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La Sweet a Casa e il Cornuto al Telefono - Storie di un Bull Atipico


di Membro VIP di Annunci69.it single80fe
11.08.2018    |    16.516    |    5 9.5
"Ho il controllo del mio corpo, delle mie voglie..."
- Sì, amore, è dentro.

Si è appena presa il mio uccello dentro, dopo aver giocato per interminabili minuti con la mia erezione e la sua voglia bagnata. Parla al telefono, l’ultima fantasia del cuckold. La stanno realizzando con me: parlarsi al telefono mentre l’amante la fa godere.

- Sì, siamo stati al ristorante, gli ho messo le mutandine in tasca, quando me lo hai detto.

L’ho portata fuori a cena, anche se quasi lei ha portato me. Quando è scesa in strada per salire sull’auto sapevo che mi avrebbe fatto impazzire. Una cascata di capelli scuri, un tacco nero importante, almeno 12, un vestito rosso fuoco, abbinato allo smalto delle unghie delle mani e dei piedi. Sapevano entrambi della mia passione per i giochi rallentati, per le masturbazioni intense, per l’oralità perseguita con cura. Un incontro preparato a modo.

- Amore, ha il cazzo - spingo forte mentre parla - ahh si, ha il cazzo più lungo e grosso del tuo, non troppo, ma lo sento. - Si rivolge a me - Porco, non senti che sto parlando con - spingo ancora, un po’ più forte - aahh mio marito.

Geme e ride, la situazione mi sta eccitando come raramente sono stato.

Quando li ho conosciuti abbiamo creato un gruppo whatsapp. Per qualche giorno, in tre, le mie parole e le mie immagini hanno eccitato quella bellissima moglie. Mi hanno mandato foto e video dei loro giochi, e io messaggi vocali e qualche foto per aumentarne la voglia.

Amo i giochi con la voce, è stato bello sentirli godere. Ma volevo quella donna. E il marito voleva farla godere con me.

Poi l’idea: invece di guardare, gli scrissi un giorno, ascolterai. Era la prima volta che mi rivolgevo direttamente all’uomo, e non a lei. Ci siamo messi d’accordo con i dettagli. E’ stato rapido, ripenso ora, mentre lei inizia a muoversi sopra la mia erezione potente.

Da giorni non mi masturbo, ho deciso di non farlo quasi più. Ho il controllo del mio corpo, delle mie voglie. Anche se lei mi sta mettendo a dura prova.

- Ora inizio a scoparlo, amore. Inizio a muovermi e lui mi tiene per i fianchi. Mani forti, il ragazzo.

Scorda che ho la loro età.

Sento la figa stringersi sulle mie vene irrorate, la sento bagnata, mentre le mie mani afferrano i seni sopra di me, stringo i capezzoli tra indici e pollici e salgo ad afferrarle il collo. Stringo, piano all’inizio e sempre più intensamente. Ansima al telefono con il marito: - Dio che cazzo che ha, se non sto attenta godo subito. No, amore, non masturbarti che vieni in un secondo così. Ecco, bravo, tiralo fuori e lascialo prendere aria.

Si muove, fa entrare e uscire il mio cazzo duro, fradicio, teso. Sento ad ogni suo movimento la cappella stretta dalla sua voglia che si contrae ogni secondo di più.

Abbiamo iniziato a giocare appena è salita in macchina. Giocare con le parole, con gli sguardi, con le mani.

- Sei tranquilla? - le avevo chiesto. Per tutta risposta, in auto, aveva fatto uscire un seno dal vestito rosso e, guardandomi fissa negli occhi: - Vedi quanto è duro il capezzolo? Sì, sono tranquilla. E tu?

Aveva allungato la mano verso i pantaloni, giusto per farmi sentire le dita. Senza sbottonare nulla, senza calare zip, aveva semplicemente appoggiato la mano, sfiorato e strofinato un po’. Quel tanto che bastava, tra il suo seno, la sua mano e il suo sguardo, a far salire l’erezione. I giorni senza orgasmi davano i loro frutti: in pochi secondo faceva male, costretto nei pantaloni.

