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Lui & Lei

Pino (il falegname)


di LISAGARL
23.01.2015    |    14.487    |    3 8.7
"Lo bacio di nuovo e vado via, lui mi chiede se possiamo rivederci, rispondo che per ora basta così..."
Stavo rientrando a casa, fortunatamente mi ricordo, mia madre prima di uscire mi aveva detto di prendere della carne macinata per fare le polpettine, parcheggio ed entro in macelleria.
Faccio spesa, acquisto altre cosette, vado alla cassa e pago.
Uscendo m’incrocio con una persona che non mi era sconosciuta, ma rimasi un attimo perplessa a pensare chi fosse.
Da lì a poco risolto il dubbio, si presentò lui era il figlio del signor Franco, il falegname (se avete letto il racconto “L’Inizio”) soliti convenevoli, sembrava come se volesse sfogarsi parlandomi della propria vita, era una settimana che con la moglie avevano deciso di prendersi una pausa di riflessione, gli raccontai un po’ della mia storia, stavo sul punto di sposarmi a poi mollai tutto, ora ero una ragazza libera, e questa cosa sembrò come rincuorarlo come se gli si fosse accesa una lampadina.
Comunque, parlando era trascorsa una ventina di minuti, mi invitò a prendere un aperitivo nel bar vicino, poco dopo guardando l’orologio mi accorsi che si era fatto tardi, dovevo correre a casa a preparare il sugo, per il pranzo.
Ci salutammo scambiandoci il numero di cellulare con la promessa di vederci una sera di queste.
Trascorsero due giorno e spesso ci pensavo a lui, alla prima volta che mi fece prendere in mano il cazzo, ero incapace, diciamo come se mi sentissi per forza dover accettare un eventuale invito, come se dovessi sdebitarmi per quella volta.
Stavo intenda a rassettare la cucina quando sento la suoneria del cellulare che mi annuncia un messaggino.
Non vado subito, finisco di fare le mie mansioni, e pulito le mani apro e leggo il nome suo, era Pino (nome di fantasia), mi chiede se verso le 17,00 possiamo incontrarci al bar, quello il vicino a casa, non rispondo subito, resto per quasi una mezzora a pensare, se fosse il caso di andare o rifiutare.
Comunque alla fine accetto l’invito, rispondo con un sì ma con orario diverso dopo cena, prima ero impegnata.
Mi risponde ringraziandomi e a quell’ora lui sarà puntuale lì al bar ad aspettarmi.
Trascorro il resto del pomeriggio finendo di rassettare la casa, ma il pensiero mi va sempre all’incontro serale, mi feci mille pensieri.
Resta di fatto che pensando arrivò l’ora di cena, i miei rientrarono cenammo e sparecchiai la tavola mi recai in bagno facendomi una veloce doccia, mentre ero, li entra mio padre, mi fissa senza dire nulla, ci guardiamo senza parlare, attimi di riflessione e mi dice.
- Ti stai profumando per me, o devi uscire?
- Perché me lo chiedi?
- Come ben sai, tua madre sta uscendo, deve portare quei capi a quella signora, ne potevamo approfittare giacché sono diverse settimane che non facciamo certi giochini.
- Perdonami papi, ormai ho dato la parola a questa amica (non volli dire con chi uscivo.)
- Dai, non fa niente divertiti
Un senso di colpa mi prese tutto il corpo, mentre stava per uscire, allungai la mano e presi la sua, lo tirai verso di me baciandolo in bocca, testando con la mano il pacco potei capire che già era pronto all’uso, mi siedo sul bordo della vasca, abbasso il pantalone della tuta e mi trovo già duro il cazzone, me lo prendo in bocca iniziando un veloce pompino, lui tenta di fermarmi dicendomi che non fa niente, ma io imperterrita continuo il mio laborioso pompino, sporco tutto il cazzo di rossetto blu, uso anche le tette, e in meno di quanto me lo aspettassi mi riempie la bocca di sperma, deglutisco il tutto, lo ripulisco e alzandomi mi passo la lingua sulla labbra e lui mi prende e mi bacia, vorrebbe ricambiare il favore, ma gli dico che mi sento soddisfatta lo stesso, mi do una rimessa in ordine.
Con mezzora di ritardo arrivai all’appuntamento, quando mi vide, sembrò rinascere, mi venne incontro, baciandomi sulla guancia dicendomi.
