incesto
MIO ZIO
di lisagarl
17.05.2011 |
69.234 |
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"Volevo leccarlo prima di infilarmelo in fica, ma andava bene anche così..."
Tutto ebbe inizio una domenica tarda mattinata, ero nella mia cameretta a fare pulizie, suonano alla porta va ad aprire mia madre, è sua sorella, ignorando il tutto continuo nelle mie faccende.Lei è separata da un anno quasi, le sento confabulare, a un certo punto mi metto a origliare, non so ma ho la curiosità di ascoltare cosa si dicano.
Mia madre le chiede come va; lei dopo la separazione si è trasferita al nord, per lavoro, torna ogni fine mese. le chiede come va il nuovo lavoro, se si è adattata alla nebbia del nord. Va tutto bene il lavoro a meraviglia, il datore gli fa una corte spietata ma lei per ora non vuole legarsi, anche se non da per scontato che già ha avuto delle relazioni, ma niente di speciale. Mia madre gli chiede se ancora pensa a Giorgio suo ex marito. non stavo dando molto peso alla conversazione fino a quando sento una cosa che attira subito la mia attenzione, mia zia dice a sua sorella cioè mia madre.
-di Giorgio mi manca solo una sola cosa e tu sai bene a cosa mi riferisco; per il resto sto troppo bene.
mia madre replica:
-ti riferisci al suo capitone vero,
-si solo per quello mi dispiace, sai a volte mi metto a pensare alla prima volta che lo vidi, sono rimasta impressionata, mi faceva paura, per prenderlo ce ne ho messo di tempo, non mi entrava. Ecco solo quello mi manca. Se quello scemo mi avesse dato retta, se avesse fatto quella dannata operazione, sicuramente oggi si starebbe ancora insieme.
- cioè? - Rispose mia madre,
- sempre il problema della fertilità. per colpa di quella vena schiacciata il suo seme non è fertile, sempre la solita storia; comunque ormai ci ho messo una pietra sopra non ne voglio più parlare.
-Non si può avere tutto dalla vita... dai beviamo qualcosa.
Avevo scoperto una cosa che mi accese una lampadina anzi due: prima che zione come lo chiamo io, sta messo bene lì sotto e poi la causa vera della loro separazione. ripresi il mio lavoro ma spesso mi mettevo a pensare a tutto ciò; conoscendomi poi iniziai a fantasticare.
Da quel giorno iniziai a vedere mio zio in una forma diversa.
Frequentavamo la stessa spiaggia e spesso ci s’incontrava, cercavo di scrutare a fondo facendo in modo di scoprire quanto fosso grande ma nulla, indossando i pantaloncini larghi, lasciava poco intravedere, una mattina lui era sdraiato sul lettino, io mi sedetti di lato, gli dissi.
-ciao zio come va -
dopo aver parlato di tutto e di più gli dissi: -ma ti manca la zia?
-perché me lo chiedi?
- Sei ancora giovane non ti si vede con nessun’altra donna. ma dimmi la verità, hai un’amante segreta?
-no ti sbagli di grosso, sto passando un periodo di riflessione e poi sono preso troppo dal lavoro. senti signorina non ti pare di essere troppo invadente?
-lasciamo stare, facciamoci un bagno zio - e prendendolo per una mano lo trascinai in acqua. solo in quel modo bagnato riuscii ad avere la conferma; non ne ero sicura ma tutto il tempo che eravamo stati seduti il suo coso si era un po’ svegliato, questo fece altro che alimentare le mie voglie di vederlo.
In acqua feci in modo di strusciarmi spesso su di lui, poco dopo dissi.
-zio prendimi sulle spalle voglio fare un tuffo come ai vecchi tempi - non se lo fece ripetere due volte, si abbassò e nel cercare di salire sulle spalle strofinai letteralmente il mio sesso sulla testa,
-ci riesci porcellina? -
cavolo questa affermazione mi sconvolse, avevo fatto centro, altrimenti perché mi avrebbe detto porcellina?
Salii e una volta sulle spalle cercando di sistemarmi per bene con le gambe cercai di far scendere il pantaloncino ma aimè, il fardello che teneva sotto un lo permise, una volta sistemata peri bene gli spiaccicai la fica sulla nuca.
-se hai finito, possiamo compiere questo tuffo -aggiunse lui.
Per tutto il resto della mattinata nuotammo e parlammo, ma il mio sguardo finiva sempre li. verso l’ora di pranzo, nel frattempo ci avevano raggiunto anche i miei genitori, invitammo zio a pranzo allo chalet.
Mi sedetti di fianco a lui cercando di distrarmi nel guardare in mezzo alle sue gambe, finito, i miei dissero che andavano a fare un pisolino sul lettino in spiaggia, io dissi che sarei rientrata a casa a fare una doccia e a mettermi a riposare in terrazza, zio rimase allo chalet.
Era trascorsa un’oretta stavo uscendo dalla doccia e squilla il telefonino, era zio.
-Lisa, hai dimenticato l’orologio nel mio marsupio se non ti disturba passando te lo lascio, altrimenti lo do a tua madre.
-no zio nessun disturbo, passa ti aspetto, ti preparo un caffè vieni.
Indossai un costumino proprio ridimensionato, un tanga a modo filetto, un triangolino come reggiseno che copriva appena le aureole, strinsi al corpo un pareo trasparente e calzai degli zatteroni tacco nove, legai i capelli e misi un leggero rossetto rosso fuoco.
