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La notte delle stelle cadenti


di Membro VIP di Annunci69.it Nylonlovers68
17.01.2025    |    498    |    1 8.7
"Mi avvicinai alle due donne, presi Giada per i fianchi, le baciai la schiena, dove sapevo che le piaceva di più, e scesi con la bocca verso il basso, ..."
Uscire con Giada era bellissimo: aveva la capacità di attirare su di sé gli sguardi di tutti, donne e uomini.
Il suo corpo tatuato era una calamita per gli occhi.
C’era chi la guardava con ammirazione, chi con desiderio, chi con curiosità e perfino chi con disgusto.
Aveva un portamento regale, sempre su tacchi a spillo, era brava a sedersi mostrando le gambe, ma nient’altro.
I suoi abiti erano sempre un po' scollati, si potevano intuire i contorni dei seni e, quando non indossava il reggiseno, erano sempre visibili i suoi capezzoli.
Stare con lei suscitava sempre sentimenti contrastanti: da una parte gelosia e soddisfazione, dall'altra invidia da parte della maggior parte degli uomini che ci guardavano, che mi vedevano cingerle la vita, che le sussurravano qualcosa all’orecchio, che la abbracciavano e la baciavano sul collo.
Quelli erano i piccoli gesti che la facevano impazzire e che mi permettevano di marcare il territorio.
Ogni tanto, però, qualche torello ci provava a inserirsi tra di noi, ma senza risultato.
Parlavamo di fantasie, dalle più scontate a quelle più inconfessabili, ma il tutto finiva sempre con una risata.
In definitiva, stavamo bene così e ci sentivamo appagati.
Una sera d'agosto, quando si va nei locali all’aperto, eravamo seduti su un divanetto nel giardino di un locale.
Lei era bellissima nel suo vestito rosso, cortissimo, con scarpe in tinta, e io indossavo pantaloni e camicia bianca.
Sorseggiavamo un cocktail e parlavamo del più e del meno, delle vacanze che avremmo fatto da lì a breve, spettegolavamo un po' sulle persone presenti, sul loro modo di vestire.
Il nostro sguardo si spostò verso una ragazza molto magra e alta, perfettamente truccata e vestita con un pantalone a sigaretta, mocassini e un gilè senza reggiseno.
Il discorso deviò immediatamente sui possibili gusti sessuali della donna e sul perché non fosse accompagnata.
Stuzzicai un po' Giada chiedendogli se gli piacesse e se l'avesse corteggiata avrebbe accettato le sue avance.
Mi rispose che se si fosse chiusa in camera con lei lasciandomi fuori sul divano con il bicchiere in mano, avrebbe accettato anche questa situazione.
Ovviamente, mi diede dello stupido e si fece una risata.
Evidentemente non eravamo stati abbastanza cauti nel parlare della donna che, accortasi delle nostre attenzioni, girò più volte lo sguardo nella nostra direzione, in verità più verso Giada che su entrambi.
Feci notare la cosa a Giada che fece finta di nulla.
In un certo senso, volli scusarmi se avessimo creato dell’imbarazzo e ordinai un drink alla bella sconosciuta al bancone dove era seduta.
Quando ebbe il bicchiere in mano, lo alzò come per brindare con noi e lentamente si avvicinò per presentarsi.
«Piacere, Andrea», disse, e già il fatto che usasse un nome privo di genere ci colpì molto.
La invitammo a sedersi con noi per continuare la serata, e lei accettò con piacere, accomodandosi su una poltroncina al lato di Giada.
Alla chiusura del locale, mi offrii di accompagnare Andrea a casa prima di fare ritorno a casa nostra.
Lei accettò con piacere, anche perché era venuta in taxi e a quell’ora era difficile trovarne.
Comunque, in quelle due ore si era creata una buona alchimia tra noi e Giada, che è una “stronza”, propose di bere ancora qualcosa a casa nostra.
Andrea accettò subito e io non potei fare altro che prenderla in giro.
Nel salotto di casa, una volta arrivati, Giada si tolse le scarpe, le raccolse con una mano e, in punta di piedi, andò in camera sua, mentre io offrivo qualcosa ad Andrea e mettevo un po' di musica in sottofondo.
Mentre eravamo sul divano a parlare, Giada fece ritorno con una bella vestaglia di seta un po' scesa sulle spalle e i capelli raccolti sulla testa.
Era bellissima e se ne accorse anche Andrea, che non faceva altro che guardarla.
Lei si sedette tra di noi, accucciandosi un po' più vicino a me e appoggiando la testa sul mio petto.
Io l’abbracciai, continuando a parlare con Andrea.
Durante una pausa, notai che Giada mi guardava, la guardai a mia volta negli occhi e la baciai delicatamente sulle labbra, ma lei, con un piede, sfiorò la caviglia di Andrea, un gesto che era un invito.
Andrea si spostò verso di noi e accarezzò le gambe di Giada.
