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Giocando a Calcio - 4


di Marcus95
11.05.2022    |    11.948    |    11 8.4
"Per chi sono?» Chiese il ragazzo..."
Capitolo 4: La Divisa da Calcio



Giorgio era entrato ufficialmente nella squadra di calcio di Matteo e non si riusciva a capire chi fosse più contento tra Giorgio ed Andrea. Giorgio alla fine di tutti i suoi pregiudizi era contento di iniziare una nuova avventura e di conoscere nuove persone. Avrebbe continuato tuttavia, a guardare i suoi documentari e a pensare alla scuola ma era contento di trovare nuovi compagni. Andrea sprizzava gioia da tutti i pori. Era super felice che suo figlio fosse entrato nella squadra di Matteo. In primis perché sarebbe uscito di casa più spesso e secondo perché sarebbe stato sotto il controllo di Matteo, un amico molto fidato col quale aveva condiviso tantissime avventure.

Uscito dall’ufficio di Matteo andarono verso l’ingresso e trovarono il ragazzo sulla trentina che li stava aspettando. Sul bancone aveva una divisa con i colori della squadra.

«Okay, ecco qui la tua divisa. Comprende maglietta, calzoncini e calzettoni. Abbine cura che è molto improntate» disse il ragazzo.

La maglia era a righe grigio e rosse mentre i pantaloncini e i calzettoni erano rossi. Un rosso bello acceso e molto bello.

Fu proprio Giorgio a prendere la divisa. La teneva in mano con grande orgoglio. Dalla divisa si sentiva un odore di pulito che piaceva molto a Giorgio, erano attenti alla pulizia. Presa la divisa i due andarono vero la macchina.

Ancora prima di tornare a casa Giorgio e Andrea andarono al negozio sportivo che aveva segnalato Matteo. Come prima cosa si recarono nel reparto del calcio e guardarono gli scaffali. Una ragazza si avvicinò subito a loro e Andrea spiegò la situazione e quello che dovevano comprare. La ragazza fu subito disponibile e aiutò i due ragazzi a prendere le cose che servivano.

La cosa più difficile sarebbero state le scarpe quindi iniziarono con dei semplici parastinchi della Nike che tanto si nascondevano nei calzettoni rossi. Giorgio non si curò nemmeno del colore che scelse suo padre. Finito questo primo passo passarono alle scarpe. C’erano tantissimi colori e tantissime marche tra cui scegliere. Giorgio si sentiva spaesato ma Andrea, che a volte giocava a calcio con Matteo, sapeva dove andare a parare. Il primo paio era della Nike. Erano delle scarpe gialle molto fosforescenti. Fece sedere Giorgio che si levò anche le scarpe rimanendo con le calze nere.

Andrea per festeggiare il momento volle mettere le scarpe lui stesso a suo figlio. Le aprì bene e preso il piede di Giorgio con la mano infilò la scarpa e la allacciò. Vedere suo figlio con le scarpe da calcio addosso era una bella emozione. Grigio sentiva il piede compresso da quella scarpa sportiva. Sentiva i tacchetti sotto e non era abituato. Iniziò a camminare ma il colore non lo convinceva.

Andrea prese un altro paio di scarpe, questa volta nere della Puma e le porse a Giorgio. Non voleva fare il padre troppo premuroso e infilare le scarpe a suo figlio di 15 anni. Giorgio le mise e si sentiva bene. Ma c’era ancora qualcosa che non lo convivenza.

La ragazza prese altre scarpe e le fece provare a Giorgio che scarpa dopo scarpa ne stava uscendo pazzo. Nessuna aveva quel tocco in più che lui ricercava. Alla fine la ragazza, visivamente esausta anche lei arrivò con una nuova tipologia di scarpa. Una scarpa super performante che mettevano solo i professionisti. Era dell’Adidas tutta bianca ma con il grigio nella parte della caviglia e il rosso sul tallone. Il rosso era uguale a quello della squadra. Giorgio ammirò arrivare quella scarpa che aveva quel qualcosa in più che stava cercando. La infilò velocemente e il suo piede era stretto dentro alla scarpa che gli piaceva. Era quella giusta se lo sentiva.

Con un cenno del capo Andrea capì che quella era quella adatta. Avevano trovato la scarpa giusta. Peggio di Cenerentola. Andrea e Giorgio si stavano allottando e la ragazza era visibilmente contenta di ciò ma quando vide Andrea voltarsi ebbe un fremito lungo tutta la schiena. Aveva paura di sapere quale fosse la sua prossima richiesta.

Andrea si avvicinò a lei e parlò a voce bassa. «Avete degli slip per giocare? Slip sportivi» chiarì.

«Abbiamo dei pantaloncini molto stretti che si usano per allenarsi» disse la ragazza.

«No, a noi ci hanno detto chiaramente di prendere degli slip sportivi» incalzò Andrea.

«Mi faccia controllare» disse la ragazza andando in una corsia diversa con Andrea e Giorgio al seguito.

La ragazza scrutò tutto lo scaffale e alla fine la sua mano si appoggiò a un pacchetto bianco.

«Abbiamo solo questi come slip sportivi. Ma aspetta che chiamo il mio collega» disse la ragazza parlando dentro a un auricolare. In due minuti un ragazzo molto giovane apparve vicino a lei che gli spiegò il tutto. La ragazza li lasciò soli dopo averli salutati.

«Slip sportivi per giocare a calcio. Per chi sono?» Chiese il ragazzo.

Andrea indicò Giorgio.

«Per il campione. Perfetto. Purtroppo per ragazzi ho solo solo queste. Sono della Puma e sono di colore verde. Taglia?».

«Direi che una media vada bene» disse Andrea.

