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Un rigore sbagliato


di Membro VIP di Annunci69.it archer81
27.11.2014    |    25.485    |    8 9.0
"Lo aveva praticamente sollevato di peso e lo aveva spinto contro il tavolino dei massaggi facendolo piegare in avanti ed invitando due compagni a tenerlo fermo..."
La partita era terminata da poco e Marco stava mestamente rientrando nello spogliatoio insieme a suoi compagni sentendo addosso il peso della responsabilità di quanto era accaduto.

Era il match più atteso della stagione, il derby con la squadra del paese vicino del campionato di prima categoria con la quale si combatteva spesso sino all’ultimo per aggiudicarsi la migliore posizione in classifica e puntare a fare il salto di categoria.

La partita era stata molto combattuta finchè a pochi minuti dal termine Marco era stato atterrato in area ed aveva ottenuto un rigore che avrebbe potuto sbloccare il risultato di parità.

Era andato sul dischetto sentendo che quel goal avrebbe potuto trasformarlo in un eroe per i mesi seguenti ed aveva iniziato la rincorsa sentendosi estremamente sicuro che sarebbe andato a segno tanto da sottovalutare il fondo bagnato e scivolando nel momento di battuta, perdendo parzialmente l’equilibrio e spedendo la palla sopra la traversa.

Aveva terminato i minuti restanti della partita girovagando per il campo quasi sotto shock ed ora stava rientrando nello spogliatoio con le pacche di consolazione di qualche compagno e le occhiatacce di rimprovero dell’allenatore e di altri compagni.

L’atmosfera nello spogliatoio era abbastanza surreale in quanto pochi parlavano e quasi tutti erano affranti per come si era conclusa la partita facendo in modo tale che Marco sentisse ancor più il peso della responsabilità.

Si stava spogliando per incamminarsi nelle docce e si era tolto la maglietta e le scarpe rimanendo con i calzettoni abbassati e i pantaloncini quando Luca, il capitano della squadra, un terzino dal fisico possente che sovrastava il longilineo centravanti, gli si fece vicino e cominciò a parlargli quasi cercando di consolarlo.

Le sue parole erano al contempo sagge e tranquillizzanti e cercava di spiegare allo sconsolato Marco che nulla era precluso per il prosieguo del campionato.

Gli aveva cinto le spalle in modo fraterno, poi cambiando repentinamente atteggiamento, aveva cominciando a scherzare dicendogli che però avrebbe dovuto pagare pegno suscitando l’ilarità dei compagni di squadra.

Lo aveva praticamente sollevato di peso e lo aveva spinto contro il tavolino dei massaggi facendolo piegare in avanti ed invitando due compagni a tenerlo fermo mentre cominciava goliardicamente a sculacciarlo.

Dapprima Marco si era preoccupato essendo stato preso alla sprovvista ma poi, capendo le intenzioni ilari del capitano, era stato al gioco scherzando e recitando la parte.

Si dimenava sotto i colpi del compagno suscitando l’ilarità di tutta la squadra che assisteva allo spettacolo che si propinava loro.

Il divertimento di Marco era però più intenso e intimo di quello che provavano gli altri nello spogliatoio poiché i colpi che subiva sulle chiappe gli provocano un piacere erotico che fortunatamente era celato dai pantaloncini e dagli slip che trattenevano il turgore del basso ventre del ragazzo.

Nessuno in squadra sapeva né tantomeno sospettava che Marco adorasse pratiche sessuali di quel genere e che spesso non disdegnava la compagnia di un bel ragazzo giovane e aitante come lui.

Il gioco continuava innocentemente e Luca scuoteva le sue chiappe con i suoi colpi vigorosi. Immedesimandosi però nella parte il capitano all’improvviso decise di fare un passo in avanti abbassando in un sol colpo pantaloncini e slip e riscontrando la difficoltà nel farlo a causa del cazzo duro di Marco.

Capì al volo la situazione e maliziosamente accarezzo le natiche lisce ed arrossate del ragazzo esclamando il suo stupore per l’eccitazione del compagno.

Marco era fortemente imbarazzato per la situazione e per il fatto che tutti avessero scoperto in quel modo la sua debolezza e rimase fermo e senza parole col gli occhi bassi privo del coraggio di affrontare gli sguardi dei compagni di squadra.

Luca continuò a sfotterlo senza ritegno paragonandolo a una femminuccia e strusciando un dito sul solco della natiche fermandosi sul buchino del ragazzo ed esercitando una leggera pressione provocando un sussulto ed un sospiro di piacere in Marco.

Era ormai chiaro che Marco non era nuovo a certe situazioni ed il capitano senza perdere tempo decise di approfittarsi di questa situazione: si abbasso velocemente pantaloncini e boxer e prese a segarsi il cazzo per portarlo alla massima erezione.

Pur non potendo vedere quanto accadeva alle sue spalle Marco aveva capito che ormai non aveva più scampo e alzando lo sguardo potè vedere i visi dei compagni colmi di meraviglia e, per alcuni di essi, di libidine.

Quello che non poteva vedere era però il cazzo di Luca che stava prendendo vigore, un cazzo non esageratamente lungo ma significativamente largo e venoso.

Non passò molto tempo che sentì la punta del glande appoggiata al suo sfintere esercitare una leggera pressione; Marco capì che opporsi non sarebbe servito a nulla e che avrebbe dovuto rilassarsi e godersi quella inaspettata scopata.

Luca spinse con decisione ed irruenza il suo cazzo dentro le membra di Marco che preso allo sprovvista dalla forza del capitano emise un gemito di piacere misto ad un pizzico di dolore.

Durò poco il dolore e lasciò velocemente spazio ad uno smisurato piacere: il diametro del cazzo di Luca era superiore a quelli cui Marco era abituato e strusciava sulle pareti del culo di quest’ultimo provocandogli sensazioni nuove ed intense.

Luca era estremamente eccitato e scopava Marco con decisione e forza aggrappandosi con le mani alle spalle del ragazzo e colpendo con il basso ventre le chiappe creando una sequenza ritmica di colpi che risuonavano nello spogliatoio.

Andarono avanti per alcuni minuti, non molti ad esser sinceri, finchè Marco non senti Luca irrigidirsi e smettere di penetrarlo con i colpi decisi cui l’aveva abituato: un numero imprecisato di schizzi di sborra lo riempì mentre il capitano si accasciava sulla sua schiena.

Non rimase però a lungo appoggiato al ragazzo; si alzo velocemente sfilando il cazzo ancora sporco di sborra come se nulla fosse successo ed invitando i compagni a sbrigarsi a fare la doccia che si stava facendo tardi.

Marco era ancora appoggiato al lettino con le chiappe arrossate e colanti di sperma del capitano e decise che anche a costo di retrocedere da quel giorno avrebbe sbagliato molti più rigori.
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