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Gay & Bisex

Prima esperienza di Alvin 2º parte


di Liliana1980
02.02.2022    |    6.657    |    3 8.5
"Per non so quali motivi, passò diverso tempo da quella prima volta che giocammo assieme..."
Amici amiche, ritorna come protagonista Alvin.
A scrivere sarà sempre la vostra amata Lilly
Logicamente i personaggi sono nuovi e la storia è un’altra, solo l’attore principale è Alvin,non mi andava di inventare un altro nome.
Come l’altra volta mi immedesimerò in Alvin.
Scusate se ripeterò questa introduzione, ma non voglio pensiate che sono un’imbrogliona.
Vi ricordate? avevamo lasciato Alvin che portava lo zainetto a casa.

Per non so quali motivi, passò diverso tempo da quella prima volta che giocammo assieme.
Questo non mi impedì di fare ogni tanto, quello che mi aveva insegnato lo zio, masturbarmi.
Ogni volta mi sembrava di andare in paradiso.
A parte questo, papà aveva saputo che ero messo male in storia ed aveva incaricato un tenente a darmi ripetizioni.
Per questo motivo non potei andare a fare i compiti dallo zio, come avevamo concordato, anche se lo vidi parecchie volte, con lui c’era sempre qualcuno.
Fortunatamente venne il momento che dovevo andare a tagliarmi i capelli.
Oltretutto, mi aveva dato un appuntamento, ora vi dico come.
La domenica prima, dopo aver assistito la messa nella base,(papà ci teneva moltissimo), mentre andavamo verso casa, incrociammo zio Franco.
“ciao Renzo, ciao Alvin, andiamo alla partita oggi?.
“certo, l’ho promesso ad Alvin”.
Succedeva una volta ogni morte di papa che papà venisse alla partita, per lui esisteva solo la sua base elicotteri.
“bene adiamo con la mia macchina, a proposito, Alvin hai una bella zazzera, lunedì ti aspetto, vieni subito dopo pranzo così non dovrai aspettare,lunedì prossimo apro alle tre, d’accordo,va bene per te Renzo?”..
“certo, i compiti li può fare dopo, lo dirò al tenente”.
“va bene anche per te Alvin?”.
“certo zio”
Vidi un bel sorriso spuntare sulle sue labbra.
Fu un pomeriggio bellissimo, ero estasiato, mi piaceva il calcio ed andare allo stadio con papà era un sogno, quella sera zio Franco ci offerse pure la cena in trattoria, era un avvenimento, da buon ligure era un bel taccagno.
Lunedì all’ora pattuita ero davanti alla porta del negozio.
Naturalmente era chiusa, visto che era l’ora della pausa, bussai.
Mi aprì subito.
Probabilmente mi aveva visto arrivare attraverso le tende.
Entrai.
Zio era nascosto dietro la porta, completamente nudo.
Lo guardai meravigliato, non me lo aspettavo.
“che c’è, oramai sai come sono fatto?”.
“certo, ma non pensavo di trovarti nudo”.
“dovrai abituarti, cmq finalmente sei arrivato, vieni qui vicino a me”.
Feci quello che mi aveva chiesto.
Mi avvicinai.
Mi abbraccio, stringendomi a se, in questo modo il suo pene molle fu a contatto con il mio ventre.
“il mio caro Alvin, lo sai che ti voglio tanto bene? lo sai vero? hai visto che bella giornata abbiamo passato ieri, oltretutto la nostra squadra ha vinto?”.
“si,lo Spezia ha vinto e tu hai pagato la cena il che è straordinario”.
“dai non prendermi in giro, ora vedrai quante cose imparerai, dovrai fare solo quello che dico io e soprattutto, non dirlo a nessuno, specialmente ai tuoi amici, non capirebbero. sarebbero invidiosi, parlando poi male di te”.
Lasciatemi fare una risata, alla mia ignoranza.
“zio te l’ho giurato e sai che mantengo sempre le promesse, non devi aver paura”.
“si scusami, ora da bravo, comincia ad accarezzarmelo, come ti ho insegnato l’altra volta”.
Con la mano impugnai quella cosa molle.
“dai fai andare su e giù la mano”.
Lo feci.
“con l’altra accarezzami i testicoli, si così bravo, impugnali, schiacciali leggermente, stai diventando veramente bravo”.
Vidi il suo pene diventare duro, sempre più duro, ora la cappella era completamente libera, la mia mano faceva fatica ad impugnarlo completamente.
“ora basta, vai a sederti, che ti taglio i capelli, finirai dopo”.
Si mise di fianco e comincio a tagliarmeli.
“toccalo ogni tanto così rimane duro”.
Feci quello che mi chiese, ogni volta che mi arrivava a tiro, lo facevo andare su e giù.
“va bene così?”.
“benissimo, sei più bravo di una ragazza”.
“perché hai conosciuto tante ragazze?”
