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Lui & Lei

Il professore di Spagnolo 1° parte


di Liliana1980
13.10.2021    |    8.872    |    6 9.6
"Da quel giorno per due volte alla settimana andavo da lui, uscivo dal college e dopo essere stata a casa a cambiarmi, prendevo il motorino e andavo a lezione..."
Ciao miei cari amici e amiche,desidero raccontarvi perché,durante la mia giovinezza, desideravo le persone mature, eccovi il racconto di quando andai a lezione per perfezionare lo Spagnolo, non so se l’ho perfezionato, ma alla fine delle lezioni ero diventata!!!!! questo lo saprete se mi leggerete fino alla fine dei vari capitoli.

La storia comincia che avevo 16 anni e di li a poco sarebbe iniziato il nuovo anno scolastico.
Mamma e Papà si erano messi in testa che dovevo essere perfettamente padrona della lingua Spagnola.
Se in quel momento mi sembrava solo una perdita di tempo e denaro, oggi devo ringraziarli per due motivi, uno lo leggerete strada facendo, l’altro grazie a quelle lezioni oggi mi trovo a fare un lavoro che mi piace tantissimo.
Purtroppo nel collegio non c’era una classe di quella lingua, c’era un’istituto privato ma faceva lezioni di giorno.
L’unica sarebbe stato frequentare la sessione serale, ma mamma fu irremovibile, di sera assolutamente no.
Fu zia a sbrogliare la faccenda, conosceva un proff di madre lingua Spagnola che dava lezioni private.
Per mamma andava benissimo.
Da parte mia, anche se sarebbero aumentate le lezioni, non ebbi nulla in contrario, lo Spagnolo lo sapevo parlare e capire perfettamente,grazie a mamma che era di quella nazionalità, anzi e meglio precisare, se no si offende, lei è Andalusa della provincia di Siviglia.
Naturalmente vi starete chiedendo perchè andassi a lezione, visto che la lingua la sapevo?
Mamma voleva che sapessi sciverlo e leggerlo perfettamente e desiderava parlassi il Castigliano perdendo la cadenza Andalusa.
Incaricarono zia a prendere i contatti con questo prof e mettersi d’accordo per l’orario ed il compenso.
Iniziò l’anno scolastico e quasi mi ero dimenticata di dover andare a lezione di Spagnolo, me lo ricordò zia.
“Lilly domani vengo a prenderti alla fine delle lezioni e ti accompagno dal Prof, mi sono messa d’accordo che ci andrai due volte alla settimana il martedì e il giovedì, ti va bene?”.
“certo zia”.
Puntualmente il giorno seguente era fuori dal portone della scuola ad aspettarmi.
Arrivammo a casa di questo prof,era una villetta alla periferia della città, suonammo.
Ad aprirci fu un uomo molto attraente e simpatico, con una folta capigliatura bianca, un corpo atletico e una voce suadente, in poche parole ne rimasi affascinata, un’età che oscillava fra i 50 e i 55, almeno quella era la mia impressione.
“ciao Carla e così questa è la mia allieva?”
“si è questa ragazzina”.
Quella frase mi diede un pò fastidio, trattarmi da ragazzina davanti a lui!
Mi appuntai mentalmente due cose, alla prima occasione dovevo farle vedere quanto lo ero, l’altra cosa che mi colpì, quella confidenza con il padrone di casa, mi sa che gatta ci covava.
Mentre pensavo queste cose, il Prof porgendomi la mano.
“mi nombre es Paolo encantado de conoscerla”.
Risposi automaticamente dandogli la mano.
“yo soy Liliana encantada de conocerla,pero usted me puede llamar Lilly”
“molto bene vedo che parla perfettamente la lingua anche se ha quella simpatica inflessione Andalusa, nel giro di qualche mese la toglieremo”
Sbrigate le formalità zia mi salutò. non prima di aver abbracciato il padrone di casa molto affettuosamente e baciato con altrettanto calore, anche se solo sulle guance,mi sa che se non fossi stata presente,altro che casti baci e languide carezze.
Uscita zia rimasi sola con questo affascinante insegnante.
Ripetemmo in Italiano la presentazione.
“mi chiamo Paolo, piacere di conoscerti”.
“piacere Liliana,ma per gli amici Lilly”.
Poi aggiunse.
“Da ora in avanti fra di noi parleremo solo in spagnolo così potrai entrare subito in sintonia con la lingua, ti correggerò solo le inflessioni Andaluse ma soprattutto leggerai molto e ancor di più scriverai”.
Non avevo nulla in contrario visto che la parlavo già e mi andava bene parlare il Castigliano e fare quello che mamma desiderava.
Mi fece accomodare su di una poltrona, comincio a farmi domande alle quali dovevo rispondere in spagnolo.
