lesbo
Sabato mattina (Claudia)
di lisagarl
23.11.2007 |
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"Claudia si recò all’appuntamento con il rappresentante, io non andai per via di un leggero mal di testa e poi dovevamo sbrigare delle formalità, effettuare..."
Il sabato mattina era destinato ad preparare i bagagli, Claudia doveva recarsi all’appuntamento con il rappresentante dei prodotti per effettuare un ordine, alzatasi molto prima di me, uscita dal bagno la notai come sempre completamente nuda, vedendomi sveglia mi disse buongiorno amore e mi stampò un bacio profondo, poi sedendosi sul letto mi disse, amore mio dobbiamo rientrare alla base, abbiamo trascorso due giorni e ancor meglio due notti da urla giusto, sai cosa stavo pensando, perché non ci fermiamo ancora un giorno, stiamo a Firenze e non abbiamo visitato nulla della città, chissà quanto ci costa restare ancora una notte qui risposi io, e lei, ora vediamo, provo a chiamare la direzione, mi risposero visto che eravamo già da due giorni e poi non vi era nessuna prenotazione, ci facevano uno sconto e restammo ancora un altro giorno. Telefonai a mia madre enunciando la nostra decisione, come suo solito si arrabbiò.Claudia si recò all’appuntamento con il rappresentante, io non andai per via di un leggero mal di testa e poi dovevamo sbrigare delle formalità, effettuare un ordine di prodotti quindi mi sarei annoiata con loro, restai sola in camera, mi recai in bagno per espletare i soliti bisognini, sia la fica che il culetto me li sentivo doloranti, nonostante tutto, quello che avevamo combinato la notte ancora mi sentivo eccitata, quel cazzone mi aveva fatto divertire e solo al pensiero mi stavo eccitando.
Tentai di distrarmi, purtroppo senza riuscirci, tornai in camera buttandomi sul letto e toccandomi un pochino, poco dopo tirai fuori quel calibro dalla borsa dove Claudia lo aveva riposto, iniziai a leccarlo passandomelo tra le gambe, ormai ero eccitata al massimo, leccavo e me lo infilavo nella fica, lo tiravo fuori e tornavo a leccarlo, provai a mettermelo anche dietro ma desistei ancora portavo i postumi della nottata, mi bruciava, mi venne la brillante ei dea di infilare la mutandina nel cuscino cosi potetti scoparmi e smorza candela, me lo infilai tutto impalandomi su quel meraviglioso affare, questa cosa ami provocò un formidabile orgasmo, mi girai a pecorina poggiando il cuscino sulla parete, con le gambe lo tenevo fermo e con il corpo mi scopavo, fu troppo bello, ancora un orgasmo mi sentivo super soddisfatta, anche se il mio culetto chiedeva la sua parte, rimesso a posto il cazzone, andai in bagno a fare una bella doccia rilassante.
Avevo fame solo che non mi andava di prepararmi e scendere per la colazione, così chiamai chiedendo di portarmela in camera, bussarono e nell’aprire rimasi bloccata nel vedere il cameriere, era quel ragazzo che il giorno prima gli avevo fatto una sega in bagno, tentai di nascondere il mio imbarazzo, lui entrò poggiando il tutto sopra il tavolino, dandomi le spalle, non mi sfuggi, un gesto vedendolo dal secchio di fronte al tavolo, cioè si passò la lingua sulle labbra e contemporaneamente una mano si strinse il pacco, si girò verso di me, e per un attimo il mio sguardo fisso le sue parti intime, notai che era eccitato, e tutto rosso in viso, gli chiesi scusami un po’, quanti anni hai, e senza dire nulla estrasse dal portafoglio la carta di identità, aveva da 2 mesi compiuto 18 anni, cavolo credevo che fossi ancora minorenne, invece mi sbagliavo.