Sento suonare il mio cuore iniziò a battere come quando sei attesa per un esame, aprii la porta dal citofono e chiamandomi risposi di raggiungermi in cucina.
Appena mi vide gli si avvamparono gli occhi, sembrava fosse la prima volta che mi vedeva, eppure sono cresciuta tra casa mia e sua, loro abitavano al piano terra noi al quattro, e ora ci vive solo lui.
-zio mettiti a sedere ecco il caffè e dimmi se ti piace,
-altro che se mi piaci
- Che dici, ancora non lo assaggi come fasi adire che ti piace.
- Ei ragazzina con me c'è poco da scherzare, ma tu credi che non mi sia accorto delle tue attenzioni. Sono diversi giorni che civetti, cosa vuoi?
Mi aveva spiazzato, non me lo aspettavo
- ok zio vuole giocare a carte scoperte? Facciamolo si. ti voglio, ecco tutto - tirai un profondo respiro come se mi avessi levato un peso da sopra lo stomaco.
-ma sei sicura di ciò che dici, sei sempre mia nipote, t'ho visto nascere cazzo, e poi sei fidanzata, non ci pensi a Luigi.
-certo ma il cuore è una cosa, la fica è un’altra
-certo come potevo, sbagliami sul tuo conto, ti confesso che t'ho sempre vista come una troietta in calore.
-senza di te nulla - gli lanciai braccia al collo e lo baciai, rispose subito intrufolandomi una metro di lingua in bocca, mi fece partire subito, ci sapeva fare davvero con le donne. il contatto dei nostri corpi mi confermò quanto avevo scoperto, cioè le sue reali dimensioni, sentivo premermi sulla pancia il suo sesso.
mi fece sdraiare sul divano e spostatomi il minuscolo filetto del tanga, si dedicò alla mia fica, infilandoci la lingua a più non posso.
Con le mani presi i capezzoli e li strizzai, continuando a massaggiarmi il seno, dita e lingua mi fecero partire per un lungo viaggio, le volte che gli inondai la faccia di umori non le contai, era un vero divoratore di fica sapeva come trattare le donne. provò con la lingua a forzarmi il buchetto, rimase poco sorpreso quando senti cedere il muscolo anale sotto la pressione della lingua; difatti mi disse e
-non mi sbagliavo sei aperta anche qui troietta -subito m’infilo un dito, mi trovai due dita nella fica e uno nel culetto, un veloce movimento avanti e indietro mi fece venire ancora, in una ventina di minuti ero quasi esausta e ancora non avevo visto il suo randello! lo pregai di darmelo, non ne potevo più, in tutto questo movimento non mi ero accorta che aveva liberato il cazzo, in un veloce movimento mi trovai nella fica tutto il suo cazzo, anzi un mega bastone durissimo.
Volevo leccarlo prima di infilarmelo in fica, ma andava bene anche così. iniziò a stantuffarmi per bene, ogni colpo era un sobbalzo, poco dopo lo feci sdraiare e ci salii sopra come piace a me. calandomi sul palo mi sentivo aprire in due, iniziai un gioco muovendo solo il bacino restando impalata.
fu una delizia, me ne venni ancora questa volta mi lasciai andare urlando come una matta, di venire lui non se ne parlava per nulla, era un grande scopatore, durava molto. dandogli le spalle, il mio culetto era alla sua portata, difatti non perse tempo a massaggiarmi le chiappe compreso il forellino, mi trovai il suo cazzone in fica e due dita in culo.
Pensai - voglio sorprenderlo io questa volta -. mi sentivo abbastanza morbida e aperta, in un baleno mi sfilai dalla fica e me lo punta diritto nel culetto, entro senza trovare molta resistenza, lui diede un grido dicendo
-cazzo ma sei una vero troia mai successo una cosa del genere! cazzo, sei tutta aperta! -iniziai a cavalcare, salendo e scendendo su quel meraviglioso cazzo, era troppo bello, presi a menarmi un po’ il clito, raggiungendo un orgasmo squassante.
lui non riusciva più a resistere, cercò di farmi capire che sta per venire, feci finta di nulla e poco dopo mi sentii inondare il culetto di sperma calda, ne fece proprio molta, mi sentivo il budello pieno, mi lasciai andare restando impalata sul cazzo, ero distrutta ma soddisfattissima.
Mi mancava ancora una cosa: in tutto questo non avevo dato una leccata al cazzo. mi alzai e subito un torrente di sperma usci dal mio forellino, mi precipitai con la bocca sul cazzo leccandolo e ripulendolo per bene, ancora una volta lasciai senza fiato il mio grande zio.
Mi apostrofò
-Lisa sei una vera troia, una con la T maiuscola, ti confesso che ho avuto tante di quelle donne ma un come te non mi era mai capitata, sei un vero vulcano non ti spegni mai ne sai e fai più tu che una vera puttana.
mi avvicinai, titubante non sapevo la sua reazione baciandolo sulle labbra, la lingua s’intrecciarono, assaporò un po’ del suo gusto, ci lasciammo andare sdraiandoci sul letto restando abbracciati.
-lisa grazie per la scopata spero che ce ne siano altre
-zio oggi è stato un semplice assaggio.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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