutto volevo far riposare le gambe. L’acqua non produceva rumore ma si sentiva che quello era un luogo fresco, un luogo dolce.

Tommaso camminò avanti e indietro, poi lo persi. Non lo sentivo più. Lanciò qualcosa sul suo zaino ma non capii cosa perché non avevo voglia di aprire gli occhi.

«Vieni ad asciugarti quella ferita» disse.

Allora mi decisi ad aprire gli occhi e lo vidi nel laghetto. L’acqua non era altissima, ma era ancora vicino alla riva. Vedevo il suo petto nudo sotto il sole. Dalla vita in giù era coperto dall’acqua.

Guardai il suo zaino e vidi che quello che aveva lanciato erano i suoi vestiti. Era nudo nel lago, che favola.

Mi spogliai lentamente. Come prima cosa tolsi gli scarponi che mi facevano sentire le gambe pesanti. Poi passai alla camicia. Ero ancora tutto sudato così la stesi per terra per farla asciugare. Mi tolsi pantaloni e mutande insieme ed entrai con lui nel lago. Ero nudo a anche io. La prima cosa che fece una volta dentro al lago fu buttarmici dentro. Tirai un urlo ma quando risalii in superficie trovai le sue labbra ad aspettarmi. Un bacio passionale e feroce. Mi baciava con foga.

«Siamo solo noi due» disse. Si sentiva nella sua voce che era eccitato così decisi di stuzzicarlo maggiormente.

«Noi due nudi» dissi per provarlo.

Rise e mi baciò con ancora più foga. Non lo riuscivo a fermare. Ci rincorremmo per il laghetto. Nuotammo un po’ perfino. Lui mi inseguiva sempre. A un certo punto per farmi fermare mi prese il cazzo in mano. Sentì che non era del tutto moscio.

«Sei per caso in tiro cucciolo?» chiese beffardo.

«Questo gioco mi eccita» dissi infine confessando il mio piacere.

Mi baciò e cominciò a farmi una sega nell’acqua di quello splendido laghetto. Era fantastico, solo fantastico. Il suo ritmo mi eccitava da morire. Buttai la testa all’indietro e trovai l’acqua che mi accarezzava il collo. Era una gioia quella sensazione.

Con calma Tommaso mi trascinò verso la riva del laghetto e mi sdraiai. Ero completamente nudo e vidi Tommaso salire sopra il mio corpo. Anche lui era nudo e aveva già il cazzo in erezione. Lo vedevo ma soprattutto lo sentivo sulle mie gambe. Mi baciò mentre con una mano mi segava. Prese anche il suo in mano così segò entrambi con una mano sola. Si sdraiò vicino a me e con una mano continuava la sega e con l’altra mi massaggiava le palle.

Era una vera goduria poter sentire il suo tocco sul mio inguine. Volevo proprio quello. Volevo possederlo, volevo fare l’amore con lui. Volevo il suo cazzo nel mio culo. Delle piccole onde raggiungevano la mia testa rinfrescandola. Il cielo era sereno e gli uccellini cantavano. Non erano tanti ma mi bastavano. Gli alberi con il centro tra le foglie producevano un bel suono e il sole ci avvolgeva nel suo caldo abbraccio.

Tommaso mi baciava ovunque sul volto. Tra i capelli, sulle labbra e sul collo. Si soffermò molto su quell’ultima parte, la mia preferita. Lo volevo. Ma in realtà volevo qualcosa d’altro.

Volevo fare l’amore con lui.

«Tommaso, amore» dissi bloccandolo.

«Dimmi cucciolo mio»

«Voglio fare l’amore con te» dissi.

Non mi chiese niente. Mi sorrise e mi baciò sulle labbra. Un bacio passionale e anche il più bello di tutti. La sua lingua invase la mia bocca incontrando la mia che l’aspettava. Danzavano come dei ballerini professionisti. Con le mani mi toccava il corpo. Dai capelli, al collo, al petto, agli addominali e al mio cazzo. Forse era la sua parte preferita. Mi baciò il collo e raggiunsi le stelle. Era fantastico. Succhiava forte facendomi anche male, ma io adoravo quella sensazione. Lui era mio e stava per fare l’amore con me.

Dopo al collo scese sui miei capezzoli. Ne prese uno tra i denti e ci giocò con la lingua. Io avevo la testa all’indietro e sentivo l’acqua che mi coccolava. Con la lingua scendeva sempre di più tra i miei addominali e finalmente arrivò al mio pube. Inspirò profondamente e rise. Non sapevo perché ridesse. Non me ne capacitavo.

