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Gay & Bisex

Tommaso, Luca & Nicola - 4


di Marcus95
14.03.2022    |    4.570    |    10 9.7
"Mi spoglio completamente ed entro sotto il getto..."
Capitolo 4: Acqua & Ricordi



Il telefono suona libero e poi la sua voce arriva al mio orecchio.

«Fede, ho rotto con Tommaso. Lui mi ha lasciato. Mi ha cacciato di casa. Posso venire lì qualche giorno prima di tornare dai miei?»

«Assolutamente no!» dice una voce che non è nel telefono. Mi giro e vedo Nicola che mi guarda. «Puoi stare da me» dice più calmo.

Federico non ha detto nulla. È rimasto zitto e scioccato. «Ma chi è?» Chiede.

«Non te lo posso dire ma grazie di tutto. Ci vediamo uno di questi giorni, anzi domani in palestra. Così ti dico» lo saluto e metto giù. Lo so che Federico vorrebbe i dettagli della litigata ma non mi va di raccontarli per ora.

«Luca» dice Nicola distraendomi.

Mi volto e lo guardo. Lui mi guarda con quello sguardo così sexy. Mi fa sciogliere. La sua voce quando ha detto il mio nome. Vado a fuoco. Sembra di stare con Tommaso, anzi forse meglio. Ma che vado a pensare?

«Mi è arrivata una email da Marco. Non sei più iscritto alla palestra. Il tuo ex ha disdetto tutto. Anche se io non ci credo. Sicuramente avrà detto a Marco di non allenarti più. Tipico» dice guardandomi e intanto ragionando.

Io mi stravacco per la disperazione. Tommaso sta cancellando tutto quello che sono stato per lui. Non mi guarderà più, non mi parlerà più. Non sono più il suo fidanzato. Ma che cosa gli è successo? Che cosa ci ha portato a tutto questo? Tutto troppo veloce per i miei gusti. Io non ho fatto nulla. Lui ha fatto tutto così di fretta che non mi ha lasciato il tempo per pensare.

«Non ti abbattere. Puoi allenarti qui» dice Nicola.

Io lo guardo smarrito e lui alza gli occhi al cielo sbuffando. «Ho una palestra nella villa e ho scaricato il foglio con i tuoi allenamenti» dice tornado a fissare il computer.

«Sei un hacker?» Chiedo.

«No, non sono capace di fare quello che fanno loro. Te l’ho già detto. Cerco informazioni» dice chiudendo la conversazione.

***

Ho mangiato da lui e ora mi sta portando verso una nuova stanza. Cammina abbastanza velocemente ma gli tengo il passo. Non so bene cosa abbia in mente questo ragazzo. Neanche lo conosco e mi porta a casa sua girovagando per le stanze. Arriva davanti a una porta che non dista molto da quella di camera sua. La apre e dentro c’è una bella stanza solare e accogliente. La guardo in modo perplesso perché non capisco il perché di quella stanza. So che è una stanza degli ospiti, ma cosa c’entra con me?

«Puoi stare qui per il momento» dice Nicola alle mie spalle.

Mi volto verso di lui. Cosa? Ma è impazzito questo ragazzo? Neanche lo conosco e mi invita a dormire a casa sua. Non se ne parla proprio.

«Tranquillo non sono un maniaco. Vorrei solo un amico» dice come scusa. Ma persone del genere non dovrebbero essere popolari? Lo guardo con un aria perplessa.

«Okay» dico e in quel momento mi ricordo che tutte le mie cose sono a casa di Tommaso. «Non ho nulla con me. Tutte le mie cose sono a casa di Tommaso, del mio ex» dico. Dirlo ad alta voce suona davvero male. Mi uccide dover dire ex ragazzo riferendomi a Tommaso. Dopo tutto quello che abbiamo passato non mi sarei mai aspettato una fine del genere. Il lato oscuro della anima si è fatta vedere. Come cavolo ho potuto arrivare fin qui con lui? Lo rivoglio. Ma in questo momento non reggerei la sua vista. Mi farebbe troppo male.

«Non preoccuparti Luca. Il mio autista andrà immediatamente a pendere le tue cose» dice come se mi avesse letto nella mente.