“quando ero giovane ne avevo parecchie, poi è arrivata tua zia e..”.
Fui orgoglioso di quella affermazione.
A quel tempo le ragazze rompevano e basta.
Purtroppo ci fu un imprevisto.
Qualcuno bussò alla porta del negozio.
Zio fu veloce ad andare sul retro, in un lampo ritorno con indosso i pantaloni e la giacca bianca.
Tutto era ritornato normale.
Andò ad aprire.
Entrò un uomo che non conoscevo.
“ah! ciao, come mai così presto?”.
“scusami, sapevo che eri dentro, ho un appuntamento al quale non posso fare tardi”.
“dieci minuti che finisco Alvin e poi ti servo”.
Forse sarà stata una mia impressione, ma c’era una nota triste nella sua voce.
Finì di tagliarmi i capelli.
“ecco fatto, alla prossima volta Alvin”.
“grazie zio verrà papà a pagare”.
“vai tranquillo”.
Non prima di aver tentato di darmi un bel calcione, mi piaceva provocarlo sui soldi.
Sinceramente quando uscii, ero felice, anche se sotto, sotto, provavo una inspiegabile delusione, mi aspettavo qualcosa di più, cosa non lo so.
Mi andai a sfogare lungo il fiume, in un posticino tranquillo, oramai ero diventato un esperto masturbatore.
Si stava avvicinando la fine della scuola.
Di tempo non ne avevo.
Papà mi marcava stretto.
O venivo promosso o si aprivano le porte di un collegio estivo.
Perciò niente distrazioni, niente visite straordinarie allo zio.
Studiare, studiare, studiare.
Passò diverso tempo, mancava una settimana alla fine della scuola.
Finalmente papà mi concesse la “libera uscita”.
Potevo ritornare a far visita allo zio.
Lo chiamai al telefono.
“era ora che ti facessi sentire”.
“scusami, ma lo sai che papà non mi lasciava uscire dalla base se non per andare a scuola”.
“ma una telefonata la potevi fare”.
“hai ragione, ma il telefonino mi è stato requisito e poi volevo passare di persona”.
“tranquillo, ero un po’ in pensiero, sapevo che eri, per dirla al modo di tuo padre, agli arresti”.
Facemmo una bella risata.
“quando posso venire? lo so che è presto, i capelli non sono ancora lunghi, ma venerdì della settimana prossima è l’ultimo giorno di scuola e papà vuole sia in ordine”.
“ma domenica non ci vediamo alla partita?”.
“no niente partita, il divieto vale ancora”.
“allora vieni lunedì dopo la scuola”.
“d’accordo, allora ci vediamo nel pomeriggio”.
“ti aspetto”.
Dire che c’era emozione nella sua voce, forse era esagerato, ma traspariva tanta felicità.
Così come lo ero io.
Finita la mattinata scolastica mi avviai al negozio.
Bussai.
La porta si aprì.
Stessa scena, della volta precedente.
Lui era li che mi aspettava completamente nudo.
Ci abbracciammo fortemente, questa volta senza nessun imbarazzo.
“dai, oggi facciamo un nuovo gioco, dai spogliati anche tu”.
“ma se arriva qualcuno?”
“niente paura, oggi il negozio è chiuso”.
Ora si mi sentii imbarazzato, non mi ero mai spogliato completamente davanti ad una persona matura, se non consideriamo il medico della base.
“dai bambino mio, guarda che siamo fatti allo stesso modo, non ti vergognare, guarda io, mi piace farmi vedere nudo da te, dai spogliati, facciamo così mi giro dall’altra parte”.
Cominciai a spogliarmi.
“guarda pure sono completamente nudo, come desideri”.
Si girò.
Notai che i suoi occhi, quasi brillavano per la cupidigia, probabilmente il vedermi nudo era una cosa per lui eccitante, a dir la verità, lo ero pure io guardando lui.
La cosa mi fu confermata guardandogli il basso ventre.
Il suo pene, da molle stava diventando duro.
Senza che io lo avessi toccato come avevo fatto l’altra volta.
Eccitazione direte, si lo so, ma a quel tempo, il sesso per me, era una cosa completamente sconosciuta, o quasi.
Si avvicinò con quel coso che ondeggiava ad ogni passo.
“bravo, vediamo come sei fatto”.
Detto questo, mi prese per mano e andò a sedersi su di una poltrona per i clienti in attesa.
Allargando un po’ le ginocchia, mi fece mettere davanti a lui in piedi, in modo da avere il mio pube davanti agli occhi.
“vediamo come è fatto il pisello del mio ragazzo, su allarga le gambe, voglio vedere bene”.
Cosi dicendo, con la mano prese la mia appendice, chiamarlo pene, mi sembra esagerato).
Comincio a palparlo, a far scendere la pelle, fino a quando iniziava a farmi male, allora la lasciava andare.
