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Gay & Bisex

Prima esperienza di Alvin 4º parte


di Liliana1980
05.02.2022    |    7.138    |    9 9.2
"“rilassati Alvin, rilassati bambino mio”..."
Salve a tutti, vado avanti con il racconto…

La scuola stava per terminare, ancora uno scoglio, gli esami, poi sarei stato libero fino al prossimo settembre.
Tutto andò bene, nel senso che ottenni l’ottimo, quello che papà voleva.
Finalmente vennero le vacanze, avevo ottenuta la libertà di fare quello che volevo durante l’estate.
Andai dallo zio a comunicargli la notizia.
“sei stato bravo, tuo padre sarà felice”.
“certo, anche se non l’ha dimostrato con salti di gioia, ha solo detto che ho fatto il mio dovere”.
“classico di quell’uomo, militare sino al midollo”.
Lo guardai mentre sistemava i capelli ad una signora.
Ad un certo punto mi alzai.
“ciao zio vado al fiume”.
“se vuoi domenica andiamo nella casa di Massa”.
“certo che voglio, lo dirò a papà”.
“allora passo domenica mattina verso le 9 a prenderti”.
“sarò pronto”.
Venne domenica.
Zio fu puntuale, telefonai a papà che si trovava al centro comando.
“lo zio è arrivato”.
Uscì dall’ufficio comando e dopo qualche minuto ci raggiunse all’entrata della base.
“ciao Franco allora andate a Massa?”.
“si e vi restiamo fino a lunedì sera, se sei d’accordo?”.
“certo che lo sono, meglio con te che tutto il giorno al fiume”.
“perché hai paura?, non credo corra pericoli, nuota come un pesce”.
“lo so, ma sai come la penso”.
“tranquillo, ora, se vuoi, i fine settimana li può passare con me”.
“certo che lo voglio, con te è al sicuro, hai preso tutto Alvin”.
“si papà ho preparato la borsa ancora ieri sera”.
“ottimo allora andate pure, almeno per due giorni non dovrò preoccuparmi, purtroppo non potrò raggiungervi, c’è una esercitazione”
Mi venne da ridere, se avesse saputo, abbracciai papà e salii in macchina.
Due ore dopo eravamo nella casa vicino al mare.
“pensa Alvin due giorni tutti per noi”.
Era felice e lo si vedeva, lo ero anch’io.
Entrammo, c’era aria di chiuso.
“ma da quanto non vieni?”.
“da quasi 5 mesi”.
“si sente”
Aprimmo tutte le finestre e portammo fuori la biancheria a prendere aria, facemmo pulizia ed infine ci mettemmo in costume ed andammo al mare.
Fu una giornata fantastica, il mare mi piaceva da morire o meglio mi piaceva nuotare.
Verso sera rientrammo.
“dai facciamoci una bella doccia”.
Inutile vi racconti quello che successe la dentro, andate al capitolo precedente e lo saprete.
Vale la pena di raccontarvi quello che successe dopo e durante la notte.
Uscimmo dalla doccia, soddisfatti e felici, con i bastoni ancora duri, tanta era la voglia, anche se in doccia non ci eravamo risparmiati.
“mi farai morire, mi sembra di avere 20 anni, solo tua zia riusciva a farmelo rimanere duro così a lungo”.
“allora sto diventando bravo?”.
“hai ancora molte cose da imparare”.
“ma tu me le insegnerai?”.
“certo, tutto quello che so”.
“sei fantastico zione”.
Ci abbracciammo, nudi come eravamo, questa volta il bacio mi arrivo sulle labbra, restammo incollati per qualche istant,ma nessuno dei due le aprì, io perché non sapevo che si doveva fare, lui, forse non voleva spaventarmi.
“vieni andiamo in camera, dobbiamo continuare ad allenare il culetto”.
E così dicendo mi dette una bella pacca sulle chiappe nude.
Quando fummo in camera, andò dall’altra parte del letto, prese una scatola che aveva portato da casa, la aprì, ne tolse il contenuto,non riuscivo a vedere quello che aveva in mano, mi sembrava un tubo lungo.
Prese il solito tubetto di crema che già avevo visto a casa sua,ne premette un bel po’ sul palmo della mano e facendo il giro del letto, unse ben bene quello strano oggetto.
“guarda Alvin, questo è una pene finto, non è molto grosso ed è più piccolo del mio, ora te lo infilerò nel culetto, fino a che entrerà ed uscirà facilmente, così la prossima volta potrò incularti tranquillamente, vedrai come ci divertiremo”.
