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Alice in mezzo a noi


di Membro VIP di Annunci69.it Nylonlovers68
25.01.2025    |    42    |    0 6.0
"Aprì quello che sembrava un armadio a muro, c’era una parete rossa con una croce di sant’Andrea montata, un inginocchiatoio con un cuscino nella parte..."
Alice mi aveva aperto la mente a un mondo nuovo, un mondo fatto di mille sfaccettature, c’era il piacere, il dolore, la paura di non vedere.
Ecco il non vedere aumenta la percezione degli altri sensi, sentirsi sfiorare da un paio di labbra, sentire il calore del fiato che si avvicina alla pelle, sentire il profumo e individuare la persona che lo porta, sentire l’eccitazione che sale sollecitata da un profumo, dall’umidità di una bocca, erano tutti questi particolari che Alice mi aveva fatto conoscere in tanti mesi di frequentazione.
Lei compariva e scompariva come il sole in montagna, sapevi che c’era ma dovevi aspettare che si diradassero le nuvole per goderne.
Un sabato sera fui invitato da Alice e Paolo a cena in casa, per una seratina intima, avevano a disposizione la villa di una loro amica nel centro di Bologna, una casa antica bellissima ed enorme, fui accolto da Paolo che mi disse che Alice era ancora a prepararsi, ci accomodammo in salone a bere qualcosa mentre aspettavamo, con Paolo eravamo diventati buoni amici, non c’era rivalità, lui conosceva il suo ruolo, il suo piacere era condividere Alice ma non con tutti, sapevo di non essere il solo ma sapevo di appartenere ad una cerchia molto ristretta.
Paolo mi fece capire che quella sarebbe stata una serata speciale.
Venti minuti dopo comparve Alice, indossava un abito nero sopra il ginocchio, molto castigato sul davanti con il colletto alto, non aveva reggiseno, non lo portava quasi mai, aveva il seno non molto grande ancora sodo e un bel paio di capezzoli sempre duri, niente calze ma solo un paio di sandali dorati che lasciavano scoperte le dita con lo smalto color ciliegia.
Si sedette accanto a noi senza accavallare le gambe, dava le spalle a Paolo ed era rivolta a me, potevo vederle le cosce parzialmente scoperte, la caviglia che si allungava nel sandalo e le dita dei piedi curatissimi, tanta bellezza mi eccitava, lei lo sentiva a pelle e faceva in modo di esporsi senza eccedere, sentivo il suo profumo dolce e speziato, attendevo con ansia il momento di poterla sfiorare di poter baciare la pelle morbida dietro l’orecchio, di toccarle le spalle e tirarla a me.
Bevemmo qualche calice, cenammo qualcosa di leggero, quando Alice si alzò e disse “vuoi vedere i giocattoli della mia amica”, la guardai interrogandola con lo sguardo, pensai “vibratori, strap-on o che”.
Aprì quello che sembrava un armadio a muro, c’era una parete rossa con una croce di sant’Andrea montata, un inginocchiatoio con un cuscino nella parte superiore e una serie di frustini appesi al muro, rimasi onestamente sconcertato da quello che vedevo, sapevo di questa vena BDSM di Alice ma non immaginavo di arrivare a tutto quello.
Paolo slacciò il vestito dal collo di Alice, che libero da ogni costrizione le cadde ai piedi, era completamente nuda, bianchissima, con i capelli biondi, si avvicinò alla croce, alzò le braccia e Paolo le lego prima i polsi e poi le caviglie alla croce, era imprigionata ed esposta, non avrebbe potuto ribellarsi a niente, Paolo disse “è tua stasera”.
Ero leggermente in imbarazzo, non sapevo cosa fare, Paolo sedette in poltrona ad osservare la scena.
