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Lui & Lei

Il primo incontro con Giada


di Membro VIP di Annunci69.it Nylonlovers68
15.01.2025    |    18    |    0 6.0
"Mi avvicinai al banco con la scusa di ordinare qualcosa per avvicinarmi il più possibile e sentire il suo profumo, improvvisamente quando gli fui vicino, ..."
Amo le donne, in ognuna cerco qualcosa che la rende unica, anche solo un piccolo particolare che possa attirare la mia attenzione e farla risultare attraente ai miei occhi, dall'abbigliamento ad un particolare fisico.
Più di tutte mi piacciono le donne che vestono da femmine, capisco la praticità dei pantaloni e delle sneaker, ma questi m mortificano la femminilità, vuoi mettere una bella donna avvolta da un vestito di alta moda che esalta la sua fisicità, stretto e corto nei punti giusti.
Mi piace guardare come le donne si muovono sapendo di essere guardate è bello guardare come flirtano in ogni piccolo movimento a volte basta una semplice risata a far volare la fantasia.
Così avevo conosciuto Giada 45 anni in un locale tra i più in di Firenze, uno tra i migliori cocktail bar d'Italia, un Sabato sera il locale affollato, risate, conversazioni incomprensibili e una miriade di profumi si mischiavano nell'aria, tra un cocktail e l'altro discorrendo con il mio gruppo di amici scrutavo la sala in cerca di un paio di occhi che mi colpissero, fui colpito da un piccolo gruppetto di amiche al banco, ma una su tutte aveva attirato la mia attenzione e quella di altri mille nel locale, aveva un vestitino nero che la sciava scoperta la schiena, completamente tatuata , così come le gambe che uscivano dall'abito senza calze e con un decoltè nero con il tacco che era il simbolo di una nota griffe francese, più la guardavo e più notavo che ogni parte del suo corpo era tatuata, cosa che io personalmente adoro.
Mi avvicinai al banco con la scusa di ordinare qualcosa per avvicinarmi il più possibile e sentire il suo profumo, improvvisamente quando gli fui vicino, buttò indietro la testa per ridere e la sua massa di capelli oltre che rivelarmi il profumo indossato, Alexandria II di Xerjoff, mela cannella legno di rose e lavanda, finì nel mio bicchiere, si scusò e si offrì di ripagarmi il cocktail rilanciai e offrii da bere a lei e alle sue amiche, mi ringraziarono calorosamente del drink e la cosa fini lì e ognuno terminò la serata con il suo gruppo di amici.
Nei giorni successi preso dal lavoro e da altro il suo ricordo quasi svanì, mi rimase solo quella stupenda fragranza emanata dai suoi capelli e il ricordo della sua risata.
La rividi qualche settimana dopo nel medesimo locale, l’avvicinai con una battuta e mi presentai, “ciao sono quello che ha bevuto i tuoi capelli 15 giorni fa, piacere Carlo”, lei si voltò di scatto con lo sguardo indagatorio poi mi sorrise “piacere Giada, ancora non ti ho ringraziato per la bevuta per me e le mie amiche”, “figurati anzi se posso ancora offrirvi qualcosa…”, “ti ringrazio ma stavamo andando via…”, dovette notare la delusione nel mio sguardo e disse ”…. ma se ti fa piacere posso rimanere io a bere qualcosa con te perché non ho voglia di ritornare a casa”.
Non avrei voluto sentire altro accettai immediatamente e ordinai 2 “aviation” – gin, maraschino, limone e liquore alla violetta- la conversazione fu incentrata sulla conoscenza, su quello che ci piaceva fare e su quello che facevamo nella vita, complice la confusione parlavamo molto vicino e il suo profumo mi inebriava ogni volta che avvicinavo la bocca al suo orecchio, dopo un po decidemmo di uscire e di continuare qualche chiacchiera all’esterno del locale nel silenzio della sera.
Mi offrii di riaccompagnarla verso casa, a piedi visto che abitava in centro, una volta arrivati al portone di casa, un delizioso cielo terra tipico fiorentino, ci fermammo alcuni minuti per salutarci, dentro di me speravo di poter salire da lei, ma non era quello il momento e me lo fece capire con il linguaggio del corpo, si avvicinò per ringraziarmi per la serata baciandomi sulle guance apparentemente senza nessuna malizia, il le presi il fianco con la mano tirandola dolcemente verso di me per ricambiare il saluto e aspirai ancora il suo profumo dal suo collo e dai suoi capelli e le sussurrai “spero di rivederti”, scrissi il mio numero sul suo telefono sperando in una sua chiamata, aspettai che entrasse in casa e mi incamminai a mia volta verso l’auto per far rientro a mia volta.
Pensai a lei al suo corpo tatuato, alle sue labbra perfette e alla sua folta capigliatura tutto il tempo, mi addormentai con il suo profumo con me.
Il mattino dopo trovai un cuoricino sul WAPP e che se ne avessi voglia lei era disponibile ad uscire il prossimo Venerdì, risposi verso le 10,30, sforzandomi di non essere precipitoso avendo letto il msg alle 7,30 e le diedi appuntamento per il Venerdì alle 20.
Non stavo nella pelle immaginando come si fosse preparata per l’uscita, se era sexy o castigata, la mia fantasia volò finchè non arrivai sotto casa sua, le scrissi che l’attendevo sotto casa, non si fece attendere molto, il minimo sindacabile 20 min., intanto la mia ansia cresceva, la vidi uscire dal portone, con lungo cappotto nero, che lasciava scoperto solo le caviglie e un paio di scarpe con tacco a spillo nere da cui usciva la sua caviglia e il collo del piede tatuato, la curiosità di vederla era grande, e penso che lo avesse intuito indossando quel lungo cappotto, le aprii lo sportello per farla accomodare in auto.