Mi chiese quanti anni avevo, che classe frequentavo ecc ecc.
Insomma domande tutte facili alle quali rispondevo meccanicamente, perciò la mia mente era libera di pensare per conto suo, mi misi ad osservarlo ben bene, si era veramente un bell’uomo, decisamente attraente, anche se ai miei occhi, in quel momento, era vecchio.
Durante la lezione notai una cosa che al principio non ci avevo fatto caso,lui invece di sedersi alla scrivania come mi ero aspettata,si accomodò sulla poltrona che avevo di fronte,li per lì pensai fosse per mettermi più a mio agio,ma poi notai che il suo sguardo non fissava il mio viso,ma un po’ più in basso,fissava le gambe.
Mio Dio solo allora mi resi conto che indossavo la tenuta scolastica (andavo in una scuola privata) camicetta e gonnellina, in quella posizione,poteva vedere,oltre che le cosce,anche le mutandine,non sapevo cosa fare,non potevo tirar giù la gonna,accavallare le gambe,avrebbe visto ancor di più,perciò,piano, piano,cominciai a serrarle, nascondendo le mutandine alla sua vista,il risultato,si alzò e continuò la lezione camminando per lo studio, sinceramente ebbi una prima delusione,non sapevo spiegarmi il perché.
Continuammo la lezione.
“bene per oggi abbimo finito,puoi andare”.
“arrivederci a martedi Prof”
“certo Liliana e per favore chiamami Paolo e dammi del tu, mi fa sentire vecchio sentirmi chiamare Proff”.
"d’accordo Paolo e tu chiamami Lilly”.
Quello che ho scritto vi sermbrerà una banalità, ma continuate a leggere è da qui che comincia la vera storia, o meglio, quello che vi aspettate di leggere.
Da quel giorno per due volte alla settimana andavo da lui,uscivo dal college e dopo essere stata a casa a cambiarmi,prendevo il motorino e andavo a lezione.
Cmq vi risparmio le prime lezioni anche perchè non è accaduto nulla di quello che sperate voi.
Andiamo direttamente all’inizio della quarta settimana,
Il proff aveva attrezzato il suo studio come una specie di aula scolastica.
Una scrivania dove stava seduto lui e alle spalle una lavagna.
A qualche metro un tavolo ed una sedia dove mi sistemavo per fare la lezione.
“oggi facciamo dialogo e dovrai cercare di rispondermi in perfetto Castigliano”.
Mi accomodai ed iniziammo a parlare in Spagnolo,logicamente per vostra comodità i dialoghi li scrivo in Italiano.
Ad un certo punto.
“scusa Lilly ma perchè non vieni più con la divisa della scuola?”
“ma prof se prima vado a casa e logico che mi cambi e metta i jeans e maglione,altrimenti sai che freddo venire qui col motorino”
“scusa hai ragione non ci avevo pensato”.
La lezione si svolse come al solito.
“bene anche oggi abbiamo finito,ci vediamo martedì”.
Mentre andavo a casa pensai alle parole.
“perchè non vieni più con la divisa della scuola?”.
Fino ad ora non era mai accaduto nulla,l’unica cosa strana se vogliamo chiamarla così, era che ogni volta che arrivavo, mi accoglieva con queste parole.
“eccola qua la mia bella Lilly, si sei proprio una bella ragazza, tale e quale tua zia” .
Dicendo questo mi abbracciava, non ci ho mai fatto caso, lo trovavo un gesto affettuoso, che accoglievo volentieri.
Finchè, meglio leggiate.
Perciò torniamo all’attualitàm un giorno zia mi disse.
“mi ha telefonato il Prof se per favore vai da lui appena finita scuola, oltretutto è meglio,non dovrai venire a casa e poi andare da lui”.
Sinceramente ne ero felice,ogni volta dovevo aspettare qualche ora prima di andarci, ma poi pensandoci bene capii la sua furbizia, in questo modo sarei andata da lui sempre con la divisa scolastica, mica scemo l’amico.
Perciò quel giorno,finita la scuola andai direttamente a casa sua, la porta era aperta.entrai, sentii la voce del prof. che dall’appartamento mi diceva.
Qui devo farvi una confessione, la divisa l’indossavo spesso, mi piaceva l’attenzione che aveva per le parti intime, mi faceva sentire caldo, in un certo posticino,in poche parole, volontariamente o involontariamente, mi piaceva stuzzicarlo.
”ciao Lilly chiudi la porta,che arrivo subito”.
Feci quello che mi aveva chiesto, mi accomodai sulla poltrona, dopo qualche minuto arrivò,soliti complimenti.
Cominciò la lezione.
Stavamo parlando di varie cose,sempre in spagnolo,quando all’improvviso mi chiese.
“ hai mai visto il pene di un uomo?”.
