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Concerto per piano solo e organi caldi


di Membro VIP di Annunci69.it single80fe
02.06.2018    |    15.512    |    12 9.6
"- Mario: grazie per il porco regalo di compleanno..."
Teresa ama due cose nella vita: la musica classica e il piacere, che spesso, nella sua mente, sono intimamente collegate.

Dai romantici al quasi contemporaneo, ma non dodecafonico, le sue passioni riguardano principalmente goderne dal vivo. A causa della vita frenetica, il lavoro e la famiglia, le occasioni erano sempre più rare.

Adora i momenti intimi, non da grande orchestra, ma momenti di piano solo o cameristici. Si potrebbe dire che le sue fantasie musicali siano meno numerose di quelle edonistiche.

La sua mente infatti, quando fantastica, si affolla di fantasie promiscue, di avere più uomini e più donne che godono attorno a lei.

Mario, il marito, conosce entrambe le sue passioni. Quando erano più giovani andavano spesso ai concerti nella loro città. Intorno ai 25 anni, si vestivano in maniera curatissima, elegante, raffinata. E uscivano per ascoltare grandi e piccoli artisti, tornavano a casa e facevano l'amore. Fantasticando, a parole, di orge, scambi, triangoli e numerose geometrie mai messe in pratica.

Sono passati 10 anni, ed è sempre più complesso fare le cose, la vita, la frenesia, il desiderio soffocato. Teresa non riesce a dire a Mario, fuori dalla camera da letto, che vorrebbe le sue fantasie realizzate. Ma oggi, il giorno del suo 35 compleanno, ha ricevuto un invito. Chopin, in una sala della musica del centro, pare solo per loro due. Un colpo incredibile del marito.

- Sai, Teresa, questo pianista è un mio cliente. Siamo diventati amici, a forza di fargli la dichiarazione dei redditi, e vuole provare con noi un esperimento. Mentre prendevamo un aperitivo gli ho raccontato della tua passione per la musica da camera.
Vuole provare ad avere un pubblico completamente concentrato sulla musica, eliminando ogni distrazione esterna. Sai, arriverà a suonare in una grande camera anecoica, di quelle dove si viene isolati completamente dal mondo. Ma prima, farà alcuni concerti con il pubblico bendato. Vuole provare con noi la prima esperienza, così è libero di chiederci la nostra opinione una volta terminato.

Teresa è colpita, le sembra una bellissima esperienza, e tra le pieghe dei suoi pensieri si insinua il desiderio. Riesce sempre con fatica, pensando di essere al buio e impossibilitata a vedere, a non pensare ad aspetti erotici, sensuali, sessuali. In cuor suo lo sa, che a metà concerto sarà fradicia.

Si guarda alla specchio mentre si prepara. In un lampo di giovinezza, rinuncia all'intimo. Fa scivolare sulla pelle un vestito di seta, dalle tonalità chiare, in questa tarda primavera è perfetto. Rosa bianco, piccole sfumature d'oro, spallina sottile e seni di cui si può scorgere il profilo: - Tanto sarà una serata abbastanza intima, e i musicisti sono abituati a cose più intense - pensa guardandosi allo speccio e sottovalutando l'effetto dei suoi fianchi e delle sue natiche avvolte dal tessuto.

Completa con un tacco 12, decolté rosa chiaro, un abbigliamento che prevede una piccola ed elegante pochette bianca.

Mario giacca e cravatta, total black. Forse estremo per una serata del genere, Teresa ne riconosce lo sforzo, e lo bacia con passione prima di uscire di casa. Lui, scherzosamente, ne accompagna l'uscita con una pacca sul culo.

Ridono, sul taxi che li sta portando alla venue del concerto. Arrivano e salutano il pianista. È un bell'uomo, rasato, magro, alto. Elegante in uno smoking bianco, come se dovesse suonare per un grande teatro: - Devo scusarmi - ci accoglie - non sarà solo per voi. Il mio agente ha insistito per vedere questa mia piccola follia: vuole decidere se riuscirà a vendere questo show.

Teresa gli sorride, appoggiandogli la mano sull'avambraccio - non preoccuparti, figurati. Anzi, grazie per il regalo.
Il ragazzo annuisce, quasi senza traccia di malizia. Mario sorride al contatto tra i due, l'agente si presenta e si scusa, ma fornisce le bende alla coppia.

- Sarò bendato anche io, voglio godermi questa esperienza, completamente. Quindi non fare caso a me.