Dire che ero felice, sarei un bugiardo,ero veramente preoccupato, quell’arnese finto, per me era enorme, tremavo al pensiero di quanto mi avrebbe fatto male, probabilmente la mia faccia fu più eloquente che le parole.
“no amore, non preoccuparti,farò molto piano, vedrai che non sentirai quasi nulla,faccio questo perchè non voglio tu soffra,devi sentire solo piacere”.
Era quel quasi che mi preoccupava.
“ma l’hai già fatto?”
“certo tua zia era completamente vergine nell’entrata posteriore,per la passera nessun problema,visto che non ero il primo,ma per il fondoschiena,ho dovuto allenarla ben bene,prima di entrare”
“spero sia vero”
“dai sdraiati a pancia in giù, lascia che le gambe penzolino dal letto e mi raccomando non muoverti”.
Feci quello che mi aveva chiesto,mise due cuscini sotto la pancia, in modo che il culo facesse un’angolo e fosse bene in vista.
Un altro sotto la testa.
Infine mi si sdraiò vicino.
“Alvin se hai paura non faccio nulla, ma se vuoi farmi felice devi sopportare un po’ di dolore, ti prometto che non te ne farò molto”.
“va bene mi fido lo sai”.
Questa volta mi bacio a lungo sulla guancia per poi passare all’orecchio, vi fece entrare la lingua,brividi lungo tutto il corpo,con la mano scese fino ad accarezzare il culo,passò e ripasso il dito nel solco,facendo una piccola tappa in corrispondenza del buco,mi rilassai e quando vide che mi ero tranquillizzato, si rialzo.
Prese in mano il pene finto,ora lo guardavo, non mi faceva più paura.
Zio si sistemo dietro, non vedevo più nulla,potevo solo indovinare quello che stava facendo.
Mise le sue gambe in mezzo alle mie, allargandole al massimo,dal rumore immaginai che lo stesse lubrificando ben bene .
Un dito si introfulò fra le chiappe,trovò il buco,lo lubrificò con cura,lo introdusse facendolo roteare,aveva ragione, quasi non lo sentivo,ma stiamo parlando del dito al quale ero già abituato,lo tolse.
“ragazzo ora mi raccomando, comincio ad introdurre il pene di gomma, stringi un po’ i denti”.
Puntò sull’ano quel cazzo finto, vi giocò un po’, diede una spinta parecchio energica, entro quasi tutto.
L’urlo fu soffocato dal cuscino, non potevo muovermi, mi sentivo impalato,respiravo con la bocca aperta,l’ano contratto a respingere quell’intruso.
“rilassati Alvin, rilassati bambino mio”.
Diede un’altra spinta, entro del tutto, lo lasciò lì.
Venne vicino a me.
“bravo amore mio, bravo, lascia che il culo si abitui, non contrarti”.
Rimise la lingua nell’orecchio,accarezzandomi la schiena.
“si così bravo,tranquillo”.
Torno dietro.
Cominciò a girarlo e rigirarlo,piano,molto piano, iniziò ad estrarlo, per poi rimetterlo dentro, lo estrasse ancor di più, lo rimise dentro, mugugni soffocati da parte mia, ma erano sempre più flebili.
“prova, a muovere il culo”.
Lo feci, mi inarcai,sentivo quel corpo estraneo dentro di me,ora non c’era un vero dolore, fastidio, ecco si un dolce fastidio.
Il gioco andò avanti per un bel pò, non ricordo per quanto, andava e veniva sempre più veloce, lo faceva uscire, lo rimetteva, stava giocando con il culo, inutile nasconderlo,mi stavo eccitando, non capivo più nulla.
Pure zio si stava eccitando,lo indovinai dal respiro, dalla frenesia, poi qualcosa deve essere scattata in lui, si fermo improvvisamente, lo estrasse e si inginocchio a guardare il buco.
“fantastico, si e allargato ben bene, avrei voglia di infilartelo ora, ma non voglio precipitare le cose, lo farò al prossimo fine settimana, si amore mio, la verginità la perderai la prossima volta, voglio godermelo per ore questo meraviglioso culetto vergine”.
Ritrovai la voce.
“come fai a dire che è vergine dopo quello che vi hai infilato?”.
“Alvin vedrai cosa significa prendere nel culo un bella verga”.
“intanto però quello che provo e solo dolore”.
Il culo mi bruciava.
“tranquillo fra poco passerà tutto”.
Feci la mossa di alzarmi, desideravo andare in bagno a lavarmi,
“no aspetta,non abbiamo finito”.
Mi fermai,cosa vorrà farmi ancora.
Si alzò.
“girati,siediti e poi sdraiati sulla schiena, con le gambe a penzoloni e allargale ben bene”.
