Gay & Bisex
Giocando a Calcio - 6
di Marcus95
16.05.2022 |
12.725 |
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"Andato in cucina con solo l’asciugamano attorno alla vita fece un po’ di rumore per svegliare il figlio..."
Capitolo 6: Gli Uomini Sborrano nelle MutandeAndrea tornò frettolosamente in camera sua prima di farsi beccare da Giorgio e prese il telefono e chiamò Matteo.
«André!» Rispose subito Matteo.
«Si sporca le mutande» disse piano per non farsi sentire nonostante la porta fosse chiusa.
«Ti stai sporcando le mutande? Non ho capito».
«Ha sporcato le mutande della divisa» disse Andrea a voce più alta ma sempre attento a non parlare troppo ad alta voce.
Matteo dopo un attimo di silenzio per fare la somma di tutto disse: «Tutto suo padre» e iniziò a ridere. «Tutti sanno che a te piace spennellare i tuoi boxer per bene».
Fu Andrea a rimanere in silenzio questa volta. Matteo aveva perfettamente ragione. Andrea amava sborrare nelle sue mutande. Lo faceva spessissimo. Molte volte quando si segava poi prendeva le sue mutande prima di sborrare e le posizionava davanti alla sua cappella. Dopo di che riversava tutto il contenuto delle sue palle dentro ai suoi boxer. Non badava al colore, nere, bianche o grigie lui sborrava tutto il suo sperma dentro e dopo averle riempite per bene le annusava a lungo e a volte assaggiava il suo nettare appena uscito dal suo pisellone. Quando aveva finito l’atto masturbatorio le metteva nel cesto delle cose sporche incurante che Giorgio potesse vederle.
Ad essere sinceri, qualche volta aveva curato il modo in cui le adagiava dentro al cesto per vedere se Giorgio le prendeva in mano e si accorgeva di quello che faceva suo padre ma Andrea le ritrovava sempre nel punto in cui le aveva lasciate. Chiaro segno che Giorgio non notava quello che aveva fatto.
«Hai ragione. Ma io le inondo per bene, mica come lui che mi fa delle piccole macchie. Ha sporcato l’elastico e ha fatto qualche chiazza. È un pivello» disse Andrea ridendo.
«Cazzo se c’hai ragione André. Dovresti mostrargli le tue» disse Matteo.
«E come cazzo faccio. Mica gli posso portare i miei boxer dirgli “guarda e imparare dal paparino come ci si sborra nelle mutande”».
Matteo iniziò a ridere sonoramente. «No minchia così no. Trova tu un modo ma se io fossi in te e tu vuoi renderlo più aperto nei tuoi confronti troverei il modo per fargliele vedere» spiegò Matteo.
«Cazzo hai ragione. Così non deve più nascondersi. Hai ragione. Troverò un modo. Adesso mi do da fare» disse Andrea.
«Sborrale tutte amico» disse Matteo contento.
Finita la conversazione Andrea era già un po’ barzotto ma appena si toccò il pacco vide che erano grigi i boxer che portava. Se proprio voleva mostrarle a Giorgio, non sapeva ancora come, avrebbe voluto averle nere. Andò al suo cassetto delle mutande ma quelle erano tutte pulite e non era la stessa cosa. Così uscì dalla camera e vide che porta del bagno era aperta e la luce spenta. Si avvicinò al bagno e vide Giorgio provenire dalla cucina con un bicchiere d’acqua in mano.
«Ehi figliolo vai a dormire?» Chiese Andrea senza neanche sapere che ora fosse.
«No, guardo un piccolo documentario» rispose Giorgio.
«Va bene ma no fare tardi» replicò suo padre.
Giorgio sparì nella sua camera e Andrea si chiuse in bagno. All’interno si guardò allo specchio e vide che il suo pacco era decisamente più grosso del normale e sul davanti dove c’era la sua cappella c’era un piccolo puntino nero di precum. Andrea rise nell’essersi fatto vedere da suo figlio con una punta di precum sulle mutande. Si avvicinò al cesto delle cose sporche e prese i boxer del giorno prima. Erano neri e avevano ancora il fantastico odore di palle sudate e di uomo. Ma c’era un problema. Erano belle nitide, non c’era traccia di precum o di sborra.
Con i boxer in mano ritornò in camera sua e si chiuse dentro. Non voleva essere visto da suo figlio mentre si masturbava. Almeno non in quel momento. Si buttò sul letto e tolse le mutande grigie. Prese quelle nere e se le portò al naso. Inspirò profondamente e sentì il pungente odore delle sue palle.
