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Lui & Lei

Avventura pianificata


di LISAGARL
11.07.2013    |    6.005    |    5 3.8
"Il cazzo era entrato tutto, me lo sentivo fin dentro la pancia, era enorme, straordinario..."
Estate imminente, il caldo ci induce a vestirci in maniera sempre più leggera, l’altra mattina, prima di andare in negozio, mi sono preparata con molta più attenzione del solito, sapevo che doveva venire lì in campeggio una persona speciale: Enzo il rappresentante, spero che abbiate letto il racconto (INCONTRO IN VILLA) perché il giorno prima ne avevo sentito parlare da una commessa.
Scelsi intimo di pizzo bianco molto leggero, con un perizoma che metteva in mostra le chiappe ben abbronzate e un reggiseno dello stesso tessuto con apertura anteriore che solo al pensiero di come in diverse occasioni me l’hanno sganciato mi faceva eccitare. Completai l'abbigliamento con una minigonna nera e una camicetta di lino bianca, abbastanza trasparente.
Arrivai al campeggio tutta euforica, non poteva essere vero lui già lì al banco del bar, credevo che passassi inosservata invece a un tratto mi sentii chiamare.
- Buongiorno signorina Lisa, come sta?
Cavolo mi aveva riconosciuto, buon segno, le sono rimasta impressa nella mente.
- Buongiorno a lei, feci la tonda, mi scusi ma non ricordo, di conoscerla, mi perdoni.
- Non si preoccupi, potrei offrirle un caffè?
- Certo, volentieri,
- Mi scusi la sfrontataggine, ma credevo che si ricordasse di me, sono il rappresentante.
Non lo feci neanche finire di spiegare che lo interruppi.
- A si ora ricordo, come va?
- Bene grazie, anche quest’anno gestisce il negozio?
- Sì, non si trova altro da fare, allora questi tre mesi.
- Comunque io devo andare dalle sue parti se vuole, potremmo percorrere la strada insieme.
- Volentieri.
Durante il tragitto le solite chiacchere di circostanza,
- Di prima mattina che caldo, figurati oggi eh?’.
- E si questa estate non voleva arrivare, invece.
- Sa che la vedo informa, quest’anno, è ancora più bella, me lo lasci dire, poi con questi indumenti.
- Dai, sono una ragazza come tante,
- Sai, mi è sempre piaciuta la sua modestia, comunque a mio parere e credo a quello di molti uomini lei ha tutto al posto giusto, non voglio prenderla in giro.
Mentre parlavamo, slacciai un bottone della camicetta, ero certa se intravvedesse una generosa porzione di seno.
Entrambi con la coda dell’occhio ci sfioravano, giunti a destinazione lui mi dice:
- Se non sono troppo invadente, potrei invitarla a pranzo.
- Grazie, ma forse sono impegnata al negozio.
- Per nulla al mondo, deve mangiare?
- Certo
- Allora si tenga pronta verso le 13,00 passo di qua e andiamo.
Tutto come avevo pianificato, si profila una bella cavalcata, non ho mai dimenticato il suo affare.
Cercando di non pensarci troppo, anche perché la cosina stava in piena eruzione al solo pensiero, distraendomi tornai al mio lavoro.

Le 13,00 sembravano non arrivare più, verso le 12,30 chiusi il negozio e andai in bagno, mi feci una bella rinfrescata e mi preparai per l’invito.
Puntuale peggio di un orologio svizzero alle 13.00 era davanti alla porta del negozio, ci salutammo e ci incamminammo verso l’uscita.
- Oggi voglio portarla in un agriturismo eccezionale, spero che resterà soddisfatta.
- Non deve, potremmo mangiare qui al ristorante, non voglio abusare della sua disponibilità.
- Non dirlo neanche per scherzo una bella donna come lei non può mangiare in una bettola, con tutto rispetto per quest’ultima.
- Ok. Mi ha convinto, andiamo, dove vuole lei, so che posso fidarmi, non mi ha mai deluso.
Prendemmo la sua auto e percorsi una decina di Km lasciò la strada asfaltata imboccando una stradina bianca, vi erano diverse buche e a ogni sobbalzo le tette non facevano altro che assecondare i colpi.
Questa cosa non passò inosservata, per fare una battuta mi disse di tenerle ferme altrimenti si staccavano, gli risposi di non preoccuparsi, erano ben salde.
Scoppiammo a ridere.
Dopo un po’ arrivammo a destinazione, parcheggiò sotto un grande albero, pensai sicuramente al ritorno non sarà il solito forno.
Spense la macchina, e scendendo mi disse
- Spero che sia di suo gradimento mia regina.