- Sei già pronto, vedo - mi dice sorridendo. - Aspetta che glielo dico. Il messaggio vocale: “Amore, sono in auto con lui. E’ a posto, un bravo ragazzo. Si, già durissimo, per me. Hai scelto bene il vestito”.

E’ una donna intelligente, la conversazione è brillante. Non vi annoierò, ma fidatevi, non c’era esclusivamente sesso. Anche se, poco dopo aver lasciato il mio uccello in pace, le dico: - Ora tocca a te, io guido. Sfiorati tra le cosce, e fammi assaggiare le tue dita e la tua voglia.

Mi guarda di nuovo, con aria di sfida, come se stesse decidendo se eseguire o meno. Poi allenta la cintura, mette la schiena contro la portiera, allarga le gambe per me. Scosta la mutandina e la coda del mio occhio non può fare a meno di guardarla. Si inumidisce indice e medio dell’altra mano tra le labbra e scende piano. Mi sta mostrando una vagina liscia, chiara, non ancora gonfia come quella che mi sta accogliendo ora, mentre parla al telefono con lui.

Si tocca, si sfiora dalla clitoride alle labbra, mentre siamo in mezzo al traffico. Quasi spera che la vedano, mentre crea un intenso spettacolo a mio beneficio. Scivola dentro con le due dita, dopo essersi massaggiata. E me le porge. Gliele lecco, sfiorando prima i polpastrelli e poi prendendole tra le labbra, leccando lo spazio tra le dita e mordicchiandole. Quando stringo i denti geme, e le trema la mano con cui sta facendo una foto per il marito.

- Quel porco avrà già il cazzo duro - esclama mentre si ricompone.

Una ottima cena di pesce ci aspetta. La tratto come fosse la mia donna. Giochiamo con parole e sguardi, alla cena. Resta colpita dal mio ordine, dal vino che scelgo. Mi premia allungando i piedi sul mio uccello, sempre coperto dai pantaloni. Sento i suoi piedi prenderlo tra loro, però, e mi guarda mordendosi un labbro. Raramente ho incontrato una donna così capace di eccitarmi.

Al dessert va in bagno, e torna, come sapete, mettendomi il perizoma nella tasca della giacca. Mi sfiora il cazzo con le mani, ancora, facendolo. Devo dire che sto solo aspettando di portarla a casa.

- Amore, da adesso in poi mi dedico a lui. Lascio la chiamata aperta, così ci puoi sentire per bene.

Si rivolge a me: - Ora, M, è proprio il caso che tu mi fotta.

Lo sente che mi ingrosso ancora quando me lo dice.

- Si, ora è il caso. Sdraiati.

La faccio mettere supina, e le spalanco le gambe per ammirare la sua eccitazione, che ho appena aperto con la mia.

- Hai una figa bellissima, sai? Ho adorato leccarla, prima.

Lo dico per farmi sentire da lui, appena rientrati a casa l’ho spogliata, con foga trattenuta, e mi sono inginocchiato mettendola al muro: le ho fatto aprire le gambe, e ho iniziato a leccarla lentamente, assaporando tutta la voglia che aveva accumulato tra l’auto e il ristorante.

Aveva un sapore che adoro già, e gemeva al contatto della mia lingua curiosa, che la esplorava ovunque. So leccare, abilmente, modulare il piacere con il movimento della mia lingua, toccare esitando e affondando. La mia barba curata si bagnava di umori e il suo piacere saliva. Ha avuto la prontezza di spirito di fare un video da mandare al nostro gruppo, un video della mia lingua che entra ed esce da lei, che massaggia la clitoride lenta e veloce, che spinge i suoi gemiti e le sue voglie.

