incesto
Zio Fabio
di Liliana1980
08.10.2021 |
13.810 |
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"In poche parole facevo la factotum o meglio la mozza..."
Ritorniamo a quello che mi è accaduto negli anni della mia giovinezza,Vi ricordate che le volte scorse vi ho raccontato di quando ho avuto la mia prima mestruazione e il primo contatto lesbico con Cinzia, mamma e Zia Carla?.
Mi avete letto? Spero tanto di si.
Oggi desidero raccontarvi di zio Fabio,fratello più anziano di papà.
Alcune informazioni su di lui,affinchè lo possiate conoscere un po’, come detto è il fratello più vecchio e un po’ pazzerello, nel senso che non ha mai messo radici,ha studiato da cuoco ed ha cambiato decine di padroni fino ad arrivare a fare il cuoco sul peschereccio d’alto mare di suo padre (mio nonno), unica prospettiva,quando morirà il nonno diventerà il padrone.
Ma tutto questo non mi ha tolto l’affetto che provo per lui.
Bene dovete sapere che in quel periodo,immediatamente dopo aver avuto il mio primo ciclo,avevo da poco ottenuto il diploma di terza media.
Andai dal nonno a ricordargli la promessa fattomi.
“quando avrai la licenza di terza media,verrai con noi in alto mare per una settimana”..
Non ci furono obiezioni da parte sua,ogni promessa è un debito,nonno non transige in questo.
Solo le solite raccomandazioni.
“durante le manovre non devi stare in coperta,devi aiutare il cuoco (che era lo zio Fabio) e dormirai nella mia cabina” e altre cose.
Potete immaginare con quanta impazienza aspettavo venisse quel giorno.
Finalmente arrivò.
Si partiva per una settimana di pesca,era stato avvistato un grosso banco di pesci a non ricordo quante miglia verso le coste spagnole.
Ordine di partenza.
Presi il sacco da marinaio (dovrei dire da marinaia), pronto già da alcuni giorni.
Volai al porto, sistemai la roba e cominciò l’avventura.
Quasi un giorno e mezzo per arrivare nella zona dell’avvistamento,durante il quale dovevo aiutare zio Fabio in cucina.
Ma appena potevo andavo ad aiutare i marinai che era la mia principale passione.
Aiutavo ad aggiustare le reti,a preparare le cassette dove avremmo messo il pesce,dopo averlo selezionato..
In poche parole facevo la factotum o meglio la mozza.
Passarono quasi 24 ore prima di avvistare e raggiungere il grosso banco di pesci.
Il sole era quasi a picco,quando suonò la campanella che significava.
“ognuno al suo posto”.
La cosa valeva anche per me.
Scesi in cucina,non prima di aver guardato con invidia, gli uomini prepararsi per gettare le reti ed iniziare le manovre per imbrigliare i pesci.
Restai qualche minuto ad osservarli.
Incrociai lo sguardo del nonno, non disse nulla, ma capii ugualmente.
Scesi la scaletta alla velocità del suono.
Eccomi in cucina.
Sarebbero passate molte ore prima che potessi risalire.
Nel frattempo dovevo aiutato zio a preparare il pranzo, che sarebbe stato consumato non prima delle tre.
Zio mi disse cosa fare,chissà perché, sempre la stessa cosa, pelare le patate, sembra un classico,cmq dovevo farlo e lo feci.
Mentre ero lì intenta a pelarle,zio mi fece una domanda, che subito non capii, o meglio, non mi aspettavo me la facesse.
“ e vero che ti sono venute le mestruazioni?”.
“si è vero,ma come fai a saperlo?”.
“ho sentito tua madre che ne parlava con Laura.” (Laura è sua moglie)
“ si mi sono venute qualche mese fa”.
“questo vuol dire che ora sei una ragazza”.
“già cosi dicono”.
“anche se a vederti vestita così, non si direbbe proprio, sembri più un maschietto”.
(vorrei vedere miss Italia, maglione, pantaloni e stivali, per non parlare del berretto di lana calcato sulla testa, quanto bella sarebbe).
Gli feci una linguaccia, poi ridemmo entrambi.
Passo qualche minuto.
“dimmi la verità, hai mai visto il cazzo di qualche ragazzo?”.
Restai un bel po’, senza rispondergli.
Non volevo dirgli di quelle volte che, assieme a delle amiche, avevamo spiato i ragazzi che se lo menavano.
O di quando mio cugino me lo fece vedere.
Eravamo al mare, non c’era nessuno, si era tolto lo slip, voleva fare il bagno nudo e voleva lo facessi anch’io, non accettai, lui allora si diverti a farmelo vedere, e a masturbarsi.
“no non l’ho mai visto, se non in fotografia”.
“ e non ti piacerebbe vederlo dal vivo?”.
“penso di si, un giorno o l‘altro lo vedrò”.
