trio
Il Maestro, Margherita e il toyboy
di single80fe
01.11.2018 |
8.816 |
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"- Voglio vedere meglio, Margherita..."
Era una di quelle coppie che non sembrano vere, o ti chiedi se giochino a pagamento.Entrambi nei loro venti, bellissimi, statuari, caldi. Lui longilineo, fisico da palestra intelligente (definito e non gonfiato), uccello teso, grosso, duro.
Lei bionda, un culetto alto, sodo, che ti chiedi come sarà prenderlo tra le mani, allargarlo, farci colare saliva e poi finalmente violarlo.
Un annuncio particolare, il loro, fatto di pochissime parole, ma sembrano alla ricerca di qualcosa di raro.
Scrivo, mostrando un pezzo di me, l’indole dominante, l’essere diverso rispetto agli altri. Di certo non un toyboy, di certo non il super dotato muscoloso e palestrato. Ma non è quello che stanno cercando, a quello provvede già il lui di coppia.
Vogliono un maestro. Lo avranno. O meglio, scoprirò che è lei, a volerlo.
Preparo lo champagne, qualcosa di mangiare, crudità, che aiutano il piacere. Attendo. Arrivano.
Mi dispiace per lui, ma ho occhi solo per lei: ha un vestito cortissimo, nero. Gli occhi verdi, tanto penetranti da travolgermi quasi: devo fare appello a tutta la mia esperienza, a tutto il mio autocontrollo per non eccedere, per non sbagliare.
Il momento del primo incontro con una coppia è fondamentale. E poi a questi giovani voglio dare un assaggio completo di questi piaceri, voglio che mi abbiano al meglio.
Mi trattengo, chiacchieriamo, beviamo, attorno al tavolo di casa mia. Faccio da anfitrione, racconto storie, esperienze, l’atmosfera inizia piano a scaldarsi, lei continua a sorseggiare champagne da quelle labbra rosse, macchia il bicchiere e se ne scusa. Ride, ridiamo.
La invito a sedersi su di lui, dandogli le spalle, e continuare a parlare e bere.
Le è civettuola, inizia a flirtare: - Sai, Maestro, ho iniziato presto a giocare. Ho tante esperienze.
E mentre lo dice inizia a scivolare lenta, avanti a indietro, quasi dondolando su quello che è sicuramente il cazzo duro del suo accompagnatore.
- Tante esperienze non vuol dire saper giocare, lo sai vero? - le rispondo, flirtando con lei e quasi ignorando il suo accompagnatore. Allo stato attuale non sono sicuro siano una coppia regolare, anzi. Lui è rimasto molto silenzioso, guardandola, praticamente sempre.
- Sai, Maestro, lui è il mio accompagnatore, non è il mio uomo. Io sono un donna libera. E’ un amico che scopa divinamente e che ama guardarmi fare la troia.
- Allieva, troia è una parola da riservarsi solo agli orgasmi e ai momenti vicini. Al massimo, qui, con me, sei una femmina.
- Le tue parole mi fanno bagnare, lo sai? E’ il motivo per cui ho accettato di venire a casa tua, con lui. Parlami.
Accentua il movimento sul suo amico, che è visibilmente eccitato, come lei.
- Ah, vuoi che ti parli, Margherita? Alza il vestito, libera il tuo profumo.
Esegue, le posso vedere la figa liscia, già umida. Sento il suo profumo, è inebriante. Muoio dalla voglia di leccarla, ma sono l’adulto, devo resistere, voglio resistere.
- Porco, lo sai che sei un vecchio porco, vero? - dice sorridendo, sfidando.
- Non hai ancora iniziato a scoprire quanto sono porco, Margherita. Lo stai uccidendo, vogliamo tirarglielo fuori quel cazzo?
Lei ride, si alza solo per accomodarsi a terra, le scarpe con il tacco sotto alla natica, lasciva, come poche donne ho visto in vita.
- Sei proprio bollente, Margherita, te lo concedo.