Si prese il cazzo tra le mani che già stava iniziando a svettare. I suoi addominali erano contratti e le sue gambe pelosette erano divaricate mentre lui era sdraiato sul letto. Le mutande sulla faccia spigolosa e il pisello tenuto in mano.
«Adesso tuo padre ti fa vedere come cazzo ci si sborra nelle mutande» disse a bassa voce Andrea per non farsi sentire.
La sua mano partì dagli addominali e iniziò a scendere fino ad arrivare ai suoi peli pubici. Erano presenti ma solo sul pube e non sull’asta. Erano molto corti perché Andrea li teneva molto curati. La sua mano scese ancora e incontrò il suo cazzone. Lo percorse tutto e arrivò alla sua cappella già lucida per tutto il precum. Andrea oltre a sborrare un sacco faceva tantissimo precum. Forse era dovuto dalla sue palle grosse.
«Vedi figliolo, questo è il cazzone di tuo padre. 23 centimetri di minchia dura e sempre pronta a scopare. Guarda quanto è grosso e quanto tira».
Il cazzone di Andrea svettava dritto perpendicolarmente al suo corpo. Il cazzo non era solo largo ma bello lungo per arrivare a 23 centimetri. La cappella era grossa e rosea. Se lo teneva in mano e lo massaggiava. La sua mano lasciò il suo cazzone bagnato e passò ai suoi gioielli: le sue palle.
«Un’altra cosa di cui andare fieri sono questi coglioni. Guarda come sono grossi e penzolanti. Questi coglioni» diceva mentre li faceva passare sulla mano «sono quelli che producono la mia sborra e io ne faccio tanta».
Andrea si lasciò andare anche le palle e rimase a gambe aperte a guardarsi il cazzone e le palle.
«Ora papà ti mostra come usare questo armamentario. Con un cazzone come il mio e delle palle che fanno invidia anche a un toro, tutti gli uomini, per invidia, e le donne per gola, saranno ai tuoi piedi. Ora preparati che ti mostro come si masturba un vero uomo» disse Andrea.
Prima di passare alla sega si tirò uno schiaffo al cazzo duro che oscillò prepotentemente da una parte all’altra. Il suo cazzo molto duro come solo quello di un uomo sa essere. Era talmente turgido che le sue vene spuntavano lungo tutta l’asta e la cappella era bella grossa e rossa. Con gran foga Andrea si prese il cazzone in mano e iniziò a segarsi forte. La sua mano andava su e già lungo tutta l’asta. In pochi secondi la sua cappella si fece lucida del suo precum. Ne prese un po’ con il dito e se lo passò sull’asta prima di riprendere la sega. Dopo altri colpi la sua cappella era nuovamente bagnata e allora prese altro precum con la mano e se la portò sulle palle. Il suo scroto era pieno e sodo per via dei suoi coglioni possenti. Passò il precum su tutto lo scroto e nel frattempo proseguiva con la masturbazione.
«Oh sì cazzo vedi come godo io? Così ci si masturba. Presa decisa sul cazzo e un ritmo veloce. Su e giù lungo tutto il cazzo senza mai dimenticare i coglioni che stanno sotto. Una mano deve sempre afferrarti i coglioni pieni di sborra» disse a bassissima voce ma ansimando tanto.
La sua foga nel farsi la sega era davvero tanta che il letto scricchiolava per via dei colpi di mano che si dava sul cazzo. Ansimava e godeva nel vedersi nudo e con il cazzo in mano. Per lui masturbarsi era una gioia e ne godeva ogni volta. La sua cappella era così piena di precum che colava lungo tutta l’asta facendogli da lubrificante. Il ritmo sella sua mano non si fermava, proseguiva veloce e potente lungo l’erezione. Andrea godeva forte e il suo cazzo si faceva ancora più duro e gonfio.
«Oh sì, papà sta per sborrare, guarda bene come si fa» disse Andrea aprendo maggiormente le gambe e afferrando il cazzo con ancora più decisione.
Il suo cazzo era gonfio e la cappella era pronta ad eruttare. I coglioni si fecero veloci vicino al cazzo e Andrea fece in tempo a recuperare i suoi boxer per metterli davanti al cazzo turgido che dei fiotti di sborra bianca spararono dal cazzo di Andrea. Presero in pieno i boxer neri di Andrea e i fiotti di calda sborra non accennavano a diminuire. Era una mitraglia che sparava a raffica. Andrea godeva e si contorceva mentre sborrava tutto il suo nettare dentro ai suoi boxer.
Con la cappella spasmò lo sperma lungo tutta la parte interna dei boxer che si era fatta bianca. Andrea aveva un grosso sorriso sulla faccia. Era soddisfatto di aver sborrato così tanto e di aver sborrato nelle mutande che poi avrebbe fatto vedere a Giorgio, suo figlio.