Era venuto incontro aprendomi la portiera, sicuramenti i suoi occhi avevano ben osservato la scollatura e le cosce, nello scendere non prestai attenzione affinché la gonna non potesse salire.
Entrammo, abbi la sensazione che ci stavano aspettando, un cameriere ci indicò il tavolo aiutandomi a sedere.
Mangiammo in modo delizioso, ma lo scopo era ben altro, entrambi lo sapevamo, durante il pranzo spesso mi sentii sfiorare il piede, di tanto in tanto veniva fuori con qualche battuta a doppio senso.
Dopo un’ora buona prendemmo il caffè, pagò e uscimmo.
- Mia Cara Lisa, se ti va, vorrebbe mostrarti il panorama che si gode da quella terrazza.
Indicandomi un casolare distante un centinaio di metri, pensai so io quale panorama vuoi mostrarmi porco.
- con piacere, sicuramente si gode un’ottima veduta di Roma
Prendemmo l’auto e ci avviammo verso la cascina, appena arrivati, mi disse.
- Perdonami, aspettami qui devo andare a prendere le chiavi nel fuoristrada.
- Ok, vai ti aspetto qui,
Mi sedetti in veranda allungando le gambe su un muretto, in quella posizione c'era un venticello fresco niente male, aprendo un po’ le gambe mi sentivo quell’aria arrivarmi fin dentro la cosina.
Slacciai un altro bottone della camicetta, ormai il reggiseno era in bella vista.
Al suo ritorno non poté fare almeno di guardare intensamente in mezzo alle gambe dove s’intravvedeva il perizoma.
Venne avanti, quasi a un palmo da me mi ricomposi con calma e al suo invito entrammo . arrivammo in terrazza, a dire il vero non era un granché ma sicuramente quello che sarebbe avvenuto dopo era ben più frizzante. Poggiata con le mani sul muretto, spinsi leggermente in fuori il culetto mettendolo in bella mostra, questo gesto non passò inosservato, poco dopo iniziò ad accarezzarmi una gamba delicatamente come se avesse timore in una mia rinuncia, usava cautela, per tutta risposta mi avvicinai ancor di più, ormai gli ero attaccata. Facendo finta di nulla, cercava di spiegarmi la visione del panorama, poco dopo mi sentii accarezzare la parte posteriore della gamba risalendo sempre di più, arrivando a palpare l'inizio del basso sedere.
Senza spostarmi, mi sbottonai la camicetta, sotto il suo sguardo pieno di libidine. Arrivò con la mano in mezzo alle chiappe e strisciando con le dita la fichetta, fino a insinuare il dito medio sotto il bordo del perizoma, trovò i miei umori che iniziavano a colare ero bagnata fradicia.
Sempre in quella posizione quasi a pecorina sul muretto della terrazza lui si mise dietro di me alzandomi la gonna del tutto, continuando a masturbarmi a baciare e mordicchiare le chiappe.
Ero al settimo cielo, il tocco delle sue dita che continuavano a sfregarmi la fica non trascurando il clito, tenendo spostate le mutandine senza toglierle, dopo un po’ mi disse.
- Forse è meglio che rientriamo, dalla collina potrebbero vederci.
Afferrandomi per mano lasciandomi la gonna sollevata, entrammo dirigendoci in camera, rimasi sorpresa, era la prima volta che facevo sesso su un letto a baldacchino.
Mi sedetti e lui rimase alzato di fronte a me, l’erezione era ben visibile, aggiunsi.
- Forse è meglio che lo liberiamo poverino,
Allungai la mano e slacciai con una certa fretta la cintura abbassando contemporaneamente pantaloni e slip, saltò fuori il bel cazzone, presi con tutte e due le mani e misi la cappella in bocca, lo succhiai come solo io so fare.
Diventò duro, leccavo e aspiravo come piace a me, lui non stava con le mani in mano, prese a giocare con i capezzoli duri.
Poco dopo mi fece sdraiare e prese a leccarmi la fica, iniziarono godere nella sua bocca.
Ci sapeva fare con la lingua, non trascurò neanche il culetto di fatti spesso infilava anche li penetrandomi in profondità, era giunto il momento più bello, sentirmelo dentro, mi alzò le gambe e puntò il cazzo diritto alla fica, quando iniziò a entrare fu fantastico era una sensazione diversa dal solito.
Cambiammo posizione mettendomi a pecorina, tornò a infilzarmi, girai e vidi che più della metà era fuori, gli urlai di spingermelo tutto, lo volevo ancora di più ero come indemoniata.
Iniziai a godere come una vacca troia, ogni colpo era ben messo, spinsi il culo indietro e me lo infilai fino in fondo.