Prese il cazzo tra le mani e lo massaggiava come un vaso antico. Mi scappellava e iniziò una sega che durò assai poco perché lo prese velocemente in bocca. Un fantastico lavoro di lingua che si concentrava molto sulla cappella. Sentivo l’uscita del pre sperma ma lasciai stare. Tanto lo sentiva anche lui.

Dopo tante pompate mi fece girare. La terra entrò in contatto con il mio petto. Era calda.

La lingua di Tommaso cominciò a lavorare con il buco. Lo leccava da gran maestro. Tutte quelle zoccole che si era scopato quanto avevano goduto? Non mi importava perché era arrivato il mio momento. La sua lingua era veloce e cercava di penetrarmi. Ma non volevo nulla che mi penetrasse se non il suo cazzo. Lui era il ragazzo giusto.

Quando ebbe finito prese la mira ma io mi voltai.

«Voglio guardarti in faccia mentre lo fai» dissi sorridendo.

Lui acconsentì e mi prese le gambe mettendole sulle sue spalle. Puntò nuovamente il suo cazzo verso il mio buco.

«Farà male» disse.

«Lo so ma mi fido di te» dissi con tutto il coraggio che trovai. Avevo paura.

«Certo cucciolo» disse guardandomi con i suoi occhi neri che erano formidabili.

«Fai piano» dissi mentre si avvicinava.

Sentivo la sua cappella entrare in contatto con il mio culo, ma non era entrata.

«Sei mio» disse e il piacere e il dolore si impossessarono del mio corpo.

Tommaso era dentro di me. Tirai un urlo dal dolore. Era allucinante. Il dolore non accennava a smettere. Mi pervase tutto il corpo. Quasi piangevo. Non avevo mai provato nulla del genere.

Tommaso mi guardava dall’alto. Era fermo. Mi guardava e basta. Vedevo che ci rimase male per il fatto d’avermi ferito. Ma non doveva preoccuparsi perché me lo aspettavo. Era normale, no?

Mi calmai lentamente. Avevo le mani sulle sue braccia. Mi stringevo a lui. Lui mi dava il coraggio di continuare. Non volevo di certo rovinare quel momento. Poi ci fu la svolta. Il dolore si trasformò in piacere, un piacere inebriante. Un piacere mai provato.

«Vai» dissi guardandolo.

«Sicuro?» chiese piano Tommaso.

«Sicuro» dissi.

Mi lasciai andare e lui iniziò un lento movimento avanti e indietro. Sentivo ancora un po’ di dolore ma il piacere lo contrastava. Mi eccitava vedere Tommaso sopra di me. Mi eccitava vedere Tommaso dentro di me. Vedevo il suo volto carico di piacere. Finalmente aveva avuto il mio culo. Era quello che desiderava.

Volevo farlo in quel posto perché era perfetto. Lui spinse dentro ancora una volta la sua erezione. Godevo tantissimo. Non ricordo d’aver goduto così tanto in vita mia. Avanti e indietro. Usciva ed entrava dentro di me continuamente, ritmicamente. Sentivo tutta la sua potenza che usciva ed entrava. Sentivo il suo cazzo che pulsava nel mio culo e ciò mi eccitava. Godevo e godevo ancora. Non c’erano parole per descriverlo. Sentivo solo la sua forza dentro di me.

Non si stancava mai. Mi guardava ogni volta che entrava dentro di me. Io non distoglievo lo sguardo dai suoi occhi neri. Erano fantastici. Mi scappava un urletto qualche volta per l’eccitazione. La gioia e l’eccitazione provata in quel momento erano indescrivibili.

Mentre mi scopava mi toccava il petto. Mi baciava il collo. Mi spettinava i capelli. Tutte cose che io adoravo. Era una favola che non poteva finire.

«Sei perfetto» disse godendo sempre di più.

«Sei mio» riuscii a dire.

Buttai la testa all’indietro. Non resistevo più. L’acqua mi bagnò i capelli e mi accarezzava delicatamente la pelle del viso. Spingeva e spingeva dentro di me. Riuscivo a sentire la sua potente erezione dentro il mio corpo. La persona che amavo mi stava scopando.

Tommaso godeva e ansimava sonoramente. Aumentò il ritmo e capii che stava per venire. Io mi lasciai andare sotto la sua forza e lui dopo altri cinque colpi venne dentro di me. Sentivo il suo cazzo pulsare e poi sentii un liquido bollente andarmi su per il culo. Mi dispiacque non poter assaporare il suo sperma, ma quella scopata era stata perfetta. Almeno da parte mia.

