Gay & Bisex
Il venditore di giornali 3º parte
di Liliana1980
20.01.2023 |
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"Quella fú la prima volta che accarezzavo il corpo di una persona, completamente nuda..."
Andiamo avanti con la storia avuta con Giuseppe, il giornalaio.Non posso dire che le tre settimane furono molto lente a passare,anzi,passarono in un baleno,trascorrere quei giorni con papá furono fantastici,purtroppo il tempo scorre ed arrivo il giorno della sua partenza, ci furono parecchie lacrime e non solo da parte mia, al controllo di polizia,tutti guardavano quei quattro strettamenti abbracciati che piangevano come fontane, sarebbe passato piú di un’anno prima di rivederlo.
In macchina durante il ritorno,non ci furono molte parole.
Arrivati a casa,salii subito in camera senza nemmeno cenare.
Non mi era di conforto nemmeno il fatto che il giorno seguente,essendo sabato,avrei rivisto Giuseppe,al ricordo il pene ebbe un sussulto,lo calmai immediatamente con una sberla,non avevo nemmeno voglia di masturbarmi,ero troppo triste.
Come si dice, il mattino porta via tutti i brutti pensieri.
Decisi che avrei mantenuto la promessa, sarei andato a trovarlo.
Che scusa trovare con i nonni,ancora non lo sapevo,ma qualcosa mi sarebbe venuto in mente.
Sicuramente non la scusa di andarmene due giorni in montagna,c’ero appena stato con papá.
Fu il nonno a darmi la soluzione,mentre eravamo a pranzo.
“Alvin se non sbaglio c’é la partita questa sera”
“si il Vicenza gioca in casa e lo hanno posticipato a questa sera”
“immagino avrai intenzione di andarla a vedere”
“si, se mi date il permesso,anche perché dovró dormire fuori”
“non credo sia un problema,Lorenzo sará felice di ospitarti,immagino verrá anche lui alla partita”
“appena finito di mangiare gli telefono e cosí ci mettiamo d’accordo”
Ora peró avevo il problema di spiegare il tutto a Lorenzo.
Si vede che era un giorno fortunato perché in quel momento squilló il telefono.
“Alvin c’é il tuo amico Lorenzo che vuole parlarti”
“che telepatia stavo per chiamarlo,vado in camera a prendere la chiamata”
Perchè avevo scelto Lorenzo? perchè era l’unico della compagnia, che non poteva muoversi per via di una storta procurata nella partita di calcetto della sera prima e poi,fatto importante,ero sicuro che i nonni non avevano il suo numero,come dire.ero in una botte di ferro.
Alzai la cornetta.
“ciao come stai?”
“non bene il piede mi fa un male cane,dicono che probabilmente non è una storta,vogliono fami una lastra”
“mi dispiace,appena posso vengo a trovarti”
“grazie a proposito mi dispiace per oggi non potrò venire alla partita”
“tranquillo non potevo nemmeno io,peró devo chiederti un favore”
“spara lo sai che per te farei qualsiasi cosa”
“ho detto ai nonni che mi sarei fermato da te questa notte dopo la partita,non sanno nulla del tuo incidente”
“ehi! cosa stai combinado?”
“credimi nulla di male,lunedì ti racconterò ogni cosa”
“va bene d’accordo,spero non stia facendo qualche cazzata”
“no nessuna cazzata,se andrà tutto bene,ne sarai felice anche tu”
“ora si che mi hai incuriosito,non vedo l’ora di sapere cosa hai combinato”
“lo saprai,mi raccomando non ti venga in mente di cercarmi, telefonando a casa,altrimenti i nonni capirebbero che non sono con te”
“dai non sono così stupido”
“ciao Lorenzo e grazie sei un vero amico”
“ciao mi raccomando,non farmene pentire”
“non te ne pentirai,ci vediamo lunedí,intanto ti invio il nostro bacio”
“grazie,contraccambio, ti voglio bene, ciao”
Ritornai in cucina.
“tutto a posto,dormo da Lorenzo e domani andremo a fare un giro in cittá,ritorneró con il bus serale”
La nonna come al solito
“mi raccomando non fate i matti allo stadio”
“nonna andiamo a vedere il Vicenza,non l’Inter (sia io che Lorenzo siamo tifosi),cosa vuoi che succeda siamo quattro gatti a vedere la partita”
Andai in camera a preparare lo zainetto con il necessario per il bagno e il ricambio della maglietta e le mutande i jeans potevano durare due giorni.
