Gay & Bisex
Il fantino
di archer81
05.07.2021 |
10.833 |
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"Con due dita cominciò a giocare con uno di essi facendomi emettere un piccolo gemito di piacere e contemporaneamente avvicinò il suo viso al mio baciandomi..."
Negli ultimi tempi al fine di recuperare la forma perduto con i lunghi mesi chiusi in casa per causa di forza maggiore ad oziare e a mangiare, avevo ripreso a correre, dapprima con estrema fatica, poi con qualche soddisfazione riuscendo a mantenere ritmi discreti e aumentando sempre più la lunghezza del percorso dei miei allenamenti.Nei pressi di casa c’è un enorme zona verde, un polmone naturale con zone destinate ad aree ricreative ed altre zone meno colonizzate dall’uomo dove ci si può addentrare nella zona boschiva su sentieri ben tenuti correndo tra piccoli boschi, ampie radure e zone destinate a maggese.
Da qualche settimana, avendo allungato il mio percorso mi imbattevo in una parte del parco in cui era frequente incrociare persone a cavallo che facevano qualche escursione dal vicino maneggio ed avevo imparato a riconoscere alcuni che con cadenze prestabilite si allenavano a dorso di stupendi cavalli.
Tra questi vi era un ragazzo che divenne presto per me “Il Fantino” e che incrociavo praticamente sempre durante i miei allenamenti e che riusciva a catalizzare la mia attenzione grazie al portamento e all’eleganza che lo contraddistingueva nel cavalcare.
I nostri incontri duravano pochi minuti, il tempo necessario affinchè io avvicinandomi di corsa all’ampio spazio erboso incrociassi e superassi il fantino di cui avevo imparato a riconoscere a distanza la figura.
Brevi istanti che mi avevano fatto idealizzare questa persona e che ogni volta mi distraevano dal mio allenamento allentando la concentrazione, assorto come ero nel contemplare la figura del ragazzo.
Finchè un giorno, troppo assorto ad ammirare il fantino, non mi accorsi di radici sporgenti di un enorme albero secolare ed inciampai ruzzolando a terra e sbattendo la testa contro l’enorme tronco della pianta.
Il colpo mi portò a perdere i sensi per qualche istante e quando ripresi coscienza ero sdraiato a terra all’ombra dell’albero con qualcuno chino su di me; misi lentamente a fuoco e riconobbi subito il viso del mio soccorritore: era il fantino.
Non avrei mai potuto non riconoscere il suo viso leggermente abbronzato incastonato tra i suoi capelli corti e brizzolati che si fondevano con la corta barba curata che incorniciava il suo sorriso bianchissimo.
Mi chiese come mi sentissi dicendomi di rimanere sdraiato ancora un po’ per riprendere bene i sensi prima di rialzami e non sentendo ragioni di fronte alla mia cocciuta volontà di minimizzare quanto occorso.
In effetti mi doleva la caviglia e difficilmente sarei riuscito a tornare a casa in maniera autonoma e mi vidi quindi costretto ad accettare il suo aiuto nel momento in cui alzatomi in piedi facevo fatica a poggiare a terra il piede destro.
A nulla valsero le mie proteste quando decise che mi avrebbe fatto montare sul suo cavallo mentre lui a piedi lo teneva per le briglie in modo da portarmi all’infermeria del maneggio dove, una volta giunti, mi fece sdraiare su un lettino.
Avere accanto quel bel ragazzo mi faceva persino dimenticare il dolore alla gamba per la contusione successiva alla caduta in quanto ogni volta mi perdevo nel suo sguardo e nel suo sorriso e probabilmente sarei sembrato un povero imbecille a chi da fuori avrebbe potuto assistere alla scena, incapace come ero di formulare un pensiero di senso compiuto.
Ascoltavo come inebetito il mio soccorritore non opponendo più alcuna resistenza ad ogni sua decisione ma assecondandolo senza alcuna remora compiaciuto come ero della sua vicinanza.
Prese da un armadietto del disinfettante e del cotone per medicare le escoriazioni che mi ero procurato sulle gambe e che erano talmente estese da terminare nella parte di coscia coperta dai pantaloncini che indossavo per il mio allenamento.
Seppur fortemente imbarazzato non impedii al mio bel fantino di sfilarmi i pantaloncini per poter meglio medicare le ferite rimanendo sdraiato in slip sotto il suo sguardo attento che delicatamente cercava ogni ferita per porvi rimedio.
Il suo tocco delicato, il suo viso dolce e lo sguardo deciso mi turbavano fortemente e nonostante mi fossi sforzato con tutto me stesso di mantenere il controllo non mi fu possibile impedire al mio pene di prendere turgore e di gonfiarsi nello spazio ristretto all’interno delle mie mutande.
