orge
La moglie del capo: gara di resistenza per la gang. E un colpo di scena.
di single80fe
29.09.2018 |
21.930 |
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"- Ti sei divertito, cornuto?
- Certo, amore, M..."
Ho portato Elena, la moglie del capo, in un casolare abbandonato, in pieno Agosto.Avevamo cenato, a spese dell’azienda, in un ristorante stellato: pesce, bolle, rum. Lei era particolarmente eccitata e alticcia.
A metà cena aveva cominciato a flirtare con il cameriere, prima, e la guardarobiera, dopo. La guardarobiera, tra l’altro, era uno spettacolo. Piccolina, grandi occhi verdi, mora, labbra infuocate. Non avessi già preparato la notte, l’avremmo portata a casa e l’avremmo fatta godere per ore. Torneremo.
Nella notte, in campagna, guidando le dico di mettersi una benda. Lei mi sorride e accetta. Arrivati, vado ad aprirle la portiera dell’auto, le prendo dolcemente la mano, mi avvicino al collo, lo bacio, e le sussurro: - Sei pronta?
Sorride: - Certo, chissà cosa mi hai preparato. Ma prima di entrare, toccami sotto al vestito.
La tocco, so che non porta le mutandine, in fondo l’ha fatta intravedere al cameriere, prima.
E’ già fradicia. La adoro. Ma stasera dovrà superarsi.
Entriamo. Ho preparato la stanza, in modo parco. Vino, immancabile. Una sedia lunga, dallo schienale regolabile. Un letto, un tavolo. Niente altro.
La faccio sedere sulla sedia lunga e, senza toglierle le scarpe dal tacco rosso, le lego le caviglie alle gambe. Ho scelto una sedia che faccia ruotare lo schienale insieme alle gambe anteriori, l’ho scelta apposta.
- Come stai? - Le chiedo
- Fradicia - mi risponde Elena, sfacciata.
Le lascio le mani libere, ne avrà bisogno.
E’ bastato un annuncio: 38enne perfetta, legata ad una sedia per voi. Chi resisterà per più di 5 minuti a seghe e pompini potrà scoparla. Ovviamente protetto, ovviamente porci.
C’è la fila, dall’altro ingresso. Li conto, sono 13 singoli, venuti tutti per lei. L’ho lasciata sola per un attimo, per parlare ai singoli, spiegare le modalità dell’incontro. Hanno età varie, corpi vari: per tutti ho richiesto una telefonata preventiva, ne avrò scartati trenta, quaranta. Organizzare questa serata è stato un lavoro.
- Ora aspettate cinque minuti, e poi, a gruppi di tre, entrate. Tu - mi rivolgo ad uno splendido ragazzo di trent’anni, con un cazzo enorme, entri per ultimo, da solo.
Rientro. Elena si sta masturbando, e lo fa come se si stesse esibendo per me. Sorrido: - cosa fai porcella?
Lei sta già iniziando a sospirare: - Mi fai eccitare, maiale, lo sai. Solo al pensiero - si infila un dito dentro la figa bagnata - di averti mentre mio marito è a casa… beh, quasi vengo.
- Sto trasmettendo tutto in diretta: tuo marito potrà vederti quando vuole, impegnata, stanotte.
- Oddio sì, vedrà quanto sono troia. Ma impegnata in cosa? - E mentre lo dice si lecca le dita, fradice dei suoi umori.
Amo onestamente realizzare queste fantasie, ma ho già il cazzo durissimo nei pantaloni, a vederla così e sapendo cosa sta per accadere. Glielo avvicino alla bocca, lei ne sente la presenza e inizia a giocarci con la lingua, circondando il glande, avvolgendolo, bagnandolo. So che dovrò interromperla, ma ormai ha capito come far impazzire il dipendente porco del marito. La lascio continuare per un paio di minuti, giusto il tempo di farmi diventare il cazzo di marmo e infuocato di voglia.
- Ora iniziamo le danze - dico allontanandomi - entrate.
I primi tre uomini si avvicinano, lenti, nudi. Sono abbastanza eccitati, ma non hanno ancora idea di quanto li saprà travolgere.
