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22° cap.- Scegliendo la vacanza


di lisagarl
05.10.2010    |    41.834    |    1 7.9
"- Ora ricordo tutto, quella mattina che non volesti venire in spiaggia, vero eri tutta aperta, ecco perché eri stanza, immagino come ti sentivi, dai..."
Dopo il meraviglioso incontro occasionale avuto con Ahmed ci vollero diversi giorni prima che i miei buchi tornassero alla normalità. Il bruciore era sparito, ogni tanto sentivo delle leggere fitte ma nulla di preoccupante.
Una serata trascorsa con Luigi e alcuni amici al Pub, in auto mi fece una sorpresa, tirò fuori dal cruscotto alcune riviste di vacanza, eravamo parcheggiati al solito posto, cioè il parcheggio del supermercato.
- Amore, stabiliamo insieme, dove trascorre una bella vacanza; decidiamo insieme, sai stavo pensato di andare in montagna.
- Ok amore dove vogliamo andare?
- Vedi, preferirei il trentino, si possono fare delle belle escursioni, e poi non ti nascondo che muoio dalla voglia di farmi un’arrampicata (lo sapevo ecco il suo obiettivo.)
- Si amore dai andiamo in trentino -dissi.
Tutto euforico mi diede un bacio, mi aspettavo che continuasse dandomi un bel bacio profondo, invece nulla solo appoggiate le labbra alle mie e finito tutto qui.
Pensai: qui se non prendo io l’iniziativa, vado in bianco, conoscendolo non aspiravo a una bella prestazione, ormai mi ero rassegnata però almeno il minimo indispensabile; spesso capita che mentre mi scopa chiudo gli occhi e penso a quei bei cazzi che ho preso tipo mio padre, Samir, Ahmed e me ne vengo come una scolaretta.

Mentre lui fissava il catalogo dicendo vedi amore qui possiamo fare anche la sauna, non rispondevo.
- CAZZO amore, ora basta -gridai- chiudi quel catalogo - contemporaneamente allungai la mano palpandogli il cazzo, con senza stupore trovai in pieno riposo.
- Scusami amore hai ragione dai, sono settimane che non lo facciamo.
- Be si sono tre settimane credo che sia ora di divertirci - ci spogliammo dei pochi abiti che indossavamo, iniziai a scappellarlo e lui sembrava che reagisse alle mie carezze, difatti come lo presi in bocca, diventò duro.
- Ti prego amore non venire subito ho una voglia addosso.
- Farò del mio meglio non preoccuparti,
- Dai toccami e se ti va, una bella leccata fammi venire con il dito e la lingua poi finiamo con il tuo bel cazzo lo sai che mi fa impazzire sentirti dentro, quando mi sbatti (bugia, più grossa non potevo dirla.)
- Ti piace il mio cazzo vero amore dimmelo,
- Certo amore me lo mangerei dalla mattina alla sera, ora fammi godere dai vedi come mi allargo le grandi labbra, leccami dai fammi impazzire.
Iniziò a leccarmi, spesso mi titillava il forellino, con la lingua quando ci metteva impegno, ci sapeva fare tutto sommato se la cavava almeno in questo, un primo orgasmo arrivò e lui rimase a leccarmi, certo farsi venire in bocca non era una sua specialità, però a volte lo faceva, cazzo pensai questa sera mi divertirò ne sono certa.
Mentre continuava con la lingua, si menava il cazzo; poco dopo pensai se questo continua a segarsi, appena me lo infila viene.
- Amore scopami non resisto ti voglio tutto dentro di me, dai sbattimelo tutto in fica.
- Non chiedo di meglio amore, eccomi arrivo - e poggiato il cazzo diede un colpo secco e mi ritrovai in fica il suo bel cazzo.
- Fai piano e cerca di distrarti così non vieni subito lo sai che ho voglia di godere molto ho sacco di arretrato da recuperare (bugiarda che non sono altra.)
Vedendolo muoversi in quel modo gli proposi di cambiare posizione, lui sdraiato io m’impalai sopra; - ecco cosi amore conduco io i movimenti tu rilassati e pensa a farmi godere.
Un nuovo orgasmo mi appagò in un certo modo, lui non resisteva.
- Resisti ancora un po’, vienimi dentro - questa cosa qui lo fece distogliere dal godere, non se lo aspettava - dai riempimi la fica.
- Sei sicura amore
- Non preoccuparti ho preso le mie precauzioni, tu pensa a farmi godere e a riempirmi la fica nemmeno il tempo di finire di parlare che mi svuotò il contenuto delle palle nella fica. devo dire che la cosa mi piacque molto difatti sentirmelo venire dentro mi fece godere ancora una volta.
Me lo sfilai e mi chinai a ripulirlo, lasciando come mio solito di stucco, ci baciammo e di rivestimmo.