- Mi concederai tante cose, Maestro.
Lo guarda negli occhi, mi guarda negli occhi. Gli sbottona i pantaloni, fa calare la zip e in un movimento abile fa scivolare a terra pantaloni e boxer del ragazzo. E’ sollevato, lui, ha un cazzo enorme, che svetta ora. Lei appoggia un polpastrello sulla cappella, sul buchetto.
- Come faccio, Maestro, a rinunciare ad un cazzo del genere? Lo sa, il mio toyboy, che il corpo e il cazzo sono i motivi per cui me lo scopo. Sembra non importargli, ma non lo trovi offensivo?
- Sì, Margherita, lo è. Prendilo in mano, e non muoverla. Afferralo solo, alla base della cappella, e stringi.
Poi rivolto a lui: - Ti senti usato, toyboy?
- Si - risponde - ma adoro farmi usare da lei.
- Ora capisco, Margherita, anzi avevo già capito. Ti serve, come dire, polso. Fantasia. Esperienza.
- Toccalo, Margherita, masturbalo, ma guai a te se acceleri.
Inizia, guarda me, lo sfiora con i polpastrelli sul frenulo, e poi afferra l’asta, scopre la cappella e la ricopre, lenta, abile, come le avevo spiegato in una telefonata di fuoco.
- Sono una brava allieva, Maestro? - dice guardandomi con quegli occhi killer e bagnandosi le labbra con la lingua.
- Sembra di sì, le rispondo. Siamo ancora al tavolo, lei è a terra, a figa nuda, imperlata di umori. Posso vederla, mentre sta torturando il toyboy con una sega infernale, di una lentezza assassina.
Mi alzo in piedi.
- Che c’è, Maestro, hai già voglia di partecipare? Mi avevi detto che non era scontato.
- Voglio vedere meglio, Margherita.
- E io voglio vedere il tuo cazzo duro, Maestro, perché lo so che stai stretto in quei pantaloni, ti sei alzato per farmelo vedere, porco.
- Porta rispetto, Margherita. E prendilo in bocca. Facci sentire quando l’allieva sta imparando.
E’ divina, nel farlo. Guarda me e lui, mentre avvolge le labbra a quel glande quasi enorme. Lo avvolge e inizia a muovere le labbra insieme alla mano, lenta, sempre più profonda, a farlo scomparire, a bagnarlo, a succhiarlo, leccargli la cappella. E il tuo, a pieno beneficio del mio sguardo.
Sarò onesto, esperienza o no, mi sembra di impazzire e voglio quella donna con tutte le mie forze.
Ma mi controllo.
- Hey, toyboy come va? Ti piace come le ho detto di succhiarti?
- Oh cazzo si, si si.
- Margherita, fermati, o me lo fai sborrare subito
- E che male c’è - mi risponde, appoggiandosi alla cappella alla guancia e mettendogli il polliche schiacciato sul frenulo - non vedi com’è gonfio? Posso farlo sborrare ora e prendermi il tuo, no?
Il toyboy geme, ma a me il cazzo sta davvero scoppiando nei pantaloni.
E dopo averci sfidato entrambe, lo prende completamente in bocca. E lo fa uscire. Fradicio. Ha saliva che le cola dalle guance.
- Fermati, Margherita. Mettiti sul divano. Ma prima, togliti il vestito.
Si alza in piedi, ondeggia appena, mentre camminando si sfila sul pezzo di tessuto che ci ostiniamo a chiamare vestito. Resta nuda. Resto quasi impietrito, è di una bellezza incredibile, di un calore sconvolgente. Profuma di sesso, il suo e quello del complice.
Prima di andare verso il divano cammina verso di me, completamente nuda, lentissima. So che sarà difficile resistere.
Mi bacia, una lingua di velluto, il suo sapore mischiato al sapore del cazzo. E’ una allieva perfetta. Le mie labbra e la mia lingua la sedano, sfiorano la sua, le sue labbra, scivolano sul collo, dietro alle orecchie. Geme, bagnata davanti a me, mentre con la mano sfiora il tessuto che avvolge la mia erezione ormai completa, quasi dolorosa.