«Sei stato fantastico» disse ansimando Tommaso.

«È stato fantastico» dissi ansimando anche io.

Mi prese il cazzo in mano, rimanendo sempre dentro di me, mi masturbò. Godevo nel sentire il suo cazzo ancora in erezione nel mio culo e godevo nel sentire la sua mano attorno al mio cazzo. Mi segava con foga e ogni tanto mi scopava cercando di entrare sempre di più nel mio culo. Alla fine fece entrambe le cose. Mi segava e mi scopava contemporaneamente. L’effetto era disarmante. Una potenza mai provata.

Quel movimento lo conoscevo a memoria, lo avevo visto tante volte praticarlo ma ero sempre stato passivo a quelle immagini. In quel momento ero al centro della scena e mi godevo Tommaso in tutto il suo splendore.

Venni urlando sul suo addome fino a raggiungere il suo petto. Lui venne sul mio addome. Rimise il suo cazzo nel mio culo e con una mano raccolse tutta lo sperma sul suo petto e sul mio ventre. Da quanta ne raccolse notai che eravamo belli pieni.

Se la mise in bocca e mi baciò. Sentivamo i nostri sapori, i nostri liquidi. La mia lingua giocava con la sua ed era spettacolare. Mandammo giù i nostri liquidi e iniziammo a ridere. Non sapevo bene il motivo ma ridemmo. Alla fine era stata una scena comica.

«Quando uscirai da me?» chiesi.

«Mai cucciolo» disse Tommaso ridendo. In fondo gli piaceva stare dentro di me. Poteva tenere il suo cazzo al caldo e io adoravo quella sensazione di riempimento.

Alla fine si decise a uscire dal mio corpo e si sdraiò vicino a me. Mi guardava intensamente e nello stesso modo facevo io. Si avvicinò e mi baciò. Un bacio delicato di quelli che piacevano a me.

«Come è andata?» chiese.

«Sei un mago delle scopate. Le tue ragazze godevano molto» dissi.

«Loro sì ma io no. Mai come oggi» disse serio. Non voleva che lo etichettassi come uno scopatore di troie.

«Mi è piaciuto molto amore» dissi accarezzandogli la guancia con una mano.

«Anche a me è piaciuto molto cucciolo.»

Si avvicinò a me nuovamente e mi baciò. Un bacio lento ma istantaneo. Era bello stare sdraiati e guardarci. Eravamo nudi e ciò rendeva la situazione ancora più eccitante perché eravamo semplicemente noi stessi. Non c’erano oggetti che ci descrivessero. Solamente io e lui. I suoi occhi controllavano e scrutavano ogni centimetro del mio corpo. Mi metteva leggermente a disagio ma sicuramente non coprivo le mie nudità.

«Sei davvero bello» disse.

«Non ho i tuoi muscoli» dissi piano. Lui era più muscoloso di me. Non di tanto ma la differenza si notava.

«I muscoli non fanno la persona.»

«Però rimani il più bello dei due» dissi secco.

«Va bene cucciolo» disse ridendo.

Ridemmo entrambi della battuta e ci sdraiammo sul prato per asciugarci.

Il sole stava calando ma non era sera. Erano le cinque circa. Quella scalata era stata davvero impegnativa e anche il sesso con Tommaso. Speravo tanto che l’ultima tappa fosse vicina.

«Quanto manca per la prossima tappa?» chiesi curioso.

«A occhio e croce almeno un ora e mezza» disse pacato.

«Oh beh dai neanche tanto» dissi a me stesso.

«Al massimo posso portarti io. Sono muscoloso sai» disse beffardo.

«Oh sì questo mi piace molto di più» dissi ridendo e tirandogli una pacca sulla spalla. I suoi muscoli mi mandavano in estasi. Un ragazzo della sua età non poteva essere così in forma. Beh di certo la palestra faceva molto. Lo aiutava tantissimo. Non sapevo quante volte a settimana ci andasse ma non era un fanatico, altrimenti me ne sarei accorto. La sua pelle rispecchiava alla luce del sole. Era delicato ma forte come quella di un leone.

Ci preparammo per abbandonare quel posto che si era preso anche la mia verginità. Senza troppi addii lo abbandonai in compagnia del mio compagno, del mio ragazzo Tommaso.
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