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Mi masturbo per vpoi


di Liliana1980
05.11.2021    |    19.292    |    21 9.6
"Presa com’ero, ho chiuso gli occhi senza curarmi dei gemiti che aumentavano di intensità..."
Salve amiche/ci, questa volta scrivo qualcosa per voi, espressamente dedicata a voi miei cari lettrici/lettori, a voi che mi dedicate meravigliose parole attraverso la chat di A69, oppure commentando i miei racconti.
La notte scorsa, dopo aver letto le vostre dediche, complice la mancanza della mia compagna di cabina, è accaduto quello che ora cerco di mettere in parole, non so se ci riuscirò, vorrei tanto farvi partecipe di quello che mi ha provocato la lettura delle vostre dediche sessuali.


Ho finito di leggere, decido di farmi una bella doccia, anche per calmarmi un po', non riuscirei altrimenti a prendere sonno, voglio tornare a leggervi mentalmente, quale posto migliore della poltroncina della cabina?
Per godere maggiormente le sensazioni che crescevano ho socchiuso gli occhi cercando di ricordare quello che avevate scritto,
Le gambe, il seno, i capezzoli che cominciavano ad indurirsi ed allungarsi diventando molto sensibili.
Ho sistemato ancora meglio la testa sulla poltrona, lasciando che le braccia scivolassero sulla pancia coperta dall’accappatoio che ancora indossavo.
Ho sollevato le ginocchia lasciando che una parte dello stesso scivolasse lungo le cosce.
In quella posizione sentivo la pelle rabbrividire, sentivo il formicolio particolare che ben conoscevo, scendere sul ventre e giungere tra le cosce che ancora a mala pena riuscivo a tenere chiuse.
La voglia di gustarmi quel momento era enorme e volevo farlo durare il più possibile per poterne sfruttare ogni attimo.
Avevo tutto il tempo che volevo per farlo, la notte era ancora lunga, Sara mi aveva detto che andava ad una festicciola con amici sul ponte equipaggio e conoscendo quando duravano, non sarebbe rientrata molto presto.
Il calore cominciava a raggiungere livelli conosciuti, piacevoli e aumentava ancora.
Piano piano le gambe si sono allargate, ne ho messo una sul bordo della seduta ed una sull’altra.
Un momento di lucidità, non avevo bloccato la porta, a parte Sara che ha la tessera, col passpartout, chiunque avrebbe potuto entrare, avrei dovuto alzarmi e andare a bloccarla, ma il brivido del rischio me lo ha impedito.
Nel frattempo le mani erano andate a coprire le coppe del seno, le dita a saggiare la consistenza dei capezzoli, lo avevo fatto tante altre volte, ma ogni volta era una nuova sensazione, una nuova emozione facendomi venire voglia di stringerli.
Sentivo i capezzoli indurirsi e gonfiarsi all’inverosimile, mentre le gambe si aprivano ancora di più lasciando che il flusso dell’aria condizionata accarezzasse le grandi labbra, ormai gonfie e umide del nettare che le stava lubrificando.
Le sensazioni che, provavo erano intense e mi sono ricordata dell’ultima volta che mi ero toccata pochi giorni prima.
Il corpo vibrava e la voglia di toccarmi, superava i miei tentativi, di far durare il più a lungo possibile il piacere che incessantemente richiedeva maggiori attenzioni.
Sentivo scivolare fuori gli umori dal sesso e colare in parte lungo le cosce che in quel momento avrei voluto spalancare fino all’impossibile.
In quel momento, presa dalla fantasia, ho istintivamente fatto scivolare la mano sulla pancia, sull’ombelico, più giù, fino a sentire i primi peli pubici sotto I polpastrelli.
Presa com’ero, ho chiuso gli occhi senza curarmi dei gemiti che aumentavano di intensità.
Le dita, erano ormai esperte del piacere, non trovarono più freni e continuavano a seguire il loro percorso quasi a memoria, scivolando tra I peli, sfiorando la parte interna delle cosce, giungendo all’inguine, che già sensibilissimo, mi ha fatta sussultare ad ogni passaggio.
L’altra mano, ancora sulle mammelle, proseguiva il lento, ma piacevolissimo massaggio dei capezzoli sempre più duri e irti.
Ormai sapevo che ero sulla via del non ritorno e non potevo più fermarmi, né volevo farlo.
Giunta a quello stato di eccitazione, desideravo godere, ma desideravo prolungare quello stato piacevole di eccitazione, cosicché, da semisdraiata, mi sono, seduta, allargando bene le gambe, mentre continuavo a titillare I capezzoli, con l’altra andavo periodicamente ad accarezzarmi tra le labbra dilatate e gonfie che, piene di umori, volevano essere allargate e stuzzicate fino allo spasimo.
Aprendo ancora di più le cosce ho lasciato che due dita, che oramai lavoravano in autonomia, aprissero le piccole labbra dove tentava di nascondersi il clitoride gonfio e sensibile che non aspettava altro che uscire allo scoperto.
Una volta individuato, l’ho titillato prima con pochi passaggi, ma rapidamente le dita furono solo per lui, ruotando intorno alla base ed anche sulla sommità usando il polpastrello del dito indice unito poi a quello del medio, ruotandoci intorno, più lo schiacciavo, più sentivo crescere il piacere che provavo.
La fessura si era dilatata ed aperta e le labbra ancora più gonfie, mi piaceva da morire.
