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Gay & Bisex

Prima esperienza di Alvin 5º parte


di Liliana1980
07.02.2022    |    6.339    |    4 9.1
"Vado su e giù, bocca e mano sincronizzate..."
Eccomi a finire la storia,finalmente diranno parecchi di voi,forse avete ragione.
Perciò riprendo il racconto della dell’iniziazione di Alvin al sesso.
Vi ricordate dove eravamo rimasti?
“ora tocca a te”.

Risi di gusto a quella battuta.
“mi hai distrutto zio”.
“per un semplice pompino? come farai quando dovrai accontentare qualche focosa ragazza?”.
“per il momento il problema non si pone,non c’e nessuna che mi piace”.
“la troverai,la troverai, quando meno te lo aspetti”.
Ringrazi silenziosamente zio di quella chiacchierata, in questo modo potei riprendermi, credo lo avesse fatto apposta.
Mi aiuto ad alzarmi.
Prese il mio posto sul divano e si mise nella stessa posizione che avevo io inizialmente.
Mi inginocchiai.
Ero emozionato e nello stesso tempo preoccupato di fare le cose bene.
Faccio più o meno quello che aveva fatto almeno all’inizio.
Alla fine mi bagno le labbra e le appoggio chiuse sulla punta del pene, guardandolo fisso negli occhi, per vedere le sue reazioni.
Spingo su di lui la mia testa e lascio che sia il pene a dischiudermi le labbra.
Lo faccio entrare per un po', mi tiro indietro trattenendolo con le labbra e accarezzandolo con la lingua.
Ho deciso di giocare in un modo differente.
Per la seconda volta entrerà dentro un po' di più.
La terza ancora di più, fino a riempirmi la bocca inesperta.
Parecchia saliva mi esce dai bordi della bocca.
Impugno l’asta con una mano e seguo il movimento della testa.
Schiaccio lievemente col pollice la base dell'asta quando sto tornando sù.
Continuo il movimento con la mano, anche quando mi stacco da lui per stimolargli il glande con la lingua.
Mi piace che lui non riesca a staccare gli occhi da me, ne vado fiero.
Imbocco nuovamente quella violacea cappella.
Cerco di creare con le labbra una chiusura perfettamente ermetica intorno alla pulsante verga.
Non mi è possibile farlo e poi chissà perché volevo farlo? probabilmente frutto di qualche lettura.
Decido di rendere più morbide le labbra,la bocca non più serrata come una morsa, la voglio far diventare come un nido caldo ed avvolgente in cui la lingua culla il glande.
Succhio avidamente la cappella.
Vado su e giù, bocca e mano sincronizzate.
A questo punto alzo lo sguardo per vedere la faccia dello zio.
Per poco non soffoco dalla voglia di esultare.
Sembra in preda a visioni oniriche, il suo sguardo è un misto di estasi ed stupore.
Mi impegno ancor di più.
Poi una decisa tirata ai capelli mi fa abbandonare il lauto pasto,il membro esce violentemente dalla bocca, giusto in tempo per ricevere parecchi spruzzi di sperma sul petto.
Tenni quel pezzo di carne pulsante nella mano finché non finirono gli spasmi.
Ero talmente preso dal pompino che non mi ero accorto che stava per avere l’orgasmo.
“non sei ancora pronto per ingoiare lo sperma,potrebbe farti schifo e non lo faresti mai più”.
Mai parole furono così profetiche,ho provato l’ingoio,ma non c’è l’ho fatta, mi venivano conati di vomito e vi assicuro che ho provato diverse volte.
Ma ora ritorniamo al pene.
Lo appoggiai delicatamente sulla pancia, il meritato riposo del guerriero, sconfitto, questa volta avevo vinto io.
"tirati su meraviglioso nipote,hai ottenuto il diploma di pompinaro"..
Mentre lo diceva mi passò una mano fra i capelli.
Mi sistemai vicino a lui sdraiandomi al suo fianco.
Prima che potessi aprir bocca, si voltò verso di me ed iniziò a baciarmi mettendomi la lingua in bocca, finalmente ci era riuscito, l’aveva fatto,aveva violato l’ultima feritoia del mio corpo.
Rimasi sorpreso dalla dolcezza di quella lingua calda e appassionata.
Mi baciava e accarezzava con infinita tenerezza,voleva comunicarmi,tutta la sua gratitudine per come ero riuscito a farlo godere poco prima,cercai di contraccambiare nel miglior modo possibile,pur nella mia inesperienza.