Mi tolsi la giacca e la camicia ero a torso nudo e guardavo Alice dritto negli occhi, la cosa mi metteva imbarazzo, presi dall’inginocchiatoio una striscia di sera di seta e le bendai gli occhi, questo mi fece rilassare, mi avvicinai le sussurrai qualcosa all’orecchio, mi allontanai, le sfiorai le labbra ebbe un brivido, le presi il labbro superiore con le mie, arrivai al labbro inferiore, ma le diedi un piccolo morso, sussultò come se volesse liberare le mani ma ovviamente non riuscì, cominciai a sfiorarle il collo, il petto i seni prima con un dito poi con le labbra, al contatto delle quali le venne la pelle d’oca, sentivo che si stava eccitando, cercai di spegnere quell’eccitazione facendole sentire i denti sui capezzoli, dolcemente, ebbi l’effetto contrario, contrasse gli addominali, scesi con estrema lentezza verso il suo basso ventre, la trovai umida e socchiusa, sembra che chiedesse di essere accarezzata per spegnere il fuoco che aveva dentro, aveva le gambe aperte non avrebbe potuto chiuderle, la annusai le feci sentire il fiato sulle grandi labbra, le baciai l’interno coscia prima da un lato e poi dall’altro, ci misi dei minuti prima di arrivare alla sua fica che ormai era grondante di umori, con le labbra le strinsi la clitoride ebbe un sussulto, un gemito, insistetti le feci sentire la lingua che dallo spazio che c’è tra fica e l’ano saliva fino alla clitoride, le allargai le grandi labbra ed entrai per qualche centimetro nella sua fica con la mia lingua, aveva un sapore bellissimo, salato, dolce mai acido i suoi succhi erano densi mi sporcavano il viso intorno alla bocca, mi eccitava leccarla, ero capace di farlo per tanti minuti, a lei piaceva essere leccata era capace di avere più orgasmi e così fu.
All’improvviso Paolo si alzo dalla poltrona si avvicinò alla croce e slegò Alice, la condusse all’inginocchiatoio e la fece mettere supina sul cuscino, le legò di nuovo le mani verso il basso, era cosi oscenamente esposta, si mise davanti a lei, si aprì i pantaloni e gli mise il cazzo vicino alle labbra, Alice socchiuse la bocca e lo fece entrare, Paolo mi invitò a far mia Alice dove desideravo, mi liberai dei pantaloni e degli slip, e puntai la fica di Alice, in quella posizione risultava già aperta, mi appoggiai ed entrai in maniera decisa, ebbe un sussulto, contrasse i muscoli pelvici intorno al mio cazzo, rispondeva ad ogni affondo, i sui gemiti erano attutiti dal cazzo di Paolo che continuava a succhiare avidamente, sembrava che la stessimo possedendo in due, invece era lei che nonostante fosse legata e in balia di due uomini arrapati comandava il gioco, ad ogni mio affondo corrispondeva un movimento sul cazzo di Paolo, dopo qualche minuto di questo martellamento, Paolo si ritrasse dalla sua bocca, le slegò le mani, mi fece spostare e sdraiare a terra, fece mettere Alice su di me, con mia sorpresa , mi prese il cazzo con la mano e lo guidò al culo di Alice, che senza difficoltà mi accolse dentro, a quel punto, io sdraiato Alice impalata su di me e con le cosce spalancate, Paolo le punto la fica e le entrò dentro, Alice ora prendeva piacere da tutti e due, il suo corpo era un fremito continuo, si susseguivano mugolii e orgasmi, sentivo colare i suoi umori su di me, Paolo diede un affondo più deciso e con un grugnito le venne nella fica, a quel punto la presi per i fianchi e diedi anche io dei colpi più profondi, non trattenni più l’orgasmo, sentii il piacere salirmi dalle palle alla punta del cazzo fino ad esplodere a fiotti nel culo di Alice, ebbe ancora un orgasmo, poi si divincolò dalla mia presa e scivolò esausta a terra.
Mi alzai a sedere, Paolo si era allontanato per sedersi su di una poltrona, Alice accanto a me ansimava, indifesa in posizione fetale, la coprii con una vestaglia di seta bianca, la presi in braccio e la portai nella sua camera, l’adagiai sul letto, le tenni la mano fin quando non scivolò nel sonno.
Ero distrutto, scioccato, quell’esperienza per me nuova che mi aveva segnato e svuotato in ogni senso, mi rivestii, salutai Paolo in maniera frettolosa e uscii nel fresco della notte.
Non avevo voglia di ritornare in albergo, avevo bisogno di aria, avevo bisogno di metabolizzare, girai la città in auto con il finestrino aperto fino all’alba, fin quando mi ritirai nella mia camera, mi stesi sul letto e ancora con il sapore di Alice su tutto il mio corpo, mi addormentai.
Di quella notte oltre ai miei ricordi che condivido qui mi è rimasto un cuoricino rosso sul mio telefono, nei messaggi di WAPP del mattino alle 11,30 sotto il nome di Alice.
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