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Gay & Bisex

Giocando a Calcio - 19


di Marcus95
19.06.2022    |    16.642    |    15 9.3
"«Ora… puoi vedere questo» disse Andrea indicandosi il cazzo ancora in mano che cresceva davanti agli occhi increduli di Giorgio..."
Capitolo 19: Tale Padre, Tale Figlio



Era notte, Giorgio stava ancora guardando la televisione in quanto era sabato e non doveva andare a letto presto. Guardò l’orologio e vide che era mezzanotte e mezza. Suo padre non era ancora rincasato. Aveva detto che sarebbe uscito con degli amici e con delle ragazze. Molto probabilmente era a letto con una di loro, pensò Giorgio. Oramai la fama di suo padre la conosceva molto bene. Avevano avuto modo di parlare tra di loro e molte cose erano uscite da quella conversazione, anche il fatto di quanto suo padre amasse scopare delle belle fighe.

Giorgio non era preoccupato per suo padre, era grande abbastanza per potersi divertire. Si tirò su dal letto e andò in bagno per prepararsi per la notte, non aveva più voglia di aspettare suo padre alzato. Si era fatto tardi. Tornato in camera sua spense il televisore e si avvicinò al letto quando sentì la porta di casa aprirsi. Suo padre era rincasato. Con un sospiro di sollievo si avvicinò all’interruttore della luce per spegnerla ma sentì suo padre mugugnare. Non capiva una parola. Ascoltò con intensità e capì che suo padre era ubriaco marcio. Lasciò la luce accesa e andò in salotto con passetti insicuri. Vide suo padre al centro del salotto che cercava di togliersi la giacca e quando ci riuscì la gettò per terra.

«Troia… io ti ho… stronza… » disse Andrea mugugnando senza accorgersi della presenza di suo figlio.

Giorgio rimase in penombra e guardò la scena. Suo padre tolse la maglietta, le scarpe, le calze e i pantaloni. Rimasto con solo le mutande addosso e con un grande pacco sul davanti, Andrea andò avanti a mugugnare ma non c’era un senso logico nei suoi discorsi. Si tirò su dritto e con le mani sull’elastico dei boxer se ne liberò. Il movimento fu troppo veloce che cadde sul divano ma le mutande erano riuscite ad allontanarsi dal suo corpo.

Andrea tutto nudo e col cazzo barzotto fissò il soffitto scuro e continuava a parlare senza senso. Giorgio accese la luce della stanza e si palesò davanti al padre che si lamentò per la grande luce. Così Giorgio la spense subito ed andò ad accendere la luce della cucina che era più lontana e fioca. Si riposizionò davanti al padre guardando il suo stato. Andrea rideva come un idiota e mentre rideva si vedevano i suoi addominali muoversi e anche il cazzo barzotto si muoveva da una parte all’altra. Giorgio si godeva la scena. Andrea ci mise del tempo prima di riprendersi da quella risata causata dalla sbronza.

«Finalmente puoi vedere… tuo padre nudo» ricucì a dire Andrea biasciando qua e là.

«Io ti ho già visto nudo» rispose Giorgio.

Andrea si toccò il cazzo con la mano e lo mosse facendolo indurire ancora di più.

«Ora… puoi vedere questo» disse Andrea indicandosi il cazzo ancora in mano che cresceva davanti agli occhi increduli di Giorgio.

«Lo vedo» disse Giorgio contemplando quel cazzo.

Il cazzone di Andrea era eretto con il prepuzio che copriva solo metà cappella. Le palle penzolavano sotto tutte pelose e con un buon profumo. Il cazzo era tirato per il lungo.

«Lo so che lo vuoi… guarda come lo guardi» disse Andrea senza mai togliere la mano dal proprio cazzone.

Gli occhi di Giorgio non riuscivano a staccarsi da quella bellezza. Il cazzo di Andrà era come un pendolo per l’ipnosi. Era davvero bello da vedere e Giorgio aveva finalmente l’opportunità di vederlo così da vicino e bello tirato. Vedere poi suo padre sdraiato sul divano con le gambe aperte era una immagine che non riusciva nemmeno a credere. Andrea rise leggermente sapendo di avere gli occhi di Giorgio sul suo cazzone in tiro che si trastullava.

«Dai vieni qui» disse Andrea facendo avvicinare suo figlio.