Si inginocchio in mezzo, prese il pene in mano e cominciò a menarmelo.
“ora lo zio ti farà godere, sei stato bravo, meriti un premio”.
Ci volle un bel po’ affinchè arrivasse l’orgasmo, il dolore era ancora presente, ma aveva ragione, diminuì, arrivò l’orgasmo, o almeno quello che ritenevo tale.
“vieni in bagno e siediti,sul bidè, che ti lavo ben bene”.
Mi alzai,camminai a gambe larghe,il buco mi doleva un po’.
“ehi! per caso hai le moroidi?”.
“vai a quel paese, vorrei vedere te al posto mio”.
“lo vedrai, lo vedrai, la notte è ancora lunga”.
Non capii quello che voleva dire, in questo momento avevo altre necessità,arrivare in bagno.
Mi lavò con una delicatezza incredibile,lo fece con cura e quando fu soddisfatto, mi asciugò,gli fui grato, quel continuo massaggio, aveva alleviato quasi del tutto il dolore.
“come ti senti?”
“bene, abbastanza bene”.
“ti fa ancora male?”.
“no e quasi scomparso, brucia solo un po’”.
“ti metto un po’ di crema e vedrai che non sentirai più nulla”.
“ma quando mi inculerai con il tuo, sentirò lo stesso dolore?”.
“ma no, domani lo alleneremo ancora con quello finto e vedrai che non sentirai quasi nulla, sono sicuro che domani sera lo prenderai tranquillamente e domenica prossima potrò entrare dentro di te”.
“speriamo sia vero?”.
“pensi che ti stia mentendo?”.
“no,io no, ma dovresti chiederlo a lui,cosa ne pensa”.
Ridemmo.
“ora dai andiamo in cucina, non so tu, ma ho una certa fame”.
“sono d’accordo, sono affamato pure io”.
Preparammo la cena, ognuno facendo qualcosa.
Cenammo con vera allegria, zio sapeva essere parecchio spiritoso, probabilmente con il lavoro che faceva doveva esserlo.
Terminato di cenare lo aiutai a sparecchiare, lo avrete capito eravamo sempre completamente nudi e questo girare in abito adamitico mi eccitava in modo incredibile,ogni volta che zio mi arrivava a tiro,lo toccavo,vuoi accarezzandogli il culo, vuoi prendendogli in mano il pene e facendo il gesto di masturbarlo,lui faceva lo stesso con me,tutto questo fece si che mi eccitassi ben bene, tanto che ad un certo punto lo avevo nuovamente completamente eretto.
Zio stava asciugando i piatti ed era girato, davanti ai miei occhi il suo deretano da uomo maturo ma ugualmente attraente.
Mi avvicinai,puntai il pene in mezzo alle chiappe all’entrata del buco, spingendo leggermente, allo stesso tempo lo abbracciai.
Zio contrasse le chiappe serrandole fortemente imprigionandomi la cappella e impedendomi così di portare a termine quello che desideravo fare.
“lasciami entrare,tu non hai bisogno di allenamento”.
Glielo sussurrai all’orecchio.
“no, non è ancora il momento, prima devo insegnarti ancora una cosa molto importante”.
“va bene”.
Probabilmente la mia voce conteneva una nota di delusione.
“tranquillo Alvin, la notte è lunga, avrai il tempo di incularmi come e quanto vuoi, ma prima lasciami finire la lezione”.
Tirai fuori la cappella intrappolata fra le chiappe,finimmo di sistemare la cucina io sempre con la mia bella erezione.
“andiamo in salotto”.
Così dicendo mi prese per il pene e mi condusse come un cagnolino.
“siediti sul divano”.
Affinchè potessi farlo dovette mollare la presa, credo lo fece a malincuore.
“bene mettiti comodo, tira su le gambe e allargale ben bene”.
Feci quello che mi aveva chiesto, ero completamente esposto alla sua vista,mentre lui era in piedi.
“ora ti insegnerò come si fa un pompino”.
Sapevo cosa voleva dire, lo avevo visto in parecchi filmetti sui siti porno,il furiere me lo lasciava fare,visto che anche lui lo faceva di nascosto.
“vedi mio caro nipote il pompino è una nobile e antica arte bisogna creare aspettativa, desiderio, non come fanno in molti o molte che lo prendono in bocca e cominciano a pompare, leva tutta la poesia dell'attesa, devi usare ogni cosa a tua disposizione,la lingua, le labbra, i denti, le mani, tutto deve essere usato per fare un perfetto pompino”.
Lo guardai incantato mentre mi dava quelle spiegazioni.
“ne hai fatti molti”.