- Sul divano, Margherita. - Riesco a dirle all’orecchio.
- Stronzo, voglio il tuo cazzo, Maestro.
- Toccati per noi, sul divano. Ci mettiamo davanti a te.
Sorride, mentre si allontana, non prima di avermi stretto il cazzo con la mano, attraverso i pantaloni.
E’ seduta ora, ci guarda, pronta a farci morire. Gambe incrociate, che si allargano lentissimo. Si lecca le dita della mano destra, e le fa scivolare lungo tutto il corpo, fino al monte di venere, completamente depilato. Inizia, piano, a farsi scivolare i polpastrelli sulla clitoride, si massaggia lenta, inizia anche a gemere.
- Chiudi gli occhi, Margherita, e riaprili solo quando te lo dirò. Continua a toccarti, per noi.
E’ uno spettacolo raro, una donna stupenda, giovanissima, consapevole. Mi sta entrando nella testa, come io le entrerò nella figa. Una donna rara.
- Riaprili, ora.
Siamo seduti davanti a lei, entrambi nudi, a cazzo duro. Durissimo. La ammiriamo.
- Toyboy, sfilale la scarpa. - Io faccio altrettanto. Siamo ai suoi piedi mentre lei si sta toccando e sorride di fronte ai nostri uccelli duri, davanti al suo potere.
- Ora toccaci con il piede, uno per uno, mentre le tue dita ti penetrano.
Avvolge le cappella tra l’alluce e l’indice, e inizia a masturbarci così, lenta, mentre fa scivolare le dita nella figa bollente, fradicia, e geme, forte.
- Lo sai, Maestro, mmm, oh si, che mi fai impazzire? Sono fradicia da quando abbiamo iniziato a parlarci in chat.
- E lo senti, Margherita, quanto mi fai arrapare tu?
- Non lo sento ancora abbastanza.
Si alza e mi avvolge il cazzo con la mano fradicia di umori.
- Non ti ho detto di farlo
- Lo so - sorride - ma non mi fermerai.
E il tooyboy inizia a segarsi forte, mentre ci guarda. Mentre la guarda inizia a leccarmi il frenulo, con gli occhi piantati nei miei - Lo so che ti piace, se ti parlo mentre ti lecco, Maestro porco. Me lo hai detto. Il toyboy mi fa godere la figa - si interrompe per prendermi il cazzo in bocca, fino alla base, avvolgendomi la cappella con la gola - ma tu mi infammi il cervello e lo stomaco - dice dopo averlo tirato fuori fradicio dalla bocca. Continua a masturbarmi il cazzo lenta - e mi fa morire sapere che si masturba, per quanto sono troia, per lui. Ma temo di essere troia, per te.
E inizia a masturbarmi la cappella con le labbra, solo la cappella, tenuta tra loro, e la lingua che scivola sul frenulo portandomi ad una livello di eccitazione raro, rarissimo.
Sento il cazzo pulsare nella sua bocca, lo sento pieno di sangue bollente e di sperma, come se si stesse riempiendo.
- Mettiti a 4 zampe, Margherita. Vogliamo dare un po’ di soddisfazione, al toyboy?
Esegue. La voce è di sfida, ma è più eccitata di me. Il ragazzo non se lo fa ripetere, e inizia a penetrarla a pecora
- Stronzo, Maestro, volevo fosse il tuo cazzo il primo a scoparmi.
- Margherita, il mio cazzo è dentro di te, comunque. Non ho bisogno di un cazzo per scoparti la testa, no?
- Ahhhh - la sta letteralmente fottendo, scarso autocontrollo del ragazzo dal cazzo enorme. Non lo fermo, anzi, lo guardo e lo incoraggio.
- E guai a te, Margherita, se acceleri sul mio cazzo.
