Lui & Lei
Un incomodo imprevisto

09.03.2024 |
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"Abbasso i jeans e le mutande, il cazzo è già duro e come mi avvicino sento che si indurisce ancora, sfioro una natica poi con entrambe le mani le allargo e..."
Esco per andare al centro commerciale con la lista della spesa preparata da mia moglie come al solito, parcheggio, c’è gente, acquisto e pago mentre guardo la cassiera, non è una ragazzina ma avrà almeno quarant’anni e immagino sia del centro o sud America dal colore della carnagione, ha un’espressione di sofferenza e essendo padre di figlie femmine mi sembrano le classiche mosse di chi ha il ciclo proprio in queste ore e non è piacevole, mi dirigo verso l’automobile e sistemo la borsa piena di viveri poi invece che partire decido di risolvere un problema, mi scappa da urinare e cosa c’è meglio di un gabinetto del centro commerciale? È una battuta se non si è capito!Un corridoio va percorso e in fondo ci sono i servizi, un ingresso per i disabili, uno per le mamme con bambini piccoli, uno per le donne e infine uno per gli uomini.
La cassiera in pieno ciclo si sta lavando le mani, la scorgo sofferente e anche lei mi dà uno sguardo e capisco che non è proprio in forma; entro e mi svuoto, lavo le mani e appena fuori lei è ancora qui appoggiata ad una parete; “ hai bisogno di qualcosa” le dico senza neanche aver pensato se è il caso; “ no, cioè, ecco si, forse si” e non capisco che cosa voglia dire con questa strana risposta.
Alza il capo poi si volta verso l’ingresso dei servizi per persone disabili, si scosta dalla parte e si avvia e mentre si muove mi fa cenno di seguirla.
Ci ritroviamo dentro il gabinetto con la porta chiusa, è spazioso anche perché deve avere lo spazio necessario anche per le carrozzelle, senza perdersi in chiacchiere e con poco tempo a disposizione la cassiera non ha peli sulla lingua: “sto morendo dal dolore con questo ciclo maledetto, vuoi aiutarmi?” e quasi rido, non sono mica un dottore e infatti dico proprio questo: “non sono un medico”!
“Non mi serve un medico” risponde “quando mi viene il ciclo so quale è la soluzione per far passare i dolori” e intanto toglie la maglia di colore rosso come richiesto dalla sua azienda e poi alza la gonna blu su su, su fino a scoprire le mutandine gonfie di un assorbente appena cambiato, “devi scoparmi il culo, te la senti? “e stavolta più che da ridere mi viene da pensare; “oh cazzo” mi sfugge “certo, si, perché no!” e io parlo e lei si prepara, si volta e abbassa le mutande appena sotto le natiche, in questo modo l’assorbente rimane al suo posto e non cade o scivola via e il suo culo sodo ma non grosso, del colore dell’ebano e una leggera peluria che posso appena scorgere sta solo aspettando me.
Abbasso i jeans e le mutande, il cazzo è già duro e come mi avvicino sento che si indurisce ancora, sfioro una natica poi con entrambe le mani le allargo e il buco nero sembra proprio aspettare me, il mio cazzo che adesso tira aspetta solo di entrare nel pertugio e mentre con la mano sinistra tengo allargata la chiappa con l’altra dirigo il bastone di carne verso l’obiettivo e con una leggera spinta una volta appoggiato all’ano, inizio ad andare dentro, è calda e il cazzo scivola senza troppe resistenze, è un culo che ha esperienza, è largo e accogliente, nessuno sforzo, si va dentro naturalmente, si arriva in fondo e ci si muove.
Lei mugola, debolmente ma mugola e io muovendomi faccio un poco di rumore ma del resto o così o non si scopa e rinunciare ad incularmi questa donna non è il mio primo pensiero e poi questo è un bel culo, caldo e affondo con grande enfasi e molti brividi mentre lei aumenta la velocità del respiro e capisco che è una abituata a godere con il culo, cosa piuttosto difficile da imparare e che necessita di molta pratica quindi è una donna che si fa inculare spesso e volentieri.
BUM BUM, due colpi forti alla porta mi fanno rimanere immobile, “scopa dai che dobbiamo uscire” dice lei ma mica facile e poi ancora BUM BUM e quasi senza pensare rispondo “chi è?”.
“Devo andare subito al bagno” ed è la voce di un ragazzo, esco dal culo e mi alzo i pantaloni mentre lei alza la mutanda e abbassa la gonna con un’espressione poco felice.
Siamo accaldati, apro la porta per uscire ma una sedia a rotelle entra facendosi spazio, un giovane ci guarda e mentre si gira e si accosta alla tazza del gabinetto senza neanche guardare dice: “continuate pure a scopare, io guardo ma non intervengo” e divento rosso come un pomodoro mentre la cassiera, spavalda e rapida, chiude la porta e si addossa alla parete, alza la gonna e abbassa le mutande come poco fa e allunga le braccia per sostenersi; “che aspetti “dice rivolgendosi a me io guardo il ragazzo che seduto sulla tazza fa un cenno affermativo con il capo; ho il cazzo moscio ma mi basta guardare il culo di lei e poi avvicinarmi e sono pronto, entro dentro tra quelle natiche e attaccandomi ai fianchi la scopo come prima ed ora con uno spettatore presente mi piace ancora di più, con foga entro ed esco tra i suoi mugoli e qualche commento del nostro spettatore.
Lei gode anche se non può fare grossi gemiti e io sono vicino al limite, voglio godere e proprio quando mi concentro il giovane urla: “in bocca, sborra in bocca” ed esco veloce mentre lei si volta e si abbassa e gli schizzi caldi dello sperma le lavano il viso e riempiono la bocca.
Fuori aspetto prima di salire in auto e mi metto a ridere, qualcuno penserà che sono matto.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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