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Ammiraglio medico 1º parte


di Liliana1980
01.03.2022    |    11.445    |    10 9.4
"“allora posso continuare?” “è una domanda o una richiesta?” “tu che ne dici?” “continui pure, la visita e veramente piacevole, ma questa volta, niente..."
Salve a tutti, oggi desidero raccontarvi una nuova avventura con protagonista Alvin.
Sempre lui direte!!
Mi dispiace ma non voglio inventare nomi nuovi per i miei protagonisti.
Perciò Lilly per le avventure che ho avuto, per le fantasie o sogni.
Alvin quando il protagonista e maschile.

A dir la verità sono passati molti anni.
Tanto perché possiate collocare il periodo, in quegli anni, la leva militare era obbligatoria.
Tutto ha inizio alla fine delle superiori, dopo aver conseguito il diploma di perito tecnico navale, con il massimo dei voti.
Ottimo starete pensando.
No, mannaggia per colpa di questa mia passione per i motori navali, ora mi trovo tra le mani la cartolina che mi comunica che dovrò fare il servizio militare in Marina.
Poco male, la Marina mi piaceva, però c’era un piccolo inconveniente, avrei dovuto fare 24 mesi di naia al posto di 12 mesi, come facevano nell’esercito.
A questo, aggiungete che sono appassionato di montagna, soprattutto dell’arrampicata, capirete con quale entusiasmo ho accettato la destinazione in Marina Militare.
Cmq come si dice “fare buon viso a cattivo gioco”, che altro potevo fare?
Mi arriva la chiamata di presentarmi presso l’ammiraglio medico Rossi (nome di fantasia), per ritirare i libri ed i documenti per poter frequentare il corso motoristi organizzato dalla Marina Militare.
A leggere quelle carte mi sono messo a ridere.
“ma come ho un diploma di perito tecnico in motoristica navale, e questi mi fanno fare un corso, cominciamo bene”.
Telefono al recapito telefonico.
Mi risponde, immagino, un furiere, faccio presente il problema.
“quì non ci risulta”
“guardate che la copia del diploma, ve lo posso far avere immediatamente”
“non serve a nulla, lo potrà fare in seguito”
“cosa devo fare allora?”.
“vada all’indirizzo indicato e lo faccia presente all’ammiraglio medico, sarà lui a dirle cosa fare”
Come giá detto, si cominciava bene con la burocrazia e lo scaricabarile.
Chiamo lo studio di questo ufficiale medico, per avere un’appuntamento.
Mi risponde una voce con un tono autoritario.
Restiamo d’accordo che sarei andato alle 14 di sabato pomeriggio, a dir la verità mi aveva detto.
“l’aspetto alle 00.14.00 in punto”
Quasi scattavo sull’ attenti.
Puntuale mi presento al portone di una antica villa alla periferia della città, niente da dire una dimora davvero importante.
A questo punto lasciatemi fare una premessa, prima di varcare quel portone, cari amiche/ci che state leggendomi.
Fino a quel momento la mia vita sessuale e sempre stata di una linearità abbastanza normale, ho fatto sesso con ragazze ed alcune esperienze omo, con relativa perdita della verginità anale grazie a zio Franco, e all’ amico Lorenzo, prendendolo come un piacevole gioco sessuale fatto nella mia età puberale.
In poche parole, il sesso mi piaceva sia etero che omo.
Ma, mai avrei immaginato quello che sarebbe accaduto dentro quella villa.
Vi ho incuriosito? non vi resta che continuare a leggere.
Schiaccio quello che avrebbe dovuto essere un campanello, invece udii il suono di una campanella.
Mi apre una signora molto bella ed elegante, immagino sia la moglie dell’ammiraglio, non riesco a darle un’età, non sono mai stato bravo a farlo.
“buongiorno signora, sono Pedrotti (cognome di fantasia), ho un’appuntamento con l’ammiraglio medico”.
“si, mio marito mi aveva avvisato, prego si accomodi, le faccio strada, la sta aspettando nello studio medico”
Seguo la signora e non posso fare a meno di notare che oltre ad un bel viso ed un bel seno, ha un fondoschiena che si lascia ammirare, per non parlare delle gambe, niente da dire, ha proprio un buon gusto in fatto di donne, l’ammiraglio.
