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Gay & Bisex

Tommaso, Luca & Nicola - 2


di Marcus95
09.03.2022    |    6.406    |    9 9.3
"Ha un sapore così buono e mi riempie..."
Capitolo 2: Tommaso & Parliamone



Nicola rimane lì fino a tardi mentre io me ne vado prima di lui. Devo tornare a casa a mangiare con il mio ragazzo. Tommaso non è molto possessivo, o meglio si fida molto di me. Io inizio però a dubitare di me stesso. Nicola sta mettendo a dura prova la mia capacità di mantenere il controllo. D’accordo è sexy, ma così sexy? No, non credo. Lo so che sto solo illudendo me stesso ma non mi importa. Io ho un ragazzo perfetto, nulla di più.

Arrivo a casa e vedo che il pranzo è servito. Mi accomodo e mangio con Tommaso. Lui mi guarda sorridente e mi chiede dell’allenamento.

«Bene amore. Il mio maestro è bravo come al solito» dico rilassandomi sulla sedia. Di Marco non ho paura, è solo un amico, anzi il mio istruttore.

«Hai conosciuto qualcuno?» Chiede cercando di rilassarsi.

«Federico frequenta la stessa palestra. L’ho visto oggi.»

«Ma che bello» dice Tommaso alzandosi dal tavolo portandosi il piatto vuoto con sé.

Tra lui e Federico non scorre buon sangue. Da sempre. Si parlano quando ci sono io ma non diventeranno mai dei veri amici. Tommaso non si fida di Federico. Io sono costretto a fare la svizzera della situazione anche se molte volte devo stare dalla parte di Tommaso, solo perché è il mio ragazzo, non per altro. Dopo pranzo Tommaso mi avverte che esce per fare una passeggiata. Io rimango in casa da solo e penso a Nicola, penso a Federico, penso al mio ragazzo che amo alla follia.

Le ore passano e io cerco di arrivare a capo di qualcosa, ma nulla. Vuoto totale. Nicola è solo un ragazzo, molto sexy, conosciuto, neanche tanto, in palestra. Basta, ecco cosa è per me. Nulla rispetto a Tommaso. Lui è così dolce, aggressivo certe volte, ma in senso erotico. Tommaso è tutto per me, la mia roccia, la mia forza, il mio grande amore.

Mi sento troppo sdolcinato e decido di fare una partita alla Xbox, è da tanto che non gioco. Metto su un gioco a caso. La utilizzo solo per sfogarmi un poco. Devo ammettere che funziona perfettamente. Giocare ai videogiochi mi rilassa anche se non sono un fenomeno.

All’ora di cena Tommaso rincasa e senza dire una parola va in bagno a farsi una doccia. So che è arrabbiato per la palestra ma cosa posso farci? Non ho una palestra privata, anche se la vorrei. Preparo io la cena e lo chiamo quando è pronta. Viene consumata in perfetto silenzio. Io non dico nulla per non scatenare una lite. Dopo cena si alza e sparecchia. Io vado in camera mia, anzi nostra, e mi metto a leggere un libro.

Dopo qualche ora vedo Tommaso fermo sulla porta.

«Che cosa ci fai lì?» Chiedo guardandolo. È molto sexy.

«Ti guardavo» dice svelto ma con passione.

«Da quanto sei lì?»

«Quanto basta per eccitarmi nel vederti» dice con un sorriso malizioso.

Io rido e butto il libro per terra. Non mi importa nulla del libro quando ho davanti il mio ragazzo eccitato. Tommaso sale sul letto e mi bacia. La sua lingua si infila veloce nella mia bocca e gioca con la mia. Adoro quando mi bacia in quella maniera. Mi manda lo stomaco sotto-sopra. Si stacca da me e io lo guardo nei suoi occhi neri. Perfetti.

«Perché ti arrabbi con me?» Chiedo sincero.

«Sono solo geloso e preoccupato. Ho paura che un giorno un ragazzo migliore di me possa portarti via» dice con una lacrima che scende indisturbata.

«Amore! Non fare così. Chi mai potrebbe eguagliarti?» dico morendo dentro. Una persona l’avevo già trovata. Solo per sesso, ma l’avevo messa tra me e Tommaso. Nicola doveva sparire al più presto.

«Mi fido di te» dice serio.

«Ti voglio» dico e si fionda su di me.

Mi toglie la maglietta bianca che indosso e la butta vicino al libro. Mi bacia il collo facendomi rizzare tutti i peli. Scende molto piano arrivando a un capezzolo. Lo prende tra i denti e tira leggermente. Gemo per l’eccitazione e butto la testa indietro. Nessuno è migliore di lui nel fare queste cose. Continua indisturbato andando all’altro capezzolo. Fa la stessa cosa mentre io gemo sempre di più. In mezzo alle gambe sento la mia erezione che preme contro i pantaloni del pigiama. Lo guardo mente mi bacia l’addome. Gli sfilo la maglietta e ricambio quello che lui ha fatto a me. Gli bacio il collo, le braccia e scendo velocemente verso i pantaloni che porta. Slaccio il bottone e glieli tolgo. Porta dei boxer neri di marca, ma la cosa che mi interessa è l’erezione che si vede. Glieli tolgo e accarezzo quella carne che appartiene a me. Passo un dito sulla cappella e lui geme sonoramente.