Ho proseguito a ruotare le dita sul clitoride, muovendo il bacino attorno, come se fosse la vostra lingua mie amate e amati amori facendomi impazzire.
I gemiti aumentarono di ritmo ed intensità e piano piano le dita sono scivolate ad accarezzare le cosce, fin quando l’indice, ritornando nella zona del piacere si è fatto strada tra le labbra, la prima falange ha trovato facilmente la via per entrare nell’ intimità.
Un mugolio più forte degli altri è sopraggiunto.
Pensando solo ad avere il massimo del piacere dalla masturbazione, ho chiuso nuovamente gli occhi e spinto il dito indice ancora più a fondo dentro le pareti vaginali ormai completamente viscide e scivolose.
La tensione e le scariche di piacere mi hanno costretta a sollevare le gambe a mezza altezza consentendo al dito di andare fino in fondo al corpo, tale da lasciarmi per pochi secondi senza fiato.
Tutta me stessa ha tremato per il piacere.
Immediatamente ho estratto il dito ed appoggiato la schiena alla spalliera della poltrona divaricando ancora le cosce e lasciando che le dita penetrassero meglio per portarmi finalmente nel paradiso del piacere.
Per raggiungere quel livello di goduria ho spinto due dita, lasciando che il palmo della mano sfiorasse il clitoride, dandomi maggiore piacere, mentre con l’altra mano sentivo I capezzoli che stavano quasi per scoppiare tra le dita,
È iniziata così la vera masturbazione, facendo sì che le dita si riempissero di umori, prima di sentirli scivolare lungo le cosce e vederli assorbiti, fortunatamente, dall’accappatoio.
Le dita si muovevano dentro e fuori senza sosta, il ritmo è aumentato, come fosse una lingua, la vostra lingua che mi stava penetrando senza fine.
Questi pensieri mi facevano spingere più forte avanti ed indietro, facendole ruotare dentro, in maniera autonoma e perfetta, tanto da procurarmi il massimo del piacere.
La mente non seguiva più gli ordini che avrei voluto dare. Sentivo scosse che partivano dalle cosce e salivano lungo il corpo fino a portarmi in un altro mondo, mentre le dita hanno continuato imperterrite a darmi piacere, brividi, momenti che fortemente desideravo e avrei voluto non terminassero.
Il respiro si fece ancora più affannoso, i gemiti ancora più forti.
Per vedermi ho inclinato la testa sulla poltrona, godendomi lo spettacolo delle dita che entravano ed uscivano sempre più bagnate e piene del godimento.
Stavo godendo amici e amiche, stavo godendo pensando a voi.
Avvertivo molto bene le onde dell’orgasmo crescere in me, e scendere tra le cosce.
Sembrava che potessi quasi sfiorare con le dita questo orgasmo esplosivo che mi stava raggiungendo.
In preda alle forti scariche di adrenalina generate e dal piacere intenso, ho reclinato all’indietro la testa ed ho iniziato a muoverla, per poi finire a succhiare il braccio sinistro, la mano sinistra ha lasciato il seno, ed anch’essa si è diretta sul clitoride per stimolarlo il più possibile a fondo.
Ora due dita mi stantuffavano senza sosta, procurandomi un brivido immenso.
Andavano dentro e fuori, dentro e fuori.
In quei momenti senza tempo, desideravo che non avesse mai fine quella masturbazione, ma la voglia di esplodere ed il desiderio di riempire le dita con il nettare ha prevalso.
Muovendo ritmicamente il bacino e spingendo ancora più forte, mentre con l’altra mano premevo sul clitoride, sono esplosa nell’orgasmo di cui ho goduto fino all’ultima contrazione che mi ha lasciata esausta sulla poltrona a gambe divaricate, consapevole di avere avuto un immenso piacere.
Era lì stordita, inerme. incapace di fare qualcosa.
Sono passati diversi minuti prima che mi rendessi conto che si era fatto tardi e che, da lì a poco sarebbe rientrata la mia assistente, era giunto il momento di mettermi a dormire.
Mi pulii in qualche modo dagli umori con l’accappatoio.
Ancora stordita per il tornado di emozioni appena provate, andai a letto.
Mi rannicchiai e appoggiai una mano sopra la pulsante conchiglia, stringendola tra le cosce.
“vi voglio amori miei, venite, vi prego venite, non posso fare a meno di voi, amiche, amici, vi amo, vi amo”
Con questa invocazione continuamente pronunciata, con la visione dei vostri corpi nudi che si avvicinano, sono scivolata nel sonno, felice di avere tanti amanti che mi fanno godere all’infinito.
Grazie, grazie di essermi vicina, grazie di esistere.
Buongiorno miei amati/amate.
Spero di avervi fatto felici con questa dedica.

Una piccola appendice a tutto questo.
Quando Sara è rientrata, io ero solamente sdraiata sul letto, con ancora addosso l’accappatoio, si è avvicinata per sistemarmi sotto le coperte, con l’aria condizionata non è salubre dormire nude sopra le coperte.
Nel vedere come era imbrattato l’accappatoio, non ci volle molto a capire cosa avevo fatto.
Cosa fece lei?
Questa è un’altra storia, che un giorno vi racconterò.

Vi lascio con un lungo bacione e vi do appuntamento alla fine del mese.
Vado finalmente in vacanza,non ricordo più quando ho fatto l’ultima.
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