Poco dopo mi ha spogliato, massaggiato il corpo, l’uccello, me lo ha fatto crescere con mani abili, e volevo da morire la sua bocca. Ma l’ho lasciata fare, le ho lasciato togliersi il vestito, venire sopra di me. Massaggiarsi la clitoride con la mia cappella ormai gonfia e accompagnarmi dentro di lei. E’ stato splendido entrarle dentro, profondamente, da sotto.

A quel punto si è fermata: - Ora chiamiamo il cornuto.

Mentre le apro le gambe e le dico che sto per fotterla, smetto di ricordare. Ora è il momento. Lei mi avvolge tra le gambe, che accarezzo deciso, mentre spingo il glande nella sua figa bagnata. Lo spingo dentro, potente, senza correre, e inizio e spingere, entrare e uscire, alternando velocità e lentezza, i suoi gemiti raggiungono le mie orecchie e quelle del marito, attraverso il telefono abbandonato sul letto.

- E’ stupendo scoparti, finalmente. - le dico mentre sollevo le gambe sulle mie spalle. Lecco le caviglie sottili e spingo il mio corpo sul suo. Sento i capezzoli duri schiacciati contro il mio petto mentre inizio a scoparla con forza, al limite della violenza. Lei grida, so che il primo orgasmo non è lontano, continuo a spingere, forte e deciso. Ci saranno momenti per giocare sui confini, come mi piace fare spesso, ora ho solo voglia di fotterla e di far sentire al marito quanto il bull atipico la farà godere.

- Dio si fottimi, chiavami, fammi godere - e mentre lo dice sento l’orgasmo che mi stritola il cazzo, la devo tenere schiacciata sotto di me perché i suoi tremori non la facciano scappare. Rallento i colpi, senza fermarmi, entro, esco dal suo orgasmo pieno e gonfio.

- Quanto cazzo mi fai godere, M - dice lei, a beneficio di entrambi.

Si ricompone, dopo qualche minuto: - voglio il tuo cazzo in bocca - dice, prendendo il telefono - e voglio che il cornuto senta il risucchio.

- Hai capito, cornuto? - Dice al telefono - glielo prendo in bocca, ora. Puoi segarti adesso che il bull mi ha fatto godere come tu non riesci.

E inizia, iphone in una mano all’orecchio, e con l’altra a massaggiarmi l’uccello fradicio.

- Quanto è bello un cazzo duro bagnato dei miei umori, mi piace toccarlo, massaggiarlo, scoprire e coprire il glande - descrive al marito quello che i miei occhi vedono e il mio uccello sente.

- E adoro prenderlo in bocca. - la sento ora, scivolarmi sulla cappella, bagnarla con la saliva, vuole fargli sentire il suono. Lo prende in bocca fino in gola, con un movimento unico, poi risale e, tenendolo in mano, lo sfila completamente, indugiando, verso la fine del movimento, sulla cappella che sta quasi per esplodere. - Dio che bel cazzo che hai. Te lo succhierei per ore.

E infatti continua, lecca la corona attorno al glande, il frenulo, lecca piano, non vuole ancora farmi godere, geme sempre al telefono, mi guarda, lo prende tra le labbra e succhia, alternando il movimento della mano e quello della bocca, della lingua, delle labbra.

- Sei una pompinara stupenda, una donna stupenda - le dico.

- E tu hai un cazzo che mi fa godere la gola - dice prendendolo ancora completamente dentro, fino ai conati.

Si scosta rapida: - Stai godendo amore cornuto? - dice al telefono - mio marito ha già sborrato - rivolta a me - non è che mi fai lo stesso scherzo?

In tutta risposta la prendo e la giro.

- Metti la faccia sul materasso. Inarca la schiena. Apriti per bene la figa con la mano libera.

Esegue. E dice: - Amore, lo so che hai sborrato, ma resta lì: mi sta per prendere a pecora.

E due schiaffi potenti sul culo anticipano nel suo dolore e nel rumore che sentono entrambi il mio cazzo che le apre in due la figa a pecora. La mia natura dominante ora emerge completamente. Le fotto forte la figa, sculacciandola e abbondando nel turpiloquio.