Silenzio per un altro po’.
“ ti piacerebbe vedere quello di un uomo?”.
Non sapevo cosa rispondere.
Avevo capito cosa intendeva.
Non sapevo cosa fare, in fin dei conti era mio zio.
Fu lui a prendere l’iniziativa.
“vieni andiamo nella cambusa, così se scende qualcuno lo sentiamo”.
Rimasi un po’ interdetta, giuro, non capivo cosa voleva.
Esitai parecchio, tanto che lui equivocò su questa mia esitazione.
“dai non aver paura non scenderà nessuno”.
Non avveniva mai, erano troppo impegnati, nessuno poteva assentarsi,nemmeno per fare la pipì.
Non capivo perché avrei dovuto aver paura.
Guai a voi se ridete,ero ancora una ragazzina ingenua.
Vedendomi timorosa mi prese per mano.
Fui, si fa per dire, costretta, a seguirlo.
Era una bugia, lo segui tranquillamente.
Entrammo dove teniamo le provviste.
Non prima di essermi tolta gli stivaloni.
Non chiuse la porta, l’accostò solamente.
“vuoi bene a zio Fabio?”.
“si che te ne voglio”.
“allora guarda”.
Si abbassò i pantaloni.
Le mutande erano tese.
Le abbassò.
Con un flop venne fuori un bel pene, teso, grosso, lungo, con molto pelo alla base, con i coglioni penzolanti.
La cosa incredibile fu che ne fui attratta, non provai schifo, come avrei dovuto (chissà perché?).
“guarda ti piace? dai vieni qui guardalo da vicino”.
Mi avvicinai.
Tenevo gli occhi fissi su quell’asta che svettava verso l’alto.
Gli ero vicina.
Zio lo impugno.
Cominciò a farlo andare su e giù.
“dai bambina mia, spogliati fammi vedere come sei fatta”.
“ma potrebbe venire qualcuno”.
Cavolo non credevo alle mie orecchie, nessuna obiezione da parte mia, nessuna ritrosia, solo una puerile preoccupazione.
“tranquilla, non scende nessuno fino alla fine della pesca, in ogni caso li sentiremo, dai togliti la maglietta”.
Lo feci.
“che belle tettine”.
Continuava a menare il cazzo.
“dai togliti i pantaloni”.
Lo feci, sotto portavo degli slip bianchi.
“che belle gambe”.
Mi sembrava di sentire la storia di Cappuccetto rosso.
Continuava a menare il cazzo, avevo l’impressione fosse diventato più grosso.
“dai bambina mia, togliti le mutandine”.
Aveva lo voce roca.
Le tolsi, ero completamente nuda davanti a lui.
“che bella fighetta, quanto pelo hai, bella, sei bella, vieni qui vicino, più vicino bambina mia, ecco si così, dai prendilo in mano”.
Impugnai quel grosso arnese, non c’è la facevo a stringerlo.
“brava cosi, si, fallo andare su e giù, così, continua, dai toccami i coglioni con l’altra manina”.
Feci quello che mi chiedeva.
Misi l’altra mano in mezzo alle sue gambe.
Impugnai quella pelosa, morbida, borsa.
Cominciai a accarezzarla, stringerla, facendo quello che mi diceva.
Sentii che al suo interno c’erano due palline grosse come delle olive.
“ti piace vero? guarda che bella cappella, un giorno qualcuno te la metterà dentro la fighetta, vedrai che bello, si continua, che brava, si fai felice lo zio”.
Aveva la voce sempre più roca, il respiro affannoso.
“continua, dai più veloce, si dai, dai, dai,brava la mia bambina, brava”.
Ebbe un sussulto, sentii il cazzo farsi ancor più rigido.
Una densa crema biancastra cominciò ad uscire dal buco della cappella.
Ne restai sorpresa. non ne avevo mai vista così tanta, anche perché i ragazzi la spruzzavano lontano.
“continua, amore, sono felice, si brava, ah! come godo”.
Continuai a menarlo finche dal buco non uscì più nulla, lo lasciai andare e mi accinsi a raccogliere le mutandine e rivestirmi.
“aspetta bambina mia, aspetta non rivestirti, fatti vedere”.
Mi sollevò prendendomi sotto le ascelle.
Mi adagiò, sulla pila di sacchi che contenevano le patate.
Cominciò ad accarezzarmi le tettine, a pizzicarmi i capezzoli appena accennati, dovete sapere che erano un po’ piccole, invidiavo da matti, zia, mamma e Cinzia, loro si avevano un bel seno.
“posso baciarle?”.
Mi venne da ridere a quella domanda,
“zio mi sembra che non ti serve il mio permesso”.
Si inginocchio.
Mi fece allargare le gambe.
“fammela vedere, bella proprio bella, chissà quanti ne farà felici, quando arriverà il tempo”.
Fece un lungo e profondo sospiro.