Ancora lui sentendosi forte forse del giorno prima tornò a toccarsi li, e vedendo il mio sguardo fisso proprio li, aprì lo zip, facendo uscire il suo cazzo quasi duro, mi avvicinai ancora un po’, in fin dei conti era un bel ragazzo alto moro grande fisico, e poi era maggiorenne quindi tutti i dubbi che mi aveva travolto il giorno prima erano scomparsi, lo strinsi e iniziai a segarlo, dopo un po’ sentii la sua mano dietro la nuca, voleva che lo prendessi in bocca, lo guardai in faccia e lui annui come se io gli avessi chiesto di prenderglielo in bocca, mi sedetti sul letto, e iniziai a pomparlo, era un bel cazzo, lo succhiavo e leccavo in tutta la sua lunghezza, tentò di farmi capire che stava per esplodere, e senza fermarmi anzi serrai meglio le labbra all’asta e lo feci esplodere in bocca, ingoiai tutto, anche perche è la parte migliore nel pompino, se non ingoio non mi sento soddisfatta, gli ripulii per bene l’asta, e passandomi la lingua sulle labbra per ripulirmele, lui si abbassò dando cimi un bacio in bocca, assaporandosi anche un po’ del suo seme, mi disse grazie non mi avevano mai succhiato in questo modo, sicuramente non lo scorderò questo favoloso pompino, rimessosi a posto uscì, lo fermai dicendogli, scusa prima non ho letto il tuo nome, e lui girandosi mi disse mi chiamo Lucio, ed uscì.
Tenevo ancora il sapore dello sperma in bocca, mi buttai sul letto iniziai a pensare su tutto quello che avevo combinato in due giorni, non so che mi prese ma senza volerlo iniziai a piangere, sembravo una ragazzina, poco dopo chiamai mio padre in ufficio, dopo i soliti saluti mi disse metti giù che ti chiamo io come solito fare, mi chiese cosa avessi, dalla voce capiva benissimo che cera qualche cosa che non andasse, risposi dicendo che mi mancava lui, raccontai quasi tutta la verità, senza dire nulla di Claudia, ma solo del pompino del primo giorno, della sega il secondo e per finire il pompino di qualche minuto fa, lui mi disse, di stare calma, io piangevo, volevo lui e basta, chiedevo di perdonarmi, mi rassicurò dicendomi, dai, domenica staremo tutta la mattinata insieme la mamma ha un impegno fuori città, questa cosa mi fece stare meglio, finalmente potevo rimanere un paio d’ore in tranquillità con mio padre, riattaccammo e ritornai a sdraiarmi.
Dopo mezzora circa squilla il telefonino, è Claudia, mi avvisa dicendomi di prepararmi i che sta tornando, ritorno sotto la doccia, mi profumo per bene, indossai un tanga tipo invisibile, completai con un reggiseno a triangolino, infilo una abito elasticizzato a tubino bianco abbastanza scollato, entra Claudia e resta a fissarmi, dal suo sguardo non riesco a capire se le piaccio o ce qualche cosa che non va, la risposta la ricevo in un baleno, mi stampa un bacio in bocca dicendomi conciata in questo modo quale conquista hai in mente stamane, ridiamo e subito lei si reca in bagno, io finisco di truccarmi,le vedo armeggiare con il suo intimo, entro a resto a fissarla, ma cosa hai combinato le chiedo, e lei scusami amore non te lo meriti ,ma ti ho tradita stamane, sai quel rappresentante per avere un po’ di sconto d i più mi sono dovuta far scopare, allora non sei lesbica,gli dissi ,e lei non ricordarmelo, mentre mi scopava ero messa a pecorina, e sai cosa fissavo?, cosa rispondo io, guardavo la foto che ti scattai in spiaggia, ho immaginato che eri tu a prendermi con uno dei nostri cazzi e scoppiò a piangere.
Uscirono anche a me delle lacrime, non so se per le belle cose mi aveva detto, o perché anch'io l'avevo tradita, anche se con un solo pompino, ci abbracciammo e gli dissi dai non pensarci più.
Dai usciamo andiamo in giro divertiamoci, cosi facemmo, trascorremmo una giornata per Firenze comprammo diverse cose, vari completi intimi da sballo, molte altre cose si aggiunsero alle nostre compere, abiti e scarpe, pranzammo in una pizzeria vicino la cattedrale, famosa cupola di Brunellischi, come suo solito e anche la mia complicità ci divertimmo a stuzzicare qualche cliente e non da meno qualche cameriere, la cosa che ci fa divertire è vedere come subito ti si presentano con delle domande stupide, tipo sai l’ora, oppure un bel signore ben vestito mi chiese io già lo vista, forse ci siamo conosciuti in qualche discoteca, non mi pare gli risposi, se era da sola, con questo sicuramente sarei stata al gioco, poi il profumo che emanava, sicuramente era il mio preferito.
La cosa più bella e arrapante per noi ma sconvolgente per quel povero commesso del negozio di scarpe, faceva di tutto per nascondere la sua erezione, poverino trovarsi inginocchiato un panorama del genere, in quel momento mi sentii tuta umida, mentre Claudia torturava quel giovane, gli chiesi se vi era un bagno, indicatomelo, appena entrata dovetti asciugarmi per bene la patatina altrimenti avrei macchiato il piccolo tanga e il vestito.