- E nemmeno a me, dice il pianista. Mi benderò pure io, fa parte dello spettacolo, e non voglio che ci siano favoritismi. - Il quartetto sorride alla battuta.

La saletta è piccola, ma elegante. Tre sedie, due vicine e una più distante. Il pianoforte a mezzacoda davanti a loro. Si accomodano tutti e tre, mettono le bende, e il pianista inizia con il Notturno N.2 di Chopin.

Teresa inizia a lasciarsi trasportare dalla musica romantica e da quel piano che inizia a darle sensazioni così piacevoli, sente il calore sinestetico avvolgerla, e la benda contribuisce ad iniziare il percorso di abbandono ai sensi. È razionalmente stupita da questo, ma la razionalità passa e si fa avvolgere. Quasi non ricorda più dov'è e chi c'è quando Mario le appoggia una mano sulla coscia, facendo scivolare lentissimo il vestito verso l'alto.

E decide di ignorare il fatto che ci sono altre persone. Pensa velocemente al fatto che siano tutti bendati, e si lascia andare alle dita di Mario che le massaggiano la pelle delle cosce, prima all'esterno, poi sempre più impudiche verso qualcosa che inizia a muoversi in lei.

La musica, la benda, la situazione: sa che si sta eccitando, sa che prevedeva qualcosa. La scelta di non portare le mutandine si rivela perfetta: le dita di Mario ora la sfiorano sulle labbra, entrambi incuranti che le bende possono essere tolte.

L'emozione sale incredibilmente nel corpo e nella mente di Teresa: il suo amato Chopin a toccarle le orecchie, il suo amato Mario a sfiorarle la clitoride con la punta delle dita, umide degli umori di lei, che iniziano a bagnare la sua fighetta curata. Ne è così orgogliosa, pensa, mentre si preoccupa appena di non far avvertire il respiro pesante "Speriamo credano sia emozione musicale" pensa.

E non fa in tempo a pensarlo, sente altri polpastrelli sull'altra coscia e Mario all'orecchio: - Le sorprese non sono finite, Teresa.

Indecisa tra una finta indignazione e il lasciarsi andare, sente una fitta dalla figa al cervello: la situazione la sta eccitando come raramente lo è stata. Due mani di due uomini diversi addosso, e Mario che ne ha intuito i desideri profondi. La musica imperversa, sale e scende a onde, mentre il vestito ormai rivela completamente la vagina e lei allarga, desiderosa, le gambe. Sente una presenza in mezzo a loro, non sa se di Mario o dell'agente: ma appena sente la lingua appoggiarsi sulla clitoride, sa che è una lingua che non ha mai assaggiato. Mentre la spallina scivola e sente le labbra note avvolgerle un capezzolo. La figa le cola sulla lingua del terzo, lo sa, lo sente, stringe la sedia con le mani mentre inarca la schiena, cercando di fare meno rumore possibile.

- Sei pronta a fare tutto quello che vogliamo, Teresa? - La voce di Mario, sussurrata all'orecchio. - Sì - è quasi un gemito mentre l'agente affonda la lingua dentro di lei.

Ignara e eccitata, sente mani che le avvolgono un collare al collo, una striscia di cuoio scivolarle sulla schiena, mani che le sfilano il vestito e la lasciano completamente nuda colpita dalle vibrazioni più intense di uno Chopin che dovrebbe sentire quanto la sua musica la eccita. "Anche lui vorrebbe scoparmi ora" pensa Teresa mentre la stanno portando, al guinzaglio e a 4 zampe, sotto al pianoforte.

Lei sa cosa deve fare, non c'è quasi bisogno di parlare. Sente la musica potente sopra di lei, attorno a lei, mentre slaccia cieca i pantaloni dell'artista, e inizia a prendere in bocca un uccello ancora moscio. Lui continua a suonare, ed è certa che gli altri due porci si siano tolti le bende, ma non vuole fermare il gioco.

Bendata, con un collare e un guinzaglio, fradicia, inizia a succhiarlo e a masturbarlo, cercando di seguire e interrompere il ritmo della musica, giocando con la voglia crescente del pianista. E mentre il crescendo musicale esplode e lei lo ingoia completamente sente il frustino schiocchiare sul culo, forte e inteso, lei geme ma non smette aspettando altri colpi che arrivano sempre più intensi. Lei continua a succhiare, leccare, mettendosi in scena al meglio delle sue possibilità, mentre il frustino continua a colpirle il culo, alternando carezze sulla figa bagnata tra le natiche. Continua e continua, accelera e rallenta, mentre sente l'uccello sempre più grosso nella sua bocca, tra le sue mani.

