tradimenti
Il collega in cam e il marito dentro
di single80fe
09.05.2020 |
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"Lo accarezzo sulla pelle del glande, tenendola tra le dita e i polpastrelli, lo bacio dietro all’orecchio, lo insapono tutto, lentamente, e mentre il..."
Durante la quarantena sono diventata la sua porno diva.Mio marito non mi ricordava così, prima di questi due mesi. Quello che non sa, è che non c’entrano né il virus né l’isolamento.
Mi chiamo Micaela, ho 43 anni, sono la vostra normale amministratrice in una impresa di provincia: lavoro noioso, marito educato, carino sensibile.
Da qualche mese ho trovato un amante in ufficio. Fa il commerciale, bella parlantina, portamento, sfacciato. Il corteggiamento non è durato molto: ha saputo toccare le mie corde profonde, farmi sentire desiderata come mio marito non fa da anni. Non è che capiti spesso, giusto un paio di volte al mese, ma mi è entrato nella testa, oltre che tra le gambe.
Mi scrive spesso, mi eccita con le parole, con foto, con video. Sono mesi è ho la figa costantemente bagnata: non ero mai stata così concentrata sul sesso nella mia vita, nemmeno da ragazzina.
Stasera ho in mente una sorpresa speciale per lui. E per me.
Lavoriamo entrambi da casa, in questi giorni. Son giorni di sesso, discreto devo dire: il marito libero dalla schiavitù del lavoro è più attento, creativo, fantasioso. Ma temo non mi basterà più.
Preparo la sala, a sua insaputa. Un computer con una webcam, la luce opportunamente oscurata: sono diventata un’artista nel nascondere le tracce.
E’ in doccia, lo raggiungo. Canticchia, la mia disponibilità lo rende felice, credo.
Mi tolgo la tuta, lui ancora non se ne accorge. Mi guardo allo specchio, mi sfioro appena. Sono una bella donna, desiderabile. Prendo il telefono, gli mando un messaggio, all’amante: “Stiamo per iniziare, preparati”.
Entro in doccia, gli intimo di tacere con il dito sulle labbra, mentre gli prendo piano in mano il cazzo, ancora a riposo. Lo accarezzo sulla pelle del glande, tenendola tra le dita e i polpastrelli, lo bacio dietro all’orecchio, lo insapono tutto, lentamente, e mentre il cazzo inizia a gonfiarsi gli accartezzo le natiche, gli faccio passare le dita sul buco del culo, lo sfioro, lo massaggio, geme.
Mi inginocchio mentre la doccia continua a bagnarci, lo prendo in bocca pensando a quando lo mostrerò al mio amante, che la mia bocca la sogna da due mesi.
Me lo faccio diventare durissimo in bocca, lo lecco piano sui coglioni e risalgo. Non ha mai avuto una moglie troia come me, deve pensare, mentre lo accompagno fuori dalla doccia e inziamo ad asciugarci, io sempre in ginocchio con il suo cazzo in bocca. Voglio che non capisca più nulla. Lecco il frenulo guardandolo negli occhi, con la faccia più da troia che mi viene fuori.
“Adesso lo facciamo come dico io” gli dico tirandomi in piedi senza togliere la mano dall’uccello duro.
Lo accompagno in sala, povero, ignaro del fatto che userò il suo cazzo per far godere il mio amante.
Lo faccio sedere, lo lego con i polsi alla sedia, lo bendo. Si lascia fare, ha imparato a lasciarmi fare. Gode come non ha mai goduto, il maiale. Ma non sa che godo più di lui. Lo bendo, stretto.
Un messaggio che invio all’altro: “Stai guardando, vero?” “Sì, mia troia”. Deve essere quel “mia” scritto dall’amante che mi eccita ancora di più. Apro la figa rivolta alla webcam, per fargliela vedere bene, la tocco, è fradicia. Sente, anche.
“Sei pronto, amore?” Non so a chi lo sto dicendo, li vorrei entrambi.
“Sì” mugola il mio uomo, mentre avvicino la figa alla sua faccia.
Allunga la lingua, inizia a leccarmi, avido. Troppo, pure, lo faccio eccitare così tanto. Gli stringo ancora il cazzo in mano, attenta a non farlo venire. Ha una bella lingua, ma penso all’amante, che ci guarda, che mi guarda. Gli scrivo: “Hai il cazzo duro?”. Arriva una foto, la guardo, un rivolo di umori cola sulla faccia di mio marito. “Quanto sei arrapata” fa con la bocca impegnata dalla mia figa.
“Mi pensi mai con due cazzi in bocca?” Non si ferma, qualche tempo fa a questa domanda gli si sarebbe ammosciato il cazzo. Per tutta risposta mi infila la lingua nella figa, e sento nella mano il cazzo che pulsa forte.
Un altro messaggio all’amante, mentre i miei gemiti riempiono la stanza: “Segati”.