Si separò dalla bocca e si voltò mettendosi supino sul letto.
"madre mia, come ho goduto,sei proprio bravo a leccare e succhiare, tua zia ne sarebbe invidiosa".
“non ci credo,come minimo ti avrebbe cavato gli occhi”.
“mi sa che hai ragione”.
Lo guardai compiaciuto e un pochino incredulo.
"sono contento di averti fatto godere,confesso che è piaciuto anche a me".
“dai andiamo a lavarci,altrimenti ci mettiamo a fare i sentimentali”.
Scendemmo dal letto ed abbracciati entrammo sotto la doccia.
Ritornammo a letto.
Penserete ora finalmente dormiranno.
È qui vi sbagliate.
Perchè non dormimmo?
Non ricordate il fatto accaduto in cucina,quando ho puntato il cetriolino sul buco di zio?
Vi ricordate la sua risposta?
“c’è tempo ragazzo mio, abbiamo tutta la notte avanti a noi”.
Ricordai allo zio la promessa fattami in cucina.
“ho voglia di provare a mettertelo dentro”.
Ero sbalordito dal mio linguaggio, non mi riconoscevo, prima di allora non avrei mai fatto una proposta del genere,ma in quella casa mi sembrava di essere in un altro mondo,in un’altra dimensione,nell’aria solo sesso.
Lui era già disteso sul letto.
Si alzò.
“dai sdraiati”.
"cosa vuoi fare?".
Mentre glielo chiedevo mi menavo l'uccello.
“fai come ti ho chiesto, sdraiati al posto mio e non menartelo”.
Mentre mi sdraiavo ripetei la domanda appena fatta.
"cosa vuoi fare?"
"voglio leccarti i capezzoli e il pene".
Mi passò la lingua su e giù sui testicoli.
Prese a succhiarlo con gusto.
Sentivo che se avesse continuato sarei venuto troppo presto.
"aspetta,mi fai venire".
Non servirono altre parole, impugnò il sacchettino e lo strinse con decisione.
Quel leggero dolore interruppe la salita del magma che già aveva invaso il canale seminale.
“lascia fare a me”.
Si mise a cavalcioni dell’addome, prese a baciarmi in bocca,meta oramai conquistata..
Ero pronto, eccitato fino allo svenimento.
Senza pensarci un minuto lo afferrai per i fianchi.
“zio siediti sopra di me”.
“lascia fare a me, non essere impaziente”.
Con un gesto si puntò la cappella all'ano cominciando lentamente a scendere.
Non credevo ai miei occhi, ma soprattutto non credevo alla sensazione che stavo vivendo, il suo ingresso cedeva quasi senza sforzo, in breve l'intera cappella fu inghiottita.
Feci un debole movimento verso l'alto per dargli una mano,
Io andavo per intuito, lui con esperienza.
Stavo perforando un buco caldo e invitante.
Aveva raggiunto un ritmo lentissimo come se volesse assaporare ogni movimento.
"senti male? "
Fu la mia ingenua domanda.
Non disse nulla, mi fece segno di no e continuò nel suo alzarsi-abbassarsi,mentre le mie palle pulsavano come non mai.
Con le mani accarezzavo il suo petto, soffermandomi in modo particolare sui capezzoli, avevo scoperto che gli piaceva molto.
Quel su e giù andò avanti per un bel po’.
Zio sapeva quando era il momento di fermarsi, di rallentare.
Che dolce tortura.
Ad un tratto non sentii più nulla.
Ero letteralmente esploso dentro di lui.
Fu uno degli orgasmi più lungi della mia vita, beh!, una vita molto breve, ma in quel momento era quello che provavo.
Mi sentivo felicissimo.
Rimanemmo nudi per qualche minuto l'uno a fianco dell'altro.
Occhi negli occhi.
La sua mano mi accarezzava il viso.
La mia accarezzava il suo.
Non c’è ne accorgemmo nemmeno, ci addormentammo.
Furono i rumori proveniente dalla cucina a svegliarmi.
Fui il profumo di pane tostato,la colazione era bella e pronta.
“andiamo al mare?”.
“certo che altro vuoi fare? ieri abbiamo fatto gli straordinari”.
“mi sembrava avessi parlato di un certo allenamento”.
“no, meglio andare a nuotare e a prendere il sole”.
“va bene ti precedo”.
Indossai il costume e mi fiondai nel mare.