Acconsento ed entro nella camera mettendomi a sedere sul letto.

«Ti lascio da solo per un po’» dice Nicola leggendomi nella mente come al solito. Questo ragazzo non è umano. Se ne va lasciandomi solo nella stanza.

È arredata abbastanza bene. Mobili nuovi. Mi avvicino all’armadio e vedo che dentro ci sono dei vestici. Credo siano per delle emergenze, beh come la mia. La mia è una emergenza. Non so cosa fare. Vago indifferente per la stanza e trovo il bagno. Entro ed è magnifico, molto grande e spazioso. Un grande specchio sopra il lavandino. La doccia è immensa, molto più grande rispetto a quella che avevo nella casa di Tommaso. Ancora quel nome che mi perseguita. Come non potrebbe? È stato il mio ragazzo per un anno e mezzo. Devo ancora parlare bene con Federico. Non abbiamo avuto modo di chiarire il perché della rottura. Non gli dirò mai del mio tentato suicidio altrimenti andrà a casa di Tommaso e gli brucerà la macchina, sicuro.

Decido che la cosa più importante in questo momento è fare una bella doccia calda per riprendersi dal dramma appena subito, anche se so che non funzionerà. Una cosa come quella che ho subito io non passa facendo una doccia. Mi spoglio completamente ed entro sotto il getto. I ricordi mi ammassano la testa.

***«Luca, cucciolo» mi dice Tommaso passandomi una mano tra i capelli. Siamo entrambi nudi nel letto. Quante volte abbiamo fatto l’amore in quel letto!
«Tommaso, come potrò mai vivere senza di te?» Chiedo accarezzandogli il petto forte e muscoloso.
Lui mi guarda e sorride. «Non succederà mai. Non lo permetterò.»
Rido al suo tocco sulla mia spalla. Mi fa il solletico. «Sul serio, amore, ne morirei» dico mentre sento la sua mano esplorare il mio corpo.
Lui mi sorride e mi da un bacio.***

Mi ritrovo per terra con ancora il getto d’acqua che mi picchia sulla testa. Sto piangendo. Le lacrime non si fermano. Non potranno mai fermarsi. Tutto è finito, ora me ne rendo davvero conto.

Tommaso è sparito dalla mia vita, da tutto ciò che sono. Sono a pezzi, sono un vetro rotto. Non vedo possibilità di scampo per me. E io che mi ero illuso su Nicola. Quel sexy ragazzo che si sta rivelando gentile. Dovrei odiarlo. Per colpa sua ho perso il mio unico grande amore. Tommaso se ne è andato, per sempre. Però non riesco a odiare Nicola. Non so nemmeno io il perché ma non posso odiarlo. Devo andare avanti con la mia vita. Per ora rimango qui con lui e poi ritornerò a casa dei miei che non sento da molto.

Esco dal getto della doccia e mi metto una salvietta intorno alla vita. La porta si apre e appaiono Nicola con il suo autista. Ha degli scatoloni in mano. Li appoggiano vicino al letto ed escono come se non si fossero accorti di me. Cazzo io sono qui e posso vedervi.

Corro verso gli scatoloni in cerca dell’unica cosa che voglio davvero in questo momento: il mio telefono. Lo prendo e vedo un messaggio da parte di Tommaso. Ho paura a leggerlo. So che non sarà benevolo nei miei confronti. Decido di aprire il messaggio e vedo un messaggio abbastanza lungo e molto minaccioso. “Sei solo un cretino bastardo! Io mi fidavo di te, invece sei inutile come tutti gli altri. Spero ti troverai bene nella casa del riccone. La tua fine è vicina”. Dopo questo messaggio cado per terra e rialzarsi sarà impossibile. Mi avvicino al letto strisciando e salto su. È morbido ma a me non importa. Voglio solo piangere senza mai smettere. Nulla mi ridarà Tommaso, il mio amore, al persona che più amo/amavo in questa vita. Questa storia si è conclusa per sempre.

Mi mancheranno i suoi tocchi, i suoi occhi, il pianoforte, le docce, il sesso e il solo volersi bene. Tutto di lui mi mancherà. Tutto.