Scaccio i maliziosi pensieri che mi stanno affollando nella testa, sarebbe il colmo avessi un’erezione proprio in quel momento, roba da scavarmi una fossa ed infilarmici dentro.
Fortunatamente il tragitto è breve.
Bussa ad una porta che immagino sia lo studio.
Apre, vi si infila, e mi fa cenno entrare
“c’è il signor Pedrotti”
“ah! si vengo subito”
Faccio così conoscenza dell’ammiraglio, una persona completamente diversa da quello che mi ero immaginato.
Chissà perché, pensavo fosse basso. calvo e con la pancetta, come molta letteratura e filmografia, descrive gli ufficiali.
Quello che sta stringendomi, molto energicamente, la mano è un’uomo parecchio attraente.
Una folta capigliatura spruzzata di grigio, un fisico asciutto, frutto, penso, di parecchia attività fisica, un viso abbronzato, illuminato da un cordiale sorriso, insomma un degno compagno per la donna appena ammirata.
“sono l’ammiraglio medico Rossi, prego accomodati, fra un minuto sono da te”
Mi avvio verso la scrivania.
Lui si intrattiene con la moglie e non posso fare a meno di sentire quello che si dicono.
“allora caro io vado, ci vediamo domani sera”
“ah! vai da tua sorella, salutamela molto caramente”
“lo farò, ti ho preparato sia la cena, che il pranzo per domani, sarò di ritorno, nel pomeriggio”
“ottimo, se non sarai troppo stanca potremo andare a cena”
“vedremo quando arriverò, sai che andare da mia sorella e una faticata”
“d’accordo decideremo domani sera”
Si dettero un lungo bacio e poi la donna usci dalla stanza, non prima di avermi inviato un saluto.
“arrivederci signor Pedrotti, è stato un piacere conoscerla, spero di rivederla”
Aveva accompagnato queste parole con un dolcissimo sorriso.
“anche per me è stato un piacere conoscerla”
Nel momento che dicevo questa frase, mi sono dato dello scemo, che cazzo vado a dirle con il marito presente.
Appena la porta si era rinchiusa alle spalle della donna, il marito si è girato e ridendo.
“bravo il mio giovanotto, hai fatto colpo su mia moglie, niente da dire prometti bene come marinaio.
“mi scusi non volevo mancarle di rispetto”
Credo di essere diventato rosso come un pomodoro maturo.
“tranquillo credi non lo sappia l’effetto che fa,specialmente sui giovanotti come te, per non parlare dei miei sottoposto, se la vorrebbero scopare tutti.
Tirai un sospiro di sollievo. l’aveva presa bene.
Si sedette alla scrivania.
“vediamo un pò la tua pratica”
Feci presente quello che avevo detto al furiere,
Lesse le carte e poi ridendo di gusto.
“soliti casini che combinano quelli del Maridepocar, tranquillo niente di irreparabile”
“ma dovrò fare il corso serale?”
“no, assolutamente no, quello lo cancelliamo subito, partirai per il C.A.R. poi andrai alla Maddalena alla scuola motoristi, ma non per fare il corso di tre mesi.
Ti saranno consegnati i gradi da sergente e la destinazione dove sarai imbarcato, ti posso assicurare che avrai un’ottimo imbarco”
“i gradi da sergente?”
“come non lo sai?”
“sapere cosa?”.
“tu sei un diplomato e come tale, hai diritto ai gradi di sergente, con la relativa paga”
“non mi sta prendendo in giro”
Si fece serio.
“giovanotto non sono abituato a prendere in giro la gente, quello che dico è scritto quì, non è colpa mia se quei coglioni del distretto non l’hanno informata”
“mi creda non volevo offenderla, solo che mi sembra una cosa incredibile, le chiedo scusa”
“va bene, prepariamo le carte per l’arruolamento effettivo”
Seguirono le decine di domande di rito che salto per non annoiarvi.
“bene la parte burocratica è finita, veniamo alla visita medica per vedere se sei abile”
Chiuse la cartella e ne aprì un’altra.
“vieni andiamo nello studio medico”
Mi accompagnò in un’altra stanza, arredata come lo studio del medico di famiglia (era l’unico che avevo visto, fino a quel giorno), scrivania, lettino, pesa e misura persone, e tutte le altre diavolerie che vi si trovano.
Mi venne spontanea una domanda.
“come mai un ambulatorio medico, quì a casa sua?”