“ciao nonni vado altrimenti perdo il bus”
“se vuoi ti accompagno”
“ma no dai,prendo per il campo di grano e arrivo in un attimo”
Salii sul bus e cominciai a pensare e a parlare con me stesso.
“stó facendo la cosa giusta?”
“sarei stato in balia di uno sconosciuto”
“non lo avevo avvisato e se non poteva ospitarmi,dove sarei andato a dormire?”
“volevo fare quello che sarebbe avvenuto?”
“Alvin basta pensieri oramai hai deciso vai fino in fondo”
In quel momento il bus si fermó, era la mia fermata.
Dieci minuti dopo ero davanti al chiosco.
Non c’era nessuno nei paraggi,mi fece entrare.
“allora?”
“mi posso fermare fino a domani sera”
“che scusa hai trovato per i nonni?”
“che vado a vedere la partita e poi mi sarei fermato dal mio amico a dormire”
“ti hanno creduto?”
“certo, non è la prima volta che lo faccio”
“e il tuo amico”
“sistemato il tutto anche con lui,a patto che gli racconti tutto”
“fantastico”.
Nel vederlo così allegro e felice ,tutti i brutti pensieri che avevo avuto svanirono,ma a convincermi del tutto furono le parole che disse in seguito.
“ascolta ragazzo,non aver paura non sono un mostro che mangia i ragazzini,ti prometto,anzi, te lo giuro,non farò nulla se tu non lo vorrai,se non vuoi non ti toccherò nemmeno”
Mi venne da ridere.
“perchè ridi,non mi credi”
“per crederti ti credo,ma dopo quello che abbiamo fatto quì dentro,col pericolo che avrebbero potuto vederci o sentirci,mi sembra impossibile che al sicuro di casa tua,tu non mi tocchi”
“forse hai ragione,ma ti giuro, se non vorrai, non faremo nulla,mi basta la tua compagnia,credimi non voglio ingannarti”
Non furono le sue promesse a farmi coraggio,fu il fatto che volevo anch’io vivere quell’esperienza,sperando sia bella come il prologo.
“non ho mai raccontato così tante bugie in vita mia”
“lo hai fatto a fin di bene”
“per il tuo fin di bene,per il mio, vedremo alla fine”
“a proposito hai detto che racconterai tutto al tuo amico è vero?”
“ah! credevo non avessi capito ,si gli racconteró tutto quello che abbiamo fatto e che faremo”
“ma ti fidi di lui?”
“come fosse mio fratello e poi non preoccuparti di te non dirò nulla,cioè dirò che era una persona sconosciuta incontrata per caso,che poi è anche vero,non dirò nulla dell’edicola.anche se Lorenzo potrebbe piacerti parecchio”
“in che senso?”
“diciamo che,se glielo permettessi,farebbe quello che hai fatto tu”
“gli piacciono quelli del suo stesso sesso?”
“si un giorno me l’ha detto,dicendo pure che io gli piacevo parecchio”
“ehh!!”
“eh! niente,gli ho fatto capire che gli volevo bene come amico e finchè ci masturbavamo l’uno con l’altro,andava bene, ma che mi piacevano le ragazze e non i ragazzi,almeno fino a qualche settima fá,anche se rimango dell’idea che le ragazze continuano a piacermi”
“significa che sei bisex”
“é una brutta cosa?”
“no, è bellissima significa che puoi godere il sesso sotto ogni forma”
“se lo dici tu,per il momento ho solo provato il sesso gay”
“ma dimmi al tuo amico andava bene così?”
“certo l’amicizia è molto più imporante che altre cose e poi spera sempre che cambi idea”
Ci mettemmo a ridere,pensando alla faccia che avrebbe fatto lunedì alla fine del racconto.
“non puoi immaginare quanto sia felice,vedrai che bella sorpresa ti ho preparato per il pranzo di domani”
“che sorpresa?”
“se te lo dico,non è più una sorpresa,ma ti assicuro ti farà felice”
Venne l’ora di chiudere e questa volta lo aiutai,almeno l’interno.
Sistemò il tutto e poi scrisse un biglietto dicendomi che era per la cugina,l’apertura domenicale la faceva sempre lei così si guadagnava un pò di soldi,visto che stava studiando e non aveva un lavoro.
“bene tutto a posto,guarda che non ci sia nessuno, vai sotto i portici,aspettami lì”
Fuori non c’era un cane,feci il giro del chiosco e tenendomi ai bordi della piazzetta raggiunsi i portici.
Mi misi al riparo di una zona d’ombra,mi chiesi perchè di tutte quelle precauzioni e della paura.