«Tenga conto che devono essere un po’ strette… sull’attrezzatura diciamo» aggiunse il ragazzo stando vago ma dicendo bene quello che voleva. «Io le ho da adulto e sono molto comode. Tengono tutto al loro posto».

«Allora direi che una media vada più che bene» disse Andrea.

Il ragazzo prese la M e gliela porse prima di salutarli. I due andarono a pagare il tutto.

***

Arrivati a casa Andrea fermò Giorgio che stava già scappando in camera sua.

«Vai a provare la divisa completa. Metti anche gli slip così vediamo come stanno» istruì Giorgio.

Giorgio corse in camera sua con tutta la divisa in braccio. La gettò sul letto e si spogliò completamente. Non aveva più un indumento. Si guardò allo specchio e contemplò il suo corpo. Vide il suo petto, le sue braccia, le gambe pelose e anche il pisello che stava pian piano diventando quello di un uomo. Prese gli slip verdi della Puma e li guardò. Erano da ragazzo ma quella forma e quel tessuto sportivo gli sembravano le mutande che metterebbe un uomo con la U maiuscola. Era contento di ciò. Li mise e vide che le sue palle ci stavano a malapena. Così prese il suo pisello in mano e lo portò verso l’alto. Si guardò allo specchio e vedersi con quelle mutande così attillate e col pisello rivolto verso l’alto gli diede una certa eccitazione. Non si lasciò corrompere e andò avanti.

Come seconda cosa prese i calzettoni rossi e li mise. Sentiva tutto il tessuto salire lungo il polpaccio e si ricordò dei parastinchi. Li mise e rimise i calzettoni. Gli piaceva il contatto di quella calza così lunga con il suo corpo. Poi calzoncini, scarpe e maglietta a strisce grigie e rosse. Si guardò allo specchio e si vide come un calciatore. La visione era davvero bella. Andò da suo padre che lo stava aspettando in salotto. Appena lo vide Andrea saltò dal divano.

«Grande! Guarda come ti sta bene. Sono orgoglioso di te Gio».

Giorgio rideva nel vedere suo padre così contento. Suo padre lo squadrava e controllava che tutto fosse al posto giusto. Poi si risedette e si fece pensieroso.

«Gli slip come vanno?» Chiese Andrea guardando i pantaloncini.

«Bene sono stretti come ha detto il ragazzo» rispose Giorgio.

«Posso vederli?» Chiese Andrea a suo figlio.

Giorgio era titubante all’inizio. Vero che suo padre lo aveva già visto in mutande ma non così da vicino. Poi pensò che era solo suo padre così calò i calzoncini. Andrea guardava suo figlio in slip. C’eran due motivi per cui lo voleva vedere in slip così da vicino. Il primo era che voleva controllare la taglia degli slip, la seconda era poter vedere da vicino come stava procedendo lo sviluppo intimo di suo figlio. Da quello che poteva vedere, Giorgio aveva un pisello nella media e delle palle un po’ grosse per avere solo 15 anni. Era felicissimo che stesse ereditando quello che aveva anche lui. Questo spiegava il perché di tutta quella sborra nelle coperte.

«Come mai hai il pisello verso l’alto?» Chiese Andrea vedendo la forma del pisello di Giorgio andare verso l’alto e a sinistra. Con Matteo lo avrebbe chiamato cazzo ma con Giorgio cercava di pulire il suo linguaggio.

«Perché se lo tengo giù stringe» disse Giorgio quasi senza problemi.

«Capisco. Ti ricordi il mio discorso, stai sviluppando e tutto inizia a crescere, però per gli allenamenti è meglio se lo porti verso il basso. Fai così, sposta il sacchetto delle palle un po’ su un lato e metti il pisello nello spazio che si è creato. So che è poco dato che gli slip sono già tirati» disse Andrea ridendo.

Giorgio stava per andare via per andarsi a sistemare come aveva detto suo padre ma Andrea lo bloccò. «Fallo pure qui. Sono tuo padre, non devi avere vergogna. Ne ho uno anche io sai?».

Giorgio un po’ rosso in faccia prese l’elastico degli slip e lo spostò per far entrare la mano per spostare il pisello. Durante questa operazione Andrea potè vedere il prepuzio del pisello di Giorgio mentre lo portava verso il basso e poi vide tutti i suoi peli pubici e la base del pisello. Ammirò quella scena. Suo figlio stava davvero diventando grande. Giorgio finì di sistemarsi e si lasciò guardare dal padre.

«Cavolo ti stanno crescendo un bel po’ di peli lì sotto» disse Andrea sorridendo.

Giorgio arrossì del tutto. «Sì è da un po’ che crescono».

«Sì noto. È normale. Anche io alla tua età avevo un bel boschetto» disse Andrea senza arrossire come il figlio. «Come ti stanno davanti?».

«Sono un po’ stretti ma dovrebbero andare bene» disse Giorgio.

«Dovrei considerare il fatto di prenderti una taglia più grande» disse Andrea.

Andrea guardava il pacco di suo figlio e d’sitino con tre dita lo afferrò ai lati e lo mosse velocemente un po’ a destra e sinistra per vedere che tutto fosse al posto giusto. Mentre faceva questo movimento potè sentire la forma delle palle di suo figlio. Erano belle sode come le sue e anche belle grandi per avere solo 15 anni. Andrea era molto contento che suo figlio stava ereditando il suo armamentario genitale.

«Eh crescono anche queste» disse Andrea una volta ritratta la mano e con un sorriso in volto.

Giorgio era visibilmente imbarazzato così Andrea decise di lasciar cadere il discorso e lasciarlo libero di andare in camera sua. Giorgio non se lo fece ripetere due volte e scappò velocemente.
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