“che c’è zio,qualcosa non và?”
“no bambina,solo che vorrei avere un po’ di anni in meno”
“perché dici questo?”
“perché quando non sarai più vergine mi piacerebbe metterlo dentro in questa meravigliosa conchiglia”
Altra piccola risatina,un’altro che aspettava la perdita della mia verginità.
Si riprese,con due dita me la allargò.
“che bel clitoride. già pronunciato e crescerà ancora”.
Con un polpastrello inizio ad accarezzarlo.
Cominciai a sentire quello che avevo già provato con Carla, Cinzia e mamma.
Chiusi gli occhi e mi lasciai andare, appoggiandomi alla parete.
“si così brava, zio ora ti farà godere”.
Appoggiò la bocca sulla fighetta e cominciò a leccarla.
Lo fece con calma e tanta esperienza.
Lecco il contorno,per poi inserire la lingua nella fessura.
La percorse per tutta la sua lunghezza.
Trovò il buchetto, cercò di infilarla.
Con l’altra mano mi accarezzava il culetto,facendo scorrere un dito nel solco e facendolo andare su e giù.
Ogni volta che ci passava sopra si soffermava con delicatezza all’altezza del buchetto,faceva una piccola pressione come a voler entrare.
Fatto questo si allontanava e riprendeva il cammino.
La lingua aveva rinunciato a forzare il buco.
Si era avventata con tanto amore e passione sul clitoride.
Era troppo per me.
Ero in estasi.
Provai un lungo orgasmo.
Un orgasmo molto ma molto differente da quello che avevo provato con le donne di famiglia, Carla, Cinzia e mamma, ma ugualmente intenso e appagante.
“visto che bravo lo zio? ti ha fatto godere, sei contenta?”.
“si lo sono”.
Dissi queste parole con un filo di voce, non ci fossero state le sue mani a sostenermi, sarei finita seduta a terra.
Si rialzo, notai che il cazzo era ritornato duro.
“Lilly, ti prego toccamelo, fammi godere ancora una volta, era da tanto che non avevo due erezioni così, tutto merito tuo”.
Lo impugnai nuovamente.
Cominciai ad andare su e giù, senza me lo chiedesse, gli accarezzai i coglioni.
Questa volta si appoggiò alla parete della cambusa.
“fantastico, fantastico”.
Ci misi molto più tempo.
Finalmente un nuovo fiume usci dal buco.
Continuai, finche non lo sentii molle.
Mi abbracciò strettamente.
Data la mia altezza (grazie a tutto lo sport che facevo) eravamo quasi alti uguali.
Sentii il cazzo molle appoggiarsi all’altezza del pube, dolce sensazione.
Mi baciò sulla fronte.
“grazie bambina mia, grazie, non sai quanto mi hai fatto felice, ora però rivestiamoci“.
Lo facemmo velocemente.
“Lilly, sai che quello che ho fatto con te, non è una cosa bella, nel senso che gli altri non capirebbero e direbbero che sono un depravato?”.
“non ti preoccupare zio”.
“se lo sapesse qualcuno, specialmente i tuoi genitori finirei male”.
“mamma come minimo ti caverebbe gli occhi, papà ti terrebbe sott’acqua per almeno mezz’ora, giusto per sicurezza, nonno ti userebbe come esca e zia Carla metterebbe in galeera quello che resterebbe di te, per non parlare di tua moglie, beh! meglio non pensarci, stai tranquillo non lo saprà nessuno te lo prometto”.
“guarda che deve essere veramente nessuno,nemmeno la tua più cara amica o tua sorella, so che siete molto intime”.
“promesso zio, non lo saprà nessuno, sarà il nostro segreto”.
Mi diede un lunghissimo bacio.
Siete i primi miei amati lettori a cui racconto questa storia, a parte il mio diario elettronico.
“zio voglio farti un’altra promessa,quando perderò la verginità,farò all’amore con te come desideri tu”
“veramente amore?”
“si,però caro zio tu promettimi una cosa, rifaremo ancora quello che abbiamo fatto oggi, va bene?”.
Avreste dovuto vedere i suoi occhi.
Si dilatarono dalla sorpresa.
Erano passati dalla paura per quello che aveva fatto spinto dalla libidine,alla gioia di vedermi consenziente.
Non si mise a ballare dalla gioia, solo perché in quel momento suonò la campana di fine posto di lavoro.
Me ne andai, non prima di averli dato un bel bacione sulla guancia.
“grazie zio”.
Bene ora sapete dove ho visto per la prima volta il cazzo di una persona matura.
Zio “Giovanni” doveva ancora arrivare.
Ma non sapete cosa è accaduto negli anni a seguire.
Lo volete sapere?.
Non vi resta che seguirmi su questo sito e saprete tutto.
Baci ed abbracci a chi mi ha letto fino a questo punto.
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