tradimenti
Guida telefonica per masturbatrici
di single80fe
26.02.2018 |
8.366 |
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"Farò un video, guardandolo negli occhi, e succhiando il dildo finché non gli uscirà lo sperma dai pantaloni ancora chiusi..."
Guida telefonica per masturbatrici- Ciao, Sonia.
Cazzo è lui. La sua voce al telefono, calda, seducente, sensuale. È già in quel mood. Lo sapevo. Lo sapevo da quando avevo visto il numero di Samuele sul telefono. Sapevo cosa voleva fare.
- Ciao, Sam.
Mario è via per lavoro. Samuele doveva saperlo. Ho il suo numero da anni, e lui il mio, ma è la prima volta che mi chiama, la prima volta dopo la festa in cui devo aver dato il mio corpo ad almeno 10 maschi.
- Mettiti comoda, Sonia.
Cazzo, sono già bagnata. Come fa? Saranno i ricordi della festa, non pensavo che da una semplice sega ad un uomo che consideravo un po’ sfigato e così normale, potesse nascere questo mio desiderio così intenso. È il suo carisma, che mi sta stregando, colpita a poco a poco. Ora lo sa, sono certa che lo sappia, e mi torturerà per questo.
Sarò complice della mia stessa tortura.
- Ti sei messa comoda?
- Sì, a letto, tanti cuscini dietro alla schiena - un filo di voce
- Cosa indossi? - dice secco
- Una tuta, sono in casa.
- Leva i pantaloni.
Quasi brutale, ma non posso farne a meno, non ora, lo voglio.
E poi la sua voce, mi sta penetrando la mente, arriva quasi allo stomaco, dritto dalla bocca, dalla figa.
- Ora ascoltami, per bene. Per i prossimi lunghi minuti, farai esattamente quello che ti dirò. Movimento per movimento, al ritmo che ti imporrò
- Va bene - sento il cervello tra le sue mani.
- Voglio sentirti appena con le dita tra le labbra, toccare appena la punta della lingua, sfiorarti piano quelle labbra gonfie.
- Vuole dire da bocchinara - penso - ma non lo dirà, non ora.
Eseguo, la partita è già a carte scoperte, ci stiamo infilando in un tunnel pericoloso. Ma tutto questo mi intriga ancora di più, per non dire quanto mi faccia bagnare.
- Infilale ora, lentissima, in bocca, lentissima. Ti sento se acceleri, sento ogni cosa da qui, anche la tua figa che si apre al pensiero.
- Stronzo. - Ma lo dico ancora nella mia testa. Lo ascolto.
E da qui in poi, solo le sue parole. Di continuo. Scandendo i numeri.
1. Usa le dita in bocca, come se fossero un pene che ami, come se fosse il mio uccello all’inizio di un lungo rapporto. Leccale lentamente, e bagnale.
2. Quelle dita bagnate, appoggiale solo sul perizoma. Non strofinare, non spingere, non muoverle. Appoggiale e basta. Lascia che la tua saliva bagni un po’ il tessuto.
3. Resta ferma, respira, senti il tuo corpo che inizia a pulsare. Il tuo corpo sarò il mio capolavoro, i tuoi orgasmi la mia linfa. Lo sai che mi eccito solo se godi intensamente.
4. Ora fai scivolare la mano verso l’alto, appoggia un attimo il telefono, e spogliati completamente. Ti aspetto mentre vai a prendere le auto reggenti. Mettile. Poi torna da me, serviranno.
5. Ti aspetto. Vai.
6. Ci sei? - Sì, la mia risposta. Ho il corpo teso, sa che sono sua. Ma non vuole prendermi, non ancora.
7. Adesso passa la mano sulla pancia, sfiora l’ombelico, falla risalire. Con il dorso della mano accarezzati quel bel seno che ti ritrovi, come fosse la mia mano. Vedo quasi la pelle d’oca. Fotografalo, un solo seno, e mandami la foto. - Io eseguo.
8. Bagna indice e medio. Bagnali bene, sfiora il collo, scivola lenta, arriva al capezzolo. Resisti alla tentazione di di stringerlo. Accarezzalo e basta, sul buchetto che lo sovrasta.
9. Ora accarezzalo piano alla base, prima uno e poi l’altro, sentirlo indurirsi tra le tue dita. Stringilo, come sai che farò io, alla prima occasione disponibile - Sto per dire vieni a casa mia e fottimi, ma mi trattengo. Mi scappa un gemito però
10. Ti sta piacendo, eh? - Sì, gli rispondo
11. Stringilo. Ora. Un poco più forte. Aumenta. Pensa alle mie labbra che lo stanno succhiando, alla mia lingua che lo lecca, ai miei denti che lo stuzzicano.