Mare e sole, sole e mare, così trascorse la mattinata fino all’ora di pranzo.
“ti andrebbe un bel piatto di spaghetti?”.
“si”.
“va bene vado a mettere l’acqua sul fuoco, fatti un’altra nuotata e poi vieni”.
Lo guardai allontanarsi e mi tuffai in acqua.
Rientrai dopo circa 20 minuti.
Aveva già preparato la tavola e stava impiattando il pranzo.
Mangiai di gusto quell’abbondante piatto di pasta
Poi, colpa della notte quasi insonne e della digestione.
“vado a sdraiarmi un paio d’ore, ho un po’ di sonno”.
“vai, vai, metto a posto e forse ti raggiungo pure io”.
Mi svegliai con la sensazione che qualcuno mi stesse osservando.
Aprii gli occhi,davanti a me nessuno,solo la parete bianca.
Ma l’impressione di essere osservato non era scomparsa.
Ero girato su di un fianco, girai leggermente la testa per guardare dall’altra parte, a fianco del letto c’era lo zio.
In piedi stava fissando il culo completamente scoperto.
Il guerriero fortemente eretto, la cappella violacea,le vene gonfie di sangue.
“da quanto sei qui?”.
“abbastanza”.
“dammi un’attimo che mi alzo”.
“non farlo, ti prego non farlo, lasciati guardare sei bellissimo”.
A dir la verità credo si riferisse ad un’altra parte anatomica, altro non vedeva.
Si avvicinò al letto.
“ragazzo perdonami ma non c’è la faccio, non posso aspettare la prossima settimana, ho troppa voglia”.
“cosa significa non puoi aspettare?”.
“amore mio, voglio mettertelo dentro,voglio la tua verginità”.
“pensi sia pronto?”
“lo sei,lo sei,oppure te lo aprirò,ti voglio”.
Non riuscii a rispondere.
Prese le gambe e mi girò sul letto tirandomi a se.
Ora avevo il culo sull’orlo.
Le gambe divaricate, a cavallo delle sue braccia.
“solleva le gambe”.
Le sollevai prendendole sotto le ginocchia e portandole all'altezza delle spalle.
Si inginocchiò, iniziando a leccarmi il perineo.
"ora ti lecco bene il buchetto così ti faccio rilassare".
L’azione segui le parole.
"Mmmmh, siii, dai, leccamelo così che mi fa impazzire, forza, dacci dentro con la lingua".
Non credevo alle mie orecchie, io che lo incitavo a darci dentro.
Prese a leccarmelo con una foga ancora più grande.
Mi spalancò bene le chiappe ed iniziò a lavorare bene il buco con la lingua.
Al contatto l’ano sembrava allargarsi sempre di più.
“vuoi farti fottere amore mio?".
“si,tutto quello che vuoi,desidero tu sia felice,ne ho voglia,ma ti prego fai piano”.
"non resisto più,ho le palle che mi scoppiano, devo scaricarle dentro di te”..
“fallo zio, fallo,fammi diventare uomo,fammi tuo”..
Sentii il dito medio infilarsi su per l’ano,emisi un gemito di piacere,sentivo il muscolo contrarsi e cedere contemporaneamente.
“te lo allargo un po’ e lo riempio di saliva”.
" zio, non resisto più,lo sai che ti desidero, ho voglia di fare sesso con te."
Mi piaceva immensamente quello che stava succedendo.
"ora sei pronto ragazzo mio!".
Dicendolo si alzò in piedi e puntò la verga.
Lentamente appoggio la cappella sul buchetto.
Diede una leggera spinta, come a presentarsi.
La cappella si assestò.
Molto lentamente cominciò a spingere allargando il buco sempre di più, finchè tutta la cappella non fu dentro.
Ma quando tentò di proseguire, non resistetti più (mi faceva male, ma non lo volevo dire per non deluderlo) cercai di sfilarmi.
Ma lui entrò nuovamente dentro di me.
" forza amore, apriti, ci siamo quasi".
Stringendo i denti ne accolsi una buona metà.
Sentivo la pelle che pareva si stesse strappando.
"piano zio fai piano ti prego" .
Si fermò sorridendomi e non andò oltre.
Restò ancora un po' ad esplorarmi,senza avanzare di un centimetro.
Il dolore si era attenuato,ma la voglia no.
Gli misi le gambe dietro la schiena avvolgendolo in una morsa..
Le tirai verso di me costringendolo a penetrarmi.
Lui stesso diede una forte spinta.