«Non fare rumore, altrimenti i vicini ci sentono» dico piano.

«Tanto sanno che scopiamo a ogni ora della giornata» dice ridendo.

Mi avvicino al suo cazzo in erezione e lo prendo in bocca. Ha un sapore così buono e mi riempie. Quel palo mi entra fino in fondo. Faccio degli affondi fantastici per farlo eccitare sempre di più. Lui geme a ogni affondo. Di scatto toglie il cazzo dalla mia bocca e mi fa sdraiare sul letto. Mi toglie i pantaloni. Sono nudo e duro. Mi contempla dall’alto. Lui mi ama in tutte le sfumature possibili. Mi prende il cazzo in mano e inizia a farmi una sega. Le sue sono perfette. Inizia piano per poi aumentare il ritmo. Mi fa godere come nessuno. Gli blocco la mano per fermarlo. Lui mi guarda strano.

«Mi stai facendo venire» dico per scusarmi.

Lui sorride e mi fa girare. Guarda il mio culo e gli tira uno schiaffo forte. Lui è fatto così. Adora tirarmi i ceffoni sul culo. Io lo lascio fare perché mi eccita da morire. Sento che si abbassa verso il comodino e so che sta prendendo un preservativo. Lo tira fuori dalla bustina e se lo infila. Appoggia la cappella sul mio buco e tutto d’un colpo è dentro di me. Tiro un urlo di dolore. Mi fa sempre male quando deve entrare. Lo deve capire che ha un cazzo enorme. Mi abituo a quella presenza e dopo avergli fatto cenno con la testa lui inizia a svuotarmi e riempirmi velocemente. Va avanti e indietro. Il letto scricchiola per il troppo uso. Io sorrido e sento che lui è prossimo all’orgasmo. Con dei colpi decisi viene. Esce e mi ribalta un’altra volta. I miei occhi sono nei suoi mentre mi riprende il cazzo in mano e continua ciò che avevo interrotto. Va velocissimo. Vengo urlando il suo nome. Apro gli occhi e vedo che il suo braccio è pieno del mio sperma. Mi molla il cazzo e si lecca il braccio. Mi guarda e sorride.

«Molto buono come sempre cucciolo» dice sorridente.

Io rido a quelle parole. Ci mettiamo nel letto. Uno abbracciato all’altro. Ci amiamo, siamo una coppia e niente deve interferire con noi. Nulla, neanche Nicola che neanche conosco. Mi stringo forte a lui. Lui si stringe forte a me. Il culo mi fa male, ma è un piacere bello. So che da lì è passato Tommaso, il ragazzo che tanto ho desiderato, che ho ottenuto e che vorrei per sempre con me. Nessuno potrà mai sostituirlo. Nessuno.

***

Mi sveglio dolorante sia per la palestra che per l’esercizio fisico con Tommaso. Mi giro e vedo che lui non c’è. Sono solo. Mi alzo dal letto e vado in cucina. Lo vedo che sta preparando la colazione per entrambi. È un amore. Sono davvero fortunato a avere lui come fidanzato. Lui si volta e mi vede. Sorride, il suo sorriso è radioso e contagioso.

Ci salutiamo con un bacio. Il suo sapore è buono come sempre. Facciamo colazione veloce e io mi preparo per uscire. La palestra mi aspetta. È il terzo giorno di fila che vado. Lui mi consiglia di fare una pausa ma io dico di no. Marco mi starà aspettando. Lo saluto ed esco. Fuori il tempo è gelato come sempre. Il freddo mi gela le ossa. Arrivo alla palestra e vedo una macchina che si ferma davanti all’entrata. Una bella macchina. La porta si apre e scende Nicola. Chiude la porta e la macchina parte velocemente. Ma cosa diavolo sta succedendo?

Lui entra mentre io rimango immobile per la scena vista. Mi scrollo ed entro dirigendomi verso lo spogliatoio. Naturalmente trovo Nicola che si sta cambiando. Appoggio la mia borsa per terra e mi guardo attorno. Ho paura nell’intraprendere una chiacchierata con lui e non perché mi mette ansia ma ho paura di conoscerlo. Tiro fuori la mia divisa per la palestra e l’appoggio sulla panca.

«Ciao» dice una voce alle mie spalle. Una voce profonda, da uomo.

Mi volto e vedo che Nicola mi sta guardando. «Ciao» dico sorridendo. Lui sembra impassibile. Non da traccia di emozioni.