Giorgio si avvicinò al divano e si inginocchiò per essere alla stessa altezza di suo padre. Gli occhi di Andrea erano sul corpo di suo figlio. Lo scrutava con dedizione. Guadava il suo petto, le sue spalle che si facevano più grandi e le sue gambe da calciatore. Infine i suoi occhi si concentrano sul suo pacco che ogni giorno sembrava crescere sempre di più. Suo figlio stava diventando un uomo e quello era un buon momento per vedere i risultati anche se la sua mente era annebbiata dall’alcol.

«Ti stai facendo grande» disse Andrea concentrandosi sul corpo del figlio.

Giorgio sorrise per il complimento. «Grazie papà» riuscì a dire.

«Spero tu diventerai come tuo padre. Un cazzuto cazzone» disse Andrea segandosi il cazzo in tiro. «Guarda qua» aggiunse puntando il cazzone.

Giorgio seguì con lo sguardavo il copro mozzafiato di Andrea. I muscoli dei pettorali, gli addominali, il vero corpo di un uomo che si tiene in forma. Arrivò fino al pelo pubico prima di incontrare il cazzone di 23 centimetri. Era davvero grande. L’asta era dritta che puntava verso il soffitto e la cappella era completamente esposta. Una cappella molto grossa e lucida, segno che c’era già del precum. La sua cappella era rosea e più grossa rispetto all’asta. Era bellissima, a detta di molti, il cazzo più bello mai visto.

«Lo vedo» disse Andrea.

Andrea fece un ghigno. «So che sei attratto da me, da tuo padre. So come mi guardi il pacco al mattino quando ti svegli. So come sei alla ricerca delle mie mutande per vedere il nettare dei miei coglioni. O come cazzo ti sei eccitato l’altra sera che hai visto che mi scopo le scarpe da calcio come fai tu. Vuoi che sborro dentro alle tue così senti la sborra di tuo padre suo piedi mentre giochi? Non ti piacerebbe?» Disse Andrea con calma e biascicando di tanto in tanto.

«No, non venire nelle mie scarpe» disse Giorgio pentendosi amaramente di quello che aveva detto.

«Ah no? Vuoi che ti sborro nelle mutande della Puma che ti piacciono tanto? Anche tu ci hai già sborrato dentro. Oppure vuoi che ogni mattina ti sborri dentro alle tue mutande prima di metterle per andare a scuola?» Disse Andrea eccitato e muovendo la mano su e giù lungo la sua lunga erezione.

Giorgio non replicava ma guardò il volto stupendo di suo padre che si contorceva per il piacere della sega che si stava facendo. Era davvero bello vedere come la sua bocca cambiava espressione mentre la mano andava su e giù. Giorgio guardò il cazzo del padre con la cappella con tanto precum.

«So che ti piaccio, so che mi vuoi. Guarda come mi fissi il cazzo senza sosta. Ho il cazzone grosso come solo pochi uomini possono dire di averlo. Lo vuoi provare? Lo vuoi vedere più da vicino il mio cazzone? Dai la facciamo questa stronzata tra padre e figlio?» Incitò Andrea verso il figlio.

Giorgio ancora una volta non sapeva cosa replicare ma la sua mente per fortuna replicò per lui facendolo annuire. Giorgio non se ne accorse quasi ma Andrea vide quel movimento della testa e sorrise a trentadue denti.

«Allora tocca il cazzone di tuo padre. Senti quanto è bello duro».

La mano di Giorgio non si fece ripetere il comando ed afferrò il cazzo enorme di suo padre. Al tatto era molto caldo e davvero duro. Dire che era di marmo non era abbastanza. Era di una durezza tale che non si riusciva a piegare. Giorgio all’inizio decise di esplorare il cazzone di suo padre. Guardò l’asta, la toccò per bene prima di arrivare alla cappella. Giocò col prepuzio, lo tirò su tutto e poi giù tutto scoprendo la cappella. Passò un dito sulla cappella e prese un po’ di precum del padre e lo spalmò sul prepuzio. Il rimanente lo assaggiò portandosi il dito alla bocca e assaporando una cosa privata ed esclusiva di suo padre. La mano ritornò sul cazzone e scese fino alle palle pelose. Prese in mano i coglioni e li massaggiò. Sentiva lo scroto ruvido e con i peli corti che gli accarezzavano le dita mentre le toccava.

Andrea gemeva sotto il tocco del figlio che gli stava facendo un massaggio al cazzone e ai coglioni. Con la coda degli occhi vide che i boxer di Giorgio tiravano sul davanti.

«Mettiti nudo cazzo prima di rompere le mutande» disse Andrea afferrando il pacco di Giorgio.

