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Scambio di Coppia

Gloryhole: la stanza del buco.


di Membro VIP di Annunci69.it single80fe
16.06.2018    |    25.916    |    29 9.7
"Vuole sborrarle in bocca, lo so, lo capisco..."
Il reggiseno mi è scivolato sotto alle tette, spuntano i capezzoli duri, eccitati. Il vestitino è già abbandonato nella piccola stanza.

Il mio compagno dentro, a godersi il mio movimento lento, eccitato, sopra di lui. Mi ha penetrato facilmente e, sdraiato a terra, si gode la mia voglia che sta diventando estrema.

Le mia mano stringe l’uccello di uno sconosciuto, che, pienamente eretto, sbuca da un foro, largo, abbastanza largo da consentirmi di toccargli i testicoli con l’altra mano.

Gloryhole, mi hanno detto che si chiamano.

Non ne ero convinta, timorosa come sono. Ma mi sono fatta sedurre e ora avvicino la mia bocca ad una cappella sconosciuta. Mi chiedo come faccia ad essere così eccitato senza vedermi, senza mangiarmi, senza toccarmi.

Ma io sto colando sul mio uomo, eccitata profondamente dalla situazione.

Entrata un’ora fa al club, imbarazzata nel mio vestito micro, portato senza mutandine. Il mio compagno mi aveva appena sfiorata sui divanetti, bevendo un gin tonic ghiacciato.

Poi mi ha fatto ballare, in mezzo alla pista. Mi eccitavano gli sguardi. Non tutti di mio gradimento, la cosa mi bloccava un po’.

Eppure mi scioglievo, vedendo attorno a me gli sguardi vogliosi di uomini, in maggioranza, e di qualche donna di coppia.

Prime esperienze, si dice. Me lo ripeto quasi sorridendo mentre faccio scivolare la grossa cappella sconosciuta nella mia bocca. La bagno, la faccio entrare e poi uscire, lentissima. Sento il calore nella pancia e nella figa, piena del mio lui. È più eccitato del solito, lo sento; mi accompagna muovendo il bacino.

Prendo in mano lo sconosciuto, gli lecco lentamente il filetto, faccio girare la lingua sulla corona della cappella. Sono brava, lo so. Li sento gemere, lui e il mio uomo.

Poi lo faccio scivolare di nuovo in bocca, levando la mano. Lenta, labbra strette, lingua a contatto, costante. Sto facendo del mio meglio e all’improvviso lo sconosciuto grida e gode, fiotti potenti invadono la mia bocca, quasi va di traverso e lo faccio colare sul viso. Mi sento un puttana. E ne sto godendo.

Per il poco tempo che ci ho messo a farlo godere, capisco come facesse ad essere così eccitato. Mi ha invaso la bocca con il suo sperma di giorni e giorni. È venerdì, probabilmente se l’era tenuta dentro per tutta la settimana. Porco.

Scompare dalla mia vista mentre si ammoscia, ed eccone spuntare un altro. Ho la bava alla bocca, mai avrei pensato di fare una cosa del genere.

Uno sguardo al mio uomo, mi incoraggia. Stavolta voglio variare. Non uso le mani, lo prendo direttamente in bocca mentre accelero il ritmo della mia cavalcata sul quel cazzo noto e che amo, che spinge e mi invade.

Questo non è eretto come il precedente, è ancora mezzo moscio. Me lo voglio godere fino alla fine. Inizio a succhiare, direttamente, leccando piano la pelle del prepuzio. Inizia a muoversi direttamente nella mia bocca, lo avvolgo, lo faccio scivolare, lo bagno, lo sento ingrossarsi tra le mie labbra. Le stringo, mentre le faccio passare tra la cappella e l’asta, simulo una penetrazione lenta e profonda, e ad un certo punto mi fermo. Succhio solo, facendo il vuoto tra le guance. Cresce, cresce ancora, sempre di più: lo stupore per quanta differenza ci sia tra questo cazzo moscio e duro mi eccita ancora e quando la cappella si ingrossa fino a sfiorarmi la gola cresce il primo grosso orgasmo. Gemo e grido piano, cercando di tenerlo in bocca, ma non riesco. Lo afferro, forse troppo forte mentre la mia figa esplode insieme a pancia e testa sul cazzo che mi apre in due.

Sento il membro che tengo in mano contrarsi forte, e nonostante dopo un orgasmo debba riprendermi, non lo voglio lasciare solo. Lo masturbo velocemente, voglio il suo nettare, lo voglio ora, voglio che mi bagni, non capisco nulla, glielo urlo in modo che senta attraverso il buco:
- Godi porco, godi sulle mie tette.
E finisco la sega facendogli toccare un capezzolo con il glande. Sego veloce, forte, tenendolo stretto nella mano e sfiorando la cappella contro al mio seno.
Non mi fa aspettare: schizza forte sulle tette bollenti.

- Posso?

