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Prime Esperienze

Festa di Giubilato: oltre alla sposa fanno la "festa" anche a me.


di Membro VIP di Annunci69.it anita69
12.12.2020    |    13.003    |    25 9.6
"Ormai eravamo arrivati al dunque, perché estratto il suo lussurioso cazzo dai pantaloni, stava armeggiando per metterlo al posto delle dita..."
Molti anni fa, quando ancora non stavo con Gius, partecipai ad una serata con quattro amiche per il nubilato di una di loro, che dopo pochi giorni si sarebbe sposata.
Avevamo fissato un buon ristorante in Versilia, dove, entrando, attirammo l’attenzione di tutti i commensali maschi e l’invidia delle femmine.
Eravamo giovani, bellocce, messe a fica, con abiti leggeri e cortissimi, dato che eravamo in estate ed in Versilia.
Mise che lasciavano poco all’immaginazione sui nostri “segreti”
Una cena allegra, poco mangiare ma tanti vini, per i molti brindisi di auguri per la futura sposa.
Dopo cena ci siamo dirette, in uno dei più famosi locali da ballo di allora, sul mare, per completare i festeggiamenti.
Nel locale vi erano molti bei giovani che facevano a gara a farci ballare ma anche a farci bere.
La nostra allegria aumentava sempre più al pari della voglia di divertirsi pazzamente.
Nella piena del locale ho finito per perdere di vista le mie amiche, ma non i miei spasimanti.
In particolare, un bellissimo giovane che non finiva di farmi ballare e di fare sentire la sua eccitazione per me, strusciando il suo pacco, notevole, sulla mia fica.
Devo dire che la cosa mi stava eccitando se non fosse che Carlo, questo il suo nome, non fosse in compagnia di due amici, uno orrendo, basso grasso untuoso e l’altro di una timidezza unica.
Taciturno, mi fissava senza togliermi gli occhi di dosso, da affamato, senza dire mai una parola: uno strazio.
Carlo mi piaceva molto, ero in su con l’alcool e ballo dopo ballo mi stavo eccitando sempre di più, cosciente che, se me lo avesse chiesto, mi sarei fatta scopare da lui.
La sala da ballo era al piano rialzato e al piano terra vi era la sala ristorante che a quell’ora era deserta, oltre che buia.
Carlo mi prese per mano, mi condusse giù nella sala ristorante, mi appoggio ad una parete, baciandomi la bocca, il collo, gli orecchi.
Mi scopri le tette massaggiandole con una mano mentre l’altra l’aveva intrufolata sotto la mia gonna e mi palpava il culo, spingendomi verso il suo cazzo, che duro e ritto, mi premeva forte attraverso pantaloni e abito sulla fica, che già iniziava a bagnarsi.
Piano piano mi alzò anche la gonna sul davanti e spostò la sua mano destra dalle mie tette al basso ventre, scostandomi gli slip, per inserire due dita nella mia fica.
Ormai eravamo arrivati al dunque, perché estratto il suo lussurioso cazzo dai pantaloni, stava armeggiando per metterlo al posto delle dita.
Vista la situazione e l’imminente penetrazione volsi lo sguardo per la sala, per assicurarmi che nessuno potesse vederci.
Con mia grande sorpresa vidi i suoi due amici che stavano osservandoci da poco lontano.
Feci uno scatto, mi liberai dell’abbraccio di Carlo e gli dissi: è vero sono ubriaca, è vero che mi piace il tuo cazzo, ma non intendo che i tuoi amici stiano a guardarci.
Carlo mi spiegò che erano due imbranati, uno per il fisico l’altro per la timidezza, che non battevano un chiodo e spesso si accontentavano di guardare lui, con le sue amiche.
Comunque mi disse, se non vuoi, usciamo fuori e andiamo nella mia auto che è qui nel parcheggio esterno. Così sei tranquilla.
Detto fatto andammo nella sua auto, mi sedetti sul sedile anteriore e Carlo mi sfilò il vestito e gli slip e iniziò a leccarmi la fica come un ossesso, rimanendo fuori dalla sportello dell'auto.
Sono venuta subito, gli ho riempito la bocca dei miei umori, poi lo ho abbracciato perché entrasse nell’auto e mi mettesse il suo cazzo nella fica che ne sentivo un bisogno impellente. Ne avevo veramente voglia.
Carlo fu bravo: prima entrò delicatamente, poi si fermò impalandomi fino in fondo e premendo sul mio clitoride arrossato, fino a che le mie cosce, non cominciarono a sussultare, per farlo muovere.