Nel riaccompagnarmi a casa in auto pensai tutto sommato stasera mi ha fatto divertire un pochino di più del solito sono sicura che continuando in questo modo farò di Luigi un bel torello, perché tutto sommato non sta messo male a dimensioni, deve solo auto controllarsi, poi con la lingua se la cava abbastanza bene.
Arrivati a casa, rimanemmo a parlare ancora un pò; poco dopo era trascorsa circa un’ora, mi sentivo ancora eccitata, gli dissi.
- Amore sai che ho voglia di bere
- Cara ma a quest’ora sono tutti chiusi i locali.
- Non hai capito, avrei voglia di bere dalla tua fontana.
- Sei irresistibile indomabile lo sai che mi fa piacere quando me lo prendi in bocca, (pensai vorrei vedere pressappoco pare che mi faccia un piacere.)
Lo tirò fuori e mi chinai a pomparlo, divenne duro, iniziai a succhiarlo soffermandomi sul glande, infilai la lingua nella piccola apertura come se volessi penetrarlo, poi me lo lasciai infilare tutto in bocca arrivandomi alla gola, ancora un paio di leccate e mi riversò in gola tutto il contenuto, ingoiai tutto anche perché non era molto.
- Amore mi hai prosciugato, ma vedo che ti sei divertita.
Lo baciai e scesi dall’auto salutandolo.
Arrivata a casa, vidi la luce accesa in cucina, entrai e trovai mio padre nudo come suo solito che stava bevendo dell’acqua.
- Lisa ben tornata. come va, Luigi?
Pensai quel ghigno sul volto non mi convince vuoi vedere che mi ha spiato dalla finestra?
- Tutto bene papi sto mettendo in pratica i tuoi consigli.
- Si lo so non ho potuto fare almeno di vederti sai ero sul balcone a prendere un po’ d’aria.
- Che fai ti metti a spiare tua figlia?
- Lo sai che non lo farei mai, sul tuo volto noto qualcosa che non m i convince, ti conosco troppo bene.
- Nulla papi, nulla di che preoccuparsi, lo sai sono un Po birichina ma del resto tu mi hai insegnato.
Cercai di distrarlo dalle mie affermazioni.
Appena entrata il tavolo copriva il resto del suo corpo, poi stando girato non avevo visto il suo affare, difatti nel girarsi si presentò in tutta la sua erezione.
- Papi ma cazzo tu stai eccitato, la mamma stasera non ti ha soddisfatto?
- Si amore lo abbiamo fatto verso le 21,00 appena tu sei uscita, solo che lei non si sentiva tanto bene già tornando dal lavoro era strana, è rientrata con quasi un’ora di ritardo, per fortuna che chiudendo il negozio passava di la Samir il ragazzo della macelleria e gli ha dato un passaggio.
Pensai so io che passaggio gli ha dato ecco perché non si sentiva tanto bene, Samir l’aveva soddisfatta per bene quindi era appagata.
- Se vuoi, posso darti una mano come ai vecchi tempi che ne dici papi.
- Sai mi ero promesso di non coinvolgerti più, ma vedendoti fare quel lavoretto a Luigi mi è venuta voglia.
- Dai chiudi la porta facciamolo qui tanto la mamma dorme.
Mi sedetti sulla sedia e lui di fronte a me presentò il suo bel cazzo, tutto duro venoso.
- Papi ma come posso fare almeno del tuo cazzo è troppo bello, lo presi in bocca iniziando un laborioso pompino, per venire in condizioni normali ci voleva tempo figurati ora che già era venuto una volta, dedicai tutta mi sessa al quel cazzo.
- Lui non stava fermi, prese a sbirciare tra le mie gambe, spostando il perizoma e infilandomi due dita dentro, ero partita altro che Luigi questo è il mio cazzo che adoro di più al mondo, mi spogliai e sdraiandomi sul tavolo lui mi tenne la gambe alzate poggiandosele sulle spalle me lo infilò tutto dentro, mi entrò senza fatica, ero talmente bagnata di umori che mi accorsi di averlo preso tutto nel momento mi sentii colpire dal suo corpo.
- Sbattimi papi fammi morire di godimento ti amo come poso stare lontano da te scopami, anzi ti voglio dietro non aspettare altro tempo sbattimelo nel culetto.
- Tu sei una indemoniata, povero Luigi come può soddisfare le tue voglie, insalivò il cazzo e passandomelo tra la labbra della fica, me lo infilò tutto in culo.
- Ei porcellina ti sento abbastanza larga gli hai dato finalmente il culetto a Luigi?
- No Papi ora fammi godere poi ti racconto, ora sbattimi per bene.
Andammo avanti per diverso tempo, lui si che appagava le mie voglie, sapeva come prendermi, venimmo insieme, io feci un gran lago di umori per terra lui mi riempì il culetto di calda sborra, ora si che mi sentivo pienamente soddisfatta.
- Papi tu si che sei un vero maschio, sai darmi soddisfazione.