Dopo un po’ di tempo che ho passato sdraiato sul letto a piangere, sento qualcuno bussare alla porta. Non dico nulla ma la porta si apre ugualmente. Nicola viene vicino a me e si siede sul letto. Mi guarda con i suoi occhi azzurri. Sono spettacolari ma per me non c’è più niente di bello in questa vita.

«Senti, lo so cosa stai passando. So tutto. Ma devi rifarti una vita. Non voglio un amico in depressione» dice calmo accarezzandomi la schiena.

«No» dico piano spostandomi leggermene. «La schiena no, lo faceva lui» continuo con le lacrime agli occhi.

Lui sposta la mano senza dire una parola. «Che ne dici di fare una passeggiata nel parco. Solo a prendere un po’ d’aria, non dobbiamo parlare per forza.»

La sua proposta è molto interessante. Faccio cenno di sì con la testa. Lui esce dalla camera e aspetta mentre mi cambio. Non posso mica uscire nudo. Mi metto una maglietta e un paio di jeans e un maglione caldo. Esco dalla stanza e lo vedo in piedi pronto per andare fuori. È pomeriggio inoltrato quindi sento un po’ d’aria sulle guance mentre scendiamo le scale del giardino. Il giardino è bello grande con una stradina per camminare. Adoro questo giardino, mi fa pensare a qualcosa di positivo e ne ho bisogno. Lui non dice nulla. Forse sta aspettando che sia io a iniziare una conversazione se ne ho voglia.

«Perché me?» dico a bassa voce.

«Le cose brutte capitano a tutti» dice lui pronto.

«No, perché mi hai portato qui, perché io?» Chiedo.

«Ho bisogno di un amico e tu sei la persona perfetta» dice calmo.

«Non mi conosci nemmeno e io non conosco te» dico freddo.

«Hai perfettamente ragione ma io non sbaglio quando scelgo le persone» dice sicuro di sé.

Non replico più. Questo ragazzo mi terrorizza. Sceglie le persone, per cosa? Le tortura? È un sadico? No, dai, ha solo… quanti anni ha? Non ho voglia di fargli quella domanda. So che ne dimostra uno in più di me, ma non si può mai dire.

***

Mi siedo per la cena. I suoi genitori sarebbero rincasati più tardi. Agnello per cena, niente male. Mangio tutto anche se vorrei solo vomitare ma rispetto a questa mattina mi sento molto meglio. Non posso dimenticare quello che è successo però. Tommaso mi manca da morire. Neanche un messaggio, neanche una telefonata. Non ho fatto nulla di queste cose. Devo sentire Federico il prima possibile. Dopo lo chiamo per vedere se domani può uscire con me. Gli spiegherò tutto. Ma lui deve promettermi che non ucciderà Tommaso o roba del genere.

Infondo quello che ho passato con lui non muore nella rottura. Tutte le nostre esperienze continuano a vivere. Non lo dimenticherò mai, questo è sicuro. Non potrei mai dimenticarlo. Mi viene da ridere a ripensare al primo giorno nella tenda. Oh quante ne ha viste quella tenda. Potrebbe scrivere un romanzo. Mi ricordo il suo sguardo la prima notte. Già da lì era mio e io ero suo. Un amore nato dal niente. Come era possibile? Beh è successo e ne sono molto contento. Non dimenticherò mai le sue mani sul mio corpo.

«Cosa vuoi fare dopo?» mi chiede Nicola riportandomi alla realtà.

Io penso a cosa facevo con Tommaso dopo cena. Lui suonava qualche canzone al pianoforte, io lo ascoltavo, poi guardavamo un po’ di tv se ne avevamo voglia e infine scopata tattica prima di dormire.

L’unica cosa che posso fare in questa grande casa è guardare la tv. Non potrei mai ascoltare il suono di un pianoforte in questo momento e non potrei mai fare sesso con qualcuno. Solo con Tommaso. In certi istanti penso ancora che mi venga a prendere avendo capito lo sbaglio ma so che non sarà così. Devo farmene una ragione.

«Tv, potremmo vedere della tv» dico a bassa voce.

«Sì certo. Magari un film. Ho una grande collezione.»

Della sua collezione non me ne importa assolutamente nulla ma lo lascio parlare.
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