“non preoccuparti, la prima volta che farai all’amore con una donna, o con un uomo, questo filamento si romperà e diventerai uomo”.
Non lo sapeva e per la verità non lo sapevo nemmeno io, avevo il filetto troppo duro, almeno nel mio caso, non si sarebbe mai rotto spontaneamente.
Dovetti fare la circoncisione, altrimenti tutte le volte che facevo all’amore, avrei sentivo male, però lo feci anche per motivi igienici.
Qui apro una piccola parentesi, devo ringraziare quella meravigliosa donna, sergente furiere, che mi ha avviato alla scoperta del sesso etero.
Mi portò da un urologo facendomi fare quella piccola operazione, logicamente con l’autorizzazione di papà, al quale avevamo raccontato una bugia, apriti cielo se avesse saputo che facevo sesso con lei, saremmo finiti mali entrambi.
Ma questa è un’altra storia, se lo vorrete ve la racconterò in un altro momento.
Ora ritorniamo al mio zione.
Con tutte le manipolazioni che mi riservava, il pene cominciò a farsi duro, allungandosi ed ingrossandosi.
Lo guardavo incantato, non era la prima volta che succedeva, ma ancora non ci avevo fatto l’abitudine, specialmente vederlo toccato da un’altra persona.
Si, stava diventando come quello dello zio, il quale, ignaro o no della mia sorpresa, continuava a menamelo ed a palpare la borsa dei testicoli.
“però sai che sei ben dotato per la tua età, io c’è l’avevo più piccolo, guarda, guarda, quanto pelo, stai diventando un ometto, dimmi Alvin ti piace quello che sto facendo?”.
Non potevo dir di no, era veramente piacevole.
“si mi piace è molto bello”.
“prendilo in mano e fai quello che sto facendo”.
Lo feci, impugnai il pene, cominciai a menarmelo davanti a suoi occhi.
Lui fece lo stesso con il suo.
“ecco vedi, tu stai masturbandoti, io faccio lo stesso, ti piace?”.
“si è piacevole”.
Andammo avanti per un po’.
“ora, però fermiamoci”.
Si alzò dalla poltrona e allargò le gambe.
“vieni più vicino, ragazzo mio”.
Feci quello che mi aveva chiesto, mi avvicinai il più possibile.
Mi ritrovai il suo pisellone contro il pube, un pochino più in alto del mio.
“vedi come è grosso anche il tuo, non ci vorrà molto che sarà come il mio, anzi diventerà più grosso”.
Non vedevo la sua faccia, impegnato come ero a guardare i membri che strisciavano fra di loro.
Non potevo capire se mi prendeva in giro o no.
In ogni caso quello che stava facendo, mi piaceva.
Gli impugnò tutti e due, mettendomi una mano sul culetto.
Abbracciandomi in questo modo, cominciò a farmi dondolare avanti indietro.
“dai che ci masturbiamo assieme, continua a dondolarti, bravo così”.
Lo confesso senza vergogna, e senza nessun pudore.
Stavo provando piacere.
Sentivo dei brividi, come avessi freddo.
Logicamente fui io a venire per primo.
Ancora una volta restai incantato a vedere che dal buchetto, uscivano a spruzzo, delle gocce di una cosa neutra.
Non era bianca come quella dello zio, il quale, anche se aveva visto che avevo eiaculato, non si fermò, fece pressione sul culo affinché aumentassi il ritmo.
Continuò con il gioco, finché non venne anche lui, imbrattandomi tutto il pube con la sua densa crema.
Lasciò che uscisse tutta, poi si mise a spalmarmela dappertutto.
“dicono che fa bene alla pelle”.
Ridemmo di gusto.
A dir la verità mi sentivo sporco.
Penso che se ne sia accorto, anche perché lo era pure lui.
“vieni andiamo in casa a lavarci, tu laverai il mio ed io il tuo”.
Non so perché dissi le parole che leggerete in seguito.
“basta zio, abbiamo giocato come le altre volte, anche di più, basta per oggi, dai mettimi i capelli in ordine, per favore…”.
Non mi lascio finire la frase, si alzò di scatto, il viso preoccupato, la voce tremante.
“che succede Alvin? non vuoi più giocare con me? ti ho offeso?”.
“no zio, che vai a pensare, se non ne avevo voglia te lo avrei detto”.
“allora pensi che sto facendo qualcosa di sporco?”.
“beh! che non sia una cosa normale quello che stiamo facendo, lo avevo già capito, ma ero d’accordo pure io”.
“allora perché non vuoi fare la doccia con me?”.
Già perché non volevo? non avevo scuse, oltretutto ero sporco del suo sperma.
Non avevo risposta.

Vi chiederete cosa ho fatto?
Lo saprete alla prossima.

…continua…
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