Rientrammo e subito tornammo a visionare tutte le compere effettuate, volle provare un completino sexi, un body bianco con reggicalze, un minuscolo tanga e un sostieni seno, era eccitante, poi disse, ora indossa un pantalone senza mettere il perizoma, fai conto di essere un maschio, anzi, indossa il cazzo finto, e infilati questo boxer, avevamo comperato un boxer da uomo, guardandomi allo specchio se non era per i capelli lunghi e il seno, parevo davvero un maschio, poi vedendo il bozzo che tenevo tra le gambe, lei indossò un abito molto elegante, lungo con uno spacco vertiginoso, mi disse, dai tenta di rimorchiarmi, imitiamo che tu sei un maschio e vuoi portarmi a letto, ok.
Ciao bella signora come mai tutta sola, e lei, aspettavo proprio un bel ragazzo, tipo uno sfacciato proprio come te, non resistiamo, scoppiamo a ridere e in un vortice di eccitamento ci baciamo, poi ritorniamo alla sceneggiata e gli dico, sei proprio una troia, lei, spostandosi il vestito mi dice, stronzetto fammi vedere come lecchi una fica, visto che fai tanto il maschio, bene ora ci penso io, sfilai il perizoma e subito mi dedicai alla bella fica, leccai le grandi labbra, con le mani la tenevo ben larga, il clitoride fu la mia attrazione preferita, infilai un dito, passai la lingua su tutta la fica, raggiungendo l’ano, prima girai con la lingua intorno, poi messa a punta tentai di penetrarlo, era bellissimo, lei mi incitava, mi disse continua porca vedo che ci sai fare, infilai un dito anche dietro, raggiunse un primo orgasmo, a momenti mi soffocava con i suoi umori, poi alzandomi gli dissi, cara signora fammi vedere l'abilità con il cazzo, e aprendomi il pantalone, sfilatomelo iniziò a massaggiarmi, fece fuoriuscire il cazzo da un lato del boxer, guardandomi allo specchio sembrava davvero che fossi un maschio, con le mani poggiate sulla sua testa aiutavo nei movimenti, non mi ero mai sentita eccitata come in quel momento, lei lo prese in bocca e iniziò un lento pompino, la pressione che dava al cazzo, andava ad urtare il mio clito, melo ero posizionato propri sul clito, mi stava facendo impazzire, le si alzò e mi disse ora ti voglio dentro, sfilatomi il boxer, quel cazzo svettava diritto, lei se lo infilò tutto dentro, lasciandosi calare sul palo, saliva e scendeva, voltandomi le spalle mi disse dai, massaggiami il culetto, lo bagnai per bene, lei si alzò e si puntò il cazzo al buchetto, ancora una volta si lasciò calare sul quel palo, mi disse con la mano prenditi cura dalla fica, mi tornò in mente la mattina quando mi ero fatta da sola posizionando la mutandone del cazzo nel cuscino, glielo dissi e senza aspettare ancora la tirò fuori dalla borsa e posizionata sul cuscino, lo bagnò per bene con la saliva e si lasciò calare, posizionatami dietro di lei puntai il cazzo al suo culetto, iniziò ad entrare, diede un urlo animalesco quando se lo ritrovò tutto conficcato nel culetto, mi disse ora è il massimo, continuando in quel modo anch'io venni tolto il dildo che tenevo in vita, ci abbracciammo e tornammo a strusciarci, le nostre fiche vennero a contatto, ci intrecciammo con le gambe, i nostri clito si sfregavano l’uno con l’altro fu il paradiso, un ennesimo orgasmo ci scombussolò entrambe, ma le sorprese non finivano lì, infatti, da un altro dildo tirato fuori dal borsone, mi disse dai lecchiamolo insieme, risposi sei insaziabile amore mio, c’era qualcosa di strano di solito quando veniamo in questo modo le nostre effusioni svolgono al termine invece non capivo il perché, poi uno di dimensioni più che normali, ma, l’assecondai e insieme lo leccammo, poco dopo la vidi far pressione alla base, in un frangente venne fuori a spruzzi del liquido, era latte e panna, fantastico gli dissi cavolo che bello, sembrava che stesse sborrando sperma, leccammo il tutto, baciandoci e slinguandoci.
Una doccia in comune ci tolse tutto il sudore e il latte che ci tenevamo addosso.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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