Si sfilò e stava prendendo un tovagliolo per asciugarsi, lo fermai dicendogli.
- Sei matto vuoi privarmi del tuo nettare, ora te lo ripulisco per bene lo sai che ne vado matta.
- Troietta di papi lo so ecco è tutto tuo.
Finito il lavoro pienamente riuscito, soddisfatti entrambi, ci sedemmo a bere.
poco dopo lui:
- Lisa ora puoi spiegarmi tutto, prima eri occupata.
- Papi mi vergogno un po’, sai non dovrei sono cose mie private.
- Lo sai che non devi vergognarti come puoi dopo tutto quello che abbiamo combinato, dai raccontami ti sei fatta inculare da Luigi, come la presa dai, raccontami non farmi stare sulle spine.
- Ti sbagli papi non è Luigi il fortunato, ti ricordi il bagnino di colore che stava allo stabilimento?
- Vedi me lo sono fatto, quella sera della festa in spiaggia, dopo che voi siete andati via, siamo andati a fare un giro e poi è successo, sapessi che cazzo ha tra le gambe, perdonami papi purtroppo ce la più grosso del tuo, però il tuo è ed resterà sempre il mio preferito lo sai.
- Cazzo Lisa ti sei fatto Ahmed, qualcuno in spiaggia mi diceva che è inavvicinabile, è peggio di un cavallo ha rotto diverse signore, nessuna donna lo cerca più. tu sei riuscita a farti scopare? No, non mi dire che sei riuscita a prenderti nel culetto il suo cazzo.
- Si papi sapessi ci voluto, ma alla fine tutti i tuoi insegnamenti mi hanno portato a prendermelo dietro, con tutta l’esperienza che mi hai donato tu ce lo fatta, lui non credeva ai suoi occhi quando gli ho concesso anche il culetto.
- Ora ricordo tutto, quella mattina che non volesti venire in spiaggia, vero eri tutta aperta, ecco perché eri stanza, immagino come ti sentivi, dai raccontami tutto com’è successo.
Erano quasi le tre di notte, non stava nella pelle finito il mio racconto, stando nella penombra vidi fare un gesto che non passò inosservato, si era toccato il cazzo, allungai la mano e mi trovai quasi del tutto duro.
- Papi il mio racconto ti ha fatto eccitare vero?
- Si amore ti confesso che sono leggermente geloso.
- Vedi quello è successo una sola volta e non ce ne saranno altre te lo posso garantire, solo che ora non puoi tornare a letto in questo stato, mi chinai e lo accolsi nella mia bocca.
- No, fermati Lisa dai sono venuto già due volte questa sera, ma si dai, dove va due va tre.
Lui seduto io in ginocchio tra le sue gambe a pompare quel meraviglioso cazzo, presi in bocca le belle palline depilate, me le succhiavo mentre segavo il bel cazzone, lo feci sedere sul bordo della sedia, in modo da poter raggiungere il suo forellino, so che ne va matto quando lo lecco li, difatti sentendo la lingua prese, la mia testa tra le sua mani guidandomi nel lavoretto, tornai a pompare il cazzo che ormai era diventato duro, diedi ancora un paio di slinguate, con un gesto veloce mi alzai e mi sedetti sul cazzo infilandomelo tutto nella fica.
- Pensavo che volessi farmi venire con la bocca.
- Dopo papi, dopo ora voglio cavalcare un po’.
Le gambe non mi reggevano, la fica iniziava a darmi fastidio, erano cinque ore che veniva torturata, mi sfilai dal cazzone e tornata in ginocchio lo ripresi in bocca, ripresi a pomparmi il mio cazzone, la vedevo dura, non dava cenni di cedimento.
Mi aiutai con le mani, leccavo segavo pompavo quell’asta, ma niente non veniva era come pietrificata, allora pensai visto che ci siamo, proviamo dietro, dandogli la schiena mi calai sul cazzo, me lo infilai tutto nel culo, iniziai cavalcare, poco dopo lui mi propose di cambiare posizione, mi misi in ginocchi a pecorina e lui da dietro tornò a incularmi, alternando fica e culetto, in questo modo dopo una decina di minuti mi disse.
- Lisa sto per venire
- -papi io sono venuta già da un pezzo come te ben sai, ti voglio in bocca
Mi girai restando in ginocchi e lui alzatosi in piedi mi porse il suo bel cazzo, ormai era diventata un abitudine, non mi curavo più di dove me lo aveva sbattuto, lo presi in bocca iniziando un veloce pompino, un paio di pompate e mi riversò in bocca quel po’ di sperma che era rimasto nelle palle, ingoiai tutto ripulendo il bel cazzo che ormai stava tornando a riposo.
Sfiniti entrambi, ci abbracciammo e tornammo ognuno alle rispettive camere, senza fare la doccia, con tutti i buchi arrossati mi addormentai.


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