Elena sente le loro presenze, mi guarda, si lecca le labbra: è il suo modo per dirmi che è felice della sorpresa.
- Cinque - dico ad alta voce, facendo partire il cronometro.
- Porca, hai cinque minuti per farli godere con le mani e la bocca. Chi resiste passa alla fase successiva.
- Dio che bel gioco. - Sono le sue parole prima di prenderli in mano, a destra e sinistra, ed iniziare a leccare quello in mezzo. E’ una dea, si destreggia tra tre cazzi con maestria, gioca con i pollici sulle cappelle, li bagna ad uno ad uno, geme e sorride, e li fa scomparire nella sua bocca.
I tre sono travolti dal suo amore per il cazzo. La cercano, la toccano, sul collo, sul seno, sulla figa aperta e bagnata. Le sue caviglie legate tremano mentre sta accelerando il ritmo della mani, i tre gemono e ansimano, so che è difficile resistere alle sue cure. Ora li prende in bocca, per una volta sola, uno per volta, li saggia, li fa eccitare e indurire.
Ma solo io so cosa sta facendo: sta scegliendo quello che le piace di più. Lo capisco, guardandola.
- Quattro - dico con voce stentorea. Il conto alla rovescia.
Per un attimo penso al marito, che la sta guardando, masturbandosi, sapendo di posserderla realmente, al contrario di loro, al contrario mio. Sono a metà strada, ora, tra cuck e bull, godendomi tutte le sensazioni e le sfumature.
Eccola ora, con il cazzo prescelto in bocca, usare le mani che si ritrova sui cazzi che vuole far schizzare.
- Tre
Inizia a masturbarli alternando movimenti rapidi e massaggi al grande, mentre succhia inghiottendolo completamente, un cazzo considerevole, ma lo so che non vuole far godere lui.
- Due
Pochi colpi di mano, e il primo le esplode sul seno, guidato dalla sua mano abile
- Ve lo aspettavate di trovare una così porca? - Dice lei accarezzandosi la faccia con il cazzo prescelto e segando l’altro - Di trovare una dea di seghe e pompini che vi facesse esplodere? Chissà chi si stanno scopando le vostre donne a casa.
Non finisce la frase e il secondo le scoppia sul viso, una esplosione potente, cinque schizzi densi che lei lecca vicino alla bocca, bagnandola e godendone.
- Ora tu mettiti lì e aspetta - dico al supertiste. Voi potete andare, e accompagno gli altri alla porta.
Lei è raggiante, fradicia, torna a toccarsi: - Iniziamo a giocare dopo l’antipasto? Ho voglia di godere, mi stai facendo pulsare la figa di voglia.
“Anche il mio cazzo pulsa” penso. Mi avvicino a lei, le accarezzo il viso, i capelli, il collo. Faccio scivolare una mano sul seno e inizio a strizzare il capezzolo con una forza mai usata su di lei.
Grida
- Maiale!
- Abbiamo appena iniziato, troia. - E per tutta risposta le appoggio la cappella alla figa.
- Lo vuoi dentro vero?
- Siiiii - e inclina il bacino per accogliermi. Sono tentato, molto tentato. Ma non è il momento.
La scena si ripete, per altre tre volte. Gli ultimi entrano già duri, si vede che si stavano masturbando per arrivare belli duri.
Le bastano tre minuti, per loro, li fa godere uno alla volta, dopo averli masturbati, solo con la lingua sotto al glande, frenetica, sul frenulo. Schizzi che lei beve, a beneficio del mio sguardo e del mio cazzo che trema, gonfio delle voglie impetuose provocate dal suo spettacolo offerto.
E’ completamente bagnata di sperma. Un messaggio del marito: “Bravo. Siete rimasti in quattro. Ora fatela gridare come una cagna, mi sono già segato tre volte. Se continui così ti promuovo”.
Come non volere un capo così?
I tre uomini a cazzo duro e di fuori la guardano famelici. Sanno che è il loro premio. Io continuo a sorridere, sardonico, Elena è di mia proprietà (concessa, ovviamente).