Passarono alcuni minuti, lo vidi attraversare la piazza e quando raggiunse il portico,mi feci avanti.
Mise un braccio sopra la mia spalla e come due buoni amici ci incamminammo verso casa sua.
“dobbiamo fare un pò di strada abito quasi in centro”
Non avevamo fatto nemmeno 100 metri che visto un androne completamente al buio,mi spinse dentro ed appoggiadomi al muro,cominció a baciarmi con una mano sulla nuca e l’altra che accarezzava il fondo schiena,per non parlare dello struscio che facevano le patte.
Il tutto durò qualche minuto,poi ripredemmo a camminare.
“alla faccia della promessa che non avresti fatto nulla che non mi fosse piaciuto”
“perchè..non ti è piaciuto?”
“non ho detto quello e che, potrebbero vederci...”
“tranquillo,a quest’ora la gente sta cenando o guarda la televisione e poi questi portici non sono molto frequentati,almeno fino alle 9”
“se sei tranquillo tu,lo sono pure io”
“ma io desidero sapere un’altra cosa,ti è piaciuto quello che abbiamo fatto?”
“forse vuoi dire quello che hai fatto,,cmq. si,mi è piaciuto,te l’ho giá detto..”
Non mi fece finire la frase che mi spinse dentro un’altro portone”
Questa volta la mano che prima mi accarezzava la nuca, ora palpava sfacciatamente l’inguine.
“come pensavo,sei ultra eccitato.. da come é duro,muori dalla voglia di continuare”
“non posso dire di no, sarei un bugiardo”
“allora posso continuare”
A quel punto mi feci coraggio e allungai una mano sul suo inguine.
“non mi sembra tu sia da meno”
La cosa si ripetè al riparo di un’altro portone.
“ehi! se andiamo avanti così a casa tua ci arriviamo domani mattina”
“hai ragione,basta fermate”
Caminammo ancora un pò,ci fermiamo davanti ad un portone,prende la chiave e con molto cura lo apre cercando di fare meno rumore possibile.
Probabilmente i miei occhi fecero la domanda.
Avvicino la bocca al mio oirecchio-
“non voglio che mia madre mi senta”
Me approfittò per baciarmi dolcemente le labbra
Chiuse il portone molto silenziosamente.
Non accese la luce delle scale.
“seguimi”
“ma é buio pesto”
“hai ragione,aspetta”
Mi spinse leggermente contro il portone e sempre sussurrandomi.
“ora te lo tiro fuori”
Aprì la cerniera e fece uscirei il guerriero sempre sull’attenti per le cure subite durante il tragitto.
Lo smanettó per qualche istante.
“quanta voglia amore mio”
“se continui vengo”
Smise di andare su e giú e usandolo come guinzaglio mi tirò su per la scala.
Rallentó e fece molta attenzione nel passare davanti ad una porta,dedussi che era dove abitava sua madre.
Credo che salimmo per tre piani e finalmente arrivammo davanti alla porta dell’appartamente che poi si rivelò essere la mansarda.
Lascio la presa sul pene e si accinse ad aprire la porta.
Anche quì stessa precauzione ad aprirla e chiuderla,finalmente accese la luce.
Andò direttamente al telefono e fece un numero.
“ciao mamma,questa sera non rientro mi fermo con gli amici,andiamo a cena fuori città,non so a che ora rientro,si ci vediamo domani mattina”.
“ecco fatto,ora possiamo stare tranquilli”
“ma domani mattina tua madre sale”
“solo per salutarmi poi va da alcuni parenti e ritornerà a sera tardi”
“ma se entra mi vedrá,anche se la mansarda è grande”
“tranquillo non salirá,andró io a salutarla”
“come dire in una botte di ferro, ma non sentirá i rumori che potremmo fare?”
“c’è un’appartamento libero fra il mio e il suo,non puó sentire nulla,anche se saltiamo o balliamo”
Non sapevo cosa fare,sinceramente ero un pó imbarazzato,ero lí col membro fuori,in mezzo a quello che pensai fosse il soggiorno,visto che c’era un divano e la televisione.
“che ne dici di spogliarci,lavarci e poi preparare la cena?”
Ero d’accordo,per quanto mi sia fatto la doccia prima di uscire di casa,sentivo i peli del pube attaccaticci per il sudore,e probabilmente dovuto alle forti eccitazioni.
Ci spogliammo e con grande sorpresa scoprii di sentirmi piú a mio agio,nudo, che col solo pene fuori.