“a parte il fatto che sono medico dell’ospedale militare, faccio consulenze private in casa e visite come la tua”
Mi detti dello scemo, oltretutto mi sembrava di averlo irritato, era stato gentile a darmi tutte quelle informazioni ed io l’avevo contraccambiato con quella stupida domanda.
“mi scusi ammiraglio, non volevo essere maleducato”
“tranquillo è una domanda naturale, ma ora spogliati.
“devo spogliarmi completamente?”
“no, per il momento togliti solo la maglietta”
Me la tolsi e cominciò ad auscultarmi, prima dietro e poi davanti.
Mi fece fare dei veloci piegamenti e poi mi riascoltò.
“bene molto bene, ora una lunga ispirazione e poi soffia in questo tubo”
Feci quello che mi aveva chiesto.
“complimenti hai una capacità polmonare notevole”
“è merito del nuoto è lo sport che pratico”
“ora per favore abbassati i pantaloni e le mutande fino al ginocchio che dò un’occhiata alle parti basse”
Strano sentire chiamare i genitali, parti basse, credo di aver sorriso, cmq eseguii l’ordine e abbassai il tutto.
Si mise al mio fianco e infilò una mano in mezzo alle gambe, palpò per un pò.
·devi toglierti sia i pantaloni e le mutande del tutto, non riesco a sentire bene”
“in poche parole mi vuole completamente nudo?”
“esatto, così facciamo una bella visita completa”
Mi spogliai, ora ero nudo davanti a lui, se dico che non provavo imbarazzo, sarei bugiardo e oltre a questo avevo nella mente un piccolo tarlo, non mi spiegavo perchè mi stesse facendo questa visita medica, avevo sentito dire che me l’avrebbero fatta il giorno che mi sarei presentato al C.A.R., avrei voluto chiederglielo, ma non trovavo il coraggio di farlo.
“fai un giro su te stesso, si hai proprio un bel fisico, complimenti, bei pettorali, per non parlare dei deltoidi, muscoli ben modellati e tesi e un fondo schiena che si lascia guardare, il che non guasta, anche se sei un ragazzo”
“glielo ho detto, è merito dello sport che faccio”
Si avvicinò nuovamente.
“allarga bene le gambe”
Ritornò con la mano destra sotto i genitali, passando e lisciando il perineo, per poi iniziare a premere l’inguine, prima da una parte e poi dall’altra.
Nel farlo non tolse la mano, struscio sul pene e sui testicoli, il dorso, e ci mise qualche secondo di troppo, almeno questa fu l’impressione che ebbi, oltretutto mentre faceva questo, teneva gli occhi fissi sui miei ed io, sinceramente, non sapevo che faccia fare, ne dove guardare.
“bene va tutto bene, ora vediamo se i testicoli sono al posto giusto, ma per fare questo mettiti sul lettino, con il sedere quasi sul bordo e metti i piedi su questi sostegni laterali”
In quella posizione offrivo al dottore tutto l’apparato genitale, buco posteriore compreso.
Una cosa mi colpì, Il tono con cui disse questa frase, non mi sembrava autoritario, ma leggermente arrocchito come fosse in preda ad una forte emozione.
Ma come ho scritto prima, probabilmente era una mia impressione dovuta alla strana situazione.
Davo per scontato che era un medico, ma non credo sia normale essere toccato da quelle parti in quel modo, come stava facendo, oltretutto messo in quella posizione.
Sinceramente laggiù, a parte le mani di Lorenzo, quelle di zio Franco e le mie, vi erano arrivate solo mani femminili.
Ma andiamo avanti con la visita.
No, aspettate, un’altra anomalia, avevo sentito dire, che chi subiva una visita medica ai genitali, il medico indossava sempre i guanti, questo lo faceva a mani nude.
Ora starete pensando che ero un fesso o al massimo veramente un’ingenuo.
Ne l’uno, ne l’altro, solo che mi piaceva quello che stava facendo e volevo vedere fin dove sarebbe arrivato.
Ero convinto di avere la situazione sotto controllo e che avrei potuto fermarlo quando e come volevo, ma secondo voi, lo volevo?
Torniamo all’ammiraglio.
Prese il sacchetto delle palline in mano, e cominciò a palparlo, si avete letto bene, mi stava letteralmente palpando i testicoli,
Sarò anche ingenuo, ma non fino al punto di non capire quale sia la differenza fra una ispezione ed un palpeggiamento.