- Ciao sei bellissima, stavo quasi per rassegnarmi che non saresti venuta.
- Scusami, purtroppo in casa non si finisce mai.
- Figurati, sono lusingato che hai accettato il mio invito.
Prendemmo un caffè, il mio macchiato, ci sedemmo a un tavolino un pochino appartato, continuando a farmi mille complimenti, la serata stava prendendo un livello superiore a quello che avevo pensato, di solito sono sempre io dirigere le cose, invece questa volta era diverso, parlando con lui mi sentivo a mio agio.
Trascorso diverso tempo mi propose di fare un giro, ci avviammo a piedi parlando delle nostre vite, sua moglie era di Milano si erano conosciuti a casa di una sua cugina, ma lei non aveva mai accetto il fatto che doveva trasferirsi da Milano a Roma.
Tra di loro funzionava tutto grande intesa ma l’unica cosa che non riusciva ad avere un punto fermo era la lontananza dai suoi genitori lei nata a Milano vissuta, lì non riusciva ad ambientarsi seppure Roma sia la capitale.
Raccontai qualcosa della mia vita, ma forse neanche il 5% di tutto quello che ho combinato, sta di fatto che ancora una volta mi sentivo a mio agio parlare con lui.
A un punto della serata mi dice:
- Lisa, sappi che non ho mai dimenticato il nostro primo incontro, quello a casa tua.
- Neanche io credimi, sei stato il primo cui ho fatto quella cosa li.
Innocentemente mi passa una mano sulla spalla stringendomi a se e dandomi un bacio sulla guancia, non reagii, aggiunse.
- Sai, a quei tempi eri una bella ragazza ma ora non sei bella, sei divinamente bellissima, stupenda, ricordati, conservo dentro di me le tue doti.
- Dai che dici chissà le donne che hai avuto.
- Credimi Lisa, ti parlo chiaro non amo giri di parole, i tuoi lavoretti di bocca sono unici, ti parlo sincero, nessuna donna neanche mia moglie è ricucita mai a soddisfarmi come te.
Non risposi, continuai a camminare, attimi di silenzio poi pensieroso mi chiese:
- Perdonami. Forse ho detto qualcosa che ha scosso il tuo umore, sentivo di dovertela dire.
- Per nulla mi sento offesa, solo che non mi aspettavo una dichiarazione del genere.
- Lisa senti inutile girarci intorno, ti andrebbe di finire la serata a casa mia?
- Scusami Pino ma non voglio mettermi tra te e tua moglie credimi, non voglio creare casini.
- Nessun casino abito da solo, lei è tornata a Milano, e credo che ci resti, tu sei libera, quindi nessun problema.
Avevo preso in considerazione un eventuale invito, ma pensavo che come prima sera non ci avesse provato.
Attimi di pensamento, alla fine accettai, anche perché era quasi una settimana che non mi davo piacere.
Salimmo in auto e ci avviammo, non era distante casa sua.
Ci accomodammo sul divano e dopo poco inizio ‘con uno sguardo penetrante a guardarmi i capezzoli che oscenamente mi avevano tradito, si erano inturgiditi a dismisura.
- Lisa credimi non sai da quanto tempo sto aspettando questo momento, sei la più bella ragazza che abbia mai incontrato.
Mi attirò verso di se incollando la bocca alla mia, la lingua si incontra con la sua, subito prese a palparmi il seno, si gettò con la bocca su un capezzolo da sopra il vestito.
in un attimo mi trovai le bretelle abbassate del vestito, non avevo messo il reggiseno, quindi in un baleno la sua bocca era incollata al mio seno.
Tentai una piccola reazione dicendo che stavamo correndo troppo, non mi andava di fare certe cose, lui per risposta mi disse:
- Vedendo i capezzoli non si direbbe, anzi mi sembra il contrario.
Allungando una mano sotto il vestito sentì il perizoma che si stava inzuppando.
Mi prese una mano e la portò sul pacco facendomi sentire quando era già pronto, si alzò mettendosi di fronte a me disse di slacciargli i pantaloni, momento di esitazione, ma poi sganciai la cinta aprendo i pantaloni, una volta aperti ebbi la sorpresa che lui stava senza intimo.
Svetto subito fuori,
- Me lo ricordavo bene, credimi.