Lei si voltò e, rimanendo sempre sul mio petto, la attirò a sé per baciarla sulle labbra.
Le loro bocche si unirono e in quel gesto io vidi le centinaia di baci che mi ero scambiato con Giada.
Ero geloso, ma anche eccitato.
Andrea si tuffò sul collo scoperto di Giada e cominciò a baciarla sempre più voluttuosamente.
Intanto, le mie mani erano scese verso il basso per aprire la vestaglia e stringerle i seni.
Andrea cominciò a scendere dal collo allo spazio tra i seni, si fermò, si alzò e, mentre si spogliava, lanciò via il gilè, rivelando il seno piccolo ma con due capezzoli rossi e turgidi come le ciliege di maggio.
Osservava il corpo di Giada come si guarda e si studia un'opera d'arte in un museo.
Con la mano, presi Andrea dietro al collo e lo guidai ancora sul corpo di Giada.
L'atmosfera era molto calda.
Potevo vedere la schiena di Andrea leggermente sudata che si muoveva su e giù sulla mia donna.
Giada inclinò la testa verso di me, la baciai in bocca e sentii il suo sapore misto a qualcosa di nuovo.
Si rilassò, aprì le gambe e guidò la testa di Andrea verso il suo piacere.
Lei la baciò prima sull’inguine glabro, poi scese e cominciò a tormentarle le grandi labbra.
Giada cominciò a godere inarcando la schiena, si offriva sempre di più ai miei baci.
Le mie mani erano intrecciate a quelle di Andrea, a tormentare i capezzoli, mentre la sua bocca cominciò a succhiarle la clitoride.
Giada tremava di piacere, stringeva le sue cosce morbide ma tornite sulla testa di Andrea.
Faceva caldo, i nostri corpi spargevano nell’aria profumo e feromoni, c’era odore di sesso, c’era odore di femmina.
Provavo una sensazione di euforia nel vedere la mia donna godere con un'altra persona, ero molto eccitato, sapevo che Giada mi avrebbe appagato.
Tutti i miei pensieri furono interrotti dai gemiti di Giada che esplose in un orgasmo intenso e bagnato nella bocca di Andrea.
La strinsi più forte, lei si abbandonò tra le mie braccia soddisfatta da quel piacere intenso.
Andrea si staccò dalla sua vagina e mi baciò in bocca.
Sentii il sapore di Giada, ma ancora più intenso: il sapore della bocca di Andrea.
Era tutto dolce, salato, denso e persistente.
Forse, chissà, sarà questo il sapore del piacere, pensai mentre succhiavo la lingua di Andrea.
A quel punto Andrea si stese sul pavimento e aprì le gambe: la sua vagina era rasata e molto pronunciata.
Cominciò a toccarsi e invitò Giada a unirsi a lei.
Giada, un po' impacciata, cominciò a baciarle il corpo e la pancia.
Andrea inarcò la schiena offrendole la vagina fradicia.
Giada cominciò ad assaporarla con naturalezza, senza impaccio, mentre le accarezzava le spalle.
Potevo vedere quella scena ad alto impatto erotico dal divano: il culo di Giada era esposto e proteso verso di me.
Ero durissimo.
Mi avvicinai alle due donne, presi Giada per i fianchi, le baciai la schiena, dove sapevo che le piaceva di più, e scesi con la bocca verso il basso, assaporai la sua pelle tra le natiche e la sua fica, che era di nuovo bagnata.
Il linguaggio del suo corpo mi pregava di prenderla.
Le strinsi la vita ed entrai dentro di lei, la scopai dolcemente, prendendomi tutto il tempo necessario.
Il mio movimento era assecondato dalle sue pelvi, mentre era impegnata a baciare Andrea tra le gambe.
Era strano, era bello, era eccitante.
Godevamo in tre, ognuno attento al piacere dell’altro.
Solo che Giada dava piacere a due persone.
Quando Andrea scoppiò nella bocca di Giada, non riuscii più a trattenermi e venni dentro di lei, che ebbe ancora un orgasmo.
Si girò sulla schiena, la baciai per primo per sentire anche il sapore di Andrea, poi le due donne si scambiarono un bacio profondo ognuna con il sapore dell’altra sulle labbra.
Eravamo stesi tutti e tre sul tappeto, con il fiatone e i corpi sudati e appagati.
Giada posò la sua testa sul mio petto e strinse la mano di Andrea.
Cademmo così in un sonno ristoratore.
Incontrammo di nuovo Andrea, andammo in vacanza insieme e passammo altre notti infuocate.
Non ho mai scopato Andrea, forse non l’avrei nemmeno voluto fare, stavo bene con loro due.
L’inverno successivo Andrea partì per Boston per lavoro e la sentimmo qualche volta, ma la lontananza aveva spento la passione.
Chissà se un giorno la rincontrassimo nel solito locale potremmo andare a casa insieme.
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