Non stava più nella pelle e gode, stritolandomi l’uccello mentre grida.E’ bellissima percorsa da spasmi forti, intensi, mentre il ragazzo continua a scoparla, perso nel suo movimento, quasi incurante di quello che accade loro attorno.
- Sei - aghhh - uno - mmm - stronzo, Maestro.
- Fallo godere, Margherita. Adesso.
Non se lo fa ripetere. Si gira, ancora con i tacchi addosso, e in ginocchio. Me lo porta vicino, e inizia a masturbarlo forte, veloce, intensa tra le labbra e la lingua, mentre l’altra mano continua a tenermi stretto, durissimo, nella sua mano.
- Ah si, Maestro - mi dice tra una leccata e l’altra - vuoi vederlo sborrarmi in bocca?
- Si, Margherita, fallo sborrare, adesso.
La sua mano è perfetta, la bocca anche. Asta, glande, frenulo, palle. Il toyboy ha il cazzo durissimo, fradicio, geme e alla fine arriva il grido, schizzi profondi tra il viso e la bocca.
Mi guarda, lo beve. Ha ancora il volto sporco di sperma: - Sono una brava allieva, Maestro?
Mentre lo dice, non so come, ma mi si è seduta sopra, le sono scivolato dentro. E’ stretta, calda, bollente. E ora non è più l’allieva, ora è Margherita e non potrò più trattenermi.
Si muove su di me, avvolgendomi con le braccia il collo. Appena udibile: - Sei tu, Maestro, lo sai? Non lui, tu.
Muovo di colpo il bacino verso l’alto e il mio cazzo ricurvo verso l’alto spinge forte, una, due, tre, quattro, cinque volte. La fotto dal basso e gode, gode ancora gridandomi nelle orecchie.
Sento i suoi umori che colano sul mio cazzo, sulle palle, sulle gambe.
- Pulisciti il viso, Margherita, ora hai goduto con me, coperta della sua sborra. Ti voglio pulita, per la mia.
Lei chiama il toyboy, lui la pulisce con un fazzoletto, con cura, mentre io continuo a scoparla e farla gemere. Sarà uno schiavetto perfetto. Docile al punto giusto.
E Margherita una bravissima allieva.
- Ora mi metto comodo, e tu mi fai godere. E’ solo la prima volta, abbiamo tanti giochi da fare.
- Oh si, Maestro, abbiamo appena iniziato.
Sulla sedia a gambe aperte e cazzo duro. Lei mi tiene forte in una mano, con l’altra si masturba a beneficio dei miei occhi. Il toyboy si gusta la scena.
Mi lecca frenetica solo il frenulo, tenendomi asta e cappella avvolte nella sua mano bollente.
Mi fa morire, essere leccato così. Ma penso che non è semplice farmi sborrare così. Faccio solo in tempo a pensarlo, e lei inizia ad alternare ritmi, veloce e lenta, profonda e superficiale.
- Lo so che ti faccio godere, Maestro, lo so che sono la tua giovane troia e che ti faccio godere come non ti hanno mai fatto godere - dice mentre lecca e insiste e io sento la sborra che quasi sbuca - e poi, Maestro - geme - sto godendo toccandomi con il tuo cazzo - grida quasi ora - in bocca e quindi… mmmm… questo… sii… cazzo di sperma.. Lo voglio.. Cazzo lo voglio, adesso, godo Maestro, godo - è letteralmente un grido che mi fa vibrare il cazzo e insiste con la lingua e non resisto ed ecco che
Uno
Due
Tre
Quattro
Cinque
Sei
Schizzi infiniti nella sua bocca. Caldi, densi, potenti, rari.
E lei gode e sorride e mi ingoia facendomi vedere prima la sborra densa sulla lingua.
E poi salendo a baciarmi.
Infilandosi nella figa infuocata il mio cazzo ancora sporco di sborra.
- Margherita?
- Sì, Maestro?
- Guarda che il toyboy ha ancora il cazzo duro e si sta segando sul divano. Ti va un’altra lezione?
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