Andammo in un bel ristorante nel centro di Firenze, quando entrammo e si tolse il cappotto al guardaroba, rimasi a bocca aperta, aveva un abito nero sopra il ginocchio incrociato avanti e cola schiena completamente scoperta, si potevano vedere tutti i suoi tatuaggi, tra i seni, sul collo, sulle cosce, sulla schiena, un corpo statuario che avrei voluto scoprire per ogni cm li seduta stante, mi guardò e disse “hai perso la parola, quale è il nostro tavolo” mi destai e farfugliai “no solo che sei così bella che non mi ricordo”, rise e si incamminò verso l’unico tavolo libero della sala, potevo sentire gli sguardi degli uomini su di lei, l’irritazione e l’eccitazione di qualche signora e il suo profumo che lasciava una scia di odorsa ditro di lei, le porsi il braccio come per marcare il territorio e la accompagnai al tavolo.
La cena fu molto piacevole così come la conversazione, aveva uno sguardo magnetico e un aura di bellezza che poche volte avevo visto, la sfiorai più volte e lei mai si ritrasse, anzi si sporgeva verso di me con il linguaggio del corpo che mi faceva ben sperare.
Reggeva molto bene lo champagne e mi confesso che gli piaceva molto tanto da averne sempre una bottiglia in frigo.
Alla fine della cena la invitai a bere qualcosa di altro nel “nostro” locale ma lei mi chiese di riaccompagnarla un po deluso e chiuso nei miei pensieri la assecondai e mi diressi verso casa sua, una volta arrivati la feci scendere dall’auto e la accompagnai al portone, li feci per salutarla baciandole le guance e inspirando ancora il suo profumo dai capelli, quando mi disse, “ ma non volevi bere ancora qualcosa? C’è sempre quella bottiglia in frigo”.
Rianimato dasl suo invito le sorrisi e le mantenni il portoncino aperto per farla entrare.
La sua casa era come lei, elegante, ben arredata e sulla libreria vidi una cosa che amvo da impazzire un giradischi a tanti vinili sia sugli scaffali che a terra.
Si tolse le scarpe e mi disse “sei capace di mettere un po di musica, che ho voglia di mettermi comoda”, la vidi andare nell’altra stanza co le scarpe in un mano e in punta di piedi, misi su un disco Nat King Cole e mi sedetti sul divano, dopo qualche minuto comprave con una lunga vestaglia di seta sempre scalza, si avvicinò al frigo dell’angolo cottura prese una bottiglia e due bicchieri e si venne a sedere accanto a me, stappai la bottiglia e versai il vino, ma il mio mondo ora era lei con la scusa di un brindisi mi avvicinai e le sfiorai una coscia con la mano libera lei non si ritrasse anzi avvicinò il suo viso al mio, passarono al massimo due secondi che parvero due ore, mi avvicinai al suo orecchio e le sussurrai “sei bellissima” e le sfiorai con le labbra l’attaccatura dei capelli sul collo, gradì molto e fece in modo che la mia mano toccasse la sua coscia, tornai indietro la guardai negli occhi, potevo sentire il suo respiro sul mio viso, la baciai prima sfiorando le sue labbra poi con più decisione lei apri la bocca e mi fece entrare, potevo sentire la sua lingua calda unirsi alla mia, intanto la mia mano era con più decisione sulla sua coscia, salii più in alto e non trovai nessune elastico delle mutandine, dolcemente la feci stendere sul divano e sempre baciandola le aprii la vestaglia, potetti vedere finalmente il suo corpo, completamente ricoperto di tatuaggi, la guardai la carezzai, i miei occhi stavano guardando quell’opera d’arte in ogni suo centimetro, comincia. A baciarle il collo, lo spazio tra i seni, il ventre liscio, l’inguine completamente glabro, fino a prendere tra le labbra il suo clitoride, le grandi labbra che si schiusero e bagnarono immediatamente, continuai a baciarla tra le gambe, accarezzandole i seni e il corpo, le cominciò a gemere buttando la testa indietro e chiudendo gli occhi, io ero perso su di lei e continuai fino a donarle un orgasmo intenso.
Risali verso la sua bocca la baciai con il suo sapore sulle mie labbra, mentre mi spogliavo a mia volta, ero eccitato, avevo voglia di possederla, apri dolcemente le gambe e mi accolse dentro di se, era un posto caldo umido, accogliente, si strinse sul mio sesso eccitato e assecondò i miei movimenti, eravamo uno dentro l’altro non solo con il corpo, ma le nostre menti erano fuse nella ricerca del piacere più intenso, sentivo che con le gambe mi stringeva dentro di se, io la stringevo accarezzandole la schiena perfetta mentre mi movevo dentro di lei, fino a capire che ero al culmine dell’eccitazione, glielo feci capire, lei allentò la presa delle gambe per farmi capire di uscire al momento giusto, dopo qualche secondo le venni copiosamente sulla pancia liscia fino all’attaccatura dei seni, ebbe anche lei un secondo orgasmo, unimmo ancora i nostri corpi caldi ed eccitati in un lungo bacio, e rimanemmo li nella penombra a gustarci quel momento così intenso.

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