Le tolgo la benda, le slego la caviglie. La guardo, le metto una mano tra i capelli e la bacio dolcemente, ancora sporca di sperma, anche se quello vicino alla bocca l’ha bevuto tutto.
Lecco il collo e sussurro, in modo che gli altri non mi sentano: - Quanto sei arrapata, troia?
Lei viene a leccare il mio, sa che c’è un punto che mi fa completamente impazzire, dietro al collo. Lo spinge con la lingua, la stronza adorabile: - Sono così arrapata - dice sfiorandosi la figa e a voce bassissima e decisa - che se non mi fai scopare e godere ti ammazzo. E sai che posso farlo - mentre lo dice afferra il mio cazzo avvolto dai pantaloni di lino e inizia a segarlo lenta con il tessuto attorno: - Spogliati anche tu.
- Vai a farti una doccia, ti voglio perfetta. Con due regole: fai in fretta che i nostri cazzi scoppiano - e le infilo un dito dentro per rimarcare l’affermazione - e non toccarti.
Lei va, sculettando.
- Allora, che mi dite della porca? - Sono sinceramente intimiditi dalla forza sessuale di lei, bofonchiano qualcosa, balbettano quasi. Ma hanno cazzi durimmi, la faremo divertire.
Torna, splendente, completamente nuda, anche i piedi.
- Ora tocca a me, vero? - Dice passeggiando come una dea tra noi, sfiorando uccelli duri.
- Ti spogli anche tu, adorato bull? Non ho ancora assaggiato il tuo cazzo stasera, e sono affamata.
Si inginocchia davanti a me, mi guarda negli occhi come se gli altri non esistessero, slaccia la cintura, apre il bottone, sfila la linguetta dei pantaloni: - porco, guarda qui, manco ti ho tirato giù i boxer e hai già il cazzo che spunta - e inizia a leccarmi la cappella schiacciata sulla pancia. - Povero, è ora di liberarti.
Il mio cazzo svetta davanti al suo viso, lei fa scivolare un rivolo di saliva appoggiando le labbra al glande, e mi fa scivolare nella sua bocca bollente, facendo seguire il movimento della bocca alla lingua, avvolgendomi e facendomi impazzire.
I tre si avvicinano, chiedendo il permesso con lo sguardo.
Indico con il volto di accomodarsi sotto di lei. Il più intraprendente si sdraia e inizia a leccarla. O è molto bravo o Elena è molto eccitata. Sento il suo primo orgasmo sul cazzo. Me lo stringe con la bocca mentre geme e poi lo sfila fradicio lo mette sulla faccia e si abbandona ad un grido: - Siiii porco, che lingua, fammi godereee. - Gli viene in faccia mentre gli altri due le accarezzano i seni e stringono i capezzoli duri.
- Ora, però, voglio i vostri cazzi dentro. Perdonami, bull, a te ci penso dopo.
- Mettiti sul tavolo, troia - le dico in tutta risposta. Si siede e allarga le gambe, si tocca guardandoci negli occhi uno per uno. Sorride: - Avanti il primo.
Il cazzo perfetto, il primo scelto non se lo fa ripetere. Mette il preservativo e si avventa su di lei, furia di gioventù. Le mette le caviglie sulle spalle e inizia a fotterla forte, con quel cazzo durissimo e il fisico perfetto. Io preferisco altro, ma Elena gradisce.
- Giovane, maiale - dice ansimando, a mio beneficio - vedi? Sei corso, mmm, a farmi godere… imparerai la pazienza… anche se… mmm sii hai il cazzo di un dio - Gemiti e parole, vuole controllare ed è governata dal cazzo - Ma io… anche se ora… siiii GODO GODOOO ancora - esplode nel secondo orgasmo - io posso, dai si, sbattimi, posso farti godere… oddio si continua ancora… solo… stringendo… la… figa… calda… sborrosa… fradicia…
Si, lo so bene io quanto sappia contrarre le figa: fa godere quasi chiunque come e quando vuole lei. La guardo negli occhi, annuisco.