Giorgio si alzò di scatto e si tolse i boxer velocemente. Una volta nudo si riposizionò vicino a suo padre e riprese in mano il cazzone. Andrea in quel momento vide il cazzo di Giorgio in erezione. Non era grosso come il suo ma le palle erano stupende. Belle grandi come le sue e pelose, più pelose delle sue. Andrea prese il cazzo di suo figlio in mano e gli fece lo stesso trattamento che Giorgio gli stava facendo. Avere il cazzo di suo figlio in mano era una cosa che mai avrebbe creduto possibile. Era una cosa stupenda. Tutte le barriere erano cadute. Il rapporto si era trasformato. Andrea segava con foga il cazzo di suo figlio e lo guardava in faccia per vedere come godeva per il trattamento che gli stava dedicando.

«Cazzo che bello. Guarda, padre e figlio che si masturbano i cazzoni a vicenda. Non temere anche il tuo diventerà un cazzone come il mio» disse Andrea godendo per la scena.

Giorgio non riuscì a replicare perché stava godendo molto e si accorse che suo padre stava giocando con la sua cappella piena di precum. Ansimava forte e godeva nel vedere la mano del padre sul suo cazzo duro. Finalmente poteva avere il suo vero rapporto con suo padre.

«Voglio succhiarlo» disse Giorgio veloce senza respirare.

«Cosa?» Chiese Andrea non capendo per via all’alcol e della eccitazione sessuale.

«Ti voglio succhiare il cazzone papà» ripeté Giorgio.

«Vuoi succhiare il cazzone di tuo padre?» Chiese Andrea certo di aver capito bene.

Giorgio annuì con la testa e si passò la lingua sulle labbra.

«Sì, succhia il cazzone di tuo padre, senti che cosa si perde quella puttana di tua madre. Gustati il sapore di un uomo» disse Andrea prendendo Giorgio per il collo e sbattendolo sul suo cazzo.

Giorgio si ritrovò un cazzone enorme davanti alla faccia. Con la mano si aiutò a far entrare la cappella dentro alla bocca ma una mano da dietro alla testa lo spinse sopra con forza e si trovò quel cazzone dentro per più di metà.

«Senti cosa significa succhiare un cazzone di 23 centimetri di un vero uomo. Non quei sottodotati, questo è un cazzone di un uomo» disse Andrea aiutando la testa del figlio a spompinarlo.

Giorgio andava su e già lungo tutto il cazzone del padre e si guastava tutto quel precum che poco prima aveva visto sulla cappella. Il cazzone era anche grosso di circonferenza e tenerlo tutto in bocca era davvero difficile. Giorgio si chiese come facessero tutte quelle donne che si scopava suo padre. Ma in quel momento la sua concentrazione era fissa sul cazzone di suo padre e a come fare un pompino da vero uomo. Succhiava forte e con la lingua giocava con la cappella del padre. Sentiva tutto il suo precum zuccherino.

Andrea era ancora sdraiato sul divano con suo figlio chino sul suo cazzone che succhiava come una brava troia. Andrea godeva ad alta voce pieno di eccitazione. Giorgio era bravo a fare i pompini, pensò Andrea che sentiva il suo cazzo umido e stretto dentro alla bocca del figlio.

«Succhia il cazzone di tuo padre» disse Andrea concitato.

Giorgio succhiò più forte di prima e anche le spinte di Andrea si fecero più forti. Il cazzone di Andrea entrava e usciva tutto molto velocemente dalla bocca di Giorgio che cercava di prendere tutto quel cazzone.

«La vuoi la sborra di tuo padre? Lo vuoi quello sperma che ti ha creato?» Disse Andrea godendo a ogni pompata.

Giorgio come risposta afferrò i coglioni grossi e penzoloni del padre che andavo su e giù anche loro.

«Ah si tocca i coglioni di tuo padre. Dai che sborro cazzo!» Disse Andrea inarcando la schiena e iniziando a sborrare.

La quantità di sborra che uscì dal cazzone di Andrea fu enorme. Schizzi su schizzi. Giorgio non riusciva più a contenerla tutta e si allontanò dal cazzone che sborrava e la sborra del padre dopo che in bocca gli finì sul petto. In quel momento senza neanche toccarsi il cazzo di Giorgio iniziò a sborrare anche lui mandando la sborra sulle gambe pelose del padre. Andrea continua a sborrare senza sosta. Gli schizzi volavano sul corpo di Giorgio riempiendolo tutto.

Una volta che tutto si calmò, Giorgio ci mise qualche minuto per riprendersi.

«Papà ma quanto cazzo sborri?» Chiese Giorgio.

Il padre Andrea rise accarezzandosi il cazzone ancora in erezione.
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