Gay & Bisex
Pallavolisti 05
di archer81
02.07.2017 |
17.172 |
6
"Cominciai a piangere pregandolo di smetterla e di lasciarmi perché mi faceva male ma probabilmente Giacomo traeva ancor più piacere dalla mia paura e dal mio..."
Passarono i giorni e le settimane e con Mirko si era creato un rapporto particolare in cui ogni volta che voleva ero a sua completa disposizione concedendomi per dei veloci pompini in auto o in luoghi appartati o in più appaganti scopate in cui era sempre lui a decidere dove e come farlo.Era ormai arrivata la primavera e quella sera ero a casa intento ad ascoltare un po’ di musica quando mi arrivò uno dei suoi messaggi sul cellulare con cui mi annunciava che nel giro di mezzora sarebbe stato sotto casa mia a prendermi.
Capii immediatamente che quella sera non mi sarei limitato ad un pompino ma avrei potuto sentire nuovamente dentro di me il suo cazzo.
Mi preparai velocemente attendendo con impazienza di scendere sotto casa al suo messaggio che mi annunciava il suo arrivo: scesi di corsa e trovai la sua auto ferma ad aspettarmi ma notai subito che Mirko non era solo; al lato del passeggero era seduto Giacomo che mi accolse con un sorriso sornione.
Salii pertanto in auto accomodandomi sul sedile posteriore e subito Mirko ripartì velocemente senza proferire parola mentre invece Giacomo continuava a fare il simpatico e a fare battute di dubbio gusto chiamandomi ripetutamente ragazzina.
Arrivammo in una zona periferica della città dove c’era un enorme spiazzo circondato da alberi e cespugli e malamente illuminato: Giacomo scese velocemente dall’auto ed aprendo lo sportello posteriore quasi mi trascinò giù dall’auto.
Eravamo tutti e tre in piedi nello spiazzo ed io, leggermente intimorito dall’incertezza della situazione, tremavo forse di paura forse a causa dell’aria fresca della sera. Guardavo in direzione di Mirko che nel frattempo si era acceso una sigaretta mentre Giacomo si era abbassato pantaloni e boxer mostrando il suo cazzo in erezione.
Attesi il cenno di Mirko prima di inginocchiarmi davanti a Giacomo e prendere in bocca il suo cazzo abbastanza largo ma con un sapore acre di chi non si era lavato bene dopo l’ultima pisciata; estrassi pertanto il suo cazzo dalla mia bocca per prendere aria e sputare a terra la saliva impregnata del suo sapore poco piacevole.
Giacomo non apprezzò però il mio gesto e presomi per la nuca mi costrinse a riprendere in bocca il suo cazzo cominciando a scoparmi la gola con lunghi affondi; non mi piacevano i modi di fare del ragazzo che continuava ad insultarmi con epiteti volgari dicendo che dovevo fare quello che voleva lui.
Cercavo continuamente di liberarmi dalla sua presa dimenandomi e gemendo, cosa che però rendeva ancor più eccitato Giacomo che diventava sempre più ingrifato dalla situazione. Riuscii però per un piccolo istante a liberarmi della sua presa e lamentarmi verbalmente dicendogli di smetterla di trattarmi così e che quel gioco non mi piaceva.
La risposta alle mie lamentele fu da parte di Giacomo un sonoro ceffone sul viso che mi lasciò interdetto e subito, presomi per il collo, mi fece alzare e mi sbattè contro l’auto ringhiandomi addosso tutta la sua incazzatura e minacciandomi di farmi del male se non avessi fatto quello che voleva perché io ero lì per soddisfare lui e nient’altro.
Cominciai a piangere pregandolo di smetterla e di lasciarmi perché mi faceva male ma probabilmente Giacomo traeva ancor più piacere dalla mia paura e dal mio rifiuto ad acconsentire alle sue richieste.
Poi finalmente intervenne Mirko che disse a Giacomo di smetterla perché quel gioco non divertiva neanche lui e dal rifiuto di quest’ultimo a cambiare il proprio atteggiamento ne scaturì un diverbio tra i due.