Entra una donna nello stanzino, lo sguardo di quel maiale del mio uomo si illumina, non ho la forza, il coraggio o la voglia di negarglielo.

La donna si accomoda di fianco a me, inizia a massaggiare la pancia a lui, a sfiorare le mie natiche.

- Continua - mi esorta - il prossimo è il mio compagno.

Entra un uccello già duro e bagnato

- Gliel’ho leccato io, prima, volevo fartelo trovare pronto - e mentre lo dice si avvicina per baciarmi. Forse vorrei scansarmi, ma la cappella del suo uomo così vicina alla sua bocca, alla mia bocca, mi fa desistere. Le nostre lingue iniziano a toccarsi, con quel glande duro e grosso tra noi. Lei mette le dita in bocca al mio uomo, se le fa leccare, è una cosa che lo fa impazzire e lo sento dentro. Lo sento contrarsi e quasi godere. So che non resisterà a lungo.

Lei prende in mano il cazzo del suo uomo e inizia a guidarlo nella mia bocca. È talmente grosso da occupare quasi tutto il buco, mi stacco, la guardo:
- Ha un bellissimo uccello
- Lo so - mi risponde sorridendo e cercando la mia lingua con la sua. Mi bacia come poche volte sono stata baciata.
- Lo vuoi dentro? - Mi chiede.

Ma non è una vera domanda: lo sa.

Mi alzo, mentre lei infila un preservativo al suo uomo con la bocca, azione che ripete sul cazzo durissimo e fradicio del mio.

- Anche il tuo non scherza, sai? - Mi dice.

Mi metto a pecora contro il buco, contro il cazzo. Scivola dentro facilmente, tanto sono bagnata ed eccitata. Lo scopo, non ci sono altre parole per definirlo. Lo scopo forte, lui mi fotte a pecora, sbattendo contro la sottile parete che ci separa.

Lei sorride, decisa. E si infila il cazzo del mio uomo dentro, cavalcandolo: - Dio sì, che bel cazzo
- Anche il suo - le dico, e le nostre bocche si cercano, si trovano, si baciano, tra gemiti, mugoli, voglie che si confondono.
Non capisco più nulla e godo ancora, sul cazzo dello sconosciuto, che le gambe quasi mi tremano.
Lei era altrettanto calda, eccitata, e dal mio orgasmo nutre il suo. Gridiamo entrambe, per la gioia degli occhi del mio compagno, e del cazzo del suo, attraverso la parete.

- Inginocchiamoci. E tu - rivolta al mio eccitato e stremato compagno - in piedi, forza. Togliti il goldone.

Faccio lo stesso a quel pene eretto magnifico che sbuca. E iniziamo a leccarli, lei di lato, e io davanti. Io il cazzo del suo uomo, lei del mio.

Mi passa per la mente che mai, mai, mai avrei pensato di fare una cosa del genere. Guardare una donna succhiare il mio uomo fino a farlo sborrare mentre io sono al terzo cazzo che gode attraverso un buco. Il cazzo che le appartiene.

La figa brucia tra le cosce e allungo una mano a toccare quella fradicia di lei che quasi gode ancora. La sfido e le infilo due dita.

- Porca, sei proprio una troia - ride staccandosi dal mio uomo che inizia a prenderla per i capelli. Vuole sborrarle in bocca, lo so, lo capisco.

Manca poco, lei geme io pure. Mugolo con il cazzo che scivola dentro e fuori dalla mia bocca, freme, spinge, vuole esplodere. Lei è bella, mi da fiducia. Sbaglio, lo so, ma voglio berlo. E lo berrò, tra poco. Lo masturbo, veloce, bagnandolo con la mia bocca sulla cappella e lo sento gonfiarsi, quel gonfiore che precede una sborrata intensa e copiosa.

Che inevitabilmente arriva e mi invade la bocca. Mi distraggo, bevo, e mentre bevo sento il mio compagno gridare e venirle in bocca. Li guardo e mi eccito ancora di più.

Siamo sporche di sborra, sudate, bagnate. Ci avviciniamo e lecchiamo l’una le labbra dell’altra, passandoci gli umori dei nostri uomini. Lei allunga la mano, mi masturba, io faccio altrettanto. Il piacere cresce ancora, ancora vicino a godere, entrambe, della situazione più trasgressiva della mia vita.

Chiudo gli occhi, so che mi stanno guardando, mentre le dita di lei mi avvicinano nuovamente all’esplosione.

Penso che questo è il mio battesimo dei cazzi sconosciuti, e con il pensiero blasfemo caccio un grido che mi sente tutto il club.

Sarà difficile ricomporsi, dopo, sarà difficile dimenticare.

Sarà difficile non voler continuare ad assaggiare gusti nuovi, penso, mentre mi chino a leccarla.

Voglio i suoi umori in bocca, voglio godere e far godere, non voglio più fermarmi.

Mentre ho la sua vagina sulla mia lingua, guardo il mio uomo. Lo sappiamo entrambi, che ora che è iniziata non finirà.
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