«Ora la parte più importante. Non si sborra mai una volta sola» disse piano facendo l’occhiolino.
Con la mano si riprese il cazzo ancora bello grosso e iniziò un’altra sega. Prima di andare a dormire Andrea arrivò a farsi ben quattro seghe. I suoi coglioni erano stati svuotati a sufficienza.
***
La mattina di domenica Andrea si alzò presto come al solito e passando davanti alla porta di Giorgio vide che la porta era ancora chiusa, segno che stava dormendo. Un classico dei ragazzi di quell’età. Andrea portava dei boxer grigi puliti. Quelli intrisi di sborra li aveva lasciati in camera sua. Non aveva ancora trovato il modo di farglieli vedere. Andò in bagno e si tolse i boxer grigi per fare una doccia e lì gli venne una idea. Si rimise i boxer e andò a prendere quelli neri in camera sua e li portò in bagno. Si spogliò e fece la doccia.
Una volta finito si mise un asciugamano attorno alla vita e prese le sue mutande nere. Le invertì mettendo la parte interna verso l’esterno e le depose in bella vista sul piano accanto al lavandino. Le lasciò lì in mostra e uscì dal bagno. Andato in cucina con solo l’asciugamano attorno alla vita fece un po’ di rumore per svegliare il figlio.
Poco dopo Giorgio comparve in cucina a bere. I due si salutarono e Giorgio capì che suo padre era appena uscito dalla doccia. Tutte le volte che suo padre usciva dalla doccia lo trovava molto più sexy del solito. Giorgio andò verso il bagno non sapendo di avere gli occhi di suo padre puntanti sulla sua schiena.
Arrivato in bagno andò a fare la pipì e poi si diresse verso il lavandino per lavarsi la faccia e lavare i denti. Solo in quel momento, con lo spazzolino in mano notò le mutande del padre. Erano dei boxer neri ma c’era qualcosa che non quadrava. Erano al contrario, quindi la parte interna era all’esterno ma la cosa che colpì Giorgio non era vedere i boxer del padre ma il fatto che la parte esposta era completamente piena di chiazze bianche. Era una chiazza unica. Era difficile distinguere le chiazze da quante erano. Giorgio capì subito che quelle chiazze non erano segno di pipì ma di sperma, quella del padre. Era la sborra del padre seccata nelle mutande. Era un capolavoro unico. Suo padre si era divertito a sborrare nelle sue mutande. Un’altra cosa che lo colpiva era la quantità di sborra che c’era dentro a quelle mutande.
La porta del bagno si aprì e sbucò suo padre. Entrò velocemente e prese le mutande.
«Scusa ho dimenticato queste» disse uscendo dal bagno con le sue mutande piene di sborra secca.
Giorgio rimane con lo spazzolino ancora in mano incredulo di quello che aveva visto. Rimase fermo per qualche minuto prima di riprendersi e andare avanti con la sua routine.
***
Giorgio era danti alla tv in camera sua quando suo padre entrò. Quel pomeriggio ci sarebbero stati i primi allenamenti non ufficiali. La domenica era dedicata alla partita però Matteo aveva chiesto a Giorgio di andare proprio per capire appieno il gioco.
«Dai preparati che è quasi ora di andare. Ti prendo la divisa» disse Andrea correndo verso l’armadio.
Giorgio non fece tempo a dire nulla che suo padre aveva già la divisa in mano e la depose sul letto. Separò tutti i capi mettendoli aperti e non più piegati come erano nell’armadio. Prese in mano gli slip della Puma e li aprì. Vide le chiazze.
«E queste?» Chiese Andrea mostrando a Giorgio gli slip.
Giorgio non disse niente ma per la timidezza si fece rosso.
«Tranquillo non ti preoccupare. Agli uomini piace sborrare nelle mutande. Chi più chi meno. Beh hai visto le mie oggi» disse Andrea sogghignando. «L’intimo maschile ha un certo fascino ed è anche il posto più facile dove… vabbè oramai sei grande posso dirlo… dove sborrare dopo una sega» aggiunse Andrea facendo il classico gesto con la mano che simboleggia la sega.
Giorgio non disse nulla era troppo imbarazzato.
«Va bene. Queste le mettiamo da lavare e ti ho preso queste» disse tirando fuori dalla tasca degli slip. «Stessa marca e stesso modello e stesso colore. Slip sportivi della Puma verdi ma questi sono L. Ho visto che stai crescendo bene là sotto, questi ti dovrebbero stare più comodi».
Andrea mise sul letto gli slip più grandi e portò via quelli vecchi e imbrattati di sborra.
«Cambiati che tra poco si esce».
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