Il ragazzo si accorse quasi subito degli sconvolgimenti che percorrevano il mio corpo ed il mio spirito e dopo avermi sorriso mosse le sue mani sul mio petto accarezzandolo delicatamente da sopra la maglietta incontrando i miei capezzoli che si erano induriti tanto quanto il mio pene.
Con due dita cominciò a giocare con uno di essi facendomi emettere un piccolo gemito di piacere e contemporaneamente avvicinò il suo viso al mio baciandomi dolcemente sulle labbra.
Questo bastò per farmi perdere ogni inibizione e ricambiare con passione e voluttà il bacio del mio soccorritore dischiudendo le labbra e facendo incontrare le nostre lingue fameliche.
Sdraiato sul lettino con il ragazzo chino su di me mi fu facile con una mano percorrere la gamba di quest’ultimo arrivando a toccare il suo sedere piccolo e sodo che sembrava scolpito nel marmo.
Il mio pene non riusciva più ad essere contenuto dagli slip e scattando come una molla svettava verso l’alto nella mano del mio bel fantino dopo che le mutande mi erano state tolte ed abbassate alle caviglie finendo per essere scalciate a terra in un senso di liberazione.
Da parte mia arrivai in fretta all’inguine del ragazzo riscontrando sotto le mie dita una voluminosa protuberanza che si era allungata lungo un lato pronta ad essere liberata per mostrarsi in tutto il suo splendore davanti ai miei occhi.
Il suo pene era stupendo, lungo ma non troppo largo con i peli saggiamenti curati alla sua base e su tutto l’inguine: lo masturbai per qualche istante afferrando successivamente il ragazzo per i glutei al fine di portarlo verso il mio viso e poter assaggiare con la mia bocca quel membro magnificamente eretto.
Cominciai dapprima a leccarne la cappella per poi infilarmi l’asta in gola e scorrere velocemente con la bocca per tutta la sua lunghezza arrivando per un istante sino a toccarne la base essendo riuscito a farlo scivolare per tutta la sua lunghezza nella mia bocca e nella mia gola.
Il fantino dimostrava di gradire ampiamente il trattamente che gli avevo riservato emettendo dei gemiti di piacere ed incitandomi a non smettere fino a tenermi per la testa nel momento in cui arrivavo ad ingoiare tutto il suo pene scopandomi la gola con forza e suscitandomi alcuni piccoli conati corredati da delle lacrime che sgorgavano dai miei occhi.
Impazzivo per quel trattamento e volevo che godesse grazie a me che davo il ritmo alle sue penetrazioni della mia gola tenendolo sempre per i glutei.
Dopo diversi minuti di quel trattamente che mi aveva completamente fatto perdere la testa, il ragazzo liberò la mia bocca dalla piacevole presenza del suo membro e mi fece scivolare arrivando ad appoggiare una gamba a terra e tenendo l’altra sul lettino al fine di mettere a sua completa disposizione il mio culo.
Cominicò a palparlo con forza, strizzandomi i glutei e colpendoli con dei piccoli schiaffi che riecheggiavano nell’infermeria insieme ai miei gemiti di piacere prima che si tuffasse con la sua lingua sul mio buchino per inumidirlo e farlo dischiudere.
Continuò poi facendo scivolare il suo cazzo sempre turgido tra le mie chiappe arrivando a puntare l’ingresso del mio sedere che seppe stuzzicare con la sua cappella prima di entrare con decisione dentro di me.
Emisi un gemito di sorpresa e piacere e fu così delicato da rimanere fermo dentro di me finchè non mi fossi abituato a quella presenza ingombrante mentre con il suo petto appoggiato sulla mia schiena mi leccava il collo e mi sussurrava parole dolci ed eccitanti all’orecchio.
Decise di iniziare a scoparmi con veemenza tenendomi saldo per le spalle e colpendomi ogni tanto il sedere con degli schiaffi mentre io ondeggiavo a ogni colpo e gridavo il mio piacere tenendomi ben saldo al lettino che rischiava di cedere sotto quei colpi violenti.
Il ragazzo dimostrò di essere estremamente resistente in quanto continuò pistonarmi il culo per lungo tempo fandomi cambiare posizione più volte e facendomi provare un piacere incommensurabile.
Ero esausto sotto i suoi colpi ma nonostante questo non volevo che smettesse perchè avrebbe significato interrompere quell’idilio.
Ma era umanamente impossibile proseguire ancora a lungo e quindi, fattomi stendere nuovamente sul lettino, concluse il nostro incontro riempiendomi il viso e il petto del suo seme caldo ed abbondante.
Ero senza fiato, appagato e soddisfatto di quello splendido ragazzo che era rimasto in piedi accanto a me accarezzandomi delicatamente il corpo mentre mi masturbavo per concludere con una copiosa sborrata il nostro incontro.
Capii che avvicinarmi all’equitazione era il mio destino, ed ora insieme ci divertiamo in lunghe ed appaganti cavalcate ogni volta che possiamo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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