Gay & Bisex
Il compagno della palestra parte 3
di archer81
12.04.2013 |
16.794 |
3
"I dubbi su come comportarmi e circa la possibilità che il mio rapporto di amicizia con lui fosse inesorabilmente rovinato mi accompagnarono tutto il giorno, ..."
Quella che seguì fu una notte agitata e tormentata e al mio risveglio mi sembrò che tutto quanto era successo la sera precedente fosse solo uno splendido sogno. Rimasi nel letto a riflettere e l’indolenzimento del mio sedere mi fece subito capire che quanto accaduto era la pura e semplice realtà.Ripensai ad ogni attimo passato sino alla conclusione in cui Dario mi aveva invitato senza alcuna delicatezza ad andarmene da casa sua e cominciai a temere per quanto sarebbe potuto accadere da quel giorno in poi.
I dubbi su come comportarmi e circa la possibilità che il mio rapporto di amicizia con lui fosse inesorabilmente rovinato mi accompagnarono tutto il giorno, essendo spesso tentato di chiamarlo di mandargli un messaggio.
Nell’indecisione prevalse l’istinto di rimanere ad aspettare una sua mossa che si fece attendere logorandomi dentro.
Finalmente dopo due giorni in cui non avevo avuto sue notizie mi arrivò un suo sms che recitava: “Ieri hai bigiato la palestra…è così che ti prepari a fare stragi di cuori in spiaggia? Stasera vado ad allenarmi…passo a prenderti alle 18! E vedi di farti trovare pronto…”
Rimasi perplesso sul suo comportamento: nessun accenno a quanto era successo tra di noi e nessuna richiesta di chiarimento. Decisi di assecondarlo rispondendo con un semplice: “ok a stasera”
Passò a recuperarmi a casa e per tutto il tragitto fino alla palestra parlammo di calcio allenamento e gnocca come sempre tanto che mi sembrò che nulla fosse successo e tutto fosse come prima.
Durante l’allenamento però mi sembrò che si divertisse a provocarmi: durante gli esercizi alla panca piana, mettendosi in piedi sopra di me che sollevavo il bilancere, avendo il suo pacco davanti ai miei occhi si massaggiò più volte e con insistenza fissandomi e dipingendo un sorriso sul suo volto.
In altre circostanze mi invitò più volte a toccare i suoi muscoli in tensione per capire come fare correttamente gli esercizi e mi diede una pacca sul sedere mentre ero intento in un esercizio che mi esponeva con i glutei verso di lui.
Ormai era riuscito nel suo intento: farmi impazzire e instillare in me una voglia mostruosa di lui.
Finito l’allenamento tornammo nello spogliatoio. Mi spogliai velocemente e mi fiondai nell’ultimo doccia per evitare che si notasse il mio pisello semi turgido e per evitare figuracce con gli altri nello spogliatoio.
Dario rimase nella zona degli armadietti parlando con altri ragazzi e nostri amici. Uscendo dalla doccia riuscii a carpire parte del discorso: stava raccontando a tutti di una sua amica che l’altra sera a casa sua si era prodigata in un pompino da urlo e che poi si era fatta scopare coma la peggiore delle troie sotto la doccia.
Tutti si complimentavano con lui per le sue perfomance da latin lover e ridevano a squarcia gola della povera malcapitata ma nessuno poteva anche solo immaginare che quella ragazza fossi io.
Rimasi in un angolo attendendo che anche Dario fosse pronto. Salimmo in macchina e non spiaccicai parola non nascondendo l’incazzatura per come indirettamente fossi stato sputtanato.
Mentre guidava cominciò a prendermi in giro: “Sei incazzato? Non dirmi che ti è andata male la giornata…o sei arrabbiato per quello che ho detto nello spogliatoio? Dai non fare il gelosone”
Rimanevo in silenzio fissando dritto davanti a me trattenendomi dall’esplodere tutta la mia rabbia ed insultarlo per quanto fosse stronzo.
Fermò la macchina e non mi accorsi che invece di avermi portato a casa mi aveva fatto a rivare alla sua.
Mi guardò col suo solito sorriso e mi disse: “Dai sali che mi faccio perdonare per essere stato stronzo”.
Come un automa lo seguii…in ascensore mi stupì tirnado fuori dai pantaloni il suo pisello barzotto e invitandomi a succhiarglielo forzandomi a infilarmelo in bocca.
Cercai di oppormi ma l’eccitazione prese il sopravvento e cominciai in un pompino voglioso infilandomi in gola quello splendido cazzo e sentendo i le palle sbattere contro il mio volto. Per poco non soffocai quando cominciò a scoparmi la bocca.
Tenendomi ferma la testa mi infilava tutto fino in fondo facendomi venire dei conati di vomito e provocandomi una salivazione fortissima.
Lo stronzo aveva anche fermato l’ascensore tra i piani per non interrompere quel momento e continuare a godersi il servizietto.
Durò comunque poco: Dario cominciò ad ansimare e in breve tempo mi riempì di nuovo il viso del suo seme emettendo un urlo gutturale e liberatorio.
Appena finito di svuotarsi lo infilò nei pantaloni e rimise in moto l’ascensore che velocemente arrivò al piano mentre io ero ancora in ginocchio e ricoperto del suo seme che mi colava dappertutto.
Non mi resi conto che l’ascensore aveva aperto le porte e che lui era uscito di corsa per fiondarsi in casa e che una vicina stava uscendo dal suo appartamento venendo verso di me.
Feci in tempo a realizzare il tutto e di scatto ad alzarmi e correre in casa sua chiudendomi alla spalle la porta pronto a sfogare su di lui tutta la mia rabbia.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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