- Lo voglio tutto dentro gli sussurrai
Non si fece pregare, iniziando ad attribuire colpi sembrava che a ogni spinta il glande urtasse il fondo della figa.
Mi abbracciò da dietro tirandomi a se e prese le tette tra le mani palpandole con forza e pizzicandomi i capezzoli duri.
Non potevo resistere a un trattamento del genere, stavo godendomi quel meraviglioso pezzo di carne nella fica, ora era giunto il momento di provarla da qualche altra parte, Mi voltai, lo guardai dritto negli occhi dicendogli.
- Nel culo, mettimelo nel culo, voglio che tu me lo metta lì lo voglio.
Non Sembrò sorpreso non aspettava altro
Bagnò due dita, mettendosele in bocca, e poi lentamente, me le infilò nel culetto, che a sentire le dita mi rilassai facendole entrare con dolcezza, cominciò a muoverle. Aspettavo il cazzo intrepido, lo volevo dentro il mio retto, volevo sentirmi aprire, goderne.
Mi puntò il cazzo sul buco del culetto lentamente prese a spingere.
Sentii aprirmi, poca resistenza da parte del muscolo anale, quella spada mi stava trafiggendo il culetto lentamente, questa cosa di mettermelo lentamente non faceva altro che farmi eccitare sempre di più.
Il cazzo era entrato tutto, me lo sentivo fin dentro la pancia, era enorme, straordinario. Una sensazione completamente diversa da quella di averlo nella fica, ma altrettanto piacevole, solo chi la pratica può capire certe sensazioni.
Cominciai a toccarmi il clitoride, mentre il movimento dei nostri corpi ormai era totalmente sincronizzato, l’uccello andava avanti e indietro senza problemi.
Mentre stavo toccandomi, mise due dita in fica, una sensazione fantastica.
Nel pieno godimento uscì dal culetto, e infilò il cazzo nella fica, mi diede quattro o cinque colpi ben assestanti, uscì, e s’infilò di nuovo nel culetto. Per diverse volte alternò la cosa
Il piacere che provavo era di un’intensità in quantificabile. Orgasmi si succedevano uno dietro l’altro.
Il cazzone faceva la spola tra il mio culo e la mia fica.
Cambiammo di nuovo posizione volevo infilarmelo da me, di fatti gli proposi di sdraiarsi avrei fatto tutto io, lo presi in bocca dandogli diverse succhiate, assaporai tutti i miei umori, ingoiai e messami pronta mi calai sul cazzone, mi scomparì completamente nella fica.
Lui rimase un po’ deluso pensa che lo prendessi dietro, ma da lì a poco lo sfilai e me lo portai dietro, presi a cavalcarlo, ripresi le sue gesta di prima, spasso lo sfilavo e poco dopo non serviva neanche aiutarlo con la mano, entrava e usciva da sola facendo la spola dalla fica al culetto. Guardando in viso capii i che era imminente l’orgasmo anche per lui.
Senza alcun ritegno, pudore lo guardai e gli dissi:
- Mio bel cazzone dove vuoi venire, nel culo o in bocca?
- In bocca,
Ero stata fortunata, se mi avesse detto il culetto, per il resto della giornata avrei avuto piccole perdite come spesso mi accade.
Mi alzai sfilandomelo dal culetto e chinatami lo presi accuratamente in mano, portandomelo in bocca mi limitai al solo glande.
poco dopo lo ingoiai fino in fondo alla gola era enormemente grandioso sentirmelo fin dento la gola.
Non mi dava alcun fastidio, anzi, così stavo godendo, come se anche in fondo alla gola ci fosse qualche pulsante sensibile al piacere sessuale.
Prese la testa, tra le mani, tenendomela ferma, cominciò lui ad andare avanti e indietro con il bacino, come se stesse chiavandomi nella fica, mi stava scopando la bocca.
Arrivò, un primo spruzzo di sperma direttamente in gola, fu così abbondante che mi riempì la bocca, oltre a quello che ingoiai subito.
Ingoiai il più possibile, un po’ mi uscì dalle labbra, colando sul cazzo, Lo ripresi con la lingua riportandolo in bocca, feci in modo da non perderne neanche una goccia.
Entrambi soddisfatti restammo lì, sul letto, nudi, abbracciati, continuammo a scambiarci reciprocamente dolci baci gustandoci reciprocamente i sapori di entrambi con abili colpi di lingua.
Era stato davvero stupendo, un’esperienza che non dimenticherò, neanche quella passata avevo dimenticato, fortunatamente trovo sempre bei montoni.








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