La cappella a modo di fungo era la cosa che amavo di più succhiare.
Lo presi stringendolo con le manie portandomelo in bocca, lo succhiai mettendo in atto tutta l l’esperienza acquisita in questi anni.
Dopo poco la verga era diventata dura come il ferro, continuai succhiare e leccare soffermando spesso sulle palle belle gonfie. Volle leccarmi anche lui, ci mettemmo a modo si 69, più leccavo e più mene venivo in faccia a lui,ero come una scolaretta alle prime armi.
Poco dopo mi misi mi inginocchio sul divano e lui andò dietro di me, si sdraiò sotto di me e iniziò a leccarmi fica e buchetto, vedendo che accettavo la sua lingua a finche mi penetrasse dietro, continuò lavorandomelo a lungo il culetto, un altro orgasmo mi arrivò, con la lingua imperterrito a leccarmi, poco dopo avuto un altro orgasmo si alzò, sentii le sue mani poggiarsi sulle chiappe, e contemporaneamente la cappella appoggiarsi sulla mia fica.
Non aspettavo altro che provare questo nuovo cazzo dentro di me, lo sentii entrare era divino era fantastico era una cosa come se non avessi mai provato. Mi girai e vidi la sua espressione di gioia, come se mi chiedesse se poteva continuare.
Gli urlai di spingerlo tutto dentro, stava venendo fuori la troia che era in me.
Cambiammo posizione diverse volte, capii che lui era all’estremo, non riusciva più a contenersi, forse non osava chiedermelo, ma, ancora una volta, lo lasciai senza parola, dicendogli:
- Ti ricordi la prima volta che mi sei venuto in bocca.
- E come posso scordarmela. Sei stata l’unica che ha ingoiato tutto il mio nettare.
Ancora un paio di slinguate messe al punto giusto e un fiume di sperma mi straripa in bocca ingoiai tutto ripulendolo come piace a me, lui non credeva ai suoi occhi, avevo ingoiata tutta la sborra che mi aveva riversato in bocca.
Deglutii e mi alzai passando la lingua sulle labbra, mi avvicinai e lo baciai, rispose timoroso me ne accorsi subito, ma alla fine la sua lingua cerco la mia.
Mentre ci baciamo porta la mano in mezzo alle mie cosce infilandomi tre dita nella fica iniziando a scoparmela per bene, e contemporaneamente baciandomi teneramente la bocca non resto ferma, porto la mano accarezzando il cazzo, poi mi stacco e mi abbasso fino a succhiarglielo.
Con grande meraviglia sono bastati pochi colpetti di lingua per vederlo e sentirlo di nuovo rigido e pronto all’uso, solo in quel momento sfilando le dita dalla fica me la sento un po’ indolenzita, irritata, non mi era mai accaduto, cerco di non pensarci, mi alzo e prendendo in mano il cazzo me lo porto all’ingresso della fica, mi lascio calare lentamente ma una volta tutto inizio un saliscendi ma aimè devo desistere nel continuare, sento troppo bruciore dentro.
per la prima volta nella mia vita non me la sentivo di avere un altro rapporto. Lui un po’ perplesso capisce che qualcosa non va.
Siamo uno di fronte all’altro, i nostri occhi si fissano, noto la delusione sul volto, ovviamente è deluso e dispiaciuto, me lo sento pulsare dentro, tutto bello duro, non ci penso su due volte.
- scusami, ma sento che mi brucia troppo, non posso continuare la scopata, hai ancora voglia di scoparmi, solo non ci riesco, mi brucia.
Sento una sua mano palparmi il culetto, capisco che vorrebbe farmelo, ma sì, decido di darglielo, inizialmente avevo detto di no, ma visto come sono andate le cose, mi lascio inculare.
- Pino lo vorresti vero,
Il suo dito sta giocando intorno al forellino.
- Non chiederei altro credimi se vuoi volentieri, te lo farei.
- Va bene, non sono più vergine ma nemmeno molto aperta, quindi promettimi di non farmi male.
- Sarò dolcissimi credimi
Dentro di me mi dicevo, ” Lisa sei una troiaccia rotta inculo, ha preso calibri ben più grossi perché prenderlo in giro”.
Mi metto a pecorina e lui si pone dietro di me, comincia a baciarmi e ad accarezzarmi dolcemente le chiappe, le dita leggerissime percorrono il solco delle mie natiche facendomi provare sensazioni meravigliose, poco dopo la sua lingua mi percorre tutto il solco anale, dalla mia figa fino al buchino e viceversa.