Esegue: il cazzo perfetto inizia a gemere e gridare, e da uomo che la sta sbattendo è costretto ad esplodere copioso nel preservativo. Lei ride, gode ancora, siamo i suoi schiavi. Lui esce di scena, restiamo in tre.
- Lo so, porca, che questo lo vorresti bere, ma dammi il preservativo pieno.
Me lo allunga, lo prendo in mano, e lo annodo, pieno: - Questo è per il cuck, sarai libera di farglielo bere, o di spalmartelo addosso prima di scoparlo, dopo.
- Che maiale che sei, mio bull.
- Andiamo a letto.
Li guido, la faccio prendere in doppia penetrazione: quello con il cazzo più piccolo e più duro a cavalcioni, nel culo. L’altro sotto, si alternano. Resisto alla tentazione di metterglielo in bocca, sono sempre più eccitato, così eccitato che rischio di sborrare senza toccarmi, lei mi guarda gli occhi, il cazzo durissimo, continua a incitare i due a fotterla, senza pietà ora.
Loro eseguono, rapiti dalla potenza sessuale di Elena, si alternano nei suoi buchi fradici, ma la situazione è così eccitante, gli orgasmi di lei così potenti, la sua abilità così alta che sborrano dentro di lei, gonfiando i condom e regalandole un piacere mentale infinito.
La conosco, sta impazzendo di piacere.
Ripeto il gioco del nodo, metto in fila i condom annodati sul tavolo, il inquadro con la camera per il marito, per il mio capo.
Salutiamo i due.
- Siamo io e te, ora, Elena.
- Si, M., siamo io e te. E ora facciamo l’amore.
Ci prendiamo, dolcemente, lentamente, ormai il suo orgasmo è continuo. Ci baciamo, le scivolo dentro, la riempio, mi contrae la figa attorno, fradicia e allo stesso tempo stretta, ci abbacciamo, ci mordiamo, il marito sente i gemiti le grida, la bacio per zittirla, scivolando lento, veloce, in molti modi.
Sale a cavalcarmi, le prendo i seni, si china mi bacia, stringe, mi appoggia le mani al petto e inizia a cavalcarmi forte, dopo un po’ la prendo la giro, la metto a pecora, le fotto la figa tenendola per i capelli, facendo attenzione che il suo volto e la sua bocca spalancata siano davanti alla camera con il marito che ci guarda.
Tiro fuori il cazzo, grosso, duro, bagnato: lo sa, lo sa che la inculerò. Infatti si piega, si inarca, a mio beneficio, e glielo infilo dentro di colpo, strettissima, geme e gode ancora.
La inculo forte, e poi piano, le metto le mani sul collo stringo, e poi passo a massaggiarle la figa mentre contiuno a incularla, siamo un corpo solo, porto le dita fradice alla sua bocca gliele infilo, lei le lecca e con la mano va a masturbarsi. Si liquefa sul mio cazzo e sui miei coglioni, gridando così forte che se fossimo in condominio avrebbero già chiamato la polizia.
Mi fa sedere, a gambe aperta, ancora tremando: mi masturba con le mani, con i piedi, toccandosi la figa ora aperta e abbandonata e poi viene con la bocca: sa che manca poco, mi guarda, mi lecca il frenulo, stringendomi il cazzo che freme.
Grido mentre il primo schizzo farà mezzo metro: se ne perde pochissimo, lo raccoglie con la bocca e sento la mia sborra mischiarsi alla sua saliva e sulla pelle del mio cazzo perché ora me lo avvolge con la bocca, inghiottendomi mentre grido e schizzo ancora nella sua gola.
Non ha una macchia di sperma in faccia. Mi ha bevuto completamente.
Siamo stremati. Insiste per videochiamare il marito.
- Ti sei divertito, cornuto?
- Certo, amore, M. è stato bravo, bella situazione per la mia e la sua troia.
- So che non è il caso - dice lei - ma vi amo, entrambi.
Ci lascia di sasso, ma forse è inizio di una nuova storia.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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