Feci di no con la testa, non volevo dirgli quello che era accaduto con zio Fabio,o zio Giovanni, lo avevo giurato e non intendevo rivelare quel segreto,sarebbe sempre rimasto sepolto nella mia memoria, a parte la confidenza fatta a voi, ma non credo sia contemplato nel giuramento,qui siamo nel virtuale, siamo, in un certo senso,sconosciuti, non siete d’accordo?
”mai,mai,nemmeno quello di qualche tuo amichetto?”
Allora risposi a voce.
”si qualche volta si”.
“ti hanno impressionato?”.
“in che senso?”.
“che so, erano grossi, lunghi, belli, brutti?”.
Feci una bella risata.
“prof. erano come un dito,a farla breve, il più grosso era come un dito medio”.
“scusami, hai ragione, erano ragazzini, cmq ti ricordi che eravamo d’accordo che mi avresti chiamato Paolo?”.
“perdoname”
Rimase un pò in silenzio e poi continuammo la lezione,finchè non si fermo,mi guardo in viso e disse.
“ ti piacerebbe vedere come è fatto quello di un uomo?”...
Vi giuro non so cosa feci,probabilmente nulla, anche perché mi sembrava di vivere una storia già vissuta,si fermo, e sempre guardandomi, si sbottono la patta tirando fuori un bel pene in completa erezione (almeno per me lo era,non ne avevo mai visti,a parte quello degli zii) scuro,peloso.con un glande violaceo,me lo mise davanti agli occhi.
”guarda Lilly,guarda che bello”.
Dio mio quanto siete vanitosi quando impugnate il guerriero.
Con una mano faceva andare su e giù la pelle,si fermò,riprese la lezione.
Con il pene sempre fuori dai pantaloni,comincio a girare attorno alla poltrona,molto vicino.
“mi raccomando non muoverti” .
il suo arnese sbatteva,sulla poltrona,sul mio viso, non sapevo cosa fare, era una cosa per me sconosciuta,un gioco che non conoscevo, una cosa che avrebbe dovuto essere brutta, questo l’avevo capito, ma non riuscivo a capire il perchè lo avrebbe dovuto essere.
E poi chissà perchè non avevo nessuna paura?.
Sempre in quelle condizioni,fini la lezione,ma non mi fece alzare.
”aspetta ora viene il bello”.
Si abbassò i pantaloni e se li tolse,venne davanti a me,allargo le gambe .
”guarda, non è bello,.senti come è duro”.
Mi prese la mano e me lo fece impugnare.
“guarda che bei testicoli,sono pieni sai,ma ora la mia bella Lilly me li farà svuotare,dai vai su e giù con la manina,continua dai”.
Ero li con quella protuberanza per me enorme,che facevo andare su e giù, aveva il respiro affannoso, continuava dire.
“dai...dai....dai”
Fino a che ad un tratto non usci dal buco che c’era sopra alla cappella, una crema densa che si riversò tutta lungo l’asta fino ad imbrattarmi la mano,mentre lui.
“si brava...si ...continua.... ahhhhh”.
Con delusione la cosa fini,vidi il suo coso,diventare molle,sinceramente ero rimasta incantata, ero riuscita ancora una volta a far eiaculare un uomo,dopo essersi rivestito.
Venne vicino,mi guardo dritto negli occhi.
Mi fece alzare.
Mi prese per le spalle .
E senza che me ne rendessi conto, mi diede un bacio sulle labbra fermandosi un pò.
Avrei dovuto provare ribrezzo,invece mi piacque, ma non glielo dissi,fu lui a parlare.
“Lilly, silenzio con tutti di quello che è successo,altrimenti mi mettono in galera e poi pensa a quello che succederebbe” .
Scusatemi ma al pensiero mi viene da ridere.
Ecco un altro che prima trova il coraggio di fare una cosa proibita, poi se ne pente.
“si lo giuro,non dirò nulla a nessuno”.
Feci la finta ingenua.
Promisi quello che voleva.
Se solo avesse avuto un po’ di coraggio, mettendo una mano in mezzo alle gambe, altro che povera bambina, mi sentivo bagnata come non mai.
”ora verrai sempre a lezione a quest’ora,anzi di alla zia che dovrai fermarti qualche ora in più” .
Ritornai a casa tutta in subbuglio, salutai mamma e salii velocemente in camera, ero accaldata, ma soprattutto, era in mezzo alle gambe che sentivo un forte calore, non capivo nulla, non riuscivo a capire cosa stava succedendo, d’impulso mi spogliai, sdraiandomi nuda sul letto, fu immediata la voglia di toccare la passerina,di accarezzarla, volevo calmarla, ma la visione del pene del prof. era stampata nel cervello, la mano si fece convulsa, le carezze profonde, il caldo aumentava, sempre di più, fino al liberatorio orgasmo, ma la visione di quel pene peloso, non volle andarsene, mi accompagnò a tavola, ritornò a letto, tornai a masturbarmi, mentalmente contai i giorni che mancavano alla lezione.

Alla prossima puntata miei carissime amiche e amici.
Un bacione dove desiderate voi.

Continua….
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