Sentire un cazzo entrare e uscire, andare avanti e indietro, fino in fondo per poi risalire all'entrata, mi piaceva da morire.
Ho alzato le cosce e i piedi verso il tettucio dell'auto per allargare al massimo la fica e fare entrare il suo cazzo fino in fondo.
Stavo godendo di brutto, prima gemendo, poi urlando al giungere dell'orgasmo e soprattutto sbordando in continuazione.
Carlo ad un certo punto si è fermato, si è trasferito sul sedile di guida chiededomi di fargli un pompino.
Pensai che volesse riposarsi o vedere se ero brava con la bocca.
Mentre succhiavo quel cazzo che tanto piacere di aveva dato e che tanto ne aspettavo ancora, ho visto i suoi due amici che ci osservavano fuori dal vetro.
Uno dal mio davanti, l’altro dal suo.
Sono rimasta di sasso, interdetta, non sapevo che dire e che fare, ma Carlo con voce cativa mi ha detto: "se vuoi continuare a godere con il mio cazzo, devi fare godere anche i miei amici.
Brutalmente mi ha detto: fatti scopare da dietro alla pecorina, mentre tu continua a prendere il mio uccello, in bocca. Troia".
Gli ho detto che il suo amico grasso e untuoso mi bloccava solo a guardarlo e allora lui ha detto: "non lo devi guardare, tu continua a tenere la testa e la bocca sul mio cazzo,
sentirai solo il suo cazzo voglioso."
Non vedrai nessuno e nulla, sentirai solo un uccello diverso nella tua fica, che ti farà godere.
Non ho fatto in tempo a rispondere che il suo amico grasso ha aperto lo sportello, mi ha strinto il culo con le sue manacce untuose e mi ha infilato la fica con il suo cazzo.
Era la prima volta che avevo un cazzo in bocca e una nella fica ed ho ripreso a godere senza nessuna vergogna.
Meno male che il grassone era talmente in arretrato che è venuto dopo pochi angoscianti colpi, pochi ma che mi hanno fatto nuovamente venire.
Ho scacciato con i piedi il ragazzo dall'auto e mi sono ricomposta.
Carlo è venuto davanti al mio sedile si è infilato fra le mie cosce oscenamente spalancate e con un colpo secco ha messo il suo cazzo nella fica grondante e ha ripreso a scoparmi intensamente, dicendoni vedi come sei brava come troia
Lui era bravo a scopare, ci sapeva fare, godevo a voce spiegata e un nuovo potente orgasmo si stava avvicinando velocemente.
Carlo quando ha visto che stavo per raggiungere un nuovo potente orgasmo si è fermato, si è alzato uscendo dall'auto, lasciandomi a cosce spalancate con la fica grondante.
Ha detto al timido: “ora è pronta, scopala anche tu, non dirà certo di no”.
Ero esausta, tremante per le continue venute, non ha avuto neppure la forza di chiudere le cosce, il timido è entrato subito nell'auto, e ha spinto il suo arnese nella mia fica.
Ha preso a scoparmi con forza e in breve ho ripreso volentieri il ritmo per raggiungere l'orgasmo che avevo interrotto.
Ho fatto appena in tempo a godere questo orgasmo trattenuto perchè il timido è’ stato ancora più breve del grasso, pochi colpi nervosi e un urlo liberatorio, mentre Carlo entrato nel sedile posteriore mi sbrodava in faccia, arrapato dallo spettacolo visto.
Mi sono ricomposta a fatica, ero uno straccio sia fisico che morale, era la prima volta che mi capitava una cosa simile, tre uomini, tre cazzi uno dietro l'altro.
Ero proprio stata una grande troia...ma mi era piaciuto assai...avevo goduto tanto.
Adesso che dico alla mie tre amiche?
Le ritrovai in sala, allegre e baldanzose, mi raccontarono di essersi scopate ognuno un bel ragazzo, sul mare. Alla faccia dello sposo novello, già cornuto prima dell'anello.
Dissi loro che mi ero sentita male, avevo vomitato, per quello ero in questo stato deplorevole e non avevo scopato con nessuno.
Più ci penso e più ho fatto bene a dire così, avrei umiliato la futura sposa e le amiche dicendo che a cazzi avevamo pareggiato: io tre da sola e loro, anche tre, ma in totale.
Carlo non l’ho più voluto incontrare, nonostante mi abbia cercato più volte.

Anita
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