Ora però la guidano, Mario, e l'agente, mentre il pianista continua a suonare. E la guidano su un uccello, lo sa, lo sente, la fanno sedere sul cazzo del pianista che continua e inizia a sbagliare con le mani che non trovano i tasti mentre sente la figa fradicia avvolgerlo e contrarsi. Lei inizia a cavalcarlo lentamente seguendo ritmi e accordi, sempre più intensi, sempre più forti, quasi fortissimi. Dita le che violano la bocca, come fossero uccelli a scoparla mentre lei dà un ritmo e sente il respiro dell'artista tagliarsi per il piacere crescente.

- Ora è il momento di prenderla - sente la voce dell'agente. La musica si interrompe per un attimo, per poi riprendere, registrata.

- Quanto ci vuoi? - la voce del pianista.

- Da morire - risponde Teresa, quasi sentendosi fuori di sé.

La portano nell'altra stanza, la legano al letto, bendata. Da lì in poi sente lingue addosso, tre. Sente mani addosso, sei. Senti cazzi ovunque, tre. Sente la musica che continua ad eccitarla, mentre la bocca viene invasa da un cazzo che non conosce, mentre la clitoride leccata da una lingua ignota e sente il cazzo di Mario entrarle dentro con forza e scoparla, come quando erano giovani.

Si perde nei sensi, nei suoi umori, nel sapore di quegli uccelli che si alternano nella sua bocca, nella sua figa, la prendono la scopano, la eccitano, le strappano orgasmi che sovrastano a grida il volume alto di uno Chopin che la penetra nel cervello.

La fanno mettere a quattro zampe, la frustano sul culo. Sente il dolore intenso trasformarsi in piacere, ma finalmente ha mani libere per masturbare quegli uomini che la stanno possedendo, che la stanno facendo eccitare come mai non è stata.

Ed ecco il cazzo di Mario sfondarle il culo, hanno abbandonato ogni riguardo e vogliono godere del suo corpo, ormai puro oggetto di piacere.

Il pianista, lo riconosce dall'odore, si mette sotto di lei, e lei fa scivolare l'uccello dentro la figa fradicia e che continua a godere, mentre la sua bocca viene invasa dall'agente, all'improvviso, dentro, fino in gola, fino a farle schizzare saliva attorno: sente le voci e gemiti i respiri, la musica, i cazzi, le voglie, gli umori, gli odori e si perde, completamente, in un orgasmo squassante, talmente intenso che grida a sovrastare la musica e trascina i suoi tre uomini, i tre uomini da quali è posseduta e che possiede, verso un inevitabile orgasmo collettivo: Mario le esplode nel culo, fiotti densi di sperma che lei sente fino alla pancia, fino al cervello.

Poi in ginocchio, polsi di nuovo legati dietro al schiena, insieme alle caviglie. È perfettamente inginocchiata, e sente due cazzi che la prendono in bocca, prima uno per volta poi insieme. Lei lecca, succhia, si sente schiaffeggiata sul viso da uccelli che la prendono e le sbattono bocca e faccia con la figa che cola ancora umori densi. Riesce solo a pensare che dopo questo regalo scoperà Mario tutta la notte, rientrati a casa.

E questo pensiero la spinge a prendere consapevolezza che vuole farli godere, vuole il loro sperma in bocca, in faccia, in gola.

Ha solo la bocca a disposizione, e si mette a sorridere. Sa quanto può essere brava, quando è così eccitata. E la lingua sulle cappelle, la bocca e la gola ad accoglierli, e uno alla volta non resistono alla sua voluttà, alla sua abilità.

Esplodono, a turno, tra bocca, labbra, viso seni. Lei è ricoperta di sperma, mentre sente ancora quello di Mario colarle dal culo. Mario che le tocca i seni e strizza i capezzoli mentre schizzano su sua moglie.

Di lì a poco, senza essersi asciugata o pulita, vestita sul taxi glielo prenderà in bocca, di nuovo duro. Lo terrà in mano, guardando il taxista dallo specchietto retrovisore, facendosi guardare.

- Mario: grazie per il porco regalo di compleanno. Le prossime tre ore, saranno completamente tue.

Fa un grande sorriso al taxista, mentre fa scomparire completamente il cazzo di suo marito nella sua bocca, ancora e sempre calda, ancora e sempre vogliosa di esperienze sempre più intense.

È solo l'inizio.
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