Mio marito ha il cazzo durissimo, l’amante lontano pure. Prendo la sedia la giro per bene verso la cam. Mi metto di schiena su mio marito e inizio a massaggiarmi la clitoride con il suo cazzo, appoggiato e curvo ai miei umori. Mi metto per bene su di lui, tenendogli il cazzo come un vibratore, e inizio a strusciarlo e a massaggiarmi la clitoride, lui geme, io mi sto esibendo per l’amante, allungo la mano verso il computer, il marito è bendato e gode della mia mano e della figa bollente e sbircio la cam dell’altro: è in auto, guida, ma mi mostra il cazzo duro e la mano che lo percorre.
Non resisto più e mi alzo, prendo il cazzo di mio marito in mano come fosse un vibratore e lo faccio scivolare dentro. Lo cavalco forte, ora, stringendomi i seni e i capezzoli a beneficio dell’amante, vedo una bottiglia di birra sul tavolo, la prendo mentre sento il marito rimepirmi e gonfiarsi dentro di me al punto che devo iniziare a rallentare, altrimenti, lo so, mi sborrerà dentro subito.
Inizio a fare un pompino alla bottiglia, guardando dritto nell’obiettivo.
Sapere di avere mio marito sul punto di inondarmi e il mio amante, ne sono certa, poco lontano, mi fa impazzire.
Il solo pensiero mi fa esplodere un orgasmo, schizzo letteralmente scopata da mio marito, non capitava da anni. Inizio a fotterlo furiosamente, dopo aver rallentato per non farlo godere. In fondo, lo conosco bene.
Godo ancora, avendo cura di farlo ridendo verso la cam e urlando, ad entrambi: “Quanto ti piace vedere la tua troia godere?”.
Slego i polsi del marito, dopo il mio secondo orgasmo: “Fottimi a pecora, sul tavolo, bendato”.
Esegue, preso da una smania di me che ricordo solo in anni pre-matrimoniali. Sono completamente bagnata e eccitata, mi fotte tirandomi i capelli, come un animale infuriato: quello che non sa è che sta solo facendo vedere meglio il mio collo che pulsa al cazzo dell’amante, che immagino così gonfio e vicino a sborrare da prendere il telefono in mano, e tra un colpo e l’altro scrivergli “Non godere, fai quello che vuoi, ma non godere”.
Vorrei guardarmi in viso da sola, trasfigurata dalla voglia, mostrata come una troia a un uomo decisamente più giovane e porco di me, pensavo, ma ora porca come sono credo li lascerò di sasso entrambi.
“Inculami”.
Lo sento, grosso, eccitato, largo. Mi prende, mi apre, mi incula, sento stringermi e allargarmi attorno a lui allo stesso tempo, mi mette una mano sulla figa e mi masturba, e i inizio a contare i colpi ad alta voce, con le grida sempre più distorte: “Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, dio, cazzo, scopamiiiii” Immagino di averli entrambi, uno in figa ed uno in culo ed esplodo letteralmente, colo, schizzo, grido, gemo, ansimo, e mi sfilo dalla presa per inginocchiarmi, prenderglielo tra le mani e la bocca, durissimo ed eccitato, e farlo schizzare ripetutamente tra le bocca e la faccia, imbrattandomi di sborra come una troia da gang bang.
Si siede, mi mostro piena sborra alla cam, gli scrivo: “Contento, porco?”.
Mi accascio sul marito, lasciandogli toccarmi la figa ancora in fiamme, mentre gli accarezzo l’uccello fradicio.
Arriva la risposta: “Scendi, troia”.
“Che ne dici, amore, se scendo a buttare la spazzatura con addosso solo il soprabito e la sborra in faccia? Tanto, non c’è nessuno in giro”.
Lo sento sul suo cazzo, che l’idea gli piace. Glielo stringo sorridendo, mi rialzo, mi metto il soprabito, prendo la spazzatura e scendo.
L’audi è parcheggiata proprio sotto casa, lo vedi masturbarsi, con la coda dell’occhio, ormai lentissimo per la paura di sborrare senza di me: hai capito il giovane? E’ mio, ormai, mi trovo a pensare.
Getto la spazzatura, lascio scivolare per terra il soprabito e mi faccio ammirare completamente nuda, ancora sporca dello sperma di mio marito.
Entro in auto: “Zitto, lascialo andare”. Il cazzo svetta, eretto e bagnato. Lo prendo in bocca, completamente, una due tre quattro cinque volte, schizza fortissimo nella gola, tossisco e mi masturbo e godo ancora, lasciandomi colare ancora la sborra sul viso, la sborra del mio secondo uomo.
Lo svuoto completamente, gli accarezzo prima la cappella e poi la nuca, raccolgo un rivolo di sperma sul dito e glielo faccio leccare.
“A presto, porco”. Risalgo, soddisfatta e calda, forse lo scoperò ancora.
Gli tolgo la benda. Mi guarda, mi ammira, svuotato: “Ti adoro, moglie mia. Guarda quanta sborra hai in faccia, quanto mi fai godere”. Scivoliamo a letto, abbracciati. Chissà se sa, immagina o si gode solo la propria moglie che ha scoperto di amare il sesso senza particolari confini.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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