Ora, li teneva a palmo aperto, col pollice cercava le palline, spostandole da una parte all’altra e con i polpastrelli tambureggiava il perineo, ipersensibile in quel momento.
Tutte queste manipolazioni e palpeggiamenti aveva fatto si che, il pene, cominciasse a svegliarsi, si stava facendo parecchio duro e la mia eccitazione cresceva.
A quel punto, ammiraglio o no. mi venne spontanea la domanda.
“signore che stà facendo?”
La risposta mi lasciò con la bocca aperta.
“ti sto palpando ben bene i testicoli, poi mi dedicherò al pene, che a quanto pare gradisce quello che sto facendo, non dirmi che ti dispiace?”
Non sapevo cosa rispondere o meglio, prima di entrare in quella villa, lo avrei saputo, sicuramente lo avrei mandato a quel paese, ma in quel momento la cosa mi piaceva.
Stetti zitto, e come si dice “chi tace acconsente”..
Non mi riconoscevo, stavo eccitandomi.
Un uomo, per giunta anziano, anche se affascinante, mi stava, con malcelato desiderio, toccandomi i genitali, ed io, godevo.
Dentro di me avrei voluto gridargli di non fermarsi, mi accorsi che non serviva farlo.
Continuava a palparmi, anzi, l’altra mano aveva impugnato il guerriero e cominciava a farlo andare su e giù, scoprendo il glande fino al massimo, per poi risalire, lentamente e così per diverse volte.
Prese il glande fra i pollici schiacciandolo dolcemente, facendo si, che alcune gocce di liquido uscissero.
Dio mio, mi stava torturando, mi stava masturbando al rallentatore.
Tutto me stesso avrebbe voluto urlargli di velocizzare il tutto e farmi godere.
Ma il sadico, vedendo che ero sul punto di esplodere, uso la mano che teneva i testicoli e la chiuse, schiacciando il tutto, questo servi ad interrompere la lava che stava salendo, facendomi ritornare alla realtà, e sentire che stava parlandomi.
“ti piace quello che stò facendo, non negarlo”
Più che una domanda era un’affermazione.
Oramai ero nelle sue mani e il negarlo non sarebbe servito, oltre ad essere una bugia, era troppo evidente che mi piaceva
“si, mi piace”
“avrei voluto vedere se dicevi di no”
“posso farle una domanda?”
“certo, puoi farne quante vuoi”
“ma come ha fatto a capire che ci sarei stato, non mi dica che fa così con tutti?”
“assolutamente no, ma dal momento che sei entrato, ho avuto una potente erezione, ti volevo, ho escogitato la scusa della visita medica”
“ma se mi fossi rifiutato?”
“sono un medico, la scusa era valida e non dirmi che non ci avevi creduto”
“a dir la verità il dubbio mi è venuto quando ha cominciato a palparmi, non certamente in modo professionale e poi senza usare i guanti e per di più in questa posizione ginecologica, che non credo sia normale per un’uomo”
Fece una bella risata.
“pero hai continuato a stare zitto a goderti il palpeggiamento”
“si è vero, mi piaceva quello che stava facendo, ma perchè ha schiacciato i testicoli”
“non volevo tu godessi, me lo voglio gustare il tuo orgasmo, ora che so che sarai partecipe”.
“avrei ancora una domanda”
“falla”
“meglio di no, preferisco farla alla fine”
Solo in quel momento mi resi conto che la chiacchierata era servita a calmare i bollori sessuali.
“allora posso continuare?”
“è una domanda o una richiesta?”
“tu che ne dici?”
“continui pure, la visita e veramente piacevole, ma questa volta, niente schiacciamenti”
Dio mio non mi riconoscevo, mi sembrava di essere ritornato ai tempi di zio Franco.
Guardai l’ammiraglio, aveva un sorriso sornione, sembrava il gatto che gioca col topo.

…continua…

Se volete sapere a quale gioco avrebbe giocato, dovrete aspettare la prossima puntata, vi prometto che lo farò il più presto possibile.
Ma vorrei sapere se vi è piaciuto quello che avete letto, su questa nuova avventura di Alvin.
Non voglio scrivere cose che annoiano.
Un abbraccio e un bacione
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