“purtroppo no,ho imparato guardando tua zia, lo sai benissimo che tu sei il mio primo uomo”.
“uomo!!! dai zio non ti sembra di esagerare, già mi viene da ridere chiamare pene il muscolo che ho in mezzo alle gambe”
“hai ragione per quanto riguardo l’uomo,sei il mio amato nipotino,per quanto riguarda il muscolo,puoi chiamarlo membro,alla tua età non c’è l’avevo così”
“va bene ti credo,ma veniamo al pompino, se non sei espertoi,come fai ad insegnarmi?”..
“teoria tanta teoria e poi ho visto tua zia all’opera, era una vera esperta, ogni volta mi faceva impazzire”.
“e lei come ha fatto imparare?”
“guarda che non siamo arrivati vergini al matrimonio,ognuno ha fatto le sue esperienze e poi questa domanda avresti dovuta farla a lei”
“scusa ma se sono il primo uomo della tua vita,come mai hai il buco allenato?”
“per metterlo in culo a tua zia,ho dovuto accettare che lei lo mettesse nel mio”
“come ma zia non era una donna?”
“certo che lo era,non hai mai sentito parlare dei dildo che si indossano?”
“zio per quanto riguarda il sesso sono ancora alle elementari”
“hai ragione,beh!,in poche parole zia indossava un strap-on e mi inculava, Dio se era brava e quanto piacere mi dava”
Non insistetti sull’argomento, il ricordo della zia gli aveva fatto spuntare qualche piccola lacrima, l’aveva amata alla follia e ancora era viva in lui.
Cambiai discorso e in modo allegro.
“forza zio ti prometto che sarò un alunno molto attento”.
“va bene amore,stai attento a quello che faccio,almeno finchè c’è la farai”
Si inginocchio.
Cominciò accarezzandomi le cosce e la parte scoperta del fondoschiena.
Avvicinò il viso ai genitali, sentivo il suo alito caldo.
Inziò a sfiorare con la lingua la pelle fra gamba e i testicoli, quella piegolina quasi inaccessibile.
Passò allo scroto, pinzandolo leggermente fra le labbra, inumidendolo, leccandolo, prese in bocca i testicoli e li succhiò, lo trattenne lievemente fra i denti tirandolo piano piano..
Si dedicò a leccare quei pochi centimetri di pelle fra scroto e ano facendolo con la punta della lingua, tutto con calma, con delicatezza estrema.
Infine di dedicò all'asta,iniziando dalla base, la umettò con la lingua,afferrandola fra le labbra e succhiandola per pochi secondi, come fosse un buon gelato, accarezzandola con la lingua, massaggiandola con le mani.
Inondò di saliva il glande roteando la lingua attorno al medesimo.
Aprì le labbra,prese in bocca la cappella.
Fece ruotare la lingua tutt'intorno, leccò delicatamente, baciò questa zona e iniziò ad andare su e giù.
Non chiedetemi dove ero, cosa facevo, cosa dicevo.
Ero in un mondo celestiale, attorno a me non c’era più nulla, ero su di una nuvola di esaltazione sessuale.
Sono convinto che avrei avuto già l’orgasmo se zio non fosse così bravo ad accorgersene e a schiacciare i testicoli, bloccandolo sul nascere e richiamandomi alla realtà, operazione che fece varie volte durante la lezione.
Riprese a salire fino a farlo quasi scivolare fuori dalla bocca, giocando un po’ con la cappella,scese con la lingua lungo l’asta fino a raggiungere il perineo, infine lo riprese in bocca.
Quello che avvenne dopo, non posso raccontarvelo, non perché non voglia farlo, ma perché credo di essere mezzo svenuto dal piacere al momento dell’orgasmo.
Riprendendo coscienza di dove ero e di quello che stavamo facendo, vidi zio in piedi davanti a me,con il pene incredibilmente eretto,io ero abbandonato sul divano, le gambe non erano più accovacciate ma erano scivolate giù, ora ero con i piedi in terra,guardando il mio basso ventre lo vidi sporco di macchie biancastre, lo sperma,il primo sperma generato dal primo pompino della mia vita.
“forza ragazzino ora tocca a te,vediamo se hai seguito bene la lezione, anche se mi sembra che alla fine ti sei un po’ addormentato”.

Cosa avrà voluto dire “ora tocca a te?”
Che stupida domanda,certo che lo sapete.
Sarò stato all’altezza di un così bravo maestro?
Lo saprete alla prossima,che sarà anche l’ultima di questa storia,ne seguiranno delle altre, sperando siate in molti a leggermi,ma ho paura vi stiate stancando.
Vorrei tanto non fosse vero.
Un abbraccio a tutti.

…continua…
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