Giacomo rinfacciava a Mirko il fatto di essersi divertito con me per mesi senza coinvolgerlo e continuava a chiamarmi troietta, ragazzina, succhiacazzi ed altri epiteti offensivi mentre dal canto suo Mirko cercava di smorzare i toni e difendermi fino a quando Giacomo non glie diede uno spintone facendolo indietreggiare di qualche passo.
Cominciarono ad azzuffarsi con spintoni calci e pugni fin quando Mirko non colpì Giacomo al naso facendolo cadere a terra e sanguinare e mettendo fine alla rissa; il capitano fece alzare il ragazzo da terra lo costrinse a salire in macchina e fattomi cenno di montare in auto ritornò sulla statale arrestandosi alla prima fermata della metro.
Costrinse Giacomo a scendere dalla macchina dicendogli di arrangiarsi a tornare a casa e ripartì velocemente in auto riaddentrandosi in città; furono lunghi istanti di silenzio e di imbarazzo da parte mia cercando di capire dove mi stesse portando.
Si fermò sotto ad un palazzo e mi disse di seguirlo all’interno dello stabile; entrammo all’interno dell’ascensore e salimmo fino al quarto piano dove aprì la porta che dava su un appartamento che doveva essere probabilmente il suo.
Mi disse di mettermi comodo e mi invitò a farmi una doccia per riprendermi dalla brutta avventura appena vissuta e mi accompagnò in bagno dove mi diede degli asciugamani; entrai sotto il soffione e mi rilassai sotto il getto di acqua calda chiudendo gli occhi e massaggiandomi il corpo.
Rimasi sotto la doccia per lungo tempo e, una volta asciugatomi, raggiunsi con solo i boxer addosso Mirko che era sul divano in salotto che guardava la tv. Mi fece sedere accanto a lui e mi fece appoggiare la testa sulla sua spalla cingendomi per un fianco.
Si scusò con me per l’accaduto dicendomi che non avrebbe mai dovuto coinvolgere Giacomo e che non voleva che qualcuno, chiunque fosse, potesse trattarmi così.
Era il primo gesto carino che Mirko aveva nei miei confronti dopo tutto questo tempo e mi aveva lasciato letteralmente senza parole. Mi strinsi ancora più forte a lui accarezzandogli il petto e scendendo leggermente verso l’inguine dove sentii che il suo cazzo era duro ed eccitato.
Lo massaggiai da sopra i pantaloni e lo sentii divenire ancora più duro e turgido mentre Mirko con gli occhi chiusi si godeva il massaggio ed emetteva leggeri gemiti di piacere. Per la prima volta ero io a condurre il gioco e decisi pertanto di abbassargli i pantaloni e le mutande di inumidirgli la punta del cazzo con alcune succhiate e di salire a cavalcioni sopra di lui.
Lo sentii entrare lentamente essendo io a decidere il ritmo e vidi Mirko riapire gli occhi e stringermi con le sue braccia muscolose e le sue manone mentre con la lingua stuzzicava i miei capezzoli. Forse per la prima volta non mi stava solo scopando ma eravamo riusciti a creare del feeling tra noi due.
Sempre restando dentro di me, mi strinse ancora più forte facendo combaciare i nostri petti mentre i movimenti del suo cazzo nel mio culo si erano fatti più lenti ma, se possibile, ancor più piacevoli per entrambi; avvicinò il suo volto al mio ed appoggiò le sue labbra alle mie che si schiusero accogliendo la sua lingua.
Ci baciammo, ci baciammo a lungo e senza sosta per tutta la sera anche quando cambiando posizione mi feci penetrare da dietro rimanendo sdraiati sul fianco e continuammo a baciarci anche quando sdraiati sul pavimento uno accanto all’altro lo masturbai fino a venire copiosamente sul suo petto.
E continuò a baciarmi anche dopo che con la lingua ero andato a raccogliere parte del suo seme gustandomelo avidamente.
E non smise di baciarmi neanche la mattina dopo quando ci svegliammo uno accanto all’altro abbracciati dolcemente.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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