- Sei la mia troia, ora, la mia cagna, non sei più sua. - Urlo. - Sì, la tua troia, fottimi, porco, fottimi.

I vicini ci sentiranno, come sentono le sue grida quando deciso che è venuto il momento di aprirle il culo. Prendo il lubrificante, come se ce ne fosse bisogno, ma lo metto sulle dite e le allargo il buco del culo mentre ancora la sto scopando.

- Godo maiale, godo, GODOOO - e mentre sta salendo un secondo orgasmo le affondo il cazzo nel culo.

Grida, avevo previsto giusto. E’ stretta, ed eccitata. Fotterla così mi sta facendo quasi godere, e quasi penso che vorrei sborrarle dentro a quel culo così stretto.

- Saresti proprio bella piena di sborra.

- Sai, cazzo, dio, che bella scopata, sai che mio marito, mmm, mio marito si sta segando ancora? Ecciti più lui di me, maiale.

- Ti faccio tornare a casa con le gambe molli, porca, tanto godrai. E le metto tre dita dentro, scopandole ancora il culo con forza. L’orgasmo la colpisce ancora, e ancora. Non mi fermo, appena scende un attimo il piacere le metto ancora il cazzo nella figa, ora più larga, sempre più bagnata.

- Masturbarti, cagna, mentre ti apro la figa. Masturbati e godi.

Inizia con la mano, viene verso le mie palle, le stringe mentre la fotto, gioca con le dita sull’asta che esce e poi rientra, mi sta facendo morire. E inizia a massaggiarsi la clitoride ancora una volta, veloce, ora, come veloce la sto scopando io. E’ avida di orgasmi ed esplode ancora e ancora mentre le ossa del suo bacino portano il mio uccello vicino all’esplosione.

- Mmmm - gemiti e grida e ansimi avvolgono me e il marito al telefono - dio quanto mi fai godere maiale.

Ora non resisto io, lo sente ingrossarsi, devo controllarmi al meglio per non venirle in quella figa bollente. Lei lo sa, lo capisce e appena l’orgasmo scema dice:
- Adesso ti faccio sborrare. In faccia e in bocca.

Pensavo fosse più mia prigioniera, e invece si libera a malincuore dalla pecorina, e inizia a masturbarmi, a leccarmi, a succhiarmi, guardandomi negli occhi. Ha entrambe le mani libere, ora.

- Si, voglio la tua sborra di 10 giorni in faccia. E voglio che mi porta a casa ancora sporca della tua sborra, voglio farla leccare via da mio marito. E poi mi leccherà la figa piena del tuo sapore.

Sento le sue mani abili, la sua lingua che vuole il mio sperma, la sua bocca che mi avvolge. Il mio cazzo si contrae, sento lo sperma salire impetuoso. Lo sente anche lei.

Nel momento dell’orgasmo lo sfila dalla bocca
- Stronza. - Grido - in bocca - ma è solo un attimo.

Godo come un maiale, il primo schizzo le inonda il viso, le labbra, le guance e poi mi avvolge nella sua bocca calda e il resto gliela invade in schizzi copiosi e densi.
Continua a massaggiarmi per un tempo indefinito, minuti, forse. Non ingoia, mi lascia ammirare il suo volto ricoperto di sborra. Quando l’ultima goccia di dieci giorni di astinenza le ha riempito per bene la bocca, mi tiene l’uccello in mano, mi guarda, apre per bene. E’ piena per metà abbondante. Mi sfida con gli occhi e beve.

Adorabile donna.

Non si pulisce, come aveva promesso: - Amore? - Al telefono - M. mi ha sborrato per bene e ho goduto come una troia, come tu non riesci più a farmi godere. Adesso guai a te se sborri, mi faccio portare a casa e mi pulisci come si deve: a cazzo duro nella tua mano e con la lingua sulla mia faccia e sulla mia figa.

Chiude la telefonata, mi guarda, piena di sborra in viso. E’ bellissima, ancora di più, ora: - Mi riaccompagni a casa?
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