Eccoci quí l’uno davanti all’altro completamente nudi,con due belle erezioni.
“dai entriamo nella doccia”
Ma fra il lavarci e andare a preparare la cena,ci fu un lungo intermezzo.
“che ne dici se ci spalmiamo il bagnosciuma a vicenda”
Piú che una domanda fu un desiderio espresso ad alta voce.
Prese il flacone e mi verso un bel pó di liquido sul palmo della mano e lui fece altrettanto.
Per non sembrare un vero imbranato,feci a lui quello che stava facendo a me.
Se ne accorse e cominció a esplorare il corpo,in modo che facessi lo stesso con il suo.
Continuó ad insaponarmi la schienan per poi passare alle parti piú sensibili del corpo,non c’è la feci a seguirlo, smisi di insaponarlo e rimasi lì inerte.
Accarezzò i capezzoli,passo dietro e scese al fondoschiena,passo la mano in mezzo al solco,poi a palmo aperto insaponó il perineo,proseguí quella marcia di inarestabili sensazioni,impugnó i testicoli,li palpó e infine impugnó il pene,cominciando ad insaponarlo andando su e giú
Mentre faceva tutto questo la sua lingua esplorava il padiglione dell’orecchia,succhiava il lobo,leccava il collo.
A quel punto ero quasi pronto ad esplodere,tanta era la voglia di orgasmo.
“non é ancora giunto il momento amore”
Tornó ai testicoli,gli impugnó con il palmo della mano e strinse un pó energicamente,sentii il desiderio di eiaculare allontanarsi.
“ora possiamo continuare”
Capii che quel “possiamo” significava che dovevo darmi da fare pure io.
Quella fú la prima volta che accarezzavo il corpo di una persona,completamente nuda.
Impugnai pure io il suo pene,lo avevo giá fatto,ma scoprii che ogni volta è come fosse la prima.
Le sensazioni che si provano non sono uguali,variano da situazione a situazione.
Ripetei le cose che aveva fatto lui e questa volta.
“fermati altrimenti saró io ad esplodere”
“vuoi che ti stringa i testicoli come hai fatto tu?”
“non serve riesco a dominarmi,peró é bene che concludiamo,ora lascia fare a me”
Prese il suo pene e tiró la pelle piú in basso possibile.
“metti la tua cappella puntata contro la mia”
Essendo quasi alti uguali non mi fu difficile eseguire il desidero.
“perfetto,cosi va bene”
Rilascio lentamente la pelle del suo membro in modo che andasse a coprire le due cappelle,in poche parole la mia era risucchiata dentro.
Impugnó i membri proprio dove le cappelle si congiungevano e inizió una dolce masturbazione.
Non riesco a descrivervi quello che provai in quei momenti.
Furono gli sfregamenti dei due meati,fu la mano che andava avanti-indietro,fu che oramai avevo raggiunto in punto del non ritorno, venni.
Eiaculai in modo incredibile, quasi immediatamente seguito da Giuseppe,lo sperma non piú trattenuto dalla mano comincio a fuoriuscire dalla pelle che univa i membri, finche non esoplose, andando ad imbrattare i rispettivi inguini, almeno il mio fu imbrattato ben bene,il suo un pó meno.
“bene ora che ci siamo calmati,finiamo di lavarci e poi prepariamo qualcosa da mangiare”
Fatto quello che avevamo deciso andammo in cucina.
“cosa vuoi mangiare?.che ne dici di una bella insalatona? ci mettiamo dentro di tutto,almeno quello che ho in frigo,pomodori,insalata,tonno,uova,olive ecc. ecc.. e se più tardi abbiamo fame ,possiamo farci una spaghettata?”
“per me va benissimo”
Si mise all’opera e dopo una nezzoretta l’insalata era pronta.
Mangiammo uno difronte all’altro,guardandoci negli occhi,nei suoi vi leggevo desiderio,voglia di iziare i giochi,direi libidine, al pensiero di cogliere il fiore della verginità.
Lo aiutai a sparecchiare,volle lavare subito i piatti,lo lasciai fare,intanto potevo ammiragli il culo,coperto da una leggera peluria.
Dio mio,mi sembrava impossibile,fino ad ieri ammiravo in fondoschiena delle ragazze e ora eccomi quí a guardare il culo di un uomo
Non so cosa mi sia preso,forse l’insalata era afrodisiaca,forse l’atmosfera,forse una voglia mai provata,fatto stá che...
Amici..cosa accadde dopo quel che..lo saprete alla prossima puntata..
...continua...
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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