«Ho visto che sei nuovo» dice lui senza peli sulla lingua.

«Sì, ho pensato di fare un po’ di palestra per fare qualche muscolo» dico sorridendo per l’imbarazzo. Questo tiene d’occhio tutti?

«Non fai male ma devi fare una pausa dato che hai appena iniziato» dice senza staccare gli occhi da me.

«Hai ragione ma allora anche tu devi fare una pausa. Sei stato qui tutti i giorni in cui c’ero io» dico. Ora vedremo chi controlla chi. Con queste persone è meglio attaccare e non difendersi.

Lui fa un’espressione strana. Mi da l’idea di uno messo con le spalle al muro.

«So badare a me stesso. Mi controlli?» Chiede.

«No, assolutamente no. Solo che ti ho visto per due giorni di fila e oggi è il terzo» dico senza pensare.

«Sì mi controlli» dice a bassa voce ma facendosi sentire. «Io posso farlo perché non faccio sempre esercizi. La maggior parte del tempo la passo a pensare e a guardare gli altri» dice troppo sinceramente.

Io non aggiungo altro. Non so che dire. In realtà quando lo guardavo lui era sempre intento a svolgere un esercizio, quindi dove aveva il tempo di guardare gli altri? Poi si vedeva che gli piaceva la palestra. Sicuramente si riferiva agli attrezzi. Lui non è uno che sta con le persone.

Lui continua a cambiarsi mentre io penso a come possa vivere una persona come lui. Ma chi è realmente? Questa domanda mi affligge. Guardo l’orologio e vedo che sono in ritardo di tre minuti. Mi vesto velocemente e corro via senza neanche dirgli ciao.

Marco mi sta aspettando. Non dice nulla sul mio ritardo e iniziamo l’allenamento. Nicola entra in palestra e si avvia alla sua postazione. Parte con degli esercizi di stretching mentre io faccio una corsetta. In quel momento entra anche Federico. Lo saluto con la mano e ho la netta impressione di essere osservato. Non da Marco, ma da Nicola. Mi volto verso la sua direzione e lo vedo che sbuffa e si volta dall’altra parte. Mi soffermo su di lui.

«Perché ti sei fermato?» Chiede Marco riportandomi alla realtà. Quasi non me ne ero accorto.

«Io ero, stavo…»

«E sarò. Perfetto hai finito i verbi, voto dieci. Ora al lavoro!» dice battendo le mani.

Nicola si volta e vedo il suo volto serio, ma ai lati c’è un sorriso. Lo sapevo che quel ragazzo mi stava osservando. Lo ha fatto dal primo giorno. Ma perché mi chiedo. Altri pensieri mi affollano la testa ma devo fare gli esercizi e non ho tempo per pensare ad altro. Mi riconcentro e faccio tutto perfettamente. Sono un bravo allievo. Anche a letto Tommaso mi dice che sono un bravo ragazzo. Beh lui è lui, mi scopa almeno dieci volte a settimana. Finito il mio allenamento sono distrutto e vado negli spogliatoi. Federico rimane nel salone per fare altri esercizi. Nicola è sparito dalla circolazione forse è andato a casa ma ne dubito, infatti lo vedo passare davanti a me. Arrivava dal bagno, sarà andato a rinfrescarsi tra un esercizio e l’altro. Mentre passa guarda dentro e mi vede. Entra nello spogliatoio e chiude la porta dietro di se. Porca vacca! E ora che vuole questo? Ora mi fa davvero paura. Mi guarda con i suoi occhi azzurri. Il volto ben delineato mi affascina sempre.

«Hai un amico in palestra» dice a modo di accusa. Mi si gela il sangue.

«Federico? Sì certo è mio amico» dico. Ma che effetto mi sta facendo questo ragazzo?

Sospira e si volta. Si blocca e si rivolta verso di me. Mi guarda.

«So che dopodomani hai un allenamento al mattino come al solito. Ti va di fare il riscaldamento insieme?»

«Sì certo» dico impaurito. Lui come ha trovato quella informazione?

«Marco lascia le cartelle in giro» dice rispondendo alla mia domanda mai posta ad alta voce.

Questo ragazzo mi fa più paura ogni secondo che passa. Temo per la mia incolumità. Si volta e se ne va aprendo la porta. Tiro un sospiro di sollievo e mi cambio. Esco dalla palestra e torno a casa. Per ora terrò l’amicizia, se così si può chiamare, nascosta. Non voglio dire nulla a Tommaso. Non voglio altri problemi. Se fosse stata una donna allora gli avrei detto tutto, ma trattandosi di un maschio non vorrei che si facesse tremila seghe mentali. Beh… No basta pensare a cose sconce. Sono in strada e non è il momento migliore. Arrivo a casa e vedo Tommaso pronto con il pranzo.
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