Sbarrai gli occhi, un urlo soffocato.
Sentivo l’obelisco che mi penetrava.
Finalmente la resistenza si attenuò e tutta la lunghezza di quella dura carne si fece spazio dentro di me.
La cappella di sembrava sbattermi sulla bocca dello stomaco.
Le natiche erano accarezzate dalle palle gonfie.
Il pene cominciò a pulsare paurosamente dentro di me.
Lo sentii svuotarsi a spruzzi caldissimi,un fiume di lava riempiva l’intestino.
Ancora una volta devo interrompermi, non ricordo il seguito, avevo perso conoscenza o almeno credevo.
Ritornai in me mentre stava sfilando una buona metà dell’asta.
Per poi riscivolare dentro con un colpo secco.
La banana era piena di umori, faceva uno schiocco tra le natiche.
Ad ogni ondata di sperma, sembrava indurirsi ancora, e ancora, e ancora.
Zio era infoiato al massimo, aveva perso ogni freno inibitore.
Ora ero io ad urlare in preda ad un fremito che mi faceva scattare in avanti.
Volevo prendere ancora quel grosso cetriolo dentro di me.
"ancora, ancora, ancora, spingi, spingi".
La mano dello zio mi afferrò il pisello con una presa allucinata.
Cominciò a menarmelo velocemente.
“non fermarti zio, non fermarti”.
E lui non si fermò.
Si sfilò ancora una volta.
Affondò di nuovo.
Si sfilò.
Affondò.
Lo fece e rifece fino a quando le sue palle non ebbero strizzato anche la più infinitesimale goccia di sperma.
Nel frattempo continuava a menarmelo in modo parossistico.
Venni,venni con schizzi di una potenza inaudita.
Travolto da quel piacere supremo non mi accorsi neppure che lui aveva smesso di spingere.
“ti ho fatto godere da matti, vero? nemmeno tua zia godeva come te".
Si sfilò, con un flop.
Mi fece sdraiare supino e mi baciò in bocca con infinita tenerezza e amore.
Poi iniziò a baciarmi e mordicchiarmi il collo.
Ero stanco, felice, quasi allo spasimo.
“grazie zio, ti voglio tanto bene”.
Non potei dire altro, la bocca fu riempita dalla sua lingua e vi rimase per un bel po’.
Ritornai a casa colmo di felicità, non solo per quello che era accaduto in quei due giorni, ma per quello che sarebbe avvenuto in seguito,perché un seguito ci sarebbe stato.
Il fine settimana seguente lo facemmo in tenda, ma non fu come il precedente,per quanto sicuri fossimo,eravamo sempre tesi, sempre paurosi che qualcuno si presentasse improvvisamente davanti a noi,in parole povere non riuscivamo a rilassarci, nemmeno al riparo della tenda ci sentivamo tranquilli, la paura che qualcuno ci potesse ascoltare era più forte della libidine..
Questo non significa che non facemmo nulla, anzi, però non fu appagante come la volta prima.
Al riparo dell’erba alta ci facemmo un pompino reciproco e mi piacque tantissimo, dare e ricevere piacere, era il massimo.
Prono sull’erba lo ricevetti nel culetto per la seconda e poi una terza.
Con zio appoggiato ad un albero glielo misi dentro.
Immagino che starete pensando che ci abbiamo dato dentro.
Si lo abbiamo fatto, ma non eravano completamente concentrati sul sesso, una parte di noi era sempre vigile sul guardarci attorno,questo a discapito di una completa disponibilità..
Decidemmo di cancellare i fine settimana in tenda preferendo andare sempre nella casa al mare.
Inutile vi racconti cosa accade nei seguenti incontri, sarebbe un ripetermi,anche se non avremmo mai raggiunto l’apice dell’estasi di quel primo fine settimana.
Purtroppo tutto questo ebbe fine.
Zio decise di partire per l’Australia era il suo sogno,ora poteva realizzarlo grazie ad un’amico che gli chiedeva di raggiungerlo per aprire una salone di parrucchiere.
Ciao amici, qui finisce una parte della mia pubertà.

Un grazie a chi mi ha letto ed apprezzato e un grazie anche a chi mi ha giustamente criticato,purtroppo non sono una scrittrice e non desidero esserlo,scrivo per un piacere personale e con presunzione ho deciso di condividerlo con voi.
Scusatemi se qualcuno si è sentito offeso.
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Votazione dei Lettori: 9.1
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