La cosa inizia a piacermi davvero, sento infilare un dito muovendolo avanti e indietro, il muscolo si allenta e subito ne introduce un secondo, ormai sono pronta gli urlo di metterci il cazzo.
Quando lo sento dietro rigidissimo che si strofina sul solco anale, quando avverto la cappella turgida che comincia a premere sul mio buchetto, mi rilasso spingendo facendo in modo di aprirmi il più possibile, lui mi tiene aperte le chiappe e incomincia a spingere delicatamente il suo cazzo duro nel mio culetto, sento la sua cappella che mi entra facendosi strada nel mio buchino che si allarga prontamente al suo passaggio.
Lo sento entrare nelle profondità, accenno a un lamento giusto per stare al gioco, lui capisce e si ritrae subito, prende della crema e si unge per bene il cazzo, mi chiede se tutto a posto, dico di sì e di riprovarci ancora, entra lentamente, or ame lo sento quasi tutto dentro le viscere.
Ancora un accenno se tutto va bene, annuisco con la testa poi aggiungo:
- Lentamente sbattimelo per bene nel culo so che mi farà male (non era vero niente) ma lo voglio tutto, aprimi per bene.
Incomincia deliziosamente ad andare avanti e indietro, tenendomi per i fianchi, con un ritmo costante e delicato, lo sento che ansima ripetutamente, sta godendo il porco, gli piace incularmi, lo capisco dai suoi gemiti sempre più pressanti.
Ormai il cazzo entra ed esce senza ostacolo, da un paio di spinte forti infilandomelo fino in fondo, poi stringe il suo corpo al mio, mi bacia sul collo, mi morde il lobo dell’orecchio, poi mi sussurra che non riesce a resistere ancora per molto, ancora alcuni colpi di reni ben lanciati, ogni colpo lo sento sempre più in profondità, mi sta piacendo molto diversi orgasmi già mi hanno posseduto, ancora un successivo orgasmo mi trapassa tutto il corpo, la fica è una fontana, gocciola lui raccoglili un po’ di umori e si porta le dita alla bocca leccandole, mi sta inculando in un modo bellissimo mentre mi gusto questo cazzone nel culo, lo sento velocizzare i movimenti segno che è prossimo all’orgasmo, infatti, un primo caldo spruzzo di sperma mi arriva fin dentro le viscere, altri schizzi mi allagano il buchetto, urla come un animale, resta fermo dentro di me, mi lascio cadere e lui mi segue restando ben piantato nel mio culetto.
Giro la testa all’indietro e mi bacia ancora delicatamente la lingua si incontrano, amoreggiamo soddisfatti entrambi della prestazione, poi lo sento dire.
- Lisa, sei una vera macchina da sesso, ha avuto molte donna nella mia vita, ma una vera donna da sesso come te non ho mai avuta, a pensare la santarellina di quella fantastica mattina a casa tua, ora sei una vera donna che tutti vorrebbero incontrare al meno una volta nella vita.

Gli do un bacio senza rispondere, scuscio da sotto il suo corpo e sentendo lo sperma colarmi dal culetto gli chiedo dove fosse il bagno, me lo indica e corro tenendomi con la mano il culetto.
Passano diversi minuti e lui non vedendo tornare si avvia verso il bagno, trovandomi seduta sul water, nuda, mi chiede se tutto è a posto, ora è di fronte a me e vedo il cazzo mezzo moscio ancora gocciolante di sperma, allungo le mani portandole dietro le due gambe attirandolo verso di me.
Con una mossa veloce senza toccarlo con le mani, prendo il cazzo con le labbra facendolo scomparire nella bocca, inizio a leccare e succhiare il resto dello sperma, vorrei che si irrigidisse ancora ma mi accorgo che è tutto inutile, ingoio qual po’ di sperma recuperata, mi invita a fare una doccia.
Cosa che accetto volentieri, mi rivesto e lo saluto, lui si propone di accompagnarmi con l’auto, io gli rispondo di no, voglio fare due passi come se un senso di colpa mi stia prendendo, tutto il corpo. Lo bacio di nuovo e vado via, lui mi chiede se possiamo rivederci, rispondo che per ora basta così.


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