incesto
La mia mamma 5º parte
di Liliana1980
23.12.2021 |
36.428 |
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"Lo capii dalla stretta alla mano, si accentuò..."
Eccomi a concludere la storia vissuta con mamma, nel villaggio naturista.Prima di proseguire, lasciatemi dire alcune cose.
Alcuni mi hanno detto che la storia l’ho fatta troppo lunga, e a volte monotona, probabilmente hanno ragione, ma non volevo volgarizzare una bellissima storia d’amore tra madre e figlio.
Già di per se è una cosa da trattare con molta delicatezza e amore, l’avessi condensata in una sola, anche se lunga, puntata, ne sarebbe uscita una storia, come c’è ne sono tante in questo sito.
Io desideravo farvi partecipi dell’amore del figlio per la mamma.
Se l’ho raccontata è perchè voglio che coloro che scrivono storie di incesto, rispettino chi si concede a loro, che sia la mamma, la sorella, la zia, la cugina o la nonna, non trattatele come fossero delle puttane o peggio, delle troie.
Hanno dei sentimenti, hanno un cuore e nel momento che vi si donano, lo fanno per amore e non per sentirsi depravate e insultate, o peggio ancora, umiliate nel sentirselo dire, da una persona del proprio sangue e della propria carne.
Perdonatemi di questo sfogo, ma ci tenevo a scriverlo, saltatelo se non lo condividete.
Vi chiedo anticipatamente scusa, se questa parte sarà abbastanza lunga, ma volevo terminare la storia, in molti me l’hanno chiesto.
Prima però lasciatemi rinnovarvi gli auguri di BUON NATALE e BUONE FESTE, lo so l’ho fatto la volta scorsa,ma non sapevo che non sarei riuscita a finire la storia.
Ora ritorniamo alla storia.
Ricordate stavamo per varcare la porta,in un momento particolare della relazione,tutto sarebbe cambiato.
Lo capii dalla stretta alla mano, si accentuò.
“mamma....”
“non dire nulla e amami, come un giorno amerai la tua donna”
“non amerò nessuna come stò amando te”
“sssshhhh!! non dire paroloni più grandi di te. mi basta sentirmi amata in questo momento”
Visto che eravamo fuori da occhi indiscreti, la presi in braccio e le feci varcare la soglia della villetta.
“guarda che non sono tua moglie”
“finchè siamo in questa casa, si”
“allora portami fino alla doccia, mio dolce sposo”.
La lasciai davanti alla porta del bagno.
“amore, ti piacerebbe sapere quanto ero brava ad insaponarti? sono passati parecchi anni, da quando ti facevo fare il bagnetto.
Mentre si dirigeva verso la doccia, lasciò cadere il prendisole in un modo che dire sensuale, è riduttivo.
Aprì la porta a vetri della doccia.
Non la rinchiuse.
Sarà stata la visione o il suo esplicito invito, che mi fecero avviare come un automa verso quella apertura vetrata.
“hai ancora i pantaloncini, cosa aspetti a toglierteli?
La abbracciai ed iniziai a baciarla infilando la lingua in quella meravigliosa cavità che era la sua bocca.
Mentre continuavo a baciarla iniziai a scendere con le mani per impadronirmi della sua calda fonte del piacere.
“no lascia fare a me”
Dio mio non me lo aspettavo, si inginocchiò e mi fece vedere, quanto brava era con il sesso orale, ancora oggi penso, che i suoi siano stati i più eccitanti pompini della mia vita.
Era meravigliosa, splendida, una dea e in più era mia madre.
Non avevo mai pensato, nemmeno nelle più spinte fantasie, che mi sarei trovato in quella posizione.
Si abbassò ancora un pò, tirò fuori la lingua e la passò languidamente lungo tutta l’asta, dai testicoli alla punta, per poi soffermarsi su quest’ultima, come stesse gustando un gelato.
Immagino che lo trovò gustosissimo, visto che decise di assaggiarlo meglio.
Lo fece sparire in bocca, lo succhiò, solleticandolo con la lingua.
Con una mano afferrò saldamente la base ed iniziò a masturbarlo, facendo lo stesso con la bocca nella parte superiore.
Non resistetti molto, venni copiosamente e il tutto finì nel piatto della doccia.
E mentre l'acqua continuava a bagnarci e a far sparire le tracce della colata, la feci alzare, desideravo contraccambiare, baciarle la conchiglia.
Ma lei me lo impedì.
“non è questo quello che desidero, vediamo quello che ti ha insegnato la cara cuginetta, quello che desideri fare, lo hai già fatto, ora voglio sentirmi donna, ma prima facciamo la doccia”
Riuscimmo a lavarci, senza altri intermezzi sessuali.
Mentre stavamo asciugandoci.
“amore la serata è appena iniziata non vorrai dirmi che sei già stanco? mi sembri un pò moscio la sotto, coraggio ti aspetto in camera”
Non risposi, mai mi sarei aspettato che mamma mi parlasse in quel modo.
Questo bastò affinché il pene, tornasse nuovamente in erezione.
Glielo feci notare.
“guarda, mi sembra una bella risposta da parte sua”.
“vedremo se sarà all’altezza del compito che lo aspetta”.
Andò in camera.
Quando entrai era già distesa sul letto.
Mi sdraiai accanto a lei ed iniziai a baciarla in bocca.
Non so come spiegarmi, ma il bacio aveva un’altra intensità, c’era passione, come se ogni senso di colpa fosse definitivamente sparito.
Con il bacino mi invitava a toccarla, desiderando la mia intrusione.
Ero riuscito a farla partecipe e questo mi riempiva di orgoglio.
Potevo continuare con calma, farle sentire quanto la desideravo.
La sua passera era a mia disposizione, ne potevo sentire il profumo.
Le allargai le gambe e mi tuffai in mezzo ad esse, leccando con fervore e gioia la conchiglia.
Quando sentì la lingua sulla passera, strinse leggermente le cosce, per poi allargarle ancor di più, appoggiando le mani sulla mia testa a sollecitare quanto già facevo.
Mi domandai mentalmente da chissà quanto tempo non provava quelle sensazioni, ma poi mi ricordai di sua cugina, dovevo impegnarmi, se non volevo fare una magra figura, ma, a differenza di lei, avevo un’arma in più, il guerriero.
Posai il glande sull’apertura delle labbra vaginali, in quel momento mi resi conto della gravità del momento.
Fino a quel momento erano stati solo giochi sessuali.
Stavo per penetrare la donna che mi aveva partorito.
“posso mamma”
Una domanda fuori dal mondo,
Non rispose a parole, lo fece con un semplice gesto.
Alzo le gambe, allacciandole dietro alla schiena e allo stesso tempo, mi diede una forte spinta, per incitarmi a quella penetrazione incestuosa.
“ora amore, basta domande, basta dubbi, hai detto di essere il mio sposo, fai il tuo dovere”
Mentre lentamente entravo in lei, scivolai verso l’alto, strisciando sul corpo, portandomi con il viso sul suo e rimettendole la lingua bagnata dei suoi umori nella bocca.
“cosi, bravo, continua così, fammi gioire”
Non potè continuare, ero avanzato fino a sbattere i testicoli sul sedere,
La lingua in bocca e contemporaneamente il membro dentro lei.
Rimasi fermo per farle sentire la dura presenza.
Poi cominciai l’antica danza.
“sei bellissima”
Mentre lo dicevo feci entrare il pene ancora più in fondo, se mai era possibile.
Mi dedicai a lei e alla sua passera.
Misi le mani sotto il sedere per farle sentire maggiormente la penetrazione.
Tenni un ritmo intenso, ma continuo.
Volevo farla impazzire di piacere.
Doveva essere per sempre mia.
Con gemiti e incitamenti, mi spronava a insistere su quella strada.
“si, si, mettilo dentro tutto”.
La guardavo, mentre leggermente scivolavo avanti e indietro nella vagina calda ed invitante.
Iniziai a muovermi più velocemente, l’orgasmo non era lontano.
“vengo amore, vengo”
Non dissi altro, non mi preoccupai nemmeno sapere se era protetta, tirai le sue chiappe fortemente verso l’inguine e mi scaricai in lei.
Un fiume di sperma uscì dal meato.
E mentre godevo urlai tutto il piacere.
Le riempii il ventre, venni urlando e artigliandole le natiche.
Venni mentre succhiavo la sua lingua.
Fu fantastico.
Eravamo un corpo unico.
Riempii la passera con tutto il seme che potei eruttare.
Furono migliaia gli spermatozoi che entrarono nella sua femminilità.
Mi sdraiai silenziosamente al suo fianco.
La tenni stretta a me.
Le parlai con dolcezza dandole leggeri baci.
“grazie mamma, grazie per quello che mi hai dato, sei stata dolcissima e generosa”
“bambino mio, non ti ho regalato nulla, l’ho voluto io, lo abbiamo voluto assieme”.
“ne sono felice, passeremo tanti bei momenti insieme”
La sentii tremare, si strinse maggiormente a me, probabilmente quelle parole le avevano fatto venire brividi di paura, per quello che promettevano.
Solo ora mi rendevo conto di aver fatto sesso senza nessuna precauzione.
“mio Dio, sono venuto dentro, non ho messo il preservativo”
Si alzò su di un gomito e mi diede un bacio.
La vidi rilassata, tranquilla, come se l’argomento non fosse realmente grave.
“non ti preoccupare, sono protetta, prendo la pillola per regolare il ciclo, me l’ha prescritto la ginecologa”
“allora dovremo ringraziarla, visto che siamo stati incoscienti”
“credi che ti avrei lasciato venirmi dentro, se non lo fossi stata?”
“immagino di no”
Che discorso grottesco stavamo facendo, sembravano una coppia di amanti, ma ambedue sentivano la gravità dell’accaduto e del momento.
Guardò verso il basso,
“sei ancora duro”
Guardai l’inquilino del piano di sotto, era nuovamente sull’attenti.
“sei così bella ed eccitante, non puoi immaginare quante volte l’ho sognato e quante volte mi sono masturbato per te”
Senza dir nulla, si alzò, montandomi a cavallo
Con un lungo gemito si lasciò cadere sul sesso, il canale lubrificato dallo sperma, agevolò l’entrata del guerriero.
Restò per lunghi istanti con la spada completamente infilata nella guaina.
“mi hai fatto impazzire e stò per impazzire nuovamente”
Riuscì a dire quelle parole con il fiato spezzato.
Si muoveva leggera sulla pancia, cavalcandomi come fossi un puledro, probabilmente, ai suoi occhi, lo ero.
Un altro orgasmo stava per arrivare
Mi accorsi di quello che stava succedendo, dalle contrazioni vaginali per il piacere che stava investendola,
Massaggiai il seno, con tutta la passione possibile, avrei voluto succhiare quegli invitanti capezzoli, ma erano troppo lontani dalle labbra.
“mi fai godere, mi stai facendo nuovamente godere”
Continuava a ripetere quelle parole, mentre sinuosa si muoveva sul pisello.
“avanti bambino. vieni”
Venimmo entrambi urlando parole senza senso, fino ad accasciarsi stremati sul letto.
Restammo abbracciati per non so quanto tempo.
“oggi siamo caduti nella follia, in un pozzo di perversione”
“mamma non c’è stata follia ne perversione, ma solo due persone che si sono amate e donati l’uno all’altra, non dobbiamo vergognarci di quello che abbiamo fatto”
“ma come faremo a dimenticare tutto questo?”
“non lo dimenticheremo, sarà il nostro segreto”
“e fra di noi cosa succederà?”
“continueremo a farlo, tutte le volte che sarà possibile”
“è una promessa o una minaccia..”
Grande mamma, con una battuta aveva sciolto la tensione che si era creata per quello che avevamo fatto.
“non so tu, mio sposo, io mi sento sudata, appiccicosa e parecchio affamata, che ne dici di una bella doccia e poi andiamo a vedere se c’è ancora qualcosa da mangiare”
L’abbracciai e ci dirigemmo verso il bagno con la consapevolezza che le nostre vite sarebbero radicalmente cambiate, in meglio o peggio?
Chi lo sà.
Vi ringrazio per avermi letto e per i complimenti che avete lasciato, leggendo le parti precedenti.
Spero che anche questa ultima puntata sia stata di vostro gradimento.
Un forte abbraccio e un bacione, per ringraziarvi e ancora Buone Feste, ovunque voi siate.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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