12. Pizzicali, forte, adesso. Stringi. Voglio sentirti gridare appena per il dolore. - Lo faccio, non riesco a trattenermi, mi sta torturando e sa di avere il potere.
13. Lo sai perché sto contando, vero? - Mi distrae, vuole giocare - No, sì, cioè
14. Prova a immaginare a quale numero ti farò godere. Riconosci la citazione, tra le righe. E pensa a quanta strada hai da fare ancora. - Ho la figa gonfia, penso, voglio toccarla, ma non posso disobbedire, non ora. Ora non è il momento dei dispetti.
15. Mentre fai scivolare la tua mano sulla pancia, lentissima, sulla pancia, pensa al mio cazzo sulla bocca. Pensalo, moscio nella tua bocca che si gonfia fino a raggiungere il massimo potenziale, che ti riempie, senti tra le gambe la gioia di arraparmi come poche altre. Lo sento quanto ti piace
16. Pensa di appoggiare la lingua al frenulo, mentre cominci ad accarezza piano piano la clitoride. - Mi strappa un ansimo, più forte.
17. Ti piace, eh? - Sorride, sento la sua voce sorridere. Mi fa incazzare ed impazzire.
18. Ora apritela, piano piano, con le dita a V. Apriti quella fighetta come se volessi offrirmela. Scopri la clitoride. Lo so che sei già bagnata.
19. Non usare i polpastrelli, non ancora. Passa il palmo della mano dal monte di Venere alla clitoride calda, struscia piano piano, scivola. Ma non eccedere. Lascia salire il piacere, lasciati invadere. - Non riesco a trattenere il pensiero, voglio che mi invada…
20. Lo so che vorresti un cazzo ora, dentro, profondo, potente. Il mio, magari. - Sono sua, cazzo, mi può usare come una bambolina, una donna forte come me.
21. Vorresti che ti scopasse intensamente, profondamente. E invece sono io a guidarti. Non accelerare, lo sento che lo vuoi. Ma il tuo orgasmo è mio, e decido io come, quando, perché.
22. Fammi vedere come ti stai toccando. Mandami un video. Ma fallo come dico io. Esattamente come ti sto dicendo: toccati piano la clitoride tra indice e pollice, stringila alla base, massaggia la punta. Lentissima. Voglio sentire per bene il tuo respiro. Poi infila due dita, senza cambiare il ritmo, sempre lenta, devi sentire la sofferenza, di questa lentezza. Mentre ti penetri, una volta sola, devi pronunciare il mio nome. E concluderai il video facendomi vedere come ti lecchi le dita fradice. E voglio il tuo viso per intero. Non quelle bambocciate anonime. Voglio i tuoi occhi. - Sarà per il riferimento agli occhi, o perché la sua voce mi sta letteralmente inondando la figa, ma sto per fare una cosa che avevo promesso di non fare mai: mandare un video in cui mi si può riconoscere. Ma non posso trattenermi. Lo faccio.
Pausa. Il tempo del video. Eseguo.
23. L’ho visto. Brava. Ora mandalo a Mario. - Che porco, ma sono nella sua rete: il solo pensiero che si interrompa mi fa impazzire, voglio godere con quella voce.
24. Mandato? - Si. La mia voce è flebile, quasi un sussurro. Non so come Mario lo prenderà, non l’ho mai fatto per lui.
25. Ora comincia a masturbarti, lenta, due dita che entrano ed escono da te, il palmo della mano che continua a massaggiarti la clitoride. Pensa alla mia bocca sulla tua figa mentre lo fai, alle tue dita come fossero le mie alla tua mano come fosse la mia lingua. - Gemo.
26. Ti piace, Sonia. Lo so, lo sento, come sento che quasi vorresti godere. - Si, lo voglio.
27. È presto. Molto presto. Rilassati, accelera un po’, due tre quattro penetrazioni più veloci, poi di nuovo lenta, lentissima.
28. Pensa alla festa, pensa a quei cazzi che hai succhiato, al desiderio che scatenavi. Alla sborra calda che ti ha inondato la schiena e il seno, la faccia e la bocca. Pensa a quanto li vorresti adesso quei cazzi. - Voglio il tuo - oso. - Lo avrai.
29. Ricorda quando mentre ti scopavo il culo una donna ti stava mangiando la figa e tu gridavi, forte, in mezzo a sconosciuti mascherati. Ansimo: - eri tu, porco? Quello che mi ha aperto il culo. Ho goduto, sai? - E mentre lo dico quasi un sussulto, quasi un orgasmo
30. Non godere. Fermati. Togli la mano. Subito.
31. Brava. Trattieni il piace. - Mi stanno scoppiando la testa e la figa, mi viene in mente d’istinto, incapace di pensare.
32. Quanto vorresti essere scopata, ora? - Tanto, mugolo
33. Apri la porta. - Come? - Il campanello suona. Onestamente, spero sia lui, ma maledico il momento. Mi metto al volo una vestaglietta, con le cosce fradice di umori. Guardo dallo spioncino, ancora al telefono. È un corriere.
34. Apri la porta a vestaglia aperta. - Ho una paura fottuta, ma non posso resistergli. So di essere stupenda, così eccitata. Apro, la porta, il corriere è un ragazzo di una trentina d’anni, vagamente stupito, pare. Ma forse è un complice di Sam.
35. Prendi il pacchetto e firma. Lo potrai succhiare un’altra volta. Oggi è il giorno della masturbazione più forte della tua vita. - Praticamente ogni sua parola è una staffilata nella figa e nello stomaco, sto impazzendo dalla voglia di godere.
36. Chiudi la porta, e saluta, da brava bimba. Rimettiti a letto, spalanca le gambe e scarta il tuo regalo. - Un vibratore vaginale, in silicone, un poco più grosso dei miei, con un rigonfiamento sulla punta. Come il suo cazzo.
37. Prendilo e scivola dentro, spingendo sul punto G. Lenta, lenta. - Gioca con il mio respiro, me lo taglia e lo incoraggia. - Voglio godere, ti prego - gli dico
38. Accelera, spingi, forte ora. Fallo entrare e uscire, come il cazzo che ti ha fatto esplodere di umori alla festa. - È vero, ricordo, mentre cavalcavo un pulcinella dal cazzo perfetto ho schizzato come non mi capitava dai tempi dell’Università - scopati con il vibro - continua - forte, lasciati andare alla scopata che desideri, spingi sul punto G con quel cazzo finto e rilascia, accelera ancora, so che vuoi godere, so che stai per godere, so che ti manca pochissimo, che sei vicina che vuoi tutti i cazzi della festa, tutte le donne, ora lì con te a guidare questo orgasmo che sta mondando come raramente ti è successo, ti senti troia, cagna, mia… e ora… fermati, toglilo. Di colpo. - Gemo, grido, urlo: - stronzo! - Ma eseguo ancora, creta tra la sua voce.
39. Respira, rallenta, ascolta il tuo corpo. Sei sul confine dell’orgasmo, lascia riposo al tuo corpo, lascialo scendere, gemi per me, mugola, lo sai che ho il cazzo duro mentre ti parlo, lo senti. - Non capisco più nulla, gli dico solo: - scopami, scopami, scopami, ti prego.
40. Sfiorati la figa con la mano. È calda, eh? Ha voglia. Rimetti il vibro e accelera di colpo, troia. - Eseguo, come sempre, i suoi ordini. Mi sta invadendo il piacere, lo sento che sale, che si allarga alla testa, al seno, alla pancia. Sento che non potrò trattenermi ancora a lungo.
41. Spingi, spingi forte ora, rilascia, spingi, lì proprio lì, metti il viva voce e con l’altra mano strofina veloce la clitoride, gonfiati, sento i tuoi ansimi, mi fanno scoppiare il cazzo di voglia, ma oggi l’orgasmo è solo tuo, lo sai che tra poco, tra poco - Quasi le mie urla coprono la sua voce, mi sento talmente piena di umori che potrei scoppiare da un momento all’altro ed infatti
42. Quarantadue - mi dice, gridando poi quasi - Godi!
Esplodo, schizzo, grido, tremo. Con il vibro prima schiacciato dalle mie mani, che mi schizza fuori dalla figa, la schiena che ti inarca, le grida che sentiranno i vicini, gli umori che invadono il letto. Un orgasmo brutale e squassante, fradicio e porco come i migliori. Al telefono. Con uno dei migliori amici di mio marito. Noto ora, con le gambe che ancora tremano per il piacere, che c’è un messaggio di mio marito Mario, in risposta al video: ma cosa fai? Non fare video con la faccia!
Sgrammaticato, quasi.
- Ti ha risposto? Ti sento distratta.
- Sì, ha risposto il cornuto. Ma non sono distratta da lui. Ho la figa che cola ancora.
- Ho una cura, mille cure per quella figa e quella testa da porca che ti ritrovi - Rida e mi scalda il cuore, oltre alla figa che lo vuole.
- Andremo avanti - continua. Ora devo lavorare che ho gente che mi aspetta da mezz’ora, davanti alle porte a vetri dell’ufficio.
Questo dettaglio mi arrapa ancora, ma sta andando via. Giocheremo ancora, e non al telefono. Lo so già. E lo penso, mentre con le dita mi esploro piano la figa quasi dolorante. Ma non lo lascerò impunito. Prendo il telefono. Farò un video, guardandolo negli occhi, e succhiando il dildo finché non gli